Parole, mie amanti sono.
Sublimi nella loro cadenza,
Quasi poesia si nasconde nel tono.
Ahimè dannate divengono,
Quando ballano su questo foglio.
Di passi importanti,
Ne compio più o meno tutti gli anni.
Ma tale fatto abbietto,
Si nasconde quasi dentro un fazzoletto,
Oh quante lacrime versate, dannazione,
Lettere perche continuate ha ballare?
Tali errori si susseguono nei quaderni,
Com’era difficile stare al passo coi temi,
O il sbrigarsi nei tempi verbali,
Quante verifiche andate mali,
Le interrogazioni in cui si veniva rimandati,
Disastri cosmici.
Io non ne ho colpa, eppure, eppure,
Ingoio il rospo, sprono sempre al massimo,
Che il mondo non sa cosa ci cela,
Oltre la cortina sottile del mio problema.