La Divina Lolledia
CANTO III°
Pria lo sinistro, poi l’ destro
E mi blocco, a chieder al mi’ Duca:
“Perché me hai scelto, oh Maestro,
di tant’omi sulla Terra frucca?”
”Vuolsi cosi colà dove si puote ciò che si vuole,
e più non dimandare, e suca!”
Disse lui a me, e io: “itta eh duole?”
Lui espirando ed inspirando riprese:
“Parla men e più consuma suole”
Ad un tratto dall’alto scese
Come un Dio per meracol si posa
Borbottando con accento pugliese
Pien di catene e felpa rosa
Credendosi bello del accenno di pizzo
Canta come attrezzo che pecora tosa.
Pensai di mandarlo ad un certo indirizzo
C’a d’uom di mea altezza non comporta
Anche se morissi dalla voglia di far lo schizzo,
Ello cominciò in rima alternata storta:
“Yo bello fratello, è qui la festa?
Occhi rossi, pelle bianca e sporca,
Ora capisco perché hai foglie in testa!”
Si avvicinò e strappatomi la corona
Pone l’alloro in carta con mano lesta
Gira e rigira, com’ flauto che si sona
Si mise in bocca e aspirò forte.
Mai nessun avea cosi oltraggiato me
Allor mi rimboccai le maniche corte
Sputai un poco e inspirai caffè,
Con rabbia e disonore presto sorte
Gli spiegai Com’ son’ arrivato e perché.