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Autore: Shadows98_    08/02/2015    4 recensioni
Hook guarda Emma da lontano, non può avvicinarsi.
E' consapevole dei suoi sentimenti per lei, quanto delle parole della perfida Strega dell'Ovest, e della terribile maledizione che si cela dietro alle sue labbra...
[Spoiler 3x17]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Milah, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da lontano, Uncino guardò Emma ridere; la donna sedeva sorridente con quella che era ormai la sua famiglia: sua madre Biancaneve -non si sarebbe mai abituato a chiamarla Mary Margaret-, suo padre, il principe David, il piccolo Henry che, nonostante gli facesse male ammetterlo, aveva preso i lati migliori di entrambi i genitori.
 L'istinto e il coraggio venivano sicuramente da Emma, mentre la curiosità e lo spirito d'avventura provenivano sicuramente dal padre che, chissà dove, stava sicuramente vegliando su di lui e su Emma.
 E poi, seduta al tavolo di Granny's, c'era Regina che, nonostante l'aggettivo "cattiva" venisse spontaneo a tutti dopo il suo nome, era riuscita, col suo amore incondizionato per Henry, a farsi ben volere dalla quella grande famiglia.
 Uncino aveva imparato, osservandoli e stando a stretto contatto con loro, che niente avrebbe mai distrutto quelle persone -se non c'era riuscita Regina, o sua madre Cora, o Peter Pan stesso, chi avrebbe potuto scalfirli?-, che la speranza di rimanere uniti era più forte di qualsiasi sortilegio.
 Perché, come motto di famiglia, Emma e i suoi genitori, avevano un grido di speranza; se mai si fossero persi l'un l'altro, loro si sarebbero ritrovati sempre, come Biancaneve aveva fatto col Principe, e come Emma aveva fatto con Henry.
 Per questo Uncino si limitava a guardarli da lontano, attraverso il vetro di una finestra, col cuore spezzato e le bocca sporca di sangue per tutte le volte che, al sol pensiero delle parole della Strega dell'Ovest, si era morso le labbra, con mille pensieri nella mente che non facevano altro che martellargli nella testa.
 Era davvero così chiaro?, si chiedeva, sentendo ogni molecola del suo corpo pesare come un macigno.
 Così chiaro per tutti ma proprio non a lei?, e guardava Emma ridere a quel mondo di cui quel povero vecchio e sciocco pirata non avrebbe mai fatto parte.
-Ma come fai?-, Uncino chiuse gli occhi e finse di non sentire quella voce, sperando fosse solo colpa del rum e non della sua imminente pazzia, -Come fai ad essere così vicino alla felicità e rimanertene qui fermo a guardare?-, ma la voce di Milah era insistente, e Uncino non poté far altro che ascoltare quel fantasma che aveva creduto svanito fino a quel momento.
-Mi chiedo quanto possa far male, Uncino-, il fantasma della donna lo sfiorò e, come un soffio di vento freddo, lasciò un lungo brivido sulla pelle del capitano, -guardare il Paradiso da fuori ma non potervi entrare-.
Uncino teneva gli occhi bassi, l'uncino pareva gravare su di lui come se pesasse quintali, mentre qualcosa dentro di lui si ribellava, scalciava, urlava, come impazzito, qualcosa che il pirata non poteva comprendere né controllare, per quanto volesse.
-Non farai mai parte del suo mondo-, la voce di Milah lo colpì come una spada, lasciandolo senza fiato, -perché è questo ciò che credi, non è così?-, le mani dello spettro gli toccarono il viso, i suoi occhi cercarono quelli dell'uomo che, però, non potevano staccarsi dalla figura di Emma: Emma che rideva, Emma che parlava, Emma che accarezzava il viso di suo figlio, o Emma che beveva il suo caffè.
-Sei così vicino, Uncino, così tanto che, se allungassi una mano, potresti toccare tutta quella... felicità-, Milah avrebbe continuato a parlare, lo avrebbe spinto ancora giù, ma per quanto l'uomo avrebbe potuto resistere?
 Una serie di pensieri affollavano la sua mente stanca, e tutti riguardavano lei:
 Emma aveva già perso l'uomo che amava.
 Emma aveva una vita felice lì, fuori da Storybrooke.
 Emma amava la sua famiglia.
 Emma non avrebbe mai permesso che il pericolo si avvicinasse ancora al suo Henry.

 E Uncino, dentro di sé, sapeva quanto pericolosa potesse essere la vita di un pirata, sapeva quanta gente l'odiava e quanta si sarebbe volentieri vendicata su di lei o sul ragazzo e Uncino non poteva permetterlo perché sapeva, l'aveva sempre saputo, cosa provava per Emma Swan.

Ma il Capitan Uncino sarebbe sempre stato un pirata, e lei sarebbe sempre stata la Salvatrice.

Hook si chiese quale limite avesse la salvezza e se l'avrebbe raggiunta mai.

QUALCHE ORA PRIMA

 -Ariel!-, il pirata aveva fermato la sirena, l'aveva guardata negli occhi e gli aveva detto tutta la verità che, forse, la ragazza dai capelli rossi e gli occhi color del mare non avrebbe mai ricordato: Uncino avrebbe potuto scegliere se aiutare lei, abbandonando così la sua nave, o riprendere l'unica cosa davvero sua che non aveva perso, lasciando però in grave pericolo il principe Eric.
 Ma Uncino aveva già perso Mila, aveva perso l'amicizia di Neal, e aveva perso Emma; non poteva perdere anche la sua compagna di avventure, la sua Jolly Roger, o si sarebbe sentito affogare con lei.
 E fu così che scelse.
 E, dopo un anno, Ariel lo schiaffeggiò, con rabbia, le lacrime agli occhi, come pioggia sul mare, e Uncino chiese perdono.
 -Mi dispiace, Ariel, davvero-, ma la sirena sembrava sconvolta, furiosa, le labbre che tremavano.
-Come potrei credere ad un uomo che non crede più nell'amore da così tanto?-, quelle parole ferirono il pirata come il suo stesso uncino, come se la punta di quell'arma avesse preso il suo cuore, girandolo dolorosamente nel petto, aspettando solo il momento giusto per strapparlo via.
-Non è così. Io ci credo ancora-, quelle parole sfuggirono al suo controllo, non poté far altro che farle uscire, sentendosi molto più leggero di quanto potesse credere.
-Allora giuramelo-, Ariel si avvicinò per guardarlo dritto negli occhi azzurri, come se volesse capire se stesse dicendo la verità: -la donna, quella che ti ha spezzato il cuore, tu l'ami ancora?-.
Uncino abbassó gli occhi, respirò.
 Poteva farlo, si diceva, doveva farlo, e sarebbe stato libero, forse, di quel terribile segreto che lo attanagliava.
-Si, è così. Io l'amo ancora-, ci fu un lungo silenzio e per un momento Uncino si chiese se avesse davvero parlato o se fosse stato solo il suo pensiero ad urlare.
-Allora giuralo, sul suo nome-, la sirena era così vicina da poterlo toccare, ma non lo fece: il pirata sembrava così fragile che, anche solo uno sbuffo nell'aria marina, avrebbe potuto farlo crollare come tanti pezzi di uno specchio.
-Te lo giuro, Ariel-, la sua voce tremò, non poté far altro.
 -Te lo giuro, su Emma Swan.


Angolo dell'autrice:
Ehilà! Erano secoli che non venivo su EFP, ma eccomi qui, di nuovo. Vi spiegherò perché: ieri sera ho deciso di guardare le puntate mancanti della terza stagione di questo fantastico telefilm che è Once Upon a Time (C'era una volta), e mi sono imbattuta nel diciassettesimo episodio. La 3x17 ha distrutto i miei sentimenti, totalmente, e mi ha spinto a scrivere come non facevo da tanto.
Non ho scritto molte OS, non su argomenti non originali, ma questa puntata, beh, mi ha convinta che forse dovrei farlo un pò più spesso, e quindi ecco qui Part of your world, e spero vi piaccia!
Usate i vostri uncini, mie care fans del Captain Swan, per scrivere le vostre recensioni, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate di questa mia storiella!
A presto!

-Emme

 

  
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