Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: CrystalSwan    09/02/2015    3 recensioni
Veniamo da un abisso oscuro; ritorniamo in un abisso oscuro. Lo spazio luminoso che intercorre tra di loro lo chiamiamo vita. Appena nati inizia il nostro ritorno; contemporaneamente l’inizio e il ritorno;ogni attimo moriamo.
Per questo molti hanno protestato: lo scopo della vita è la morte.
Vogliamo cambiare il nostro destino.
Vogliamo ribellarci, e se cadere nell'oscurità ci porterà a ciò...
Facciamolo.
~.~.~.~.~.
[SPOILER PER CHI NON HA LETTO IL MANGA]
~.~.~.~.~.
Crystal ★
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hakuryu Ren, Judal, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Premetto che non sono brava con le presentazioni,quindiii,dovrete accontentarvi.
Posso solo sperare che questa storia vi piaccia,spero soprattutto che sia migliore rispetto alla mia prima storia,che è ancora in corso, e che non aggiorno da un’ eternità(chiedo umilmente perdono,perdono,perdono).
Comunque questo capitolo,prologo, sarà molto corto rispetto i successivi. Ah, vorrei fare un'ultima premessa: nella mia trama all'inizio ho messo una citazione, lo so, quindi -gentilmente- non accusatemi di essermene appropriata, visto che l'ho appena scritto qui ;) 
Vi lascio alla lettura,qualsiasi errore, svista o virgola di troppo fatemelo notare e lo correggerò. Buona lettura.

 

fall  into depravity 

1. Prologo

È notte e il silenzio avvolge Rakushou, la capitale dell’impero Kou.
Pochi rumori si odono a quell’ora tarda in cui l’oscurità è l’unica cosa che regna sovrana e incontrastata, uno di questi è il suono di uno scalpiccio di passi, provocato da una giovane che, come tutte le notti, si reca in una piccola radura conosciuta solo a pochi privilegiati.
E’ molto raro, e lei lo sa bene, riuscire a trovare dei posti di quel genere all’interno dell’impero Kou, così tremendamente rigido, comandato da un’imperatrice dal cuore arido come una tempesta di sabbia nel deserto.
Chissà cosa l’ha resa così, pensa la ragazza.
L’aveva incontrata una volta, quando era ancora schiava, camminava a testa alta e con aria di superiorità guardava soddisfatta i prigionieri sapendo che niente e nessuno le si poteva opporre; però lei l’aveva notata quella piccola scintilla nei suoi occhi, una luce di pazzia, che era fuori da ogni convinzione e che superava le leggi della logica.
Scosse la testa incerta, di sicuro non era quello il momento di farsi prendere da pensieri del genere.

Poi mosse un passo,un altro e un altro ancora, in punta di piedi mentre cercava di fare meno rumore possibile.
Avvertiva una piacevole sensazione ogni qualvolta i suoi piedi venivano a contatto con l’erba fresca di rugiada, quella sensazione di libertà che ti fa sentire viva nonostante tutti i problemi del mondo. Non che lei ne avesse chissà quanti, non fraintendiamo, non era una quelle ragazze che si lamentavano dicendo che il loro destino era ingiusto e bla bla bla… l’unica cosa che le pesava era non riuscire ad opporsi a chi la faceva sentire inferiore, semplicemente, non aveva abbastanza potere.
Era per questo che ogni notte fuggiva dalla normalità di tutti i giorni, per allenarsi, per diventare più potente, perché un giorno li avrebbe uccisi, se fosse stato necessario,avrebbe ucciso ogni singola persona che si sarebbe permessa di intralciare i suoi scopi.
Persa com’era nei suoi pensieri non si era accorta di essere arrivata presso la radura.
Come suo solito esplorò il luogo con occhi indagatori, per riuscire a capire se qualcosa, qualsiasi cosa, fosse stata modificata. Sospirò di sollievo vedendo che tutto era rimasto tale e quale dalla sua ultima visita, di qualche settimana addietro.

Si mosse come per fare un passo, ma qualcosa la bloccò.

Rimase interdetta senza sapere come reagire a ciò che aveva di fronte, era la prima volta che le capitava di vedere qualcuno, a quell’ora della notte, nel suo posto preferito.
Si diede mentalmente della stupida quando si accorse di essere maledettamente attratta da quella cosa, o meglio persona. Non nel mondo in cui state pensando,sia chiaro, era semplicemente curiosa di sapere chi era.

Acquattandosi per terra e strisciando sull’erba,si sporse verso la misteriosa figura e riuscì a capire di chi si trattava. L’aveva visto più volte in paese durante il mercato,era il sacerdote dell’impero Kou, o più semplicemente, il Magi.
Adesso lui si trovava li davanti a lei, in posizione supina con le braccia incrociate dietro la testa e le palpebre abbassate,probabilmente si trovava li per rilassarsi e magari osservare le stelle, come lei stessa faceva spesso, così si era addormentato.
Si sporse ancora un po,strano, non era da lei tutta quella curiosità. Sfortunatemente, meglio sottolinearlo, nello sporgersi aveva appoggiato male il piede, cadendo,anzi rotolando come un sacco di patate, sul soggetto della sua curiosità.
Il giovane dai capelli corvini si svegliò di soprassalto, e alzando il busto di scatto, si guardò intorno confuso: insomma lo avevano pur sempre svegliato nel cuore della notte.
Poi il suo sguardo si posò su di lei, che nel frattempo si era allontanata cercando di non farsi notare.
Gli occhi taglienti del Magi si oscurarono,mentre sul suo volto comparve un ghigno crudele.

“Le bambine come te a quest’ora non dovrebbero essere nel mondo dei sogni già da un bel po’?” le domandò gelido alzando il tono della voce, si era alzato in piedi e la stava fissando come un gatto guarda un topo.
Niente di promettente,insomma.
I suoi occhi vermigli avevano una luce piuttosto rara, tanto che lo sguardo della giovane rimase incatenato al suo, mentre cercava di mandar giù una sensazione che si avvicinava molto alla rabbia.

“Come ti permetti? Almeno io non mi sono addormentata come un lattante.” esplose, non riuscendo a contenere l’ira, insomma va bene essere importanti,ma almeno un po’ di rispetto ci vuole.

Il Magi alzò il sopracciglio contrariato e leggermente stupito, chiedendosi cosa volesse una ragazzina del genere da lui.
Una luce sadica gli attraversò gli occhi iniettati di sangue, facendola indietreggiare di qualche passo . 
Si sarebbe vendicato per quell’affronto, dopotutto non si faceva di certo mettere in piedi in testa da certa gente.
Sarebbe stato bello vedere il terrore risplendere nei suoi magnetici occhi viola, pensò scomparendo dalla vista della ragazza per poi materializzarsi nella sua stanza.

Magari un’altra volta.


  
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