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Autore: LadyJaja99    04/02/2015    1 recensioni
questa piccola one short narra di una Bergamo medievale durante una festa estiva, dove danze e canti riempiono l'aria. Guglielmo un nobile di poco più di 10 anni fece l'incontro della sua vita... vi lascio alla storia e spero vi piaccia ^_^
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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La biglia alla luce della luna


 

Questa è una storia che parla di un amore ormai antico, nato tra i vicoli della magnifica Bergamo.

Bergamo era ed è tuttora un grande paese, con strade vive e affollate; Questa storia parla di me e della mia amata, io sono Guglielmo Mazzoleni, figlio di Giovanni Mazzoleni, la mia famiglia è una stirpe di nobili vissuti a Bergamo da molti anni or sono;

Tutto cominciò così, 11 anni fa io e la mia famiglia andammo alla festa del sostizio d’estate che si svolse in piazza vecchia, e lì accadde una cosa che cambiò per sempre la mia giovane esistenza, mi innamorai, pian piano e dolcemente.

La luna illuminava il cielo di una luce argentata, e andando in giro per l’immensa piazza vidi una ragazzina della mia età con cui potevo giocare, il suo viso semplice e luminoso mi colpì all’ istante e sul mio cuore ormai c’era disegnato il dolce viso di quella bambina, minuta, sorridente, semplice con un piccolo vestitino bianco e i capelli sciolti e arrufati.

Mi avvicinai cautamente a lei, mentre osservava estasiata i balli che facevano gli adulti attorno al fuoco a ritmo di musica. Ero un semplice giovane di 9 anni, ma ero un nobile, mi ricordo che mi chiesi perchè di fronte a lei ero timido, I nobili sono ricchi e potenti era questo ciò che pensai, io invece,sembravo un semplice contadino spaventato alla sua vista e questo mi sconcertava.

Lei mi sorrise con dolcezza e mi salutò, io contraccambiai il saluto con un semplice movimento della testa, curiosa cominciò a chiedermi come mi chiamavo e io feci lo stesso. Ero di poche parole, però al sentire il suo nome, le mie labbra non riuscirono a trattenere una frase:

-Antea? Sembra il nome di un angelo-

Lei felice arrossì e e disse

-il tuo sembra il nome di un principe-.

Persi un battito a quelle parole, ne fui felice, come se ciò che mi teneva legato, la timidezza, fosse scomparsa. Cominciammo a parlare, a giocare e decidemmo di unirci ai balli.

Una notte fu troppo corta e l’alba era già pronta ad accogliere questo amore nato al chiar di luna. Purtroppo dovemmo separarci e da lì non la rividi più, l’unica cosa che mi rimase di lei era la sua immagine impressa nella memoria e un piccolo regalo che tengo gelosamente, una biglia azzurra, che lei mi regalò quella sera d’estate.

Ormai ogni sera avevo il sogno di quel ricordo, oramai lontano anni.

un giorno di primavera di 6 anni dopo mi alzai dal letto e osservai fuori dalla finestra, c’era un bel sole pronto per accogliermi e farmi vivere una giornata differente da quella noiosa che mi aspettavo.

Quel giorno, deciso di cambiare la mia routine, chiesi ai servi e a Maria ( nonostante fosse una serva si è sempre comportata come una madre con me) cosa avrebbero fatto quel dì. Alla loro risposta decisi che avrebbero dovuto accontentare il mio capriccio, dovevano portarmi con loro al mercato per fare le commissioni, e loro acconsentirono.

Camminando pigramente fra i vicoli nelle vicinanze di piazza mercato del fieno, chiedo a Maria dove saremmo andati quella mattina, lei rispose pazientemente che dovevamo andare a comprare il fieno per i cavalli e anche il necessario per rifornire la dispensa.

Arrivati a piazza mercato del fieno guardai in giro incuriosito, in quella piazza c’ero stato di rado da molto giovane e ne avevo un ricordo differente. Osservando la folla, intravidi una persona che mi parve famigliare, ma era troppo lontana e io non riusci a riconoscerla.

mi avvicinai e persi un battito, compresi il motivo della folla intorno a quella bancarella. Sembrava tutto normale, cosa c’è di strano in una contadina che vende il fieno? semplice, mi colpì all’istante la sua bellezza, poi quando i nostri guardi si incrociarono capii che era la ragazza che avevo in mente da anni.

La mia razionalità se ne ando insieme al mio cuore, ormai rapito da quello sguardo sfuggente, d’istinto mi feci strada fra la folla e la portai via con me fra i visi scoinvolti dei genitori di lei e la folla che era lì solo per essere ammalliata dalla sua dolce voce e dalla sua bellezza.

Anche lei era stranita e spaventata, non era ciò che volevo, ma non sono riuscito a frenarmi, la sorpresa era tale che persi la ragione.

appena fummo soli la abbracciai però lei non sembrava riconoscermi, il mio entusiasmo sfumò all’istante. Rimanemmo li in silenzio, poi mi ritornò in mente di avere il suo dono con me, lo preso e glielo porsi:

-tieni, con questa potremmo essere legati dal destino per sempre, è questo che tu mi dissi Antea, non te lo ricordi più? Sono Guglielmo e questa era tua, fino a quando non me la donasti in una sera d’estate-

Nei suoi occhi vidi un improvviso bagliore, poi un sorriso comparve sul suo viso. Mi abbracciò stretta e io contraccambiai, l' avevo aspettata così tanto, ed ero sicuro di essere stato anch'io nel suo cuore fino ad allora. Parlammo, parlammo tanto, fino a quando non ci accorgemmo che il sole stava tramontando, lasciando spazio alla luce della luna, nostra complice in quell’ amore che abbiamo scoperto essere difficile da coronare. Il motivo è che scoprimmo di essere di classi sociali differenti e sono sicuro che mio padre non accetterebbe mai una contadina come moglie.

La conoscevo appena, ma la amavo già come se fosse la mia intera vita, volevo battemi per lei, e quindi, faci la cosa che mi costò di più in assoluto, mollai tutto, la mia famiglia, la mia città, per fuggire lontano con lei e sposarci a Brescia. Venimmo aiutati da i suoi zii che ci accolsero a braccia aperte e da lì partì la nostra vita assieme.

Chissà cosa sarebbe successo se tu non mi avessi riconosciuto, cosa sarebbe successo se tu non mi avessi dato quella biglia, il nostro segno d’amore e promessa di un futuro.


 

  
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