Fantasmi

Da qualche tempo ormai continuava a fare lo stesso sogno.
Sentiva chiaramente la voce di una ragazza che lo chiamava.
Una ragazza, in riva al mare, dai lunghi capelli azzurri illuminati dal sole al tramonto, in un posto in cui lui non era mai stato ma che sentiva così terribilmente familiare.
I suoi occhi erano tristi, piangeva sempre.
Erano sogni sempre diversi ma comunque tutti uguali.
Voleva capire perché piangesse, da sola e in riva al mare. Sentiva come se farla smettere di piangere fosse il suo dovere.
Cercava sempre di avvicinarsi, ma non appena lei avvertiva la sua presenza, il sogno finiva e lui si svegliava di soprassalto, come se il suo inconscio stesse cercando di non fargli capire cosa quel sogno significasse davvero.
Sharrkan ormai sentiva che presto sarebbe impazzito se non avesse capito chi fosse quella ragazza e perchè piangesse così.
Sentiva che laconosceva, la conosceva fin troppo bene anche se non l'aveva mai incontrata.
Quei sogni lo tormentarono, per lungo tempo, fino alla fine dei suoi giorni.

Lo sentiva, ne percepiva la presenza accanto a sé.
Continuava a sentirlo chiamare il suo nome. Aveva sempre una voce preoccupata e addolorata. E la cosa la rendeva ancora più triste.
Era lì, in riva al mare come ogni sera. Era l'unico momento della giornata in cui poteva sentirne la presenza accanto a sé la sua presenza era quasi percettibile. Come se il tramonto fosse l'unico momento della giornata concesso loro per stare insieme.
Stava sempre lì, in riva al mare, a piangere per averlo perso e il rimpianto di non avergli mai detto tutto quello che lei avrebbe voluto ma che non aveva mai il coraggio di confessagli.
Si dava la responsabilità di tutto. Perché era colpa sua se era morto per proteggerla. Era colpa sua per essere così debole. Era colpa sua se adesso lei era da sola.
Ogni sera, in riva al mare, perdeva sempre un pezzo di sé stessa.
Piangeva. Era l'unica cosa che poteva fare. Quel ragazzo dai capelli argentei, l'aria arrogante e la fidata spada al fianco sarebbe stato solo un fantasma del suo passato che l'avrebbe tormentata per sempre.
Ogni sera, come ogni sera, ne sentiva la presenza, poteva quasi vederne l'ombra, ma quando si girava lui non c'era, non c'era mai stato e non ci sarebbe mai stato neanche in futuro.
Sharrkan non ci sarebbe stato mai più.
“Finirò con l'impazzire... o forse sono già pazza.”