10/02/2015
3 recensioniTormento.
Quell'arma che punti contro la noce del mio collo dimostra la mia diversità. La sicura scatta, l'odore di morte impregna e istiga già le mie narici, i miei pensieri. Tieni il dito poggiato sul grilletto, annaspi, il tuo sguardo vacilla tra l'orrore di ciò che sono e il timore di ciò che sei.
Esilio.
Cosa distingue la quiete dal caos primordiale?
Cosa distingue una bestia in gabbia da un uomo vittima dei suoi stessi pregiudizi?
Cosa distingue me da te?
Silenzio.
Con le gambe premute sul terriccio e il pulviscolo incastrato tra le unghie, non posso far altro che lasciarmi andare. Annegare in quelle lingue di fuoco che avvelenano il cielo e la mia esistenza. Il sole cala lentamente, la notte passerà il suo truce sudario un'ultima volta.
Sulla mia vita o la tua?
La diversità ci rende unici, mostri, soli e rari. Esseri al di fuori di ogni schema, vittime inconsapevoli di un dolore terreno, carnale e sforzato.
È il tuo dolore o il mio quel che provo?
Chiudo gli occhi e la morte soffia accanto al mio viso.
Un colpo solo, uno soltanto basta ad annientare tutte le mie dannazioni.
Mentre il sole cala, vengo giù anche io.
Sono morto, Shinya Kogami.
E finalmente libero.
NdA: Salve! Questa flash-fic nasce da un mio capriccio, dovuta alla morte del mio beniamino.
Mi sono sempre chiesta cosa avesse provato o pensato, e stasera ho deciso di buttare giù un pensiero semplice, ma che fosse di impatto.
Spero apprezziate, questa è la prima volta che m'immergo nella stesura di una ff, quindi bando alle ciance, la smetto qui!
Un abbraccio,
Maria
(Revisionata in dara 16/03/2018)
Esilio.
Cosa distingue la quiete dal caos primordiale?
Cosa distingue una bestia in gabbia da un uomo vittima dei suoi stessi pregiudizi?
Cosa distingue me da te?
Silenzio.
Con le gambe premute sul terriccio e il pulviscolo incastrato tra le unghie, non posso far altro che lasciarmi andare. Annegare in quelle lingue di fuoco che avvelenano il cielo e la mia esistenza. Il sole cala lentamente, la notte passerà il suo truce sudario un'ultima volta.
Sulla mia vita o la tua?
La diversità ci rende unici, mostri, soli e rari. Esseri al di fuori di ogni schema, vittime inconsapevoli di un dolore terreno, carnale e sforzato.
È il tuo dolore o il mio quel che provo?
Chiudo gli occhi e la morte soffia accanto al mio viso.
Un colpo solo, uno soltanto basta ad annientare tutte le mie dannazioni.
Mentre il sole cala, vengo giù anche io.
Sono morto, Shinya Kogami.
E finalmente libero.
NdA: Salve! Questa flash-fic nasce da un mio capriccio, dovuta alla morte del mio beniamino.
Mi sono sempre chiesta cosa avesse provato o pensato, e stasera ho deciso di buttare giù un pensiero semplice, ma che fosse di impatto.
Spero apprezziate, questa è la prima volta che m'immergo nella stesura di una ff, quindi bando alle ciance, la smetto qui!
Un abbraccio,
Maria
(Revisionata in dara 16/03/2018)