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Autore: Evander    07/02/2015    1 recensioni
Quando ero giovane,
sognavo un palazzo tutto d’oro zecchino,
invece, per uno scherzo del destino,
son diventato becchino.

[145 parole]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il becchino
 

Quando ero giovane,
sognavo un palazzo tutto d’oro zecchino,
invece, per uno scherzo del destino,
son diventato becchino.
A furia di scavare,
a forza di sotterrare,
ad altro non riesco a pensare,
che a quello che mi capitava di sognare.
Ogni volta che incontro qualcuno,
uno qualunque,
per quanto io possa essere simpatico,
quando parliamo, vuole sempre andare al dunque,
come se fossi interessante all’incirca
quanto il sistema linfatico.
Conosco quello delle pompe funebri
ma nonostante il suo lavoro
m’evita come se avessi la peste,
perché in fondo, il suo mestiere,
è pur sempre più nobile
di quello del becchino.
C’era solo una persona, 
che mi parlava,
uno solo, 
che non m’evitava,
andava lì, e mi diceva:
«visto che io non son capace,
scava»,
mi metteva in mano una vanga,
e mi diceva dove scavare,
quando c’era una bella buca, 
ci metteva un bel cadavere.
Fingevo di non capire,
dicevo di non vedere
che quelli venivano sepolti di nascosto
perché le loro morti non erano naturali,
ma in fondo, che migliore amico c’è,
per un becchino,
che un assassino?

 

Salve! 
Questa poesia è un delirio di qualche tempo fa che ho deciso di pubblicare anche se non frequento molto questa sezione — né, in genere, scrivo poesie. 
Non penso ci sia molto da dire a tal proposito.






 

 

  
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