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Autore: HokiUchiha    08/02/2015    0 recensioni
[Neverwinter]
Una nuova minaccia incombe sulla città di Neverwinter. il Lord Neverember dopo una riunione con le alte cariche di altre città viene cruentemente assassinato. Riusciranno i nostri impavidi guerrieri a sconfiggere il malefico individuo che vuole comandare su tutta la Costa della Spada?
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo terzo, parte seconda


Dopo poche ore, all’arena cittadina, i due contendenti erano pronti a schierarsi nell’arena, pronti a combattere fino allo stremo delle loro forze. Knox era molto sicuro di se, così tanto da arrivare anche in ritardo all’arena. “Eppure si era detto quando il sole era alto in cielo, Sergente...” Disse Hoki, vedendolo entrare finalmente nell’arena. L’uomo non gli degnò una risposta, ma si voltò verso il Lord, che assisteva allo scontro nella sua tribuna. Con un cenno della mano, diede inizio allo scontro. “Vedi di non sanguinare troppo... Ho appena fatto lucidare l’ascia.” Disse Knox, prima di caricare Hoki. Appena gli fu vicino, fece roteare velocemente la propria ascia bipenne, tentando un fendente verticale sull’uomo. Hoki era abituato a vederlo usare quella mossa, visto che usava solamente quella per iniziare uno scontro. Si scansò, arrivando alle spalle del sergente, colpendolo alla schiena con una gomitata, facendolo lievemente traballare. “Knox, non credevo che fosse addirittura così facile per me riuscire a farti traballare... Beh, vorrà dire allora che sarà anche più facile per me riuscire a sconfiggerti oggi.” Disse Hoki. Forse era solo troppo fiducioso in se stesso, o forse stava sottovalutando il sergente, ma anziché continuare ad attaccare, aspettò che il sergente fosse di nuovo pronto a combattere. “Non credere che possa essere così tanto facile per te, stupido guardiano! Non sarà facile per te riuscire a ridurmi in ginocchio” Gli rispose prontamente Knox, mentre tentava di colpirlo con l’ascia, nonostante fosse ancora sbilanciato dal colpo precedente. Il colpo fu parato, ma non senza conseguenze. Hoki era stato sbalzato indietro di qualche passo, mentre Knox aveva perso la propria ascia. Hoki si tirò in piedi, e Knox velocemente recuperò la propria ascia. Nei minuti che seguirono i due si colpirono con colpi feroci, che venivano intercettati o parati. Nessuno dei due sembrava intenzionato a perdere l’incontro. Continuarono a colpirsi l’un l’altro, con attacchi sempre più veloci e forti. Nel frattempo, il Lord Neverember osservava quasi divertito lo scontro, e non si accorse di una figura silenziosa e nascosta che si avvicinava lentamente, assassinando le guardie che si trovava davanti. Lentamente, uccidendo tutte le guardie, la figura arrivò alle spalle del lord, sussurrandogli “E’ ora che le ombre prendano anche la tua di vita...” E tentò di pugnalarlo attraverso il trono. Il tentativo di omicidio fu velocemente schivato dal Lord, semplicemente alzandosi in piedi e sguainando la spada. “Non sei Quoward. Hai fatto male a sperare in qualcosa di rapido e pulito... Te ne pentirai d’aver ucciso tutta la mia scorta.” Detto ciò, attaccò la figura, diverse volte, ma i suoi colpi molto spesso venivano bloccati. La figura contrattaccava infliggendo alcuni colpi lievi al lord, ma non letali. In quel momento nell’arena erano in corso ben due combattimenti, quello tra Hoki e Knox e quello tra il Lord e l’assassino. Entrambi gli scontri continuavano ad essere alla pari, quando all’improvviso, Knox cadde a terra, colpito ad un ginocchio da un colpo di scudo di Hoki, facendo andare in visibilio la folla. Il lord fu subito incuriosito da ciò, e per una frazione di secondo distolse lo sguardo dal suo opponente, che subito ne approfittò. Inflisse al Lord un colpo fatale, trapassandogli il cuore con il proprio pugnale. Il sangue iniziò ad uscire copioso dalla ferita,e l’assassino rise, mentre si trasformava in ombra per scappare. Il Lord, ormai morente e barcollante camminava verso il bordo della propria tribuna. Vi arrivò, e ormai sul punto di morte si gettò dentro all’arena, tra le urla e lo stupore dell’intero popolo di tutta Neverwinter. Hoki e Knox, vedendo il lord cadere dalla tribuna, rimasero per un secondo esterrefatti e sbalorditi di fronte a ciò. Dopo che il corpo ormai morto del lord toccò terra, i due campioni corsero verso il luogo dell’impatto e constatando che ormai per il Lord non c’era più nulla da fare, abbassarono le armi, e ci si inginocchiarono davanti, in segno di saluto. L’ultimo saluto per il Lord Neverember dei Waterdeep.

Subito accorsero medici, chierici e sacerdoti, ma constatando anche loro che ormai per il Lord non c’era più nulla da fare, annunciarono a gran voce “Il Lord è morto.” “Il Lord Neverember non è più con noi”
Subito, le voci si sparsero, e in meno di una settimana, tutta la Costa della Spada ormai parlava della morte del Lord di Neverwinter.
Hoki, ritornato nella sede della Gilda, diede la triste novella ai suoi compagni, e disse loro anche una frase che a molti fece gelare il sangue nelle vene “Fratelli, sorelle... Oggi, il Lord Neverember è morto, e assieme a lui, moriranno molte altre persone, ma noi, abbiamo perso la giurisdizione a proteggere gli uomini e le donne della Costa della Spada. In quanto io stesso, Generale delle guardie in scorta al nostro Lord, mi sento colpevole di tale crimine. Detto ciò, io ho perso nel difendere il Lord, e se non sono riuscito a proteggere lui, non riuscirò a proteggere nessun’altro, e forse nemmeno voi. La Gilda dei Guardiani da adesso, non esiste più. I guardiani adesso, saranno dei fantasmi. Fantasmi, che passeranno per le vie della città, fantasmi, che vivranno per sempre nei libri di storia. Andate ora. Siete liberi da qualunque vincolo che avevate con me, e con questa Gilda. Tenete ciò che avete preso in queste mura, e insegnate a vostra volta, ciò che voi avete appreso da me e dagli altri Guardiani, come io ho fatto con voi. E’ giunta l’ora di andare. Andate, disperdetevi... E vivete, come avete sempre fatto.”
Dopo aver detto ciò Hoki si ritirò nella sua stanza e da li, non ne uscì più, senza rispondere alla domande che gli furono poste da tutti. Dopo qualche minuto, i Guardiani a capo della Gilda, assieme a Hoki dissero a tutti i membri della gilda, di andarsene, di ascoltare ciò che Hoki aveva detto loro di fare. Quel giorno, con la morte del Lord, venne sciolta anche la Gilda dei Guardiani, e di molti di loro, non si seppe più nulla. Hoki, restò a Neverwinter, come molti dei Guardiani, ma ora, guardava la città con tristezza, portando nel cuore, la profonda delusione di quel giorno. Il giorno in cui, assieme al Lord, morì anche il suo orgoglio, e la sua voglia di vivere. “Sguainerò la mia spada, e alzerò il mio scudo ancora... Non ho perso la voglia di combattere, e non ho ancora intenzione di arrendermi, se è questo, quello che mi vuoi chiedere...” Disse, mentre continuava a guardare fuori dalla finestra. Dietro di lui infatti, sulla porta, adesso stava il sergente Knox, che lo fissava, quasi impaziente.
“Hoki... Tu hai fatto sciogliere la Gilda dei Guardiani... Non mi sarei aspettato un simile gesto, da parte tua. Quando fondasti questa gilda, eri talmente felice ed orgoglioso, che sembrava quasi un evento nazionale. Sei cresciuto, e sei diventato un abile Guerriero, insegnando agli altri ciò che tu potevi insegnare loro, e apprendere ciò che loro potevano insegnarti. E inoltre, hai insegnato a delle persone cosa volesse dire avere degli obbiettivi, o a cosa volesse dire veramente la parola ‘vendetta’... Eri in prima linea contro Tiamat, il primo a caricare e l’ultimo a fuggire. Non hai mai avuto paura del domani e delle sue sorprese... Eppure, qualcosa in te è cambiato, dopo oggi. Si sono insinuate delle ombre nel tuo cuore, e quelle ombre, ti porteranno a compiere azioni sbagliate. Estirpa quelle ombre, non lasciare che mettano radici. Fallo per coloro che ami, per coloro che chiami amici, e fallo soprattutto, per coloro che ora non ci sono più. Ricordati, che adesso, hai un debito con loro, e i debiti, vanno sempre onorati. Me lo hai insegnato proprio tu questo...”
Dopo aver finito il suo piccolo discorso, uscì dalla stanza, chiudendo la porta. Hoki, mentre ascoltava, sentiva inumidirsi la cicatrice che portava sotto l’occhio sinistro, a causa delle lacrime che ormai, gli scorrevano sulle guance. Hoki non aveva dimenticato coloro che aveva protetto, o coloro che erano morti per proteggere lui. Hoki, portava il loro ricordo nel proprio cuore, senza dimenticarsi mai di nessuno.

   
 
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