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Autore: nihaltali99    08/02/2015    2 recensioni
[...] I suoi occhi sono chiusi, ma so che dietro le sue palpebre c'è il nero delle sue pupille. Mi piacciono i suoi occhi neri, vorrei poterli guardare. Ma non come si guardano ogni giorno quegli altrui. Vorrei poterli fissare a fondo, imprimermi a mente la perfezione del suo sguardo, che è così duro e pieno d'ira con me, ma so che potrebbe esprimere tutto l'amore possibile e immaginabile. Lei è così perfetta, anche nel suo stoicismo verso me[...] Mio Theenar, cosa sto dicendo, io non posso amarla.
PS: Dubhekla scritta a quattro mani con Magicadark007
Speriamo vi piaccia :)
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Dubhe, Rekla, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PASSATO 1

 (POV Dubhe)
 Corro più veloce della luce, voglio superare il vento, stiamo facendo una gara, io voglio vincerla. Mentre corro sollevo sabbia da tutte le parti, non mi importa di tenere la bocca chiusa, so che la riempirò di sabbia, ma non riesco a smettere di ridere, anzi non voglio, era da così tanto tempo che non sorridevo, perciò che la sabbia mi vada tutta in bocca, non mi importa. Continuo a correre, con l’acqua che mi lambisce le caviglie rinfrescandomi, ma anche ammorbidendo troppo la sabbia rendendomi così la corsa più difficoltosa. Respiro fermandomi un secondo, mentre l’odore di salsedine mi invade le narici, quell’odore che ho imparato ad amare, che ora significa casa. Mi volto indietro, lontano si intravede la casa del Maestro, sorrido non’appena riesco a vederla, ma il mio sorriso si spegne subito, comincio a mordermi le labbra nervosa, mi sono allontanata troppo, e se mi sgridasse? Non mi piace litigare con le persone a cui voglio bene e lui è come un padre per me, mi ha salvata e ora mi sta crescendo. E se non mi volesse più? Scuoto la testa, no, non potrebbe mai cacciarmi per un motivo così stupido e poi a volte mi sembra che non gli importi nulla di me, perciò perché dovrebbe prendersi la briga di sgridarmi? Infondo non è il mio vero padre. 
Ad un certo punto sento un rumore, piccolo, impercettibile, ma l’ho sentito. Mi avvicino un po’ preoccupata alla fonte, sembrava provenire da dietro un grosso scoglio, cammino un po’ titubante con il cuore che mi martella nel petto, ma devo essere coraggiosa, il Maestro lo dice sempre. Mi avvicino sempre di più e supero lo scoglio; niente, solo un paio di conchiglie rotte, qualcuno deve averle pestate, magari è solo qualche gatto randagio venuto a cercare un posto sicuro per i suoi piccoli. Ce ne sono molti qua intorno e mi diverto sempre tanto a giocare con loro.
È notte e l’unica cosa che illumina il buio è la poca luce della luna. Non dovrei essere qui, non sarei dovuta uscire, perché l’ho fatto? 
Ad un tratto vedo un’ombra veloce nascondersi dietro a qualche altro scoglio, tremo immediatamente, non è di certo un gatto. Sento un respiro affannoso, che diamine sta succedendo!? Sono solo una bambina, non posso essere così coraggiosa come vuole il Maestro, ho voglia di scappare, ma la determinazione è più forte, il Maestro non scapperebbe, …io non scaperò. Sento un tonfo, come se l’ombra fosse caduta. Faccio un respiro profondo e vado verso di lei. È una donna, una giovane donna bellissima, sembra un angelo, ha i capelli biondi, ma di un biondo particolare, sembrano riccioli fatti di miele, uno sguardo di una determinatezza che credevo solo il Maestro potesse avere, i suoi occhi sono azzurri e freddi, molto freddi, come il ghiaccio, ma riesco a intuire qualcosa di più dolce, nonostante lei cerchi in qualche modo di nasconderlo. Ma la sua bellezza viene rovinata dall’espressione di sofferenza che ha sul volto, è solo allora che lo noto; è ferita, un ampio taglio troneggia sull’addome, distolgo lo sguardo disgustata, tutto quel sangue mi fa paura e mi fa venire in mente… Gornar… scuoto la testa prima che il suo fantasma venga a perseguitarmi. Cerco di farmi forza perché so che ha bisogno di aiuto, quando però mi inginocchio vicino a lei si ritrae, per poi bloccarsi a causa di una fitta di dolore. < Tranquilla, voglio aiutarti, non devi avere paura > dico con un leggero tremito nella voce, mentre mi ripeto “Non farti spaventare da tutto quel sangue, non ci pensare!” , fortunatamente è buio e il sangue si confonde con i vestiti neri della donna, porta i pantaloni, allora sarà sicuramente una guerriera, questo mi porta ad ammirarla ancora di più, perché è forte e io vorrei essere forte come lei. < Non ho paura, tu sei un nemico tutto qui > la sua flebile voce interrompe il filo dei miei pensieri < Nemico? Perché? > chiedo confusa, ma la donna non fa in tempo a rispondermi che sviene.
All’improvviso mi ricordo di quando il Maestro era tornato dopo essere stato a caccia, aveva le mani sporche di sangue e non era sangue di animale, inoltre aveva parecchie ferite, fortunatamente non tanto gravi, ho dovuto curarlo, ma non mi ha voluto dire nulla su cosa gli era successo, ad ogni domanda rispondeva sempre < Ho incontrato dei briganti lungo la strada che volevano rubarmi le prede, niente di che > ma io so perfettamente che quasi nessuno combatte bene come il mio Maestro, perciò non potevano essere solo dei briganti, dei briganti non riuscirebbero mai a ferirlo, < Erano in tanti > si giustificava così. E se fosse questa donna il suo misterioso nemico? Lei ha detto che io sono sua nemica, perciò di certo non sta dalla stessa parte del Maestro. Volevo portarla in casa per curarla, ma di sicuro il Maestro la ucciderebbe e sarebbe anche giusto. Sono quasi tentata di portarla da lui, ma qualcosa mi frena, quel corpo mi sta supplicando di rimanere, di aiutarlo, ma come posso aiutare un nemico del Maestro? In tanto la donna perde sempre più sangue e la sua pelle diventa sempre più fredda e bianca, < Dubhe, scegli! > mi dico, sono ferma immobile, incapace di prendere una decisione. La guardo ancora, il sangue non arresta la sua fuga e continua a lasciare il suo corpo, se non mi sbrigo morirà, ho già ucciso Gornar, non posso uccidere qualcun altro, non me lo perdonerei mai e poi non sarebbe giusto, così faccio un respiro profondo e lascio perdere il Maestro, per questa volta devo essere contro di lui.

 Trovare le giuste erbe non è facile in riva al mare, non ci sono molte piante ed è troppo buio per immergermi nell’acqua a cercare alghe, perciò mi accontento delle erbacce. Faccio una smorfia, ho davvero pochissimo, non so se riuscirò a salvarla, ma non ho il tempo di tornare a casa a prendere le erbe che mi servono, anche perché il Maestro mi scoprirebbe. Mi mordo le labbra e spero davvero che bastino. Mi inginocchio nuovamente accanto a lei, le avevo precedentemente fasciato la ferita con pezzi del mio mantello, se il Maestro farà domande gli dirò semplicemente che sono caduta e si è stracciato. Le tolgo il bendaggio improvvisato e le pulisco la ferita alla bene e meglio, poi, dopo averlo preparato, le spalmo un unguento di erbacce, infine strappo altri pezzi del mantello e la bendo nuovamente. Spero che si senta meglio adesso, ma sicuramente domani la curerò meglio. 
Si è fatto molto tardi, devo andare via, ma non posso lasciarla lì al freddo. Mi tolgo il mantello sospirando e decido di lasciarglielo, la copro con cura, come faceva mia madre quando mi rimboccava le coperte prima di andare a dormire, cerco di coprirla anche con il suo mantello. La guardo un’ultima volta, poi mi volto e scappo via. Domani tornerò sicuramente, devo solo trovare una scusa per allontanarmi dal maestro.

NOTE DELLE AUTRICI:
Ciao a tutti! :) Questo è il primo capitolo della nostra storia e speriamo davvero che sia piaciuto e che apprezziate questa improbabile coppia ;) Comunque in caso non fosse chiaro, questo capitolo è ambientato nell'infanzia di Dubhe, quando ancora vive con il maestro nella Terra del Mare.
Be' allora al prossimo capitolo! :) Bacioni a tutti! :3
Nihaltali99 e Magicadark007
  
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