You are the pants in me
Era una
verità universalmente riconosciuta che Ryan e Sharpay Evans erano competitivi.
Questa verità era classificata tra altre verità considerate come ‘Il cielo è
blu’ o ‘L’erba è verde’. Infatti, la verità che Ryan e Sharpay Evans erano
competitivi era possibilmente anche più vera delle ultime due verità. Se
pioveva o c’era nuvolo o forse si era nel bel mezzo di una grandinata
torrenziale, il cielo era definitivamente non blu. E se il bello Stato del New
Messico stava attualmente fronteggiando un periodo di siccità, allora l’erba
non sarebbe certamente stata verde.
Ma
pioggia, Sole o siccità, Ryan e Sharpay rimanevano competitivi come sempre e
questa era una verità che non sarebbe mai stata cambiata.
Dal
combattere per i ruoli principali nel musical della scuola o combattere per il
brownie più grande all’ora di pranzo, i gemelli Evans vincevano sempre. La
vittoria era qualcosa che non sarebbe stata compromessa da qualcosa di così
banale come morale, etica umana o le limitazioni legali della legge. Sconfitta
era una parola sporca nel vocabolario degli Evans, che sorpassava quasi la
combinazione delle parole “breaking” e “free” in atrocità.
La gara di
Sciarade mensili a casa di Gabriella Montez era iniziata come uno stupido gioco
precedente Gira la Bottiglia, ma non ci fu sorpresa che Ryan e Sharpay la
prendessero così seriamente come qualcuno avrebbe preso un cancro al fegato.
Era iniziata quando Taylor McKessie aveva preso un voto di silenzio contro il
suo ragazzo, Chad Danforth, e usava per comunicare con lui solo i (perlopiù
volgari) gesti delle mani. Abbastanza presto, il resto della stanza si era
unito, tentando di indovinare esattamente ciò che la signorina McKessie
intendeva precisamente quando alzava due dita muovendole come se fossero delle
forbici e indirizzandole nella rotta vaga dell’inguine del suo ragazzo.
Ciò che
era iniziato in un gioco innocente comunque, divenne un completo massacro per
il titolo di ‘Campioni di Sciarade’. Originariamente, dieci coppie avevano dato
i loro nomi per il torneo, ma dopo due turni di gara, non era rimasto nessuno
tranne Ryan, Sharpay, Taylor, Chad, Troy e Gabriella. Apparentemente, la
competitività succhiasangue dei gemelli Evans accoppiata coi costanti bisticci
di Taylor e Chad su niente di particolare, per non menzionare il rifiuto di
Troy e Gabriella di sopportare le strette regole delle manifestazioni pubbliche
di affetto, era abbastanza per mandare ogni persona sana a razzo verso il
terapista più vicino.
Per le tre
coppie rimanenti, comunque, la gara mensile di Sciarade divenne meno un gioco e
più un bagno di sangue. Le coppie consistevano in Sharpay e Ryan, Troy e Chad,
e Taylor e Gabriella. Ogni coppia non era sopra sporchi trucchetti mentali o
trappe manipolative per intrappolare i suoi oppositori in una rete di dubbi e
abbattimento.
Ogni
coppia aveva le sue caratteristiche distintive di innervosire i suoi rivali;
nelle settimane che precedevano le gare, Troy e Chad tentavano di tiranneggiare
fisicamente sui loro oppositori fino concedere la sconfitta. Questo, di certo,
era un tentativo futile, visto che loro due erano sufficientemente terrorizzati
da Sharpay e dalle loro ragazze.
Taylor e
Gabriella erano sotto l’impressione che ‘studiare’ fosse il cammino per
conquistare la gara di Sciarade. Studiavano siti internet dove stagionati
esperti di Sciarade offrivano consigli nei forum. Prendevano in prestito libri
su intelligenti giochi di parole. Scrutinavano la lunga lista di film e show
televisivi finchè i loro occhi si incrociavano.
Ma Ryan e
Sharpay erano di gran lunga i più esperti truffatori, essendo polvere
pruriginosa, bombe d’acqua ed estintori parte del loro vasto arsenale.
Il mese di
maggio 2008 era la gara di Sciarade più importante. Il mese successivo, quando
si sarebbero diplomati al liceo, si sarebbero sparpagliati per tutto il Paese:
Sharpay e Gabriella a New York, Ryan in Europa, Taylor e Troy in California,
Chad in Connecticut, e non ci sarebbero più state competizioni di Sciarade.
Invece di sentirsi sentimentali o commossi per la fine di una parte così
centrale delle vite liceali, l’intensità nella gara era alzata di un gradino.
Benchè fosse così non ufficiale da non essere nemmeno ufficialmente non ufficiale, tutte le coppie sapevano che chiunque
avrebbe vinto quest’ultima gara sarebbe stato per sempre considerato il
campione di Sciarade e avrebbe portato questo agognato titolo al college e
senza dubbio per tutto il resto delle loro vite.
Era un vai
o muori. Nessuno poteva permettersi di perdere ora. Non era semplicemente una sciocca gara di
Sciarade che era ridicolamente sfuggita di mano. Oh no, era la vera fondazione
dello spirito; dove il loro orgoglio, dignità e onore erano in gioco; dove
questa gara stessa era una sbalorditiva metafora per ciò che racchiudeva il
carattere mozzafiato e il coraggio di ognuno di questi studenti.
Se a
qualcuno accadeva di essere colpito da emorragia celebrale e osava mettere in
dubbio il rispetto delle Sciarade, o forse anche degnarsi di chiamarlo ‘uno
stupido gioco dove voi siete tutti troppo arroganti e presuntuosi per ammettere
la sconfitta’, allora sarebbe successa una delle seguenti cose.
Primo,
Taylor McKessie, con i suoi magici poteri da capoclasse, avrebbe trascritto sul
registro che eri in ritardo per la lezione perché stavi sniffando cocaina nel
bagno.
Secondo,
Gabriella Montez si sarebbe gentilmente offerta di essere il tuo tutor di
scienze e poi ti avrebbe crudelmente insegnato tutte le cose sbagliate e tu
avresti fallito il compito perché avresti scritto ‘EMcDonald’s al quadrato’.
Terzo,
Sharpay Evans ti avrebbe infilato qualcosa così su per il naso che avresti
respirato con un tubo per il resto della vita.
Quarto,
Chad Danforth ti avrebbe lasciato in mutande nel bel mezzo dell’atrio.
Quinto,
Troy Bolton ti avrebbe mandato contro la sua terrificante legione di fan e tu
saresti stato inseguito tutt’attorno alla scuola da squilibrate,
pre-adolescenti ragazze.
E sesto, e
probabilmente il più terrificante, Ryan Evans non avrebbe fatto altro che
sorriderti sdolcinatamente, che non avrebbe fatto altro che incrementare la tua
paranoia che un giorno, quando meno te lo saresti aspettato, sarebbe
serpeggiato nella tua camera da letto e ti avrebbe mozzato la testa con
un’accetta.
La gara di
Sciarade era molto importante. Lo sapevano tutti.
Era una
questione di vita e di morte. Una questione di vai o muori. Di orgoglio o… ehm,
pregiudizio.
Ogni
singolo partecipante aveva bisogno di togliere la testa dai cavoli suoi e
concentrarsi sul gioco.
Ma
nell’ultimo, cruciale giorno, quando tutte le squadre stipavano la preparazione
all’ultimo minuto nei loro orari, la squadra di Troy Bolton e Chad Danforth
incontrò un piccolo problema.
La mente
di Troy Bolton era ancora nei cavoli suoi e non nel gioco.
###
Ryan Evans
avvertì un rivolo di perspirazione correre lungo il suo collo. Il suo cuore
batteva veloce, stava quasi per esplodergli dal petto. Il pezzo di carta che
stringeva stava tremando come una foto Polaroid e le sue gambe sembravano di
gelatina. Il suo respiro era affannoso, veniva fuori in corti, affannati
rantoli e c’era un sottile strato di sudore sul suo viso. Ingoiò risolutamente
la paura e si leccò le labbra secche. Alzò esitante un dito.
Sua
sorella si sporse maniacale in avanti, le mani che stringevano forte la poltrona:
“Una parola!” urlò subito.
Ryan
disegnò il profilo di una scatola con le mani che ancora tremavano.
“Show
televisivo!”
Velocemente,
Ryan si precipitò a sedersi vicino alla sorella e le circondò le spalle con un
braccio, sorridendole come avrebbe fatto un assassino scappato da una prigione
in Texas.
Sharpay si
morse il labbro, le rotelle e gli ingranaggi del suo cervello ruotavano
rapidamente: “Okay, okay…” fece un respiro profondo e corrugò la fronte:
“Assassino,” Ryan fece una smorfia e scosse vigorosamente la testa “Killer!
Uccidere! Pistola!” Ryan grugnì e strinse più forte la spalla della sorella
“Stretta! Presa! Spalla? Osso! Braccio! Carne! Zombi!” Sharpay snocciolò le
parole a voce alta.
Ryan emise
un rantolo di frustrazione: “Zombi?” chiese incredulo. Si alzò in piedi e roteò
gli occhi: “Come fa l’abbracciarti a diventare zombi?”
Sharpay
incrociò le braccia, sulla difensiva: “Mi tenevi la spalla e sorridevi tutto
inquietante. Ho pensato che forse eri uno squilibrato assassino con un’accetta.”
“Era
‘Amici’” Ryan rispose sprezzante e mostrò il pezzo di carta alla sorella “Ti
stavo abbracciando. Come fanno gli amici?”
Sharpay
lasciò uscire un grugnito annoiato: “Dobbiamo smettere di distrarci e
concentrarci!” dichiarò infine, salendo sul tavolo come se fosse la leader del
mondo libero “Dobbiamo vincere stasera! Hai capito, Ry? Se non vinciamo…
allora… allora… abbiamo bisogno di vincere, va bene?”
Ryan annuì
in assenso e strinse i denti.
Sharpay
saltò giù dal tavolino da caffè e volteggiò fino al frigo, estraendone un
cartone di uova. Prese fuori due bicchieri e ruppe due uova in ogni bicchiere,
mescolando con una forchetta, prima di spingere uno dei bicchieri lungo il
bancone della cucina verso il fratello.
Ryan alzò
lo sguardo lentamente, una miscela di divertimento e puro orrore sul viso: “Per
favore dimmi che questo non è quello che penso che sia,” disse, gli occhi
spalancati “Per favore dimmi che se mi insapono i capelli con questo invece che
con lo shampoo, mi incrementerà il volume e l’elasticità.”
Sharpay
prese delicatamente una cannuccia ed abbellì la sua bibita di uova crude con
una fetta di limone e un ombrellino: “Lo facevano in Rocky,” informò il
fratello realistica “E guarda dove ha portato Sylvester Stallone!”
“Sly
Stallone è in un centro di recupero per droghe in Australia!”
“Tua
mamma!”
Ryan alzò
un sopracciglio: “E’ anche tua madre.”
Sharpay
pensò per un secondo: “Fa lo stesso.” scrollò infine le spalle. Alzò il
bicchiere e lo annusò lentamente “Guarda, non è nemmeno tanto male. Vuoi perdere la nostra gara di Sciarade
contro Idiota e Più idiota e Genio e Più genio? Vuoi?” Ryan sospirò in
sconfitta “Allora, ascoltami! Bere uova crude accresce la tua intelligenza e le
tue capacità mentali! E stasera, abbiamo bisogno di tutta l’intelligenza e le
capacità mentali che possiamo avere! E comunque, se abbiamo l’intelligenza più
grande, e anche il talento naturale per le Sciarade e ho anche della polvere
pruriginosa rimasta quindi…” scosse le spalle drammaticamente “siamo la squadra
più forte. Ma non ci puoi deludere rifiutando di diventare più intelligente!”
lanciò al fratello la più accusante delle sue occhiate.
Dopo
qualche secondo, Ryan si lasciò scappare un gemito e riluttante alzò il
bicchiere.
“Al tre?”
domandò, con faccia schifata. Sharpay annuì ed entrambi si portarono i
bicchieri alle labbra “Uno, due, due e mezzo, due e due terzi…”
“Tre.”
Senza
pensare, perché avrebbero vomitato se l’avessero fatto, i gemelli Evans
ingurgitarono i loro bicchieri di uova crude, forzando il liquido denso lungo
le loro gole prima che colpisse il nervo del vomito.
Qualche
secondo dopo, Ryan e Sharpay sbatterono sul tavolo i bicchieri, senza fiato. Ci
fu una breve pausa, poi Sharpay disse pensierosa: “Sai, non era nemmeno così…”
i suoi occhi si sgranarono con orrore mentre deglutiva furiosamente “…male.”
Ryan battè
le palpebre e si strinse lo stomaco: “Devo usare il bagno.”
Sharpay
impallidì e si coprì la bocca con la mano: “Anche io.”
###
Gabriella
Montez e Taylor McKessie sedevano incurvate sopra una vasta collezione di
grossi libri, ognuna sembrando sufficientemente esausta. I capelli di Gabriella
le scappavano dalla coda e lei sbadigliava ogni pochi secondi, combattendo il
sonno. Taylor era ancora lealmente sveglia, rivedeva i suoi libri, la sua
attenzione e la sua concentrazione non oscillavano.
“Okay,”
sospirò infine la ragazza afro – americana, accasciandosi sulla sedia. Le sue
braccia scricchiolarono mentre le stirava e Gabriella sussultò “Ho finito. Non
posso più studiare altri film del periodo 1950-1960. Non posso. Mi si stanno
incrociando gli occhi.”
“E non ne
posso più di tutti questi show televisivi fantascientifici.” replicò
stancamente l’amica “O le commedie romantiche degli anni ‘90. E ieri, quando ho
studiato tutti i western degli anni ’30, credo di averli dimenticati tutti.”
Taylor si
alzò, apparendo preoccupata: “Li hai dimenticati?”
domandò, la voce pericolosamente bassa.
“Li
riguarderò prima della competizione. Ho preparato dei bigliettini. E ho
incollato un post-it sulla porta del nostro bagno.”
Taylor si
risedette, soddisfatta: “Dobbiamo vincere, Gabriella,” informò la sua amica
benchè non necessario “Non penso che dimenticherò mai se veniamo sconfitte da
Idiota e Più idiota e Scintillante e Più scintillante.”
“Vinceremo,”
rispose fiduciosa Gabriella “Ho studiato tutti questi film ancora e ancora. Ho
fatto delle note codificate per colore nel mio raccoglitore.”
“Spero che
la nostra intelligenza sia abbastanza per battere il potere espressivo di Chad
e Troy e il potere della polvere pruriginosa di Sharpay e Ryan.”
“Ho
sentito che Ryan e Sharpay avrebbero bevuto i bianchi di uova crude,” mormorò
Gabriella, suonando divertita. Sfogliò le pagine dei suoi appunti di nuovo e
iniziò a memorizzare ancora tutti i film di Audrey Hepburn in ordine
cronologico “Apparentemente incrementa l’intelligenza.”
Taylor
rise e aprì un altro libro: “Che cosa stupida.” disse poco convinta.
“Molto.”
“Infantile,
anche.”
“Sì.”
La testa
di Taylor si alzò all’improvviso: “Pensi che dovremmo farlo anche noi?” chiese,
in preda al panico.
Gabriella
rispose immediatamente: “Prendo le uova.”
###
Mentre i
loro rivali erano immersi negli archivi di film, completavano strategie di
squadra per la sera e bevevano uova crude, Troy Bolton e Chad Danforth erano in
una situazione un po’ diversa.
Sedevano
nel furgone di Troy, ancora nel parcheggio della scuola, mentre della musica
emo suonava a tutto volume dagli altoparlanti arrugginiti.
Infine,
Chad spense la radio con un colpetto di mano, apparendo completamente irritato
per l’aver sentito di sanguinanti lacrime nere di dolore per la duecento
cinquantesima volta di fila: “Okay,” sentenziò, agitando le mani in aria
esasperato “Ascoltiamo la stessa canzone
in ripetizione da due ore. Mi vuoi dire cosa c’è che non va o devo affrontare
altre sette ore di ‘il mio cuore è un
oscuro abisso di morte e disperazione’?”
Troy
sospirò: “No, non devi. Non ho quella canzone su questo CD.”
Chad
imprecò tra i denti e si voltò per fissare il suo amico: “Oscuro abisso di
morte e disperazione o no, abbiamo ancora la più grande serata della nostra
vita stasera, la gara di Sciarade e
seriamente, se non smetti di distrarti e non ti concentri sul gioco, il tuo
cuore sarà un oscuro abisso di calci in culo.”
Sembrando
afflitto, Troy gemette e si concentrò sui suoi problemi: “Penso di avere il
virus dell’Ebola.”
“Troy, tu
non hai il virus dell’Ebola.”
“Sì, ce
l’ho. Ho mal di testa, la febbre e una forte emorragia interna.”
“Tu hai
una forte emorragia interna?” Chad sbattè le palpebre, prima che il suo viso si
contraesse con comprensione. Roteando di nuovo gli occhi, si appoggiò frustrato
al suo sedile “Non è il virus dell’Ebola. È il virus di Gabriel-la. La tua forte emorragia interna è
amore, idiota.”
Troy si
lasciò scappare un urlo terrificato: “Non dire quella parola!”
Chad fece
una smorfia: “Quale parola? Ebola? Gabriella? Forte? Emorragia interna? Amore?
Idiota?”
Troy guaì
di nuovo e balzò il più possibile lontano da Chad come se il suo discutibile
vocabolario fosse contagioso: “Quella!” strillò, atterrito “Quella parola! La
parola con la A!”
“Amore?”
Troy si
coprì le orecchie con le mani in agonia: “Ti ho detto di non dirla, amico!”
“Cosa c’è
di così sbagliato con la parola ‘amore’?”
“Argh!”
“Okay, okay,”
Chad alzò le mani in compromesso “Ogni volta che intenderò dire amore,” ignorò
testardo il pianto torturato del suo migliore amico “Dirò… uhm, ‘pantaloni’
invece.” si fermò mentre Troy indietreggiava e l’espressione di orrore sul suo
viso diventava meno addolorata “Allora, cosa c’è che non va con… i pantaloni?
Hai… paura dei pantaloni? Perché il modo in cui tu e Gabriella vi comportate è
come se tu fossi già in-, ehm, nei suoi pantaloni.”
“E’ questo
il problema!” ululò Troy “E’ i pantaloni.
Io la pantaloni! La pantaloni fottutamente!”
Chad si
accigliò: “Se tu la pantaloni, allora… qual è il problema?”
“Io non
voglio pantalonarla!” gridò il castano “Non voglio avere i pantaloni! Voglio
essere senza pantaloni!”
Chad
rimase del tutto serio, benchè il suo immaturo senso dell’umorismo gli stava
facendo tremare incontrollabilmente la bocca: “Ma,” il ragazzo afro americano
apparve perso “Perché? Avere i pantaloni è il miglior sentimento del mondo!”
Troy
scosse miseramente la testa: “Senti, dopo il mese prossimo, andremo ai capi
opposti del Paese. Ci vedremo difficilmente e ci allontaneremo. Lei incontrerà
qualche ragazzo della Ivy League e dimenticherà tutto riguardo a Troy, il
ragazzo con cui è uscita per un po’ al liceo. Questo è semplicemente il momento
peggiore per essere pantalonato di lei.” si fermò e sospirò, appoggiandosi
sconsolato al sedile “Ma non posso evitarlo. Lei ha i miei pantaloni e per
sempre avrà i miei pantaloni.”
“Quindi
cosa farai?”
Sospirando,
Troy scrollò le spalle: “Non lo so. Non posso dirle dei pantaloni adesso. È
così eccitata di andare a New York e non voglio rovinarle la festa. E se glielo
dico, che faccio se risponde ‘Uhm, okay, grazie’ perché non mi contraccambia?
Solo… però ho solo bisogno di dirglielo. Voglio solo che sappia esattamente
quanto vale per me e che ha sempre valso per me di più di qualche stupido
pantaloni liceale. Io la pantaloni come un grande
forza-andiamo-a-vivere-insieme pantaloni. Come
voglio-spendere-il-resto-della-mia-vita-con-te pantaloni. Lei è il mio pantaloni, Chad.”
Chad fece
una smorfia: “Devi smetterla di riferirti alla tua ragazza come ad un paio di
jeans. Inizia a farmi impazzire.”
Troy
strinse i denti e i suoi occhi si indurirono: “Okay, sai cosa? Glielo dirò.
Glielo dirò, perché la pantaloni, maledizione! Io la pantaloni e non mi
interessa chi lo sa!” saltò fuori dalla macchina e prima che Chad potesse
avvisare il suo amico di non fare niente di stupido, gridò a pieni polmoni “Io
pantaloni Gabriella Montez!”
Una
primina terrificata corse via, impallidita, ma non prima che Troy le afferrasse
la mano e scoppiasse in un sorriso così largo che il suo viso sembrava sul
punto di rompersi: “Esatto!” gridò “Io la pantaloni! La pantaloni fottutamente!”
Chad
Danforth seppellì il viso tra le mani.
###
Maria
Montez, nella sua carriera di pubblico difensore, aveva visto una larga varietà
di teenagers turbati e problematici. Aveva sempre avuto l’impressione che sua
figlia, Gabriella, fosse nel lato normale della gamma, ma quella sera, non ne
era abbastanza sicura.
Entrò nel
salotto, con in mano un piatto di formaggio e crackers, notando la tensione
nella stanza. Gabriella e Taylor McKessie sedevano raggomitolate sul divano,
mentre Troy Bolton e Chad Danforth avevano leggeri graffi rossi sul viso e fissavano
in cagnesco Sharpay e Ryan Evans dall’altro lato della stanza, che apparivano
compiaciuti.
“Evans,”
sibilò Chad “Ci eravamo messi d’accordo l’ultima volta! Niente polvere
pruriginosa!”
“Non è
polvere pruriginosa,” Sharpay incrociò le braccia, sulla difensiva “E’ cenere pruriginosa.”
Maria
Montez battè le palpebre. Le feste erano di sicuro cambiate da quando lei era
una ragazza: “Ehm,” si sforzò di sorridere “Formaggio e crackers per tutti?”
“Oh, no,”
la interruppe Taylor, sorridendo “Ma grazie per la bibita di uova crude.”
La bocca
di Maria si spalancò: “La che di uova
crude?”
Gabriella
si lasciò sfuggire una risatina nervosa: “Mamma, uhm, perchè non vai di sopra
e… lavi le tue… spalle?” ignorando le proteste della madre, la spinse
praticamente fuori dalla stanza e chiuse le porte sbattendole.
Non appena
la stanza fu libera dalla supervisione adulta, Sharpay parlò: “Allora, sappiamo
tutti quanto stasera sia importante,” sogghignò compiaciuta e affondò la mano
nella sua borsetta, mentre Troy e Chad si abbassavano automaticamente “Quindi,
perché non incominciamo? Sono davvero ansiosa di prendere il trofeo.”
“Tu
vincerai,” ringhiò Chad “Passando sopra il mio cadavere.”
“E’ un
desiderio, Danforth?”
“Okay,
ragazzi,” Taylor si alzò in piedi “Finitela.” fece una pausa “Ma soltanto per
farvelo sapere, io e Gabriella siamo imbattibili. Mangerete la nostra polvere.”
“Non c’è
polvere dentro, Taylor,” rispose Ryan sprezzante “Ma tutti voi mangerete la
torta mia e di Sharpay alla fine, perché nostra madre ha comprato quindici
crostate al mirtillo da un senzatetto per strada e sta cercando di liberarsene
perché stanno facendo puzzare la casa di mirtillo.”
Gabriella
roteò gli occhi: “Okay, iniziamo. Sharpay, è il tuo turno.”
La bionda
fece uno show nell’alzarsi e volteggiare fino alla scatola. Prese attentamente
un pezzo di carta e alla parola ‘vai’ di Gabriella, le sue mani furono una
macchia, che volava agitata in ogni direzione. I suoi quattro sfidanti si
accigliarono e provarono a capire il senso delle azioni, ma Ryan ovviamente
condivideva una specie di intuito gemellare con la sorella, perché in pochi
secondi e qualche risposta veloce, urlò: “Indiana
Jones!”
“Sette
secondi,” disse Gabriella, imbronciata, ai festeggiamenti rauchi dei gemelli
Evans.
Taylor
mormorò qualcosa riguardo al barare mentre Troy e Chad discutevano un elaborato
piano in cui le gomme della macchina di Sharpay sarebbero accidentalmente state
forate da uno scoiattolo sovra-entusiasta.
“Troy,”
fece segno la mora al suo ragazzo “E’ il tuo turno.”
Chad annuì
incoraggiante mentre Troy si dirigeva verso la scatola, apparendo più nervoso
del solito. Lui e Troy erano una squadra formidabile e il Signore li aiutasse
se fossero stati battuti da Genio e Più genio e Scintillante e Più scintillante.
Gli occhi
di Troy si strinsero mentre fissava il foglietto per un secondo, prima che
sospirasse e buttasse via il pezzo di carta. Alzò tre dita reclutanti.
“Tre
parole.” disse Chad automaticamente.
Troy si
indicò lentamente.
Ryan si
accigliò: “Io.”
Troy alzò
di nuovo tre dita e poi puntò Gabriella, che apparve confusa.
“Ragazza!”
“Lei!”
“Donna!”
“Vagina!”
Troy battè
la mano contro la fronte. I suoi amici erano semplicemente troppo laterali.
Alzando due dita, fece il contorno di un cuore con le mani.
“Cuore!”
“Organi!”
“Polmoni!”
“Forme!”
“Rettangoli!”
“San
Valentino!”
“Natale!”
“Regali!”
“Renna!”
“Amico,”
chiamò disperato Chad dalla sedia “Fallo meglio! È così difficile!”
Troy roteò
gli occhi mentre Sharpay e Ryan snocciolavano parole su parole, allontanandosi
dalla base ogni volta, infine terminando con ‘suora’ e ‘Tutti insieme
appassionatamente’.
Taylor si
morse il labbro e strinse gli occhi guardandolo, come se fosse una sorta di
alieno, mentre Gabriella aveva inclinato la testa di lato, come se guardarlo da
un’altra angolazione avrebbe fatto apparire la risposta di fronte a lei.
Riprovò di
nuovo, gesticolando verso se stesso, poi delineò un cuore con le mani e poi
indicando Gabriella.
“Oh!” Ryan
apparve trionfante “Farai un trapianto di cuore a suo favore! I Giorni delle
nostre Vite!”
Troy
chiuse brevemente gli occhi, prima di occhieggiare a Chad che sembrava
addolorato al pensiero del titolo delle Sciarade che lentamente scompariva
dalla sua vista.
Infine,
puntò il dito contro i suoi jeans.
“Denim!”
“Jeans!”
“Tasche!”
“Calvin
Klein!”
“Pantaloni!”
gridò alla fine Gabriella.
La testa
di Chad scattò a fissare la mora, prima che la sua bocca si spalancasse, e
tornò a fissare Troy: “Tu… tu… tu…” balbettò.
Troy
ignorò il suo migliore amico ed invece iniziò a slacciarsi la fibbia della
cintura.
Sharpay si
accigliò: “Ryan, hai studiato i titoli dei film porno?” sibilò.
Le
orecchie di Gabriella divennero rosse mentre il suo ragazzo si cavava i
pantaloni e glieli lanciava con nonchalance, mentre lui rimaneva in piedi nei
suoi boxer con delle piccole palle da basket viola stampate sopra.
“Uhm,”
temporeggiò lei “Non lo so.”
Taylor si
morse il labbro: “Lei… ha i tuoi… pantaloni?” tirò ad indovinare debolmente.
Troy espulse
un soffio di aria fresca: “Grazie a Dio, Taylor,” urlò, ancora in boxer
“Pensavo che nessuno l’avrebbe indovinato.”
Chad
sembrava vicino alle lacrime e Sharpay e Ryan si scambiavano un’occhiata
confusa e Gabriella era ancora imbarazzata mentre stringeva i pantaloni del suo
ragazzo tra le braccia: “Ehm,” era ancora rossa come un pomodoro “Vuoi i tuoi
pantaloni indietro, Troy?”
“Aspetta,”
intervenne Sharpay “Qual’era la soluzione? ‘Lei ha i tuoi pantaloni’?”
Ci fu una
lunga pausa, prima di: “Lui la ama,” disse Chad piatto “Sostituite ‘pantaloni’
con ‘amore’. Lei ha i suoi pantaloni. Lei ha il suo amore. Lui la ama. Whoo.”
disse depresso.
Troy
divenne rosso cremisi, guardava dappertutto tranne che Gabriella: “Scusa per
questo,” mormorò “Ehm, catturato dal, ehm, momento…”
Gabriella
si schiarì la gola: “Torno subito,” disse velocemente, prima di correre fuori
dalla stanza.
Sharpay
fissò la schiena di Gabriella e l’ancora in mutande Troy, che appariva
miserabile: “Bene, ecco tutto.” disse allegra “Bolton, hai ufficialmente
rovinato la tua possibilità con Gabriella. Non sai niente delle donne? Lei
vuole candele, luce della luna e romantiche passeggiate sulla spiaggia quando
alla fine le dici che la ami… non lo spogliarello e dandole i tuoi pantaloni
come pegno del tuo amore.”
“Troy?”
chiese gentilmente Taylor “Stai bene?”
“Una volta
che sarà passato sopra l’agonizzante e tortuosa cosa chiamata essere
innamorati, starà bene.” replicò
Sharpay.
“Lei mi
odia,” borbottò Troy alla fine “Lei…”
Finalmente
Gabriella ritornò nella stanza, le braccia che tremavano sotto il peso di
almeno dieci paia di jeans e altri tipi di pantaloni. Si fermò per stare
davanti a Troy che stava guardando la sua ragazza come se le fosse cresciuta
un’altra testa: “Questi sono tutti i pantaloni che ho,” spiegò calma “Beh,
tranne per i miei jeans neri, sono in lavatrice. Ma tu… tu… tu…” deglutì e
sorrise lentamente “Anche tu hai i miei pantaloni.”
Troy
guardò lentamente dalla pila di vestiti ai suoi piedi al viso nervoso della sua
ragazza: “Io ho… io ho i tuoi pantaloni.” ripetè confuso, come se fosse nel
mondo dei sogni “Io ho i tuoi pantaloni.”
La bocca
di Gabriella tremò mentre provava a controllare il sorriso, prima di alzare tre
dita.
Troy sentì
la sua bocca farsi secca: “Tre parole.”
Gabriella
annuì lentamente, prima di balzare tra le sue braccia e piantare il più grande,
più francese bacio che lui avesse mai provato, dritto sulla sua bocca.
“Tre
parole? Ce l’ho,” disse Sharpay piatta “Argh! Miei occhi!”
Ryan
ridacchiò: “Campionato di Hockey di Tonsille.”
“Bruciare
Di Cornee.” Taylor appariva schifata.
“Scambio
Salivare Pornografico,” suggerì Chad “Sì, ragazzi, vi ricordate quando avevo
gli occhi?”
Troy si
staccò senza fiato: “Non riesco ad indovinarlo.”
Le labbra
di Gabriella si curvarono in un sorriso, prima di accostarsi di nuovo a lui con
grande dispiacere dei loro compagni:
“Io ti
amo. Sei il Mio Pantaloni.”
Fine
Okay,
questa è tenera e felice. Niente lamentele sulla tristezza, ma tanti bei
commentini si, vero?? *me fa occhi da cucciolo*
Grazie
a chi ha recensito The scientist: Angels4ever, armony_93, Satine93, lovely_fairy
e Tay_.
A
presto con un’altra fiction!!
Un
bacione a tutte
Hypnotic Poison