Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale di Dragon Ball non mi appartengono ma sono di proprietà di Akira Toriyama, che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

Flash fiction (500 parole) scritta per il contest/torneo di Writers Arena, sull'anime/manga Dragon Ball (ovviamente^^).
Grazie a chi ha aperto questa pagina.
Buona lettura

L’espressione del volto è contratta e ferma. Lo stato di concentrazione che lo pervade vela appena percettibilmente l’inquietudine e la trepidazione che gli accendono lo sguardo; ma non riesce a nascondere il rabbioso, sotterraneo ribollire di quella collera, che nei suoi occhi si manifesta in lampi d’incandescenza.
La mascella è serrata in uno spasmo nervoso che pare perenne. Tenace e inesauribile, sembra consumarsi e rinascere da un luogo inaccessibile al di là di quelle iridi scure; limpide e fredde, come le pareti asettiche di quella stanza.
I muscoli sono pervasi da una simile tensione. Fremono di rabbia e di un’energia che è come venisse dal nulla; o da quel luogo impenetrabile, dove le fiamme ardono oscure e la luce che si emana da esse é gelida e cupa. E ogni goccia di sudore, che scivola disarmata sulla superficie altrettanto inattaccabile del suo essere, sembra alimentare quelle fiamme, piuttosto che estinguerle.
La sua forza erompe in ogni affondo, in ogni colpo sferrato con meticolosa precisione e in ogni respiro affannato esploso con veemenza, quasi come se lo stesso impeto che anima il suo corpo facesse vibrare anche la sua anima.

È furioso.
Ogni affondo, ogni colpo sferrato, ogni respiro affannato sembra gridare silenzioso che non può essere più debole di lui; non di uno come lui!
Ogni movimento fa male e dà sollievo; come quel fuoco che ha dentro, che brucia e dilania, e consuma quel rancore come fosse combustibile. Lo tramuta in energia. E la sua forza s’accresce al pari della sua animosità per lui; all’infinito.

È determinato.
Ogni affondo, ogni colpo assestato, ogni respiro ansante è un passo in più sulla strada che lo porterà a superarlo; l’unica che vuole percorrere.
Ogni azione lo spinge in avanti; in quel luogo dove il suo sguardo si perde, gettandosi oltre il limite con la forza dell’aspettativa. Non sarà secondo a nessuno. E la sua fiducia s’accresce al pari della sua forza; oltre ogni confine.

È spietato.
Ogni affondo, ogni colpo scagliato, ogni respiro trafelato è come liberato da un’angusta prigione, con l’intento di uccidere; di lui non rimarrà traccia.
Ogni gesto s’ammanta di un’aura maligna, la considerazione per il suo nemico scema all’ampliarsi della sua frustrazione. E il suo tormento distrugge il dolore di qualsiasi altro; annientandosi nella collera verso di lui.

È furioso, determinato, spietato. Ed è quieto, insolitamente sereno.
Solo un perfido sogghigno scalfisce la sua espressione brutalmente impassibile, quando la forza esplode violenta e inaspettata.
Solo per un istante, una velata sorpresa balena fugace in quello sguardo glaciale; ha perfino un che d’infantile.
Ma l’altro non lo nota.

“Procurami un altro saibaiman, Nappa! Anzi, facciamo due. Questi esseri sono patetici!”

L’altro nota soltanto la sua forza, la sua determinazione. E per la prima volta, nota quella rabbia e quella calma innaturale; quella disumana freddezza. Resta per un momento incredulo, lo sguardo fisso sui resti della creatura; poi si sofferma su quegli occhi scuri ed esita un istante.

“S... sì, certo!”

Fino a ieri, credeva fosse solo un bambino.