09/02/2015
3 recensioniThe game is over, but I didn’t win
È finita, Alison. Ho vinto.
Mona ci crede davvero, quando lo dice.
Le sue labbra si increspano in un sorriso soddisfatto, quasi malefico.
Pensa che le cose possano tornare un po’ come prima – solo un po’, non totalmente. Non lo pretende mica.
E non vuole certo diventare la quinta bugiarda del gruppo di Hanna, Spencer, Aria ed Emily, no. Solo, le piacerebbe non essere più sola. Ecco, quello sì.
Poi però si volta, incontra i suoi occhi e tutto crolla come un castello di carte ad una folata di vento.
E all’improvviso c’è sangue. Il suo sangue. Il sangue di Mona.
È dappertutto, schizza sulle pareti, sul pavimento, sui vestiti – sui vestiti nuovi, dannazione.
Lo vede davanti ai suoi stessi occhi, Mona, quel liquido rosso, e in verità non sa neanche come sia uscito dal suo corpo, non sa neanche come mai lei stessa si stia divincolando col solo risultato di farsi ancora più male, sbattendo sul muro, sulle scale, sul corrimano, cozzando sul pavimento con forza.
Rantola, Mona, rantola come una povera bestiolina indifesa; annaspa, annaspa in cerca di aria, perché le sembra che sia tutta scomparsa in quei pochi secondi in cui è tutto radicalmente e brutalmente cambiato.
Non può finire così.
È stata accettata da tre college. Tre borse di studio. L’aspetta un futuro meraviglioso.
Non può, semplicemente non può finire in questo modo.
Eppure il dolore non scompare, si intensifica, anzi, il sangue continua ad impregnarle i vestiti e a scorrerle sulla pelle ferita, senza ascoltare le sue suppliche silenziose.
E rivive tutto, Mona: gli sguardi complici che si scambiava sempre con Lucas quando erano in combutta, i baci di Mike, le carezze di sua madre, i caldi abbracci di Hanna e perfino le occhiate di sfida che le lanciava Spencer e che lei puntualmente ricambiava.
Non immaginava che il sangue fosse così caldo, comunque, e tantomeno non credeva che sarebbe stato il cuore – non il petto, proprio il cuore – a farle più male dell’intero corpo.
Però il dolore piano piano si attenua – o è solamente la sua vita che si spegne lentamente? – e per poco non si accorge di sentirsi quasi bene. Una spiegazione c’è, ovviamente. Macabra, ma c'è: è finita.
È finita, sì, ma non ha vinto.
Non lei, almeno.
In fondo, doveva pur esserci un motivo se Alison la chiamava sempre Mona la perdente.
Note:
Okay, innanzitutto buonsalve a tutti ^^ come ogni volta che pubblico qualcosa in un nuovo fandom, sono dannatamente nervosa. Stavolta molto di più, dato che questa flash è uno sfogo scritto veramente di getto.
In verità, non avrei mai immaginato che la mia prima fic su Pll sarebbe stata su Mona. Pensavo infatti ad una child!Alison, ad una Emison, ad una child!Hanna/Ashley, ad una Spoby, qualunque cosa, davvero, ma mai avrei pensato che avrei scritto su Mona.
Eppure la sua morte mi ha turbata più di quanto credessi avrebbe fatto e... ed è uscito fuori ciò.
Non ho continuato gli episodi, ergo appena ho finito l'episodio della sua morte non ho continuato - sarebbe tipo oggi ma okay.
Non so, nonostante sia sicura che Mona è morta penso ancora che possa spuntare in un qualunque momento dicendo "did you miss me?" con quell'adorabile sorrisino, ma okay.
Non ce la posso fare.
Mona è un personaggio dannatamente complicato e quindi ho cercato di non calarmi troppo nella sua mente, fatemi sapere se sono finita OOC o se ritenete che il carattere della nostra amata -A sia accettabile.
Proprio ora che iniziavo ad apprezzarla lei muore ç-ç non ce la faccio davvero.
Non so se il rating sia indicato; inoltre, non sapendo - almeno io non lo so - chi sia il suo assassino ho deciso di non inventarmi niente.
Ma okay, ho scritto un poema, meglio che sloggi.
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!