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Autore: The Writer Of The Stars    07/02/2015    5 recensioni
“Dì qualcosa! Dì qualcosa!” gridò al cielo plumbeo, mentre le gocce di pioggia si mescolavano con le sue lacrime amare. La voce roca si espanse in un grido solitario nella notte, un grido a cui nessuno avrebbe prestato attenzione e che solo la luna avrebbe sentito.
“Sto rinunciando a te …” sussurrò poi sconfitta, abbandonandosi ad un singhiozzo, mentre le dita sottili andavano a sfiorare le gote ancora infiammate da una lievissima carezza guantata …"
-VegetaXBulma. (sai che novità ;) )
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Say something, I’m giving up on you…

“Vegeta …” si stupì quasi di come la sua voce risuonò alle sue orecchie. Non era il solito tono allegro e cristallino, quello quasi irritante. Era una voce roca, graffiante, arrochita dalle lacrime represse.
Vegeta si girò a guardarla un attimo, solo per un secondo. Era buio, la notte fonda non permetteva visione alcuna, e le poche ombre distinguibili erano appannate dalla fitta cascata d’acqua che il cielo stava riversando sulla terra quella notte. Percepì Vegeta voltarsi, sentì del fogliame scricchiolare sotto gli stivaletti bianchi del guerriero. Ma non riuscì a vederlo.

“Te ne stai andando.” Disse, ma la sua non era una domanda. Le sue parole erano risuonate come un’affermazione colma di delusione e disprezzo, e in verità anche di un po’ di rancore, come se in fondo si aspettasse che sarebbe accaduto. Vegeta non disse niente, e Bulma non riuscì a percepire movimento alcuno da parte del Sayan.

“Ed io non ti sto dicendo niente …” continuò sorridendo amaramente, come se da quel soliloquio stesse tentando di capire ciò che realmente stesse accadendo. Abbassò lo sguardo verso il terreno erboso, ricacciando indietro una lacrime.

“Sto rinunciando a te …” sussurrò, reprimendo una lacrima che prepotentemente aveva deciso di farsi spazio al di fuori delle sue iridi. Per istanti che le parvero interminabili, non accadde nulla. Vegeta non disse una sola parola, lei teneva il volto basso, e il cielo continuava a rigettare tutta quell’acqua con un impeto spaventoso, quasi apocalittico. Era bagnata fradicia, si sarebbe sicuramente presa una polmonite, ma cosa importava adesso? Stava rinunciando a lui.

“Di qualcosa …” sussurrò poi Bulma dopo attimi infiniti, alzando gli occhi. Un fulmine seguito da un fragoroso tuono squarciò il notturno cielo plumbeo, e per un attimo, per quei minuscoli secondi in cui la luce del fulmine aveva illuminato ogni cosa, Bulma era riuscita a vedere bene l’espressione impassibile di Vegeta, e Vegeta era riuscito a vedere bene gli occhi imploranti di Bulma. Poi il tuono era finito, e l’oscurità era tornata a fare da sipario tra loro, a non permettere a nessuno dei due di vedere in faccia l’addio che bramava d’essere dato. Bulma deglutì rumorosamente, ingoiando con fatica l’orgoglio.

“Ti amo …” sussurrò, certa che a lui non sarebbe mai interessato sapere cosa provasse lei. Perché poi infondo, cos’era l’amore?

“Dì qualcosa … sto rinunciando a te …” ripeté flebilmente Bulma, alzando gli occhi cerulei colmi di lacrime verso l’ombra dinanzi a sé. Ma non udì alcuna risposta. Per un breve macrosecondo le parve di percepire un qualcosa sfiorarle delicatamente le guancie, e serrando gli occhi per disintegrare le lacrime, le era sembrata quasi una carezza, tale era stata la sua leggerezza. Poi un rombo si era espanso nella notte, e stavolta non era stato un tuono, ma un verso che Bulma conosceva troppo bene ormai. La navicella della Capsule Corporation si librò in aria, sibilando fra la pioggia, e per tutto il tempo del decollo Bulma non poté fare a meno che fissare l’ombra metallica che stava portando Vegeta via da lei, allontanarsi nel cielo notturno. La navicella era forse troppo lontana ormai, Vegeta non l’avrebbe mai percepita neppure se si fosse trovato a pochi metri da lei, perché tanto non l’avrebbe ascoltata.

“Dì qualcosa! Dì qualcosa!” gridò al cielo plumbeo, mentre le gocce di pioggia si mescolavano con le sue lacrime amare. La voce roca si espanse in un grido solitario nella notte, un grido a cui nessuno avrebbe prestato attenzione e che solo la luna avrebbe sentito.

“Sto rinunciando a te …” sussurrò poi sconfitta, abbandonandosi ad un singhiozzo, mentre le dita sottili andavano a sfiorare le gote ancora infiammate da una lievissima carezza guantata …
 
Nota Autrice:
Mah beh, io ferma non ci so proprio stare. E che volete farci, ormai appena ho tempo scrivo. Scrivo e ascolto musica. E le cose sono strettamente collegate per me. Una sottospecie di one shot (vorrei chiamarla flash, ma è leggermente più lunga di 500 parole) sulla partenza di Vegeta. (Uhhh, tema mai trattato!) Esistono almeno 4673 storie che parlano della partenza di Vegeta, e io ho deciso di buttarmi e di scrivere la 4674 esima. Niente di speciale, lo so, ma ahimè, questa era l’ispirazione guardando la pioggia scrosciare incessantemente qui da me. Spero vi sia piaciuta, e vi ringrazio già da ora per aver fatto un salto a leggere questa “cosa”.
Alla prossima!
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