Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Suzerain    07/02/2015    1 recensioni
Nell'estrarre la mano dal laghetto, quello che caratterizza il giardino del Palazzo Reale ed è circondato da fiori profumati, piccole gocce d'acqua scivolano lungo l'avambraccio libero, per una volta, dai pesanti bracciali in oro che è solito indossare. Gli bagnano la pelle chiara facendolo rabbrividire, perché si tratta di un qualcosa di inaspettato – ma ciò non muta la sua espressione, né la tranquillità del momento.
~[Slife of life] [EnHa]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kouen Ren, Kouha Ren
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Titolo: I would reach you (I would keep shining on you )
Autrice: xrinnenotsumi
Fandom: Magi, The Labyrith of Magic (マギ )
To: Al mio En-nii, l'unico ed il solo. 
Pairing: EnHa.
Personaggi: Kouha Ren, Kouen Ren.
Desclaimer: I personaggi di Magi non mi appartengono, e sono sotto il copyright di quel genio di Shinobu Ohtaka.
Ambientazione: Non specificata all'interno della serie.
Note dell'autrice : Fanfiction nuova per un fandom nuovo, su quello che è il mio OTP supremo e che, giustamente, nessuno calcola because of.
Niente di speciale, avevo voglia di scrivere su questi due, ma l'essere sotto esame mi impedisce di avventurarmi in qualcosa di più lungo e complicato. Quindi semplice fluff e tanta tenerezza.

 
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Le dita della mano sinistra, sottili ed allungate, si immergono piano nell'acqua. Producono sulle superficie della stessa strani giochi, figure che i suoi occhi catturano e memorizzano, scegliendone i nomi e cercandone significati forse inesistenti. Ha le labbra distese in un sorriso leggero, Kouha, perché la sensazione che percepisce è piacevole come poche altre al mondo; si accompagna a quella trasmessa da una brezza leggera che gli spettina i capelli lunghi così che è costretto, in quello che è un gesto per lo più istintivo, a sistemarli come meglio può dietro l'orecchio.
Nell'estrarre la mano dal laghetto, quello che caratterizza il giardino del Palazzo Reale ed è circondato da fiori profumati, piccole gocce d'acqua scivolano lungo l'avambraccio libero, per una volta, dai pesanti bracciali in oro che è solito indossare. Gli bagnano la pelle chiara facendolo rabbrividire, perché si tratta di un qualcosa di inaspettato – ma ciò non muta la sua espressione, né la tranquillità del momento.

Si volta, dopo essersi asciugato con un morbido fazzoletto in seta, verso suo fratello maggiore che siede lì accanto, tra le mani un rotolo di pergamena e l'espressione rilassata tipica di quei momenti; Kouen tende ad estraniarsi nella lettura, ha notato, più o meno inconsciamente, dandogli la possibilità di restare ad osservarlo ore intere. Gli piace farlo, perché lo considera un privilegio suo soltanto.
Si avvicina, il passo lento perché non è sua intenzione disturbarlo. Ha le braccia allacciate dietro la schiena, e quando lo raggiunge non prende posto accanto a lui, preferendo sedersi sull'erba fresca ed ancora umida a causa della rugiada mattutina. Il maggiore sposta, in quello che è un rapido gesto, gli occhi cremisi nella sua direzione, senza aggiungere nulla; poi torna alla propria lettura, sebbene la piega delle labbra sia appena, in quella maniera che probabilmente soltanto lui può percepire, incurvata verso l'alto.
Kouha lo fissa, le gambe piegate e strette al petto e la testa poggiata sulle stesse. Osserva con attenzione le sue labbra appena dischiuse, beandosi del suono di quel respiro – lo stesso che quella notte ha potuto intimamente sentire contro il suo orecchio, con la flebile differenza che in quell'occasione specifica era velocizzato ed ansimato, sconvolto dalla lussuria e dal desiderio. Non arrossisce al ricordo, perché si tratterebbe di un qualcosa che sulla sua persona stona; è certo però che negli occhi ametista vi sia stata una scintilla chiara di felicità, pura e semplice.
Kouen arrotola la pergamena e si sposta poggiandola al suo fianco e prendendo ad osservare quel paesaggio tanto bello quanto effimero, tacito l'invito di andare a sederglisi accanto. Ed il più piccolo, cogliendo l'altrui intenzione, gli evita di esplicitarlo a voce, mettendosi in piedi ed andando, piano, a sfiorargli con l'indice il dorso della mano, dopo aver preso posto.
L'altro lo lascia fare, fin quando, piano, si volta verso di lui e lo osserva. E dopo qualche momento, tutto ciò che Kouha vede è il rossore dei suoi capelli e la sensazione di umido sulle labbra, là dove la sua bocca preme contro la sua. 

 

   
 
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