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Autore: LadyRoran    06/02/2015    0 recensioni
"Ed è a quel punto che il letto si è ristretto, con una persona al mio fianco.
Qualcuno da tenere stretto fino al mattino, o con cui litigare per lenzuola."
Magari vi siete abituati ad avere qualcuno accanto, e state pure bene, finché non vi viene strappato dagli impegni della sua carriera, e il vostro rapporto cambia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando la sveglia suona, lascio che squilli per più secondi prima di spegnerla. Tiro le coperte fin sopra alla testa e fisso il telefono, che in un primo momento mi abbaglia per la troppa luminosità.
L'orologio segna le sette e trenta, ma oggi è domenica e non lavoro, quindi sarei potuta restare a dormire ancora; anche senza sveglia, però, mi sarei alzata a quest'ora, per l'abitudine o la troppa malinconia, che mi tormenta anche durante il sonno. 
L'assenza di una persona si riconosce da come è ordinata la casa senza di lui, ma soprattutto dalla mancanza di qualcuno nel letto, un letto troppo grande per una persona sola.
A dir la verità, prima di conoscerlo non mi dava troppo fastidio avere un letto a due piazze: puoi dormire al centro, le coperte sono infinite e ci sono pochi rischi di caduta. 
Poi l'ho incontrato, e se prima i nostri erano incontri sporadici, si sono trasformati in qualcosa di più.
Il cinema, i ristoranti, i pub, i concerti, e le serate si concludevano sempre a casa sua o a casa mia.
Ed è a quel punto che il letto si è ristretto, con una persona al mio fianco. Qualcuno da tenere stretto fino al mattino, o con cui litigare per lenzuola. 
Mi svegliavo ogni mattina con lui accanto, sempre prima di lui, essendo una persona molto mattiniera, e prima di alzarmi e preparare la colazione per entrambi, stavo qualche minuto, che poteva trasformarsi in mezz'ora, ad osservarlo mentre dormiva beatamente.
Con quei capelli più arruffati del solito per colpa del cuscino che mi ricordano tanto il tramonto, o mi fanno pensare all'autunno.
Ogni mattina cercavo e trovavo la sua mano, mentre adesso l'unica cosa che potrei trovare sarebbe il suo cuscino o dei fazzoletti dispersi tra le lenzuola.
Anche quando andava a degli eventi importanti, restavo a letto a sonnecchiare in attesa che tornasse, perché sapevo che sarebbe venuto a casa mia, e lui sapeva che io lo avrei aspettato.
Quando rincasava, poi, entrambi toppo stanchi per fare qualsiasi cosa, si sdraiava nel letto con me, mi raccontava velocemente la sua serata e ci mettevamo a dormire.
Non fraintendetemi, non viviamo nel letto, qualche volta nel weekend riusciamo anche ad uscire di casa, ma ci sono periodi più stressanti di altri in cui preferiamo non condividere il nostro tempo con altre persone.
Tenercelo tutto per noi, conservarlo, per poi bruciarlo tutto in poche notti.

C'è spesso gente che mi chiede se ho un ragazzo, e io dico semplicemente di sì, ma che in alcuni periodo dell'anno non riesco a vederlo come vorrei, e la gente chiede, è curiosa, domanda la qualunque, ma io mi mantengo sul vago ed evito i dettagli, perché non mi interessa condividere la mia vita privata. E sono felice che anche lui eviti certi commenti quando glielo domandano, specialmente durante le interviste o sui social. 
Adesso però non mi interessa nulla di tutto ciò. Preferirei avere le ragazzine urlanti davanti alla porta ma lui con me, piuttosto che il silenzio in tutta la casa.
È tutto troppo vuoto, tanto che i miei passi rimbombano per il soggiorno. 
Accendo la tv per farmi un po' di compagnia mentre cucino e metto in ordine la casa.
Alle dieci suona un'altra sveglia, e dopo averla staccata mi precipito al computer, e accendo Skype.
Quando finalmente mi collego, ricevo un messaggio: "Oggi ho fatto presto, sono in camera già dall'una", dice.
Sorrido, e prima di poter rispondere ricevo l'avviso di video chiamata. 
Dopo qualche secondo per stabilizzare la connessione, finalmente riesco a vedere il suo viso chiaramente.
"Buongiorno!" mi dice sorridente. È visibilmente assonnato, lo conferma anche il fatto che abbia la maglietta del pigiama messa all'incontrario. 
"Com'è andato il concerto?" chiedo sperando che la risposta sia breve. Non mi va di tenerlo troppo tempo in chiamata, sarà sicuramente stanco e forse dovremmo smetterla di video-chiamarci ad orari bizzarri per colpa del fuso orario. 
"Benissimo, anche se stavo davvero cadendo da sopra una cassa, stavolta. Poi siamo andati a mangiare da Taco Bell. Tu, hai già fatto colazione?" Allungo la mano verso il tavolino accanto al divano e prendo il piatto di waffle che stavo mangiando poco prima, per poi mostrarglielo. 
Restiamo a chiacchierare del nulla per una decina di minuti, finché non mi sento davvero troppo in colpa per trattenerlo oltre. 
"Ehi, io ora devo uscire, ci sentiamo più tardi, magari?" mento. Lui annuisce, e così decidiamo di salutarci.
Sicuramente dopo neanche due minuti dalla fine della chiamata si era già addormentato, e magari ci saremmo potuti risentire prima che io andassi a cenare. 
So che non durerà per molto, che magari non sarà così per sempre, e forse quando non suonerà più come prima e non sarà più tanto famoso staremo ancora insieme, senza un fuso orario a dividerci, e allora il letto non sarà più troppo grande. 

 
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E Boom. Era da tanto che non scrivevo qualche cagata one-shot come questa. E mi vergogno come un caimano perché non è che mi piaccia proprio com'è il risultato (NE' DA DOVE NASCE L'IDEA, MA SSSSH).
Tecnicamente è una storia original, però in pratica è leggermente ispirata ad un artista musicale (e gli indizi sono ben visibili nel testo, penso sia facilmente intuibile di chi stia parlando).
BTW, diciamo che la tematica della "solitudine" è un mio cliché, perché in un modo o nell'altro riesco sempre a ficcarla in qualunque cosa scriva, quindi ecco a voi.

*Il titolo della one-shot è una frase della bellissima "Come il sole a mezzanotte" di una delle mie band preferite: La fame di Camilla, che se non conoscete dovete assolutamente filare ad ascoltare perché i loro testi sono davvero (quasi) tutti mozzafiato.

 
  
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