CJ
Le piaceva quel nome brioso, sbarazzino. Quelle due iniziali che la contraddistinguevano quando studiava ad Harvard, quando usciva con gli amici a ballare anche per tutta la notte, quando faceva tardi la sera e aveva pochi obblighi. Quando era ancora la cocca di papà.
CJ però era morta.
Era morta la notte che aveva investito un pedone e l'aveva fatta franca senza una denuncia. Non ne aveva dovuto rendere conto a nessuno se non ai suoi sensi di colpa.
Era morta quando aveva capito che studiare legge non era il suo sogno, era stata solo una pressione dettata dalla professione del padre.
Michael Holden con il suo amore aveva riportato in vita Claudia Joy.
Claudia Joy materna, dolce, perfetta. Una leader.
Claudia Joy. Potrebbe esserci un nome più ironico?
Dov'è la gioia quando ogni mattina ti chiudi in bagno con una siringa in mano, sollevi la camicetta e, dopo aver fissato nello specchio il tuo viso gonfio di lacrime e di stanchezza, ti provochi l'ennesimo bitorzolo sul tuo ventre piatto? Su quella pancia che, diciassette anni fa, è stata arrotondata dalle gioie più belle della tua vita. Le tue figlie.
Dov'è la gioia quando apri l'anta dell'armadio e lì, nascosto sul ripiano, rivedi quell'abito blu cobalto strappato, lacerato in più punti? Il promemoria di una violenza carnale sventata solo grazie al tuo sangue freddo.
Dov'è la gioia quando sulla spiaggia, dietro a ridenti occhi azzurri e a lunghe trecce brune cerchi la giovinezza di chi non c'è più? Quando ogni mattina passi per il corridoio e socchiudi quella porta per essere accolta dalla foto dove tua figlia sorride piena di progetti per il futuro?
Un futuro che non avrà mai.
Sei Claudia ormai. Claudia zoppa sorridente e amichevole, generosa. Un punto di riferimento.
Sei Claudia e questo ti basta.