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Autore: Lucinda Five    04/02/2015    0 recensioni
Un libro dimenticato su uno scaffale di una biblioteca. Nessuna informazione al riguardo se non il nome del proprietario, o meglio della proprietaria.
E' infatti un diario quello che capita tra le mani di Caren Eastweek, una normalissima liceale che passa i suoi pomeriggi divorando libri e cantando in una band. Un volume che la porterà ad incontrare gli occhi celesti di Daniel Blake, il nuovo proprietario della libreria. Un volume che porta alla luce segreti a cui Caren è legata indissolubilmente e di cui non conosceva minimamente l'esistenza. Segreti che la porteranno a rivalutare tutto e tutti, perché, ormai se n'è resa conto: la realtà non è come appare.
Genere: Comico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico, Universitario
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20 dicembre 20xx

Il dolore al cuore diventa sempre più insopportabile man mano che i ricordi riaffiorano assieme a un fiume di lacrime e ad un urlo represso che cerca ancora di uscire, ma ogni volta non ci riesce e si accumula finché un giorno non scoppierà... Cos'ho fatto?!
Sento le forze mancare e mi sembra che il cuore si stia frantumando, come il cristallo quando cade e si rompe, in mille schegge impossibili da ricomporre. La vista per colpa delle lacrime e della mancata forza inizia ad offuscarsi, mi sembra di cogliere delle voci, ma non riesco a capire ciò che dicono perché i suoni mi arrivano ovattati, distanti. Perché? Oddio, forse non riesco più a sentire perché... No, non posso pensarci, finirei per agitarmi ancora di più e lo sono già abbastanza. 
Il suono delle onde mi culla mentre la leggera brezza marina soffia leggera sulla mia faccia. 

Finalmente trovo un po' di tranquillità, non sento più nessuno attorno a me, solo lo sciabordio del mare e silenzio...
Silenzio che viene interrotto da una voce. È bassa e leggermente roca, come quella di... Come si chiama? Mi viene in mente un volto quando penso a questa voce, ma non riesco a ricordare chi sia. Credo di conoscerlo, ma non capisco lo stesso a chi sia. Urla il mio nome tra un singhiozzo e l'altro, rompendo così quell'inquietante silenzio che mi avvolge. Cos'è successo? Cosa l'ha turbato a tal punto? Quello che sta urlando è davvero il mio nome? Oddio, ho perso la memoria?! Sto andando in panico, ma non voglio far preoccupare ancora la voce, cioè il ragazzo. Forse se provassi a parlargli riuscirei a fare più chiarezza su ciò che è successo... e magari, parlando, smetterà di preoccuparsi.
Provo, quindi, a parlare per cercare di rassicurare quella persona che sembra tanto disperarsi per me, però ottengo solo un acuto dolore alla gola e una specie di grugnito. Stai calma, non è la fine del mondo. Magari è momentaneo, la voce tornerà. Deve tornare. 
Una goccia salata mi bagna una guancia, ma io non sto piangendo... Cavolo, devo vedere. Tento di scorgere la persona, ma è tutto buio. Mi sta supplicando di aprire gli occhi, di non lasciarlo. Non posso lasciarlo. Non voglio lasciarlo, anche se non so perché.
Finalmente riesco ad aprire, con non poca fatica, gli occhi e, anche se vedo tutto offuscato, finalmente a distinguo il ragazzo che sta piangendo come un disperato. E' lui. E' lui, la persona per la quale sono qui adesso...

Riapro il libro a caso, lasciando che le pagine fruscino e si girino da sole fino a fermarsi. Quando devo decidere se un libro mi interessa faccio sempre così, lascio che il libro tenti di conquistarmi facendomi leggere parte di se. 
Le pagine si fermano, siamo più o meno a metà libro.

14 marzo 20xx

Piove. Le goccioline di pioggia sbattono sulla finestra e poi cadono, lasciandosi dietro frammentate scie. A quanto pare, oggi i miei unici compagni sono il ticchettio della pioggia sul vetro e il sommesso bip del macchinario vicino al letto. Mi hanno detto che tra qualche giorno sarà il mio compleanno, non mi interessa. Vorrei solo andare a casa, o almeno uscire di qua e non tornare, ma non posso. Lancio un'occhiata alla sveglia, sono solo le sei e venti. Un'altra giornate vuota, insignificante ed opprimente. Lui non c'è, non è mai venuto a trovarmi. Non si è più fatto vedere dall'"incidente", come lo chiamano tutti. Sono passati mesi, ma ancora non so cos'è successo; prima o poi lo scoprirò e finalmente tutti i pezzi del puzzle andranno al proprio posto, permettendomi di capire in che razza di casino sono finita. 
Torno ad osservare l'orologio, le lancette si muovono al rallentatore.



Buonasera, ho modificato il capitolo perchè non mi ispirava più. Spero che sia piaciuto. A presto, 
Xoxo

  
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