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Autore: somochu    09/02/2015    2 recensioni
A Sebastian venivano i brividi al solo pensarci.
Non che non lo ritenesse possibile: ormai era radicato nella cultura di tutto il mondo, sin da quando era bambino, questo viaggio di due anime legate tra loro. Anime che prima o poi sarebbero finite ad incontrarsi, nel bene o nel male.
Non per niente sin dalla vecchia generazione tutti viaggiavano con il proprio Orologio Dell’Anima Gemella, aggeggio che Sebastian avrebbe volentieri gettato nella pattumiera, il quale veniva assegnato a ogni individuo sin dall’infanzia e restava sul suo polso per tutta la vita.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lo zero assoluto

O.D.A.G.

 
 
 






 
Sebastian si trovava estremamente a disagio nell’essere circondato da gente che si amava.

Tutti che non facevano altro che parlare di come fosse incantevole il mondo una volta incontrata la propria anima gemella; di come le luci fossero più luminose e i colori più accesi.

Nemmeno si trattasse del paradiso terrestre. Come se fosse veramente bello passare tutto il resto della vita, fino all’ultimo respiro, con la stessa persona.

A Sebastian venivano i brividi al solo pensarci.

Non che non lo ritenesse possibile: ormai era radicato nella cultura di tutto il mondo, sin da quando era bambino, questo viaggio di due anime legate tra loro. Anime che prima o poi sarebbero finite ad incontrarsi, nel bene o nel male.

Non per niente sin dalla vecchia generazione tutti viaggiavano con il proprio Orologio Dell’Anima Gemella, aggeggio che Sebastian avrebbe volentieri gettato nella pattumiera, il quale veniva assegnato a ogni individuo sin dall’infanzia e restava sul suo polso per tutta la vita.

I suoi genitori ancora raccontavano di quel giorno in cui si incontrarono, uscirono insieme e i loro orologi si azzerarono nello stesso identico momento, indicando loro la persona con cui avrebbero passato il resto della vita.

Persino l’ottanta percento dei suoi amici aveva trovato il/la proprio/a compagno/a e non faceva altro che blaterare di come ora tutto fosse per il meglio. Di come fosse una connessione che si sente a pelle e bla bla bla.

Non che Sebastian non volesse crederci, appunto, ma semplicimente odiava l’idea. Insomma, lui aveva una vita sessuale più che soddisfacente, incontrava dei ragazzi bellissimi quasi ogni sera, si godeva la vita nei migliori divertimenti che essa aveva da offrirgli e loro volevano davvero convincerlo che buttare all’aria tutta la sua giovinezza per un ragazzo soltanto – pure se questo era a lui destinato – fosse la cosa migliore al mondo?

No.

Proprio no.

Per fortuna nessuno era compatibile con il suo carattere particolare, anzi, e questo gli semplichificava - e non poco - la vita: avrebbe incontrato qualcuno disposto a stare con lui per sempre soltanto a cinquat’anni e a quel punto sarebbe stato troppo vecchio per le sue scappatelle: allora il suo O.D.A.G azzerato non gli avrebbe dato troppi problemi e sarebbe stato felice di morire con qualcuno accanto che si facesse carico del funerale.

Ma in quel momento la voglia di impegnarsi era sotto le scarpe e lui era davvero, davvero felice così.
Purtroppo per lui, però, non poteva controllare quel nefasto orologio. E ancora non sapeva che da quel giorno la sua vita sarebbe radicalmente cambiata.
 
 



 
**
 
 


 
 
 
Sebastian adorava il suo corso di anatomia, davvero. Oltre che essere pieno di immagini di uomini nudi, era insieme ai suoi amici di college, tra cui il suo vicino di stanza-migliore amico-quasi fratello Alex - ovviamente super fidanzato e super felice con la donna della sua vita.

Gli voleva davvero bene e per Sebastian era un sentimento molto raro.

"Vedrai che quando l'azzeramento succederà anche a te non la penserai più così."

Okay, forse non gli era così affezionato. Non quando gli rompeva tanto le palle.

"Alex, per la milionesima volta," alzò gli occhi al cielo. "Non accadrà prima di trent'anni. O anche mai, se sono fortunato.”

Lo sapeva che Alex non era tipo da mollare la presa tanto facilmente, ma sperava che l'insegnante entrasse prima che gli ripetesse per la milionesima volta la stessa cosa.

Erano in aula, seduti vicini al centro della classe, in terza fila – abbastanza vicini alla cattedra perché Sebastian non vedeva benissimo, ma riteneva che gli occhiali intaccassero il suo fascino.

“Quindi non ti senti solo neanche un po'? Neanche con tutti i tuoi amici già fidanzati?”

Ovviamente lui non era minimamente fortunato e quella vecchiaccia sembrava sparita chissà dove.
“Siete praticamente tutti animagemellati, okay, ma questo non vuol dire che io sia solo.”

“Wow, non sai più come difenderti. Sei addirittura arrivato ai neologismi!”

Sebastian gli fece il verso.

Alex arricciò il naso, come faceva ogni volta che non apprezzava qualcosa. “Hai 5 anni?”

“Se vuoi mi spoglio per dimostrarti il contrario,” sorrise, sarcastico.

“No, grazie, dopo la nottata passata a giocare a Mario Kart ho bisogno di tenere gli occhi lontano da immagini dannose.”

“Ah, beh, è una perdita tua, non mia.”

Alzò le braccia per stirarsi, ma con il gomito urtò per sbaglio qualcosa. Stava già per voltarsi verso il suo vicino di banco per ammonirlo per averlo toccato senza permesso, ma non fece in tempo a dire ‘a’ che un dolore al braccio lo costrinse a saltare in piedi.
“Ma che caz-”

Il tipo si stava scusando, completamente impacciato, e Sebastian notò il bicchiere del caffè vuoto tra le sue mani e il contenuto – ovviamente bollente – che colava dal suo stesso braccio. Il dolore era intenso quasi quanto il nero del suo umore in quel momento.

Perché sempre a lui?
 
 
 
 
 
 
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Naturalmente il tipo lo aveva seguito in bagno, mormorando sul fatto che doveva mettere il braccio sotto l'acqua. Come se lui fosse tonto e non lo sapesse da sé.

“Ecco, aspetta, ti aiuto a toglierti la camicia,” la voce del ragazzo era ansiosa e dispiaciuta.

Sembrava un cucciolo a cui avevano appena ucciso il padrone. In un altro contesto, forse, Sebastian ci avrebbe provato. In quel momento, però, voleva solo un po' di sollievo per il suo braccio.

Il tipo buttò la sua camicia dall'altra parte del lavandino con poca grazia e accese il getto dell’acqua.

“Di solito i ragazzi non usano metodi così drastici, per spogliarmi,” scherzò, con una nota di sollievo non appena la sua pelle bruciata toccò l'acqua gelida.

Il tipo neanche rispose, troppo occupato a guardare e a tenere il suo braccio sotto il getto.

“Sai, mi sono – anzi, mi hai – bruciato un bel pezzo di pelle, ma ho ancora la capacità di usare i miei muscoli volontari.”

Il ragazzo aveva di nuovo la faccia dispiaciuta.

“Mi dispiace, davvero,” la sua voce, almeno, non era più così preoccupata. “Però tu potevi anche evitare di darmi la gomitata.”

Ah, certo.

Sebastian ringraziò per la centesima volta la sua buona stella che lo aveva fatto nascere sotto il segno del “è sempre colpa tua”.
Anche da bambino: magari suo fratello faceva l'idiota e lo provocava. Se poi Sebastian staccava la testa di tutti i suoi Action Man era colpa sua.

Se lui andava a letto con ragazzi rimorchiati in un bar, poi questi si facevano visioni di matrimonio con lui e lui era costretto a mollarli malamente, chissà di chi era la colpa.

Quindi se un tipo gli aveva versato del caffè bollente sul braccio, non poteva che essere colpa di Sebastian.

“Scusa se se mi muovo di qualche centimetro nel mio posto. La prossima volta mi porto il gesso per tenere ferme le braccia, non sia mai che mi capiti come vicino di banco qualcuno che non sa neanche bere un caffè.”

Se lo sentiva quella mattina che era meglio non uscire dal letto. E pensare che il suo piumone caldo e morbido aveva anche cercato di avvertirlo che il mondo lì fuori era così tedioso e pieno d’insidie.

“Non c'è bisogno di prenderla così male. Mi dispiace, davvero. Per il tuo braccio e per tutto.”

Scese un attimo di silenzio tra di loro; l'unica cosa a sentirsi erano i loro respiri leggeri.

Non sapeva neanche perché, ma ora a Sebastian dispiaceva di averlo trattato male. Non che gli dovesse nulla, anzi, ma il braccio non era neanche tanto malandato e quel ragazzo sembrava sul serio un cagnolino abbandonato.

“Arrotolati le maniche,” disse, invece, “ti si stanno bagnando tutte. E poi non mi spiacerebbe vedere un altro po' di pelle nuda.”

Il ragazzo lo guardò torvo, ma fece come gli aveva detto, cominciando a tirarsi su la manica del braccio sinistro.

Appena tirò su di qualche centimetro quella del destro, però, Sebastian lo vide chiaramente sbiancare. “Oh merda.”

“Cosa?”

“Il mio... il mio. Il mio.”

“Ottima scelta di parole.”

“No, non capisci! Il mio orologio. Il mio Orologio Dell'Anima Gemella. È-” Sebastian aveva già capito. “È azzerato.”

Poveretto, pensò Sebastian.

Lo colse però un sospetto. Insomma, sembrava che il ragazzo fino a poco tempo prima avesse l'orologio in movimento e ora invece a zero. E l'unico ad aver incontrato era...

Abbassò gli occhi sul suo O.D.A.G.

“Oh, merda.”

00:00:00







 
Salve, salvino!
Dopo un anno e qualche mese e il mio account che ormai sembrava morto defintivamente, rieccomi a rompere le scatole a tutti con una nuova Seblaine fresca fresca di giornata. (Mi hanno persino disabilitato l'immagine del profilo)
Devo dire che sentivo la mancanza di EFP e delle incazzature per l'editor che non riesco mai a far funzionare. Bentornata a casa.

Come potete notare è una long (mini long, diciamo) ed è già tutta plottata, quindi non dovrebbe andar male niente, stavolta XD
... ho parlato troppo presto?
Ma speriamo di no, dai.
Comunque sia mi sono ispirata alla fic "little do you know (i need a little more time)" di di Connordont, ma ovviamente la mia prenderà pieghe  differenti. 
Sono abbastanza entusiasta e spero piacerà anche a voi :3

Ringrazio Fra per avermi dato la "spinta" a scrivere e Marzia per il lungo plot (sclero) che abbiamo fatto. 
Alla prossima!





 
   
 
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