Fandom: Teen Wolf
Pairing: Sterek.
Prompt: Omega!verse
ispirata ad Animals
dei Maroon 5. (Con eventuale mating bond.)
Stiles vorrebbe negare la sua relazione con Derek, ma a volte gli è
impossibile.
Titolo: Animals
Parole: 663 (ok, flashfic my ass) (dono della sintesi what?)
Note: Non è proprio Omega!verse, mi è venuta più una cosa fluffosa e... nghe <3
La prima volta che era successo, era arrivato senza fiato, e aveva buttato giù
la porta della casa di Scott solo per trovarsi davanti quei due cretini che si
azzuffavano sul tappeto.
“Derek?” Stiles era stupito e puzzava di imbarazzo, mentre si alzava in piedi.
Scott aveva mollato la presa sul suo migliore amico e si era guardato intorno,
annusando l’aria.
Qualcosa nella sua postura lasciava intendere la sua incazzatura, perché nessuno
si azzardava ad avvicinarglisi.
“Derek, cos’è successo?”
‘È successo, Stiles, che ti ho sentito. Ho sentito la tua paura e sono corso a
salvarti dal mostro cattivo e invece eri a fare la lotta come un ragazzino.’
Avrebbe voluto dirlo, invece aveva continuato ad inspirare ed espirare, a stringere
e rilassare i pugni.
Che poi Stiles era un ragazzino,
tutto sommato, ma erano dettagli in quel momento.
“Sta arrivando qualcuno? Non sento niente.”
Buon per te, Scott.
“Stiles… perché ti sta fissando così? Hai fatto qualcosa? Sembra… sembra che
stia per mangiarti.”
Ottima deduzione.
“Nah, è il solito sourwolf. Probabilmente cercava di spaventarci, da bravo
maniaco stalker inquietante qual è, e ci è rimasto male perché non ci è
riuscito. Vero, Derek?”
Si era voltato e se n’era andato senza proferire parola.
La seconda volta, aveva spaventato tutta la scuola scaraventando tutte le porte
delle classi, finché non lo aveva trovato a guardare un film horror a lezione
di Economia con i compagni, mentre il coach smaltiva una sbronza nel suo
ufficio.
“Amico, devi imparare a gestirla sta cosa. Sul serio.”
“Sta’ zitto, Stiles.”
La terza volta aveva ringhiato a piena potenza contro un povero idiota che a
quanto pare stava solo portando le pizze nel loft. Stiles le aveva ordinate e
lo aspettava dentro.
“Derek. Sul serio.”
Derek l’aveva scaraventato sul letto e gli aveva impedito di parlare per almeno
un’ora e mezza. L’aveva marcato con il proprio odore, imprimendoglielo addosso
perché tutti sentissero che era suo. Sul serio.
Alla quarta, Scott aveva fissato i vetri infranti della finestra della sua camera
con rabbia crescente.
“Mi dite cosa diavolo sta succedendo?”
“Oh, Dio. Va bene. Va bene! Vado a letto con Derek. Ecco. L’ho detto. Contento?
Siete tutti felici? Perché io sono OVVIAMENTE entusiasta che tutti sappiano
della mia vita sessuale!”
“Stiles, Derek è fuggito dalla finestra.”
“Sì. Ho visto. Lo fa.”
Poco dopo, Stiles lo aveva raggiunto al loft.
“Ehi.”
“Mmmh?” Non si era voltato. Era rimasto alla scrivania, dandogli le spalle.
“Pensavo che fosse quello che volevi. Che Scott lo sapesse, dico.”
“Che andiamo a letto insieme? No, non era quello il piano.”
“E qual era il piano?”
“Lascia perdere. Vai a casa. Domani hai scuola.”
Non aveva intenzione di spiegare a un ragazzino che si era sentito ferito per
essere stato degradato a scopamico, quando Stiles per lui era molto di più.
Stiles era tutto.
“Derek…,” gli stava tirando la giacca. Come un bambino.
“Mmmh?”
“Mi spieghi perché ti precipiti sempre? Non ti viene mai il dubbio che non sia
in pericolo e che farai un’altra figura di merda?”
“No. Non finché non mi sono assicurato che stai bene.”
“Ma perché? Cioè, cosa senti? Ogni volta che arrivi, mi trovi sempre in delle
situazioni tranquillissime.”
“I miei sensi non mentono, Stiles.”
“Cosa vorresti dire?”
“Che sei tu che hai sempre paura.”
Il giorno dopo, Derek si era trasformato per correre più veloce nel bosco, per
trovare il luogo in cui sentiva il cuore di Stiles battere all’impazzata, convinto
che questa volta sarebbe successo. Sarebbe arrivato troppo tardi, anche solo un
millisecondo troppo tardi, e il suo mondo sarebbe andato in frantumi.
Era quasi arrivato quando lo aveva sentito dire: “… e quindi volevo che lo
sapeste tutti.”
Aveva rallentato. Stiles non era solo, ma non era in pericolo.
Era spuntato nella radura ormai a passo d’uomo, ormai completamente di nuovo
umano. Il resto del branco li fissava sbigottiti, mentre Scott si grattava la
nuca con un sorrisetto.
Stiles lo prese per mano. “Io e Derek stiamo insieme.”