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Autore: Fiamma Erin Gaunt    07/02/2015    1 recensioni
Piccolo esperimento su una Peter Pan/OC.
La raccolta nasce dalla challenge "Facciamo festa" indetta da rhys89 sul fandom e la festa da me scelta è il Pocky Game:
1.Imbarazzo;
2.Gioco;
3.Bacio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bambini, Sperduti, /, Lost, Boys, Nuovo, personaggio, Pan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nda: Questo piccolo esperimento è una raccolta di tre flash fic ispirate dalla challenge “Facciamo festa” indetta sul forum da rhys89. È il mio primo lavoro nel fandom di OUAT e spero che non faccia troppo schifo (nel qual caso sentitevi tranquillamente in diritto di farmelo notare). Il personaggio principale è Kaelie Jones, che ho immaginato essere la sorella minore di Liam e Killian ritrovatasi sull’Isola per circostanze che verranno chiarite nella long che le dedicherò e che è in corso di stesura. Per quanto riguarda le età con Peter e Felix mi sono regolata forse un po’ per eccesso (diciamo che ho stimato avessero tra i 15 e i 16 anni) visto che sono decisamente più grandi rispetto agli altri Bambini Sperduti. C’è un motivo al soprannome “stellina” che usa Peter e che verrà spiegato anch’esso nella futura long, non è quindi un vezzeggiativo amoroso né ha alcun tipo di sentimentalismo. Concludo dicendo che spero vogliate lasciarmi una recensioncina come riscontro per questo piccolo esperimento. Vi lascio alla prima flash ;)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Part 1: Embarrassment

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kaelie non aveva mai smesso di contare i giorni passati sull’Isola. Giorni che si erano fatti settimane, mesi, fino ad arrivare a un anno. Il tempo lì non scorreva come nella Foresta incantata, ma aveva contato lo stesso, aspettando il suo compleanno. E quel momento era arrivato.

Osservò il mozzicone di candela che Bealfire le aveva prestato e la piccola fiammella che illuminava l’angolo dell’accampamento in cui si era rintanata. I Bambini Sperduti non avrebbero capito, perciò tanto valeva starsene per conto proprio.

Stava giusto per soffiare quando udì uno scricchiolio.

Davanti a lei c’era proprio la persona che più di tutte non sarebbe riuscita a comprendere la ragione del suo gesto. La osservava incuriosito, gli occhi verdi leggermente socchiusi.

- Che stai facendo? –

Spense in fretta il mozzicone, sentendo le guance tingersi rapidamente di un bel rosa acceso.

- Nulla d’importante. Era una cosa stupida. –

- Se lo stavi facendo doveva essere importante. Puoi dirmelo – replicò.

Era buffo come riuscisse a far suonare quelle ultime due parole come un ordine.

- Te l’ho detto, Peter. Era una cosa stupida, non mi va di parlarne. –

L’espressione sul suo viso era cambiata nuovamente. Adesso c’era puro stupore. Era un’emozione che difficilmente lasciava trapelare, sembrava che nulla avesse più il potere di coglierlo di sorpresa.

- Sei imbarazzata. –

Scosse la testa con risolutezza, lasciando che le onde corvine le ricadessero scompostamente lungo la schiena. Non aveva più tagliato i capelli da quando era arrivata sull’Isola e ormai le arrivavano fin quasi alle anche.

- Non sono in imbarazzo – replicò, testarda.

Peter scomparve, per poi ricomparire a una manciata di centimetri da lei.

- Detesto quando lo fai – bofonchiò.

Continuò a osservarla mentre allungava una mano verso la sua guancia. L’accarezzò, in un gesto tanto rapido e impercettibile da poter essere paragonato solo al tocco di una farfalla, e sorrise compiaciuto.

- Hai le guance rosse e calde, quindi ho ragione: sei imbarazzata. –

Kaelie sbuffò nuovamente, scostando una ciocca e portandola dietro all’orecchio. Distolse lo sguardo, giocherellando con il mozzicone ormai spento.

- D’accordo, te lo dico. Ho contato i giorni che ho passato sull’Isola e, se fossi nella Foresta Incantata, oggi sarebbe l’undici novembre …  il giorno del mio compleanno. –

Vedendo che stava per aprire bocca, aggiunse in fretta: - Te l’ho detto che era una cosa stupida, dal momento che qui nessuno di noi invecchia. In effetti è come se avessi sedici anni per sempre. –

- Non lo sapevo – ammise.

Aggrottò leggermente la fronte. – Perché avresti dovuto saperlo? –

- Perché mi piace sapere le cose – replicò, stringendosi nelle spalle, per poi allungare una mano verso la candela.

La fiamma si accese di nuovo.

- Esprimi il tuo desiderio, stellina. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[448 parole]

 

  
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