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Autore: laurapalmer_    05/02/2015    5 recensioni
"E' quando sei convinto di poter stare in piedi, o di esserlo, che possono passare gli tsunami senza che tu faccia la minima piega."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dodici

delusi








C'è stato un periodo in cui Calum aveva perennemente le nocche delle mani spaccate e non erano dovute al freddo, come lui si ostinava a ripetere a chiunque si preoccupasse.
Avevano, sì e no, appena fatto i diciassette anni, lui e Luke. Michael doveva farne diciotto e non parlava con Danie da ormai più di un anno.
La bionda ne soffriva, Calum s'incazzava, ma non gli era mai capitato di presentarsi a casa dell'amico, come sta facendo oggi.
Dal piano superiore, dove c'è la camera di Michael, proviene musica metal a tutto volume.
Passano forse un paio di minuti, prima che il giovane si degni di aprire a Calum, che sta fuori tutto impettito, nella sua giacca invernale color fumo.
- Calum! - lo saluta con un sorriso.
- Posso entrare?
Michael annuisce, leggermente confuso, facendosi da parte.
Il moro non prova nemmeno ad imbastire un sorriso di circostanza, 'ché non è mai stato un buon attore e Zara glielo fa notare almeno una volta a settimana.
- Perché sei qui?
- Perché sei un coglione.
Chiaro, conciso, diretto.
Calum, dall'alto dei suoi quasi diciott'anni, si sente decisamente nella posizione di pretendere delle spiegazioni. Le vuole, per Danie, perché se le merita, anche se non ha il coraggio di chiedergliele lei stessa.
Michael gli restituisce uno sguardo stupito, forse offeso.
- Che cazzo ti ho fatto?
- Ti ho visto con la cameriera dell'Elephant.
Il maggiore sgrana i suoi occhi pallidi, schiudendo di poco le labbra rosse; pensava di essere stato discreto, pensava che non parlandone semplicemente con nessuno dei suoi amici, loro non si sarebbero mai posti il problema.
- E ti ha visto anche Danie.
- Danie?
- Stavamo studiando insieme, l'altro giorno - spiega Calum, sciogliendosi di poco, salvo poi tornare sulla difensiva - Ma non sono io quello che deve dare spiegazioni.
- Da quando esci da solo con lei?
Il moro si acciglia: - Perché ti interessa?
Michael scuote il capo, quasi sconsolato, poi volta i tacchi e si dirige in cucina, sicuro che Calum lo seguirà senza dire una parola.
- Non sono obbligato a darvi spiegazioni, lo sai questo?
- Allora perché non ci hai detto un cazzo?
- Perché...
- Perché Danie ti piace ancora e comunque non lo ammetteresti mai.
- Tu pensi di essere l'unico al quale fotte qualcosa di Danie - lo accusa Michael, puntandogli un dito contro - Sai cosa? Non è così, Calum, non è perché le mandi un paio di messaggi alla settimana che allora ti puoi considerare suo amico!
- Non saranno due messaggi a fare la differenza, ma... - gli sfugge una bestemmia e vorrebbe tanto prendere a pugni il muro - Comunque meglio di te, coglione!
- Vaffanculo, Calum.
Si guardano, in silenzio, per qualche secondo. Michael sa di avere l'ultima possibilità di farsi valere, ma preferisce invitare Calum ad uscire.
Lui non se lo fa ripetere due volte.


Zara sa perfettamente di essere una stronza, ma sorride fiera, quando Maximilian glielo fa notare, con una punta di malizia nella voce.
- Nina Sanchez è quella di colore - fa lui, le gambe distese sul divano rosso - Vero?
Zara, seduta per terra, con le gambe incrociate, annuisce: - Sì, ma davvero... possiamo parlare di altro?
- Parlare? - ridacchia Maximilian, lanciandole un'occhiata obliqua.
Lei, però, non si scompone, si limita a sorridergli, poi si alza e: - Vuoi qualcosa da bere?
- Vodka - risponde, grattandosi distrattamente la testa, per poi scoppiare a ridere senza un motivo preciso.
Scuote la testa, Zara, senza essere più tanto sicura di voler passare l'intero pomeriggio in compagnia di Maximilian.
E' giovedì e Calum ha l'allenamento con la squadra di calcio della scuola.
Fino alle 5 pm, giusto?
Sì.
- A cosa pensi?
- Che vorrei andare a una festa - mente lei, sorridendo affabile.
- Festa di che tipo?
- Hai presente... quelle di Tony Melrose?
Maximilian annuisce.
- Ecco, una di quel genere. - Quella di Joy Buster potrebbe andare?
Zara annuisce, un sorriso malizioso ad incresparle le labbra: ha tanta voglia di bere fino a scordare tutto.


Se Zara non avesse il fottuto vizio di fumare a ogni ora del giorno, probabilmente ora Lia continuerebbe a non sentire la mancanza di una sigaretta di tanto in tanto.
E, se Lia non avesse voglia di una paglia, a quest'ora sarebbe ancora a casa, probabilmente seduta sul divano di stoffa rossa invaso dai cuscini che tanto le piace, non alla ricerca di un distributore automatico.
Se fosse stata a casa, però, non avrebbe trovato Danie, seduta in un angolo con una bottiglia di birra tra le gambe magre.
- Che cazzo ci fai qui? - le chiede, lanciandole uno sguardo preoccupato.
- Mh?
- Danie! Cristo santo!
Lia impreca, tirando in piedi l'amica. Danie ha lo sguardo perso, gli occhi pallidi blandamente fissi sul naso della mora.
- Da quando hai due piercing? - chiede, ingenuamente.
- Da sempre, tipo.
- Lia, non so che cosa fare.
L'italiana sgrana gli occhi verdi, calcandosi meglio il beanie sulla testa: - Non sai cosa fare in che senso?
- Michael ha trovato una fidanzata, lo sai?
Lia scuote la testa: - Da quando?
- Calum non lo sa - borbotta Danie - E sai cosa c'è? Che voglio vomitare.
- Ora?
- No.
Non ora, sempre, ed è questo il fottuto problema, perché quando cominci a ruotare completamente intorno ad una singola cosa, a non farne più a meno, non vuoi (e comunque non puoi) privartene, non con le tue forze.


Luke rientra in casa che è in anticipo di qualche minuto, rispetto al solito.
Sale le scale del palazzo nel quale vive da quando è nato a due a due, con la precisa idea di farsi una sigaretta, una volta arrivato.
Sua madre dovrebbe essere a yoga, ancora, mentre suo padre non arriverà prima dell'orario di cena, come sempre.
Infila le chiavi nella toppa della porta di gusto squisitamente minimale, togliendosi le Vans e appoggiandole poi accanto all'uscio, una volta dentro casa.
La luce del salotto è accesa.
- Ciao, Luke - lo saluta Liz, seduta sul divano bianco, con le braccia incrociate.
Ha un'espressione grave che lui non crede di averle mai visto addosso.
- Ciao...? - azzarda, dunque, sorridendo incerto.
Sua madre gli restituisce uno sguardo truce, alzando entrambe le mani: nella destra tiene il pacchetto di Chesterfield che era nascosto nel cassetto delle mutande, nella sinistra la scatola di preservativi che teneva in quello dei calzini.
- Da quale cominciamo?
Luke sente un peso opprimergli il petto e: - Perché hai frugato tra le mie cose? - esala, l'unica cosa più o meno sensata che è riuscito ad elaborare.
- E' tutto quello che hai da dirmi?
- Sì - sbotta lui, di riflesso, ancora paralizzato - Cioè, no! Ma perché cazzo hai guardato nei miei cassetti? Sai che non voglio.
- Certo. Adesso sappiamo anche perché.
- Non ne avevi il diritto!
- Hai intenzione di girarci intorno ancora per molto? - lo accusa Liz, la voce che un po' trema - Voglio una spiegazione.
- Sono dei fottutissimi preservativi, mamma - esclama lui, mentre allarga le braccia, ignorando volutamente il pacchetto di sigarette - Dovresti esserne contenta!
- Scusami?
- Ho diciassette anni, Cristo, non voglio diventare padre! - urla, la vena del collo che preme. Sua madre gli restituisce uno sguardo allibito, Luke abbassa lo sguardo.
Gli sembra di vedere tutto il suo mondo, quello che lo aiutava ad andare avanti, tra una cazzata e l'altra, sgretolarsi davanti ai suoi occhi.
Fa ancora più male di quello che aveva intuito, dai racconti di Calum.
- E' colpa dei tuoi amici - conclude Liz, ferita nell'orgoglio - Tutto quello che ti ho insegnato, loro...
- Loro non c'entrano un cazzo.
- Sigarette, Luke. Sigarette.
Lui tiene la bocca chiusa, ma non può evitare di pensare a quanto un pacchetto di Chesterfield rosse da venti non sia che un preciso niente, in confronto a tutto il resto.
- Non voglio più che tu li veda.
- Cosa ne fotte, a te? Io esco con chi voglio.
Liz alza un dito nella sua direzione, ma la voce sottile tradisce il suo stato d'animo e: - Non voglio che tu li veda - ripete, debole.
Luke vorrebbe tanto urlare, spintonarla e prenderla a pugni, urlare ancora, scappare, prendere un aereo e scomparire per sempre.
Di tutte queste opzioni, solo una è fattibile, quindi prende il cellulare e scrive quattro semplici parole alla prima persona che gli viene in mente.
"Jack, dormo da te".















NdA: This is everything I didn't saaaaaaaay
Qui nevica tantissimo e io oggi non andrò alla guida, mi aspetta un mitico pomeriggio di nulla più assoluto e, udite udite, non potrei esserne più felice!
Cosa abbiamo qui? Zara che è a casa con Maximilian, Calum e Michael che litigano (Chiara, mi spiace ahah), Danie che è sempre più a pezzi eeeee Luke che va a stare dal fratello. Eleonora e il disfattismo pt 473201.
Ora mi sparo una puntata di Skins, che ci vuole tutta ahahah buon pomeriggio :)
A presto,

Eleonora



  
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