What
if ?
Cosa succederebbe se gli spartani vedessero un via di salvezza dall’ultimo scontro con Serse…..
Finale
alternativo per il film 3
Era da giorni ormai che
Selene e Marte girovagavano in cerca di qualcosa da fare.Due semidei
solitamente si annoiano facilmente senza qualcosa di emozionante da
fare e
sulla Terra ciò capita di rado.Lui alzò lo
sguardo : capelli allo
sbaraglio,occhi color smeraldo e un sorriso quieto e pacifico.Il sole
picchia a
quest’ora e per questo copre i propri occhi con la mano
sfarzosamente decorata
da anelli e braccialetti al polso.L’altra sistema la giacca
senza maniche che
leggermente aperta mette in risalto il suo fisico.
“Selene” la chiamò.Un
sussurro al vento. “Aspetta”.
Lei si voltò,i
capelli
rossi che volavano al vento legati in una lunga e unica coda di
cavallo.Gli
occhi scuri volarono verso il cielo,un po’ per impazienza e
un po’ al fine di
osservare lo scorrere del tempo come adorava fare.
Giuntole al fianco,la
osservò con occhi critici.
“Come fai a
sgualcire in questo modo i vestiti?” chiese retorico;infatti
la ragazza era una
vera forza della natura e lui lo sapeva,come sapeva che avrebbe dovuto
al più
presto occuparle il tempo. E infatti pochi minuti dopo la ragazza si
avvicinò movendo
sinuosamente il corpo
snello e formoso.Si accostò all’orecchio e disse
“Mi annoio”e come sempre,o
meglio come quando voleva qualcosa la sua voce si riduce e diventa più
suadente, irresistibile. Marte
sbuffò:per quanto un uomo possa avere pazienza Selene
sarebbe sempre riuscita a
fargliela perdere!
“Ho visto uomini non molto lontano da
qui.Non so se siano in
guerra,ma tanto vale andare a vedere”disse infine il semidio.
“Si!”esultò
lei
“Speriamo siano in guerra”.
Eccolo il problema dei
semidei,annoiati e volubili o almeno caratterizzati dai propri poteri.
“Quanti
sono?” chiese la
semidea.
“trecento credo,
stavano
marciando verso le Termopili” le rispose lui.
“O dei;su
andiamo?”
esclamò e senza aspettare il compagno partì verso
la sua meta.
La sua natura
focosa e tagliente le permetteva sbalzi di
umore monotoni e veloci,ma la maggior parte delle volte era
allegra,grintosa e
spensierata;l’amico al contrario aveva una natura quieta che
combaciava
perfettamente con quella dell’altra.
“Vedi di muoverti
però”
scherzò lui avanzando lentamente.Lei da lontano si
fermò e rise
“Guarda che sei tu la lumaca” ribatte
lei
e,raggiunta da lui, si incamminò al suo fianco.
Da un'altra parte un re
ordinava ai suoi soldati di accatastare le carcasse dei
nemici,così come lui
stava facendo.Infatti tra di loro c’era un saldo rapporto di
parità,fedeltà e
con alcuni anche amicizia.Da qualche giorno trecento spartani
affiancati da
altri Greci liberi avevano
massacrato
fino allo sfinimento ingenti truppe persiane.
“Astinos” lo chiamò Stelios
e insieme presero una carcassa di un
generale persiano e la posarono o meglio scaraventarono vicino alle
altre.
Qualche battuta
scherzosa tra amici e i due furono
richiamati dal Capitano,padre di Astinos:il re era tornato dal discorso
con
Serse!
Leonida era scuro in
volto e probabilmente portava cattive notizie.
“Sbrigatevi!Ammassate quei persiani”
urlò il re una volta giunto dai
suoi uomini “Perché,almeno che non mi
sbagli” continuò sorridendo “questa
sarà
una notte di furore”.Tutti sogghignarono,finalmente una buona
battaglia.
Intanto i due semidei
camminavano verso le Termopili.Selene saltellava qua e la a qualche
metro da
terra,Marte la seguiva con gli occhi.
“Wow” esclamò lei
all’improvviso,attirando la completa attenzione del
giovane.Si chinò vicino al precipizio più vicino
e voltandosi tutta eccitata
verso il ragazzo gli disse “Guarda,è
enorme!” Marte si avvicinò anche lui e
quello che vide fu mozzafiato: una infinita estensione di piana era
occupata da
truppe,uomini a cavallo e fanti,esseri deformi e spaventosi e infine
una
sterminata flotta occupava il mare senza lasciarne una goccia libera.
"Interessante"
disse dopo qualche minuto Marte "Avevo sentito che era enorme ,ma
credevo
fosse solo una diceria, un esagerazio "pensò l'uomo ad alta
voce.
Subitò la ragazza
intervenì
"Cosa?Dimmi tutto dai, non farti pregare" lo implorò
impaziente
Selene.
"Vediamo da dove
posso iniziare...." cominciò lui ela ragazza, conoscendolo
fin troppo
bene, si accomodò su una roccia
<<Un
uomo si
avvicinava in lontananza.Giunto davanti alle porte di Sparta si fermò di
botto, facendo così impennare il
proprio cavallo e così mostrando le teste dei re
Greci,sconfitti da molto,in
segno di potere.Il re di Sparta, Leonida , fu chiamato e diede udienza
all'uomo.
"Mi manda il re
dei re,il padrone di ogni terra,il dio-re Serse" iniziò il
moro,ma prima
che potesse continuare Leonida lo bloccò "Sappi Persiano che
a Sparta ogni
uomo risponde di ciò che dice,
perciò
rifletti bene sulle parole che mi devi devi riferire".Il persiano lo
guardò perplesso,ma poco dopo ritornò ad
annunciare il suo messaggio.
"Terra e acqua" disse,due parole,un breve messaggio.
"Che
significa,persiano?" chiese il re stupito "Il mio re vuole un dono di
terra e acqua come
segno di
sottomissione di Sparta al suo potere" spiegò il messaggero.
"Sottomissione,questo può essere un problema!Sai si mormora
che gli
Ateniesi si siano già rifiutati e se quegli effeminiati
hanno trovato tanto
coraggio.." incominciò Leonida."secgli le tue prossime
parole con
attenzione leonida potrebbero essere le tue ultime da re" lo interruppe
il
Persiano.Leonida si voltò e fisso la sua regina,un cenno
minimo d'assenso.La
spada roteò fino a raggiungere pochi centimetri dal collo
del messaggero
"Terra e acqua.Ne troverai in abbondanza laggiù"disse il re
indicando
il pozzo.Il persiano si allarmò e iniziò a
gridare "Tu sei pazzo,pazzo.Nè
greco o persiano minaccia un messaggero".Il re a quel punto adirato gli
rispose "Tu porti le teste dei re sconfitti fin sulla soglia della mia
Sparte,tu minacci il mio popolo di schiavitù e morte.Oh ho
scelto con
attenzione le mie parole persiano, forse avresti dovuto fare lo stesso".
Il persiano infierì
di più "Questa è blasfemia,questa è
pazza".Leonida
arretrò."Pazzia?" disse interrogativo."Questa è
Sparta!" e
il messaggero e i suoi accompagnatori furono uccisi,massacrati e
giustizia fu
fatta;ma quello fu solo l'inizio.>>
"Racconti
magnificamente " sospirò Selene "ma la conclusione?" Lui
sorrise,sempre la solita "Leonida ora è in guerra per la
propria libertà
contro l'infinita armata di Serse"
Lei si alzò e gioiosa sorrise “Io
tifo per gli Spartani “ e poi imitando
Leonida urlò “questa è
Sparta!” Rise e come al solito precedendo l’altro
gli
gridò “Su andiamo da loro; non vedo
l’ora di conoscerli ,appaiono interessanti”
Era ormai sera quando
giunsero all'accampamento,vuoto.
Ripercorse le Termopili
seguendo le varie scie di uccisioni e giunsero sul luogo della
battaglia:da una
parte una massa di corpi accatastati e dall'altra un esercito solo
lontanamente
umano.
"Gli immortali..."
sospirò il semidio, mentre la ragazza non distoglieva
l'attenzione dalla scena
di fronte.
"Uomini"urlò
Leonida "Spingere" e il picco della montagna di cadaveri
iniziò a
franare.Su di essi gli Spartani scendeva cavalcando l'onda e
distruggendo
tutto.
La battaglia ebbe
inizio.
Le spade si
scrontrano,leggere scintille sprizzano nell'aria dove la tensione e
l'eccitazione sono alle stelle.Le voci degli Spartani rimbombano,quelle
dei
Persiani si affievoliscono:solo Immortali muoiono stanotte.
Un grido e grugniti
"Liberatelo" strepita un Immortale.Un suo compagno con un colpo di
Spada libera l'essere;due metri di altezza,nulla di umano eccetto la
sagoma,un
solo motivo di vita:uccidere!
Si erige davanti agli
Spartani,sorpresi,mai intimoriti;con agilità impugna la sua
"spada" e
avanza verso il nemico.Si guarda intorno
scorge un'ascia.La solleva e individua il re.L'ascia lo
sfiora per un
pelo.La battaglia ricomincia e dopo molta
fatica il re con l'aiuto di un subordinato riesce a sconfiggere il
mostro,la
testa giace ormai per terra.Molti feriti,uno solo grave,o almeno non
per gli
spartani;per loro un occhio in meno non fa la differenza.
L'alba è ormai
giunta e
la battaglia è conclusa."Davvero dei buoni combattenti"
afferma Marte
"Io avrei saputo fare di meglio " disse orgogliosa e civettuola
Selene
"Tu sei una
semidea" rispose cinico lui,facendola sbuffare e allontanare di botto.
"Non avvicinarti troppo Selene.Non voglio che ci vedano se non
è
necessario" le urlò lui come accorgimento.
"Non ci
contare" rispose lei ridendo
Un uomo in mezzo al
campo di battaglia,il viso volto verso i compagni.Una fila lunga di
Spartani
davanti a se e dietro solo sabbia.
All'improvviso un
luccichio comparì tra la sabbia,i soldati si allarmano,ma il
giovane non si
accorge di nulla.E poi una folata di vento risolve tutto.
Lo Spartano si ritrova
ai piedi dei suoi compagni,tutti insieme a osservare una macchia
vermiglia
nell'attesa che la sabbia si plachi.
Quando la visuale fu
completamente ripulita due figure comparvero di fronte a loro;la donna
dai
capelli di fuoco discuteva
con un
ragazzo alto e robusto.Ad un certo punto il ragazzo si voltò
facendo tintinnare
la catena in vita e ruotando lo spadone sulle spalle.
"Salve
Spartani" un saluto formale,niente di più.
"Salve
stranieri"gli rispose Leonida "Mi è lecito chiedervi chi
siete e da
dove venite?" continuò ancor più formarmelte il
re.
"Mi presento sono
Marte,comandante dell'acqua e della terra" disse il ragazzo avanzando
affiancato dalla rossa.Vedendo Leonida e i suo sgranare gli occhi
Selene
sorrise:la loro natura,per gli altri leggenda,per loro la
realtà.
"Piacere io invece
sono Selene,principessa dell'aria e del fuoco"concluse la ragazza.
"Salve
sono Leonida,re di Sparta"rispose il
sovrano dopo essersi ripreso.
“Cosa
volete da noi?” chiese il Capitano
conoscendo la cattiva fame e i miti sui due.
“Combattere”
rispose lei
,ma fu subito fermata dal compagno.
“Chiedo scusa per la
sua
irruenza.Noi non desideriamo nulla da voi,anzi Selene è
intervenuta
semplicemente per salvare quel giovane da una triste fine”
spiegò subito Marte.
“Quindi è stata lei a scaraventarmi
via?” chiese lo
spartano offeso in parte nell’orgoglio.
Subito il comandante
ammonì il figlio Astinos,ma lei non vi badò.
Reagì come sempre.
“Se
tu volevi giacere senza testa Astinos dovevi solo dirlo” gli
rispose acida.
Per fortuna leonida
alzò
la mano per zittire il ragazzo che stava per irbattere.
“Voi sareste
disposti ad
aiutarci in caso di difficoltà?” chiese poi il re.
Selene si voltò
verso il
compagno.
“Che
facciamo?”
chiese mentalmente. “Mica volevi
combattere ?!” chiese
ironicamente lui.
“Certo!” si infervorò lei
per tutta risposta
“Potrete contare su
di
noi sire, ma non pretendiate di essere considerato il nostro
re” disse infine
marte sospirando.
“Ogni mio suddito
è
trattato da me come un mio pari” rispose saggiamente il re
“E ora direi che
possiamo iniziare a cenare”
La sera giunse
tranquilla,una brezza leggera rendeva l’aria carica di
tensione e morte più
dolce e piacevole. Una donna giaceva
distesa in riva al mare,i capelli rossi sciolti e sparsi che
ondeggiavano
seguendo l’andamento del bagnasciuga e una tunica bagnata
attillata al corpo.Il
corpo più bello che un uomo potrebbe ottenere,quello di una
dea.L’acqua a
ondate lo rinfresca e lo rende limpido e cristallino mettendo in
risalto la
carnagione di lei.
“Selene”
Un richiamo
rompe l’atmosfera chiusa,tranquilla e protetta dal momento.
La ragazza si alza
lentamente e ,passo dopo passo, giunge davanti ad Astinos.
Il ragazzo la guarda
bramoso,ma si riscuote non appena giunge uno sguardo interrogativo dal
volto di
lei. “Il cibo è cotto” riesce a dire. La
ragazza sorride e con fare malizioso
si incamminava davanti al giovane asciugandosi con calma tunica e corpo
e
finendo con il legare i capelli vermigli nella solita lunga treccia.
Giunti vicino al fuoco
la giovane si sedette vicino al fratello e gli rubò il cibo
dalle mani;Astinos
invece si sedette al fianco del fedele amico Stelios ,continuando a
osservare
silenziosamente la ragazza.
“Colpisce il cuore
da
giovane,ma ricorda è una semidea tra le più
volubili,fai attenzione” gli
sussurrò Stelios. “Ma che..?”
iniziò il ragazzo,ma vedendo dove rivolgeva lo
sguardo l’amico capì.
Poco dopo Leonida si
alzò seguito da Marte che si appartarono a discutere di
alcune cose.
Selene si diresse invece
verso la riva e Astinos la seguì.
Percorsi pochi passi
però la perse e si fermò.
“Perché
mi segui?”
chiese una voce alle sue spalle.
Il giovane si voltò
e la
vide : era divina!
La stoffa le cadeva
leggera e semitrasparente sul busto mettendo in risalto le sue forme;
le gambe
erano velato dal cuoio dai fianchi fino al ginocchio
e in vita aveva legata la spada, una lunga catena e
qualche
coltello da lancio.
“Io…”
cominciò il
giovane,ma non trovando una scusa plausibile si zittì.
“Va beh lasciamo
perdere” sorrise poco dopo la ragazza “ Seguimi
” gli ordinò successivamente e
si avviò verso l’acqua, seguita dal soldato.
Lei entrò
nell’acqua
fino alla vita estrasse la spada, poi vedendo il ragazzo impalato sulla
riva
fece una faccia sorpresa.
“che fai?Non
vieni?”
disse ironica.Il ragazzo stuzzicato entrò in acqua ed
estrasse la spada.
Il freddo della spada lo
svegliò dal torpore causato dalla ragazza e
l’acqua calda lo tranquillizzò e
gli diede la calma necessaria.
Immediatamente
iniziarono a menare fendenti a destra e a sinistra nel tentativo di
disarmare
l’altro senza risultato incessantemente senza stancarsi.
Un colpo
scoperto,Astinos bloccò la spada della ragazza a pochi
centimetri dai loro
visi.
“Sei
gravina” scherzò.
Arretrarono entrambi con velocità e lei guardandolo con
finta delusione disse
“Solo bravina?Comunque anche te sei accettabile”
Il ragazzo rise,scatto e
la fece cadere,leggera sul bagnasciuga.Lui fu subito sopra e le blocco
braccia
facendole cadere ogni difesa. “Ti sei distratta” la
rimproverò scherzoso.Lei di
scatto lo bacio e, liberandosi velocemente, recuperò la
spada e gliela punto
contro.
“Anche tu”
rispose
ridendo per l’espressione intontita che aveva il ragazzo.Gli
porse la mano e
lui ancora stralunato la prese.
Entrambi erano
fradici,lei con gli indurimenti che le si appiccicavano al corpo e lui
con
gocciole sui muscoli scolpiti dalla guerra.
“Per gli
dei” imprecò
lui ripresosi.
Lei si avvicinò
piano
piano e leggermente gli mise un dito sulle labbra.
“Silenzio umano,sei
in
presenza di una semidea che ti ha preso in simpatia;non offuscare
questo
sentimento” gli sussurrò nell’orecchio e
le sue labbra si posarono calde e
morbide su quelle di lui.
Un bacio
lungo,tenero,pieno di significati,totalmente differente dal precedente
freddo,veloce e tattico.
Le mani di lui,prima
lungo i fianchi, salirono lentamente fino a raggiungere il viso della
semidea e
imprigionarlo senza via di fuga;quando poi controvoglia si staccarono
entrambi
avevano il fiato corto e le mani del giovane erano ancora sul suo viso.
Lui le si avvicinò
a
pochi centimetri tra i volti e le sussurrò “Siamo
pazzi sai?!” facendo
scaturire un “Perché?” istintivo della
ragazza.
Lui la guardò e
abbassò
lo sguardo. “Beh,ci conosciamo da pochi giorni e
già….” Non concluse.
“Io ero
seria” lo
sguardo fiero di lei incrociò gli occhi titubanti di lui
“Tu?” gli chiese.
“Anche io”
rispose con
la stessa convinzione lui “però tu..”
nuovamente non finì la frase che venne
conclusa da lei “sono volubile.”Lei lo
guardò e un balenio comparse nei suoi
profondi occhi neri “Sei disposto a rischiare?”
chiese poi ricevendo in
risposta un secco e deciso si.
“Bene io mi
impegnerò a
essere costante”.
Dall’altro lato
delle
Termopili il semideo e il re discutevano sulle varie tecniche di
combattimento,quando
giunse uno dei greci messi a guardia del sentiero nascosto annunciando
che i
persiani lo avevano scoperto e gli altri si erano arresi.
Daxos giunse vicino al
re “ La battaglia è finita Leonida”disse
in preda al panico.
Leonida lo guardò
torvo “La
battaglia finirà
quando lo dirò io”
“Leonida,gli
immortali
entro domani mattina ci accerchieranno,le Termopili
cadranno”ribattè quello.
Leonida allora si
voltò
verso i suoi uomini “Spartani” urlò
“preparatevi alla gloria”
“Sei divenuto
pazzo.Non
c’è più gloria in questa battagli,solo
la ritirata o la resa o la morte”
ribatte Daxos
“Beh questa
è una scelta
facile per gli spartani,arcade” rispose infervorito Leonida
“Gli spartani non
si ritirano mai, gli spartani non si arrendono mai.”
“Basta”
urlò Selene dal
fondo bloccando un urlo di tutti gli spartani all’unisono.
“Che ne dite di
combattere senza morire?!” chiese retorica,ma Marte
avanzò verso la compagna.
“Selene o loro o
noi”
disse perentorio rimbeccato prontamente dalla sorella “Lo
so.Ma visto che volevano
suicidarsi stavo solo attenuando la cosa.” Concluse
sorridendo.
Marte girandosi verso
gli spartani increduli spiegò che loro o almeno la semidea
era pericolosa per
loro come per i nemici;Selene si alzò in punta di piedi per
raggiungere
l’altezza del semidio e gli sussurrò qualcosa
nell’orecchio. Lui fece un cenno
di assenso e iniziò a spiegare ai soldati il loro piano.
Gli spartani erano un
tuttuno un cumulo di uomini.
Davanti a loro Leonida
,in mano lancia e scudo ,in capo l’elmo.
Come dieci anni prima
non è la paura a governarlo,solo
l’irrequietezza,una cresciuta percezione delle
cose.L’elmo lo soffoca,lo scudo è pesante.Il
comandante persiano fa
pressione,Leonida deve posare la lancia.Un sonoro tonfo:la lancia cade
e le
ginocchia cedono.Il re persiano esulta troppo presto.
“Selene”urla
Leonida e
intanto si rialza e scaglia la lancia.L’elmo lo soffocava e
lui deve vedere
lontano;lo scudo gli sottraeva equilibrio e lui deve mirare lontano.La
lancia
vola nell’aria e sfregia il re Serse. Leonida rientra nei
ranghi,mentre la
rossa esce e Marte crea un velo di terra tra il campo di battaglia e
gli
spartani.Ciò che successe dopo fu noto agli uomini solo
dalle soggettive
descrizioni di Selene,ma l’importante era aver vinto una
battaglia.
Gli Spartani si diressero
verso casa a festeggiare la fine della prima battaglia.
Il viaggio verso sparta
fu allegro e felice.Giunti a casa gli spartani si prodigarono a
preparare una
festa in onore dei vittoriosi alla quale si Selene che Marte furono
invitati:la
prima da Astinos come sua dama,mentre il secondo era stato invitato dal
re per
discutere di alcune cose,così aveva detto.
Selene indossava una
nuova stoffa,come sempre troppo corta,quasi al limite
dell’indecenza.
La seta rossa le
fasciava una sola spalla e cadeva giù dritta stretta solo
sotto il seno da una
cinghia;finiva invece in corrispondenza delle ginocchia lasciando in
risalto le
sue gambe.
Astinos,come ogni
spartiata, indossava il tradizionale chitone,mentre Marte aveva optato
per calzoni neri e
una specie di chitone del
medesimo colore.
Entrambi indossavano i
simboli del loro potere,la collana di fuoco e la fascia della terra.
La festa si animò
in un
baleno con danze,canti e grazie anche al banchetto.Astinos faceva
volteggiare
Selene leggere da una danza all’altra,invidiato da tutti i
suoi coetanei.La
osservava con sguardi sognante quando improvvisamente alla fine di una
delle
danze le rivolse la parola.
“Selene”
richiamò la sua
attenzione “Vorresti diventare mia moglie?”
Lei sorrise “Dovrai
chiederlo a mio padre” disse lasciando il povero soldato a
bocca aperta.
“Io…tuo
padre….un dio?”
mugugnò lui.Non resistette e scoppiò a ridere.Lui
comprese e scoppiò a ridere
pure lui.Le diede un buffetto sul mento “Mia signora lei
è proprio diabolica”
disse sogghignando
“Ah davvero.E non
hai
visto tutto” ribattè la rossa.
“Stò
aspettando una
risposta?” disse poi lui tornando serio.
“Si,si e mille volte
si.Ti sposerò Astinos con grande piacere” disse
lei con lo stesso sguardo
deciso di qualche giorno addietro.
Sorrise e poso le
proprie labbra calde come il fuoco su quelle del giovane.
<
SOME YEARS LATER
Una donna cammina per le
strade di Sparta.La guerra è da poco finita.Da troppo tempo
non combatte o
meglio non impugna armi.La vera sfida è quella di ogni
giorno,la vita.Guarda il
piccino che tiene tra le braccia,posa candida e dolce un bacio sulla
sua fronte.
Alza lo sguardo.Stanno
tornando vittoriosi.
Uomini per la strada
ridono. “Stelios,Marte,Astinos” li chiama lei.
Stelios e Marte la salutano
soltanto,hanno case a cui tornare.Astinos le si avvicina.
“Buongiorno mia
signora” le sussurra nell’orecchio dopo averla
baciata. “Ciao” dice lei
disinvolta come al solito “siete stato degno di
voi,Capitano”
Lui sorride.Suo padre lo
osserva fiero di lui.