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Autore: Elygrifondoro    10/02/2015    3 recensioni
Cosa succedere se uno Shadowhunter e i suoi amici frequantano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Cosa succede se due persone destinate a stare insieme come Alexander Lightwood e Magnus Bane si trovassero nella stessa scuola, rispettivamente nei panni di studente e professore? lLamore e l'attrazione vinceranno sui dubbi che una relazione proibita inevitabolmente crea?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~CALL IT MAGIC




Il pavimento di pietra era freddo in quella rientranza di corridoio al quinto piano e il mio corpo non contribuiva a renderlo più caldo. Ero seduto proprio lì, dove avevo baciato Alec chissà quanto tempo prima, a non fare altro che disperarmi. Pensavo ai suoi occhi in cui mi sembrava di essermici tuffato senza pensare troppo al mare in burrasca che contenevano, e solo ora mi rendevo conto che non era affatto semplice riaffiorare in superficie e probabilmente ero già affogato. Non era ancora stato inventato un antidoto per sopravvivere all’amore. Con il viso nascosto fra le braccia pensai ad un modo per spiegarmi quello che era successo poco prima, ma non me ne davo una ragione diversa da quella che il mio cuore aveva già formulato. Un’incontenibile furia omicida mi aveva assalito ed io conoscevo benissimo il motivo, sapevo cosa fare ma quello che dovevo fare era fuori dalla mia portata.
Mi alzai d’improvviso da terra e mi diressi verso le mie stanze: in qualche modo dovevo pur controbattere. Non potevo permettere a nessuno di portarmi via la mia libertà. Lungo la strada non trovai nessuno e me ne rallegrai ma, appena svoltato l’angolo dell’ultimo corridoio, vidi una chioma rosso fiamma correre e schiantarsi su di me. Probabilmente non mi aveva visto.
-Clary! Ma che fai? Sei impazzita?! –
-Alec! Magnus, hai visto Alec? Come sta? Jace è corso via alla velocità della luce e sai quanto è veloce… -
Alec. Sapere che in quel momento poteva stare tutt’altro che bene per me era davvero troppo. Il mio cervello lavorava ancora in cerca di una dannata soluzione, senza però trovarla. Poi, all’improvviso, ecco che uno spiraglio di luce si fa largo fra la nebbia della mia mente.
-Hey Magnus, tutto okay? Sei pallido e sembri un po’stravolto… -
-Clary, vieni con me subito. È importante. –
La presi vigorosamente per mano e la portai nella mia stanza. Appena la porta fu chiusa con un tonfo, la assicurai con un colloportus e mi girai verso la mia ospite, evidentemente destabilizzata.
-Magnus! Ma che diavolo stai facendo?! –
-Clary, ho capito l’origine di quella runa… ha qualcosa di demoniaco, una runa di controllo. Vieni, siediti. Ti devo spiegare un po’ di cose. –
La feci sedere su una soffice poltrona viola e io di fronte a lei.
-Magnus… mi stai facendo preoccupare… riguarda Alec? Hai davvero un’espressione distrutta… -
-non preoccuparti, dopo tutto quello che è successo nella scorsa mezz’ora, potrei fare qualsiasi cosa. E ora ascoltami. –
Le raccontai tutto, dalla costante sensazione di stare per affogare all’impeto di pazzia in infermeria, a tutti i miei ragionamenti, alla strana runa…
-okay, quindi, se ho capito bene, hai tentato di assassinare il tuo ragazzo perché un demone te l’ha chiesto? E come hai fatto a fermarti? –
Io arrossii alle parole ‘il tuo ragazzo’. Avrei dovuto abituarmici, ma il pensiero di fargli del male era molto più terrificante e insistente di tutti i possibili nomignoli e le ‘cose da fidanzati’.
-ecco…si, più o meno… sento che quella runa è la chiave per capire meglio tutto ciò. Ma non credo tu possa decifrarla: dopotutto hai sangue di angelo nelle tue vene, non demoniaco. E questa cosa –
Indicai uno dei tanti fogli su cui avevo scarabocchiato durante le mie notti irrequiete.
-non viene certo dal cielo. –
Clarissa annuì energicamente, la massa di capelli che si muoveva ad ogni suo cenno e sembrava ingarbugliarsi sempre più.
-va bene. Dobbiamo assolutamente trovare una soluzione. Non puoi evocare il demone che ti sta possedendo? –
-a sapere chi è l’avrei già fatto bambina, ma si dà il caso che ci sono un numero infinito di regni demoniaci con altrettanti demoni che li popolano. –
-ah… giusto… dobbiamo assolutamente parlarne con gli altri. –
Lei si alzò di scatto dirigendosi verso la porta ma io fui più veloce e la bloccai.
-COSA PENSI DI FARE?! –
La mia voce era stridula e terrorizzata.
-ho intenzione di dirlo a Jace e ad Izzy e soprattutto ad Alec. Sono di certo molto più competenti di me in fatto di demoni e potrebbero aiutarci con le ricerche. -
La sua voce era ferma ed irremovibile. Assomigliava molto a Jocelyn in quel momento, con il viso semi oscurato dall’ombra riflessa dal fuoco nel caminetto e gli occhi accesi di una determinazione quasi più ustionante delle fiamme.
-Clary, non posso farlo, non posso dirlo a… -
Il suo nome nemmeno prendeva forma fra le mie labbra. Come avrei potuto guardarlo ancora negli occhi? Come avrei potuto prenderlo da parte, trascinarlo in un abbraccio e dirgli che cosa avevo fatto seppur inconsapevolmente?
-perché non puoi dirglielo Magnus? Vi amate, e non è colpa tua quello che ti sta succedendo, ma di quello stupido demone! –
-lo so che non è colpa mia, ma è stata la mia mano ad afferrare quel bisturi! –
Sollevai il braccio, e per la prima volta da quando era entrata nella mia stanza Clary sembrava sconvolta.
-è stato il mio braccio a sollevarsi e a bramare il suo sangue mentre lui era inerme ed indifeso! Come potrò guardare ancora quegli occhi blu e non pensare alle cose orribili che la mia mente, malata o sana che sia, ha pensato? Come posso amarlo senza sapere se sarà mai al sicuro con me? –
Un impeto di rabbia mi avvolse tutto il corpo ed io tirai un forte pugno al muro, sentendo le vibrazioni provocate nell’impatto giungere fino alla mia spalla e sentendola dolorante.
-merda! –
Mi toccai la spalla con l’altra mano sotto agli occhi terrorizzati di Clary.
-Magnus… ascolta… -
-vai via ti prego. –
-ma io… -
-HO DETTO VAI VIA! E NON RIVELARE NULLA DI QUELLO CHE È APPENA SUCCESSO. A NESSUNO INTESI? –
Lei annuì meccanicamente, in maniera piuttosto goffa e tesa. Se ne andò in silenzio ed io rimasi da solo, avvolto nella più totale oscurità, con lo scoppiettio del fuoco, un dolore tremendo alla spalla e un peso ancor più doloroso sul cuore.

 

 

 





La luce che filtrava dalle finestre mi solleticava gli occhi in modo piuttosto fastidioso ed insistente.
Una cascata di capelli neri e lisci si scaraventò su di me appena aprì le palpebre.
-Alec! Grazie al Cielo stai bene! –
Izzy mi avvolse in uno dei suoi consueti abbracci soffocanti, uno dei pochi momenti in cui poteva esprimere le sue emozioni.
-Izzy ti prego sto bene… -
Gemetti più soffocato dalla sua stretta che dai lividi riportati dalla zuffa. Appena si allontanò da me, la mia dolce e affettuosa sorellina si rabbuiò in volto: probabilmente le erano tornate alla mente le cause per le quali mi ritrovavo su quel letto.
-Alexander Gideon Lightwood. Ora che sei fuori pericolo, mi puoi spiegare come ti è venuto in mente di dare vita ad un duello alla babbana al termine di una partirta di Quidditch?! –
-ma… non è stata colpa mia! –
-lo sapevo! Voi uomini non avete mai nessuna colpa! “Non è colpa mia se la cucina ha preso fuoco”, “io non centro nulla con la scomparsa del nostro gatto!” siete tutti dannatamente scansa fatiche e irresponsabili! –
Non me la presi affatto per le parole di Isabelle. Dopotutto aveva un’espressione così buffa quando si arrabbiava! Assomigliava tanto ad una pantera ma sotto sotto era un micino. Risi piuttosto sonoramente prima di chiederle degli altri.
-Jace e Clary sono andati via poco fa, avevano Pozioni e sai quanto poco magnanimo sia quell’uomo! Io mi sono categoricamente rifiutata di abbandonarti. Dopotutto sei mio fratello ed io non dovrei studiare così tanto! La conoscenza mi fa venire le rughe e sai bene che la divisa scolastica non mi dona affatto! –
Era difficile prendersela con lei. A volte dava l’impressione di essere una vera vipera, ma era la ragazza più dolce che avessi mai conosciuto.
-Izzy… sai per caso… ecco… per caso Magnus è passato di qui? –
Lei fece un sorriso sornione e vidi i suoi occhi luccicare.
-so che è stato qui poco dopo la rissa ma tu già dormivi e Clary mi ha detto di averlo incontrato mentre si stava dirigendo qui: diceva che si sentiva poco bene e aveva un gran bisogno di riposare. Probabilmente lo stress dovuto all’accaduto l’ha un po’scosso. Dopotutto è l’insegnante responsabile della casata, aggiungi il fatto che il suo ragazzo era stato coinvolto in una rissa ed ecco che non lo vedremo per almeno tre giorni a lezione! –
Il mio volto si rabbuiò al pensiero che Magnus stesse male e d’improvviso mi accorsi di non sapere che ore fossero.
-Izzy! Per quanto ho dormito? –
-ormai sono più di ventiquattr’ore, ti hanno somministrato la pozione soporifera ieri alle quattordici e adesso sono le quindici... –
Notando la mia espressione, lei ritornò ancora più allegra ed energica di prima.
-ma non preoccuparti! È normale dormire così tanto con quegli intrugli che ci prepara Madama White! E a scuola non ti sei perso proprio nulla. In poco tempo potrai uscire di qui, vedrai! –
-voglio vedere Magnus. –
Isabelle si accostò a me e mi fece una lieve carezza sulla guancia, spostandomi i capelli neri dagli occhi.
-appena ti sarai rimesso okay Alec? –
-devo vederlo adesso, ti prego! –
-dobbiamo chiedere il permesso a Madama White, e sai com’è irascibile quando si tratta della salute degli studenti… se invece aspettassi ancora un po’ sono certa che non avrebbe nulla in contrario a… -
Le presi i polsi e li strinsi forte costringendola a guardarmi negli occhi.
-ti prego Izzy, è importante! –
Lei mi guardò ancora dubbiosa, poi sembrò cedere.
-e va bene, ma solo perché sei mio fratello! Forza, alzati da lì e mettiti qualcosa! –
Solo in quel momento notai di essere in boxer e maglietta, e con mio grande imbarazzo mi infilai velocemente un paio di jeans strappati e una felpa larga con il cappuccio a detta di Isabelle portati da Annabelle quella mattina stessa. Ormai avevo capito cosa mia sorella aveva intenzione di fare e la seguii nascondendomi dietro la sua esile figura. D’un tratto la sagoma un po’tozza di Madama White spuntò da dietro le ante di un armadio a muro stracolmo di farmaci e pozioni ed io repentinamente mi nascosi dietro al paravento candido dove su un letto giaceva una Cashmere addormentata. Se da sveglia poteva benissimo assomigliare ad un dea, mentre dormiva ricordava molto un troll delle montagne. Era sistemata in una posa del tutto innaturale, aveva la bocca aperta ed un filo di bava le colava sul mento. Mi scappò un risolino che misi subito a tacere. In quel momento sperai per lei che non si rendesse conto di quanto fosse imbarazzante mentre dormiva, ma qualcosa mi diceva che non le sarebbe importato più di tanto.
-Madama White! Madama White! –
Sentì mia sorella chiamare l’anziana donna con voce squillante e fin troppo mielosa. Un rumore di ante che si chiudono risuonò nell’infermeria.
-dimmi, signorina Lightwood, è tutto a posto? –
-in realtà no. Mi sento la testa girare terribilmente, credo di avere un leggero calo di pressio… -
Potevo immaginarmi benissimo la misera recita di Izzy che solo una donna con un’eccessiva dose di affetto materno come Madama White poteva scambiare per vero.
-OH SANTO GODRIC! Signorina Lightwood, vieni con me nell’altra stanza e sdraiati sul lettino, ti proverò la pressione! –
Appena il ticchettio dei passi si fece più flebile, sgattaiolai fuori dal mio nascondiglio e in un secondo mi ritrovai in corridoio. Mi concessi un profondo respiro di sollievo e sorridente mi misi a correre verso la stanza di Magnus.
Arrivato davanti al portone bussai e lui mi aprì subito: indossava una canottiera blu piuttosto sgualcita e un paio di pantaloni della tuta grigi, i capelli erano in uno stato pietoso persino per i miei standard così bassi e sul mento era cresciuta una barba ispida, segno che lo stregone non si era rasato. Nonostante l’aspetto trasandato e così poco da lui, mi fiondai su di lui senza nemmeno aspettare un invito ad entrare assaporando il suo odore di sandalo e sudore e lo baciai con trasporto. Lui si irrigidì al mio tocco e non contraccambiò il bacio anzi, si divincolò via dalle mie carezze.
-Magnus, ma che… -
-Alec no, io… è successa una cosa e credo sia meglio che tu non ti avvicini troppo a me. –
Nel silenzio irreale del corridoio, sentì chiaramente il mio cuore andare in frantumi, esplodendo contro la cassa toracica. Pregai in silenzio che il danno fosse abbastanza grave da uccidermi nel giro di pochi secondi ma non fu così. Passarono forse dieci secondi, forse qualche minuto o qualche ora mentre il silenzio e la distanza fra noi due diventava sempre più insaziabile.
-cosa?! Ma perché? È per quello che è successo alla partita? Magnus mi dispiace, non avrei mai creduto che Cashmere reagisse in modo così violento, ti prego… -
Ma la voce mi si spezzò e sentì che anche le gambe stavano per cedermi sotto al peso della realtà dei fatti. Sentivo le lacrime pungermi gli occhi ma mi obbligai a non piangere, almeno fino a quando non sarei stato abbastanza lontano da quell’uomo.
-ti prego non odiarmi. –
La porta si chiuse con un tonfo e io mi ritrovai di nuovo solo, nel corridoio vuoto. Le lacrime iniziarono a scorrere incessanti sul mio viso e presto mi risultò difficile distinguere le nervature del legno sulla porta di Magnus. Magnus… il suo nome prima mi riempiva il cuore di gioia, ora assomigliava ad una pugnalata alla schiena anzi, la pugnalata in confronto al suo nome era una passeggiata… non capivo nulla, ma ero troppo confuso anche solo per muovere un piede davanti all’altro e camminare. Così, lentamente, ritornai in infermeria. Forse non stavo poi così bene dopotutto.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE:


Non ho nessuna scusa per questo mega ritardo perché non esistono scuse: semplicemente mi sono buttata a capofitto nei libri non solo scolastici e il tempo è volato, lasciando questo capitolo nella sezione documenti del mio pc in attesa di un aggiornamento. Sarò breve e concisa: causa impegni irrimandabili quali scuola e attività extracurricolari potrei non essere più regolare negli aggiornamenti come un tempo, ma ho tutte le intenzioni di finire questa storia che ormai mi ha coinvolto troppo per rimanere incompleta! Spero solo che mi capiate e che io non faccia scatenare in voi una repentina furia omicida.

Spero a presto.

Elisa

  
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