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Autore: DanzaNelFuoco    06/02/2015    3 recensioni
Se mai ci fosse stato un momento per tornare indietro, ora non c'era più.
Era iniziato tutto con Mike che presentava John a Sherlock, quell'infinitesimale istante in cui Sherlock aveva guardato quello che Mike gli proponeva come coinquilino e lo aveva accettato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Burning the bridges behind
 
Se mai ci fosse stato un momento per tornare indietro, ora non c'era più.
Era iniziato tutto con Mike che presentava John a Sherlock, quell'infinitesimale istante in cui Sherlock aveva guardato quello che Mike gli proponeva come coinquilino e lo aveva accettato.
Con il senno di poi avrebbe dovuto rifiutare.
John Watson era stata una crepa che si era diramata lungo tutto il suo cervello. Era stata la crepa che aveva permesso l'infiltrazione. O forse il debordamento, Sherlock non ne era del tutto sicuro.
Nei primi tempi era andato tutto bene, Sherlock non se ne era nemmeno accorto – non che avesse dimestichezza con questo genere di cose –, ma poi c'era stato quel piccolo particolare, quel lapsus freudiano che era uscito dal cervello di John evidentemente intento a pensare ad altro, e Sherlock aveva avvertito qualcosa contrarsi spasmodicamente in un punto dove era più che certo un moto simile non dovesse avvenire. All'altezza del diaframma, una stilettata non troppo forte, ma decisa.
Ho fatto un colloquio per un lavoro a quell’ambulatorio.
Che te n’è parso?
Fantastica. Lei è fantastica.
Chi?
Il posto.
“Lei”.
Il posto.
Irritazione. Si era scoperto irritato. John avrebbe dovuto prestare più attenzione alla grammatica.
Aveva interiormente lasciato perdere, non che importasse troppo uno sciocco errore di semantica, ma quando poi aveva rifiutato di continuare le indagini...
Ho bisogno d'aria, stasera usciamo.
Io in realtà avrei un appuntamento.
Di nuovo quella fitta, un po' più forte, un po' più persistente, un po' più dura. E la stessa irritazione, anche se la frase era stata perfettamente formulata. Non riusciva a capire.
Il processo era iniziato.
John era stato un cavallo di Troia inconsapevole, era entrato nel suo appartamento e aveva portato con sé tutte quelle... emozioni.
Le emozioni erano alla stregua dei sentimenti, difetti chimici nella parte perdente.
E ora Sherlock Holmes si ritrovava a provarne.
Erano cresciute dentro di lui affondando le radici nel suo cuore fino a che non ne avevano preso il completo possesso e tutto questo senza che lui ne avesse avuto il minimo sentore. La piena  consapevolezza era giunta solo grazie al suo peggior nemico.
Ti brucerò... Ti brucerò il cuore.
Mi dispiace, ho saputo da fonte certa che non ne ho uno.
Oh, ma sappiamo entrambi che non é affatto così.
Moriarty aveva ragione, ce l'aveva e aveva smesso di essere la semplice pompa biologica che permetteva al suo corpo di vivere. Tutto per colpa di John. John in quel maledettissimo giubbotto-bomba. Sì, aveva un cuore e no, non credeva che fosse meglio così.
Preoccuparsi non é un vantaggio.
Non poteva lasciare che John morisse, aveva potuto aspettare nel salvare gli altri ostaggi, ma quello era John – diamine era John! – e doveva, doveva assolutamente togliergli quella minaccia di dosso nel minor tempo possibile. Glielo aveva praticamente strappato via, gettandolo il più lontano possibile da loro, da lui. E aveva capito che di John gli importava.
La solitudine protegge.
Gli amici proteggono.
E chi protegge dagli amici?
Chi protegge quando la tua unica paura, la tua unica sofferenza potrebbe essere non avere più quell'amico al tuo fianco? Quando ti rendi conto che non puoi dire alla persona che ami – al tuo migliore amico, al tuo unico amico – che lo ami per non farlo andare via, ma che allo stesso tempo non puoi tacere in eterno, chi protegge? Chi protegge dal male che ti fa involontariamente la persona che promette di proteggerti?
Davvero avrebbe voluto chiederglielo, gridarglielo, ma si era trattenuto.
Forse avrebbe dovuto parlare, essere chiaro.
Questa chiamata è... Um... È il mio biglietto. È quello che le persone fanno, non è vero? Lasciare un biglietto?
Pensava che fosse chiaro, quando stai per buttarti giù da un tetto chiami la persona più importante in assoluto, perché quella sarà l'ultima voce che sentirai, e Sherlock aveva chiamato John. Non Mycroft, non Molly, non Lestrade, non Irene, ma John.
Sherlock aveva lascito il suo biglietto a John e John non aveva capito.
John si era fidanzato. John si era sposato. John stava per avere una figlia.
Chi ti protegge dalla persona che ti ha costretto inconsciamente a bruciarti tutti i ponti alle spalle? Chi ti protegge quando non puoi più tornare indietro ai tempi in cui non avevi bisogno di esser protetto?
Chi sostituisce John?
 
Nessuno.
 
 
 
La solitudine non protegge più.
La solitudine ferisce e basta.
 
  
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