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Autore: SSJD    11/02/2015    2 recensioni
Qualcuno mi ucciderà per questo...
Per aver anche solo osato rendere protagonisti i personaggi di Dragonball delle opere di Omero che, probabilmente, si rivolterà nella tomba appena inizierò a pubblicare questo racconto basato interamente sull'Iliade. Unire il sacro col profano (decidete voi quale è l’uno e quale l’altro) forse non è mai una buona idea… ma l’epica e la mitologia mi hanno sempre affascinato per cui, cosa c’è di meglio che far rivivere le vicende di una guerra mai combattuta a dei personaggi mai esistiti? Mi scuso per le improbabili coppie yaoi ed etero che ho creato, per aver stravolto molti dei legami di parentela e per l’OOC di tutti i personaggi del racconto.
Il titolo scelto ha una doppia motivazione: una ovvia dovuta all'ultimo film diretto da Akira Toriyama (la Battaglia degli Dei, con i protagonisti di DBZ), l'altra storica. La guerra di Troia, raccontata nell'Iliade, infatti, fu voluta e manovrata, di fatto, dagli dei. Anche la sua fine, con la caduta di Troia, fu decisa per soddisfare i loro desideri.
Ultimo cap.: Secondo classificato al contest: 'E se le opere classiche fossero degli anime?' Di Elettra.C.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gohan, Goku, Turles, Vegeta | Coppie: Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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εννέα






Quando arrivò ed entrò, trovò il re calvo in compagnia di Krillin e di due guardie.
“Vegeta. Che notizie ci porti? Sei passato da Goku?” chiese Krillin con tono preoccupato.
“Sì, vengo ora dalla sua tenda” rispose il re cercando di capire se ci fosse qualcuno dietro le due guardie che stavano stranamente vicinissime l’una all’altra.
“Cosa…voglio dire…come sta?” continuò Krillin che, tra i due fratelli, era quello più umano.
“Rivuole la sua donna. Penso sia il momento di rendergliela, non ti pare, Napa?” continuò Vegeta rivolgendosi al fratello maggiore di Krillin, che ancora non lo aveva degnato di uno sguardo.
“Tornerà a combattere o manderà qualcun altro al posto suo come ha fatto oggi?” chiese Napa mostrando una totale indifferenza per ciò che era successo poche ore prima.
“Qualcun altro? Ma come fai ad essere così cinico Napa? Quel ‘qualcun altro’, come lo chiami tu, era il miglior amico di Goku che ha perso la vita per salvare l’onore che TU gli hai portato via, prendendoti la sua donna” rispose Vegeta visibilmente irritato.
“Quindi? Tornerà a combattere o no?” richiese lui con ancora maggiore incuranza.
“Temo che domani le sue gesta saranno le uniche che verranno ricordate di tutta questa stupida guerra. Vuole la sua vendetta e l’avrà, ma se non vuoi che venga a cercare anche te, Napa, ti conviene acconsentire a restituirgli ciò che ha chiesto” concluse Vegeta la cui rabbia era cresciuta in modo esponenziale.
Napa non fece altro che fare una smorfia di menefreghismo totale. Fece un cenno con il capo alle due guardie che, spostandosi, fecero finalmente vedere a Vegeta che, dietro di loro, era rannicchiata Chichi.
Gli uomini l’avevano legata mani e piedi e imbavagliata. Confronto a quando l’aveva vista una volta nella tenda di Goku, ora sembrava aver perso dieci anni di vita. Vegeta si trovò a pensare che, nonostante ciò che le avevano fatto passare, era sempre e comunque bellissima.
Una delle guardie la fece alzare ed estrasse un coltello con il quale le tagliò la corda che le bloccava le caviglie. Poi la fece voltare e la spinse con un calcio tra le braccia di Vegeta che la prese con forza, per non farla cadere. Senza dire nulla, la prese in braccio e, voltate le spalle ai due perfidi fratelli, uscì dalla tenda nella fredda notte calata sulla spiaggia di fronte alla città inespugnabile.
Vegeta pensò bene di passare dalla sua tenda, prima di riportare quella donna ridotta in quello stato a Goku. Entrò tenendola in braccio e la fece sdraiare sul suo letto. Le tolse immediatamente il bavaglio che le stava lacerando gli angoli della bocca e la sentì respirare velocemente, come se volesse riprendere fiato.
Chichi lo guardava con due occhi pieni di terrore e iniziò a tremare quando vide Vegeta impugnare un coltello. Riuscì a tranquillizzarsi un pochino, solo quando vide che quell’arma serviva a toglierle la corda che le aveva stretto i polsi fino a farli diventare violacei.
“Calmatevi, non voglio farvi del male. Non posso riportarvi dal vostro amato in queste condizioni. Non vi pare?” le chiese Vegeta prendendo una tela umida per poi porgergliela.
“Goku vi sta aspettando. Vi hanno detto cosa è accaduto oggi?” continuò Vegeta per sapere se la donna doveva essere preparata all’incontro con Goku.
Chichi fece cenno di sì con la testa mentre si puliva il volto con il panno umido.
“Va bene. Perdonatemi un momento. Torno subito” disse il re alzandosi e uscendo dalla tenda per poi rientrare qualche minuto dopo con in mano una veste bianca e un paio di calzari nuovi.
“Tenete, sono della mia…ehm di Marron, ve li cede volentieri” disse il re mordendosi la lingua sulla parola schiava.
Chichi prese la veste e lo guardò titubante, poi con un filo di voce, gli disse:
“Signore, vi prego, non vorrei disgustarvi con la visione del mio corpo. Non è degno nemmeno di indossare questa tunica, anche se appartiene ad una schiava, come me”
Vegeta capì l’imbarazzo della donna e subito si voltò lasciandole la possibilità di cambiarsi senza alcun timore. Mentre sentiva il fruscio degli abiti, Vegeta, senza voltarsi, le chiese:
“Vi hanno fatto del male? Perché pensate che il vostro corpo mi possa disgustare? Non lo sapete che siete bellissima?”
“Non mi sento più una donna, re Vegeta. Non mi sento più nemmeno un essere umano” rispose lei con una freddezza inverosimile.
“Posso?” chiese Vegeta per sapere se poteva tornare a guardarla oppure no.
“Sì”
Vegeta si voltò e si sedette a fianco a lei sul letto.
“Dovete dirmi cosa vi hanno fatto, Chichi. Penserò io a rendervi giustizia”
“Si sono presi tutto ciò che ero. Re Napa ha preso la mia vita, i miei sogni e il mio futuro. Mi ha svuotata di tutto: fede, speranza e gioia di vivere e ha riempito ogni mia cellula con il suo lurido seme velenoso. Ho tentato di uccidere me stessa per non portarmi dentro il probabile frutto disgustoso di quell’essere spregevole, ma mi è stato impedito. Ora ditemi, come pensate di riuscire a rendermi giustizia? Non sarò mai più ciò che ero”
“Napa pagherà per ciò che vi ha fatto. Ve lo giuro. Vi sentite pronta a tornare da Goku? O volete fermarvi ancora un po’ qui? Volete qualcosa da mangiare?” chiese Vegeta che voleva solo vederla più tranquilla.
“Posso…posso avere dell’acqua, signore?” chiese la donna timidamente.
“Certo” disse lui porgendole una brocca con dell’acqua fresca e una coppa dorata.
“Grazie, siete molto gentile, re Vegeta. Goku mi aveva parlato della vostra galanteria” disse prima di sorseggiare lentamente l’acqua.
Vegeta fece un sorriso leggermente imbarazzato. Erano anni che nessuno lo lusingava in quel modo così cordiale. Quando finì di bere, le tolse il bicchiere dalle mani e stette a guardarla per qualche secondo con un’espressione indecifrabile.
Poi le chiese:
“Desiderate altro?”
“Sì, ora vorrei avere il permesso di andare dal mio re, se non vi dispiace”
“Certo, vi accompagno. Riuscite a camminare?”
Chichi provò ad alzarsi in piedi con molta fatica e molto dolore che le comparve sul viso in una smorfia. Vegeta se ne accorse immediatamente. L’avevano costretta per tre giorni a stare con delle grosse corde da marinaio legate alle caviglie e ai polsi, provocandole terribili lividi violacei.
“Posso aiutarvi?”
“Sì, per favore…io…non ce la faccio”
“Venite” concluse semplicemente Vegeta riprendendola in braccio.
Quando lei gli mise le braccia intorno al collo, lui le fece un sorriso e le disse:
“Va meglio?”
“Sì, grazie, re Vegeta”
Il re la portò fino alla tenda di Goku ed entrò senza indugiare oltre.
Ora non c’era più solo un lumicino ad illuminare la dimora del semidio. Goku aveva acceso una ventina di candele e un piccolo falò sul quale aveva fatto scaldare dell’acqua in una grossa tinozza dorata che aveva trovato sulla nave di Napa e che aveva pensato bene di portargli via, prima di dare fuoco al resto. Quando vide entrare Vegeta con in braccio Chichi, gli andò incontro.
“Cosa le è accaduto? Perché la porti in braccio?” chiese Goku a Vegeta irritandosi.
“È solo…è solo molto stanca…e le dolgono le caviglie…” tentò di giustificarsi Vegeta.
Goku alzò la veste della donna e, quando vide i lividi andò su tutte le furie:
“Avevo detto a Napa di non farle del male. Che motivo aveva di legarla in questo modo? Come poteva scappare?”
“Napa è un animale, Goku. Gli dei lo puniranno per ciò che ha fatto a questa donna e a te”
“Gli dei hanno altro a cui pensare che a rendermi giustizia. La troverò da solo la mia vendetta verso Napa e verso di loro. Non ti preoccupare. Ora lasciamela. Penserò io a lei. Puoi andare, Vegeta”
Vegeta mise Chichi in braccio a Goku e lo salutò con un semplice sorriso. Poi, prima che uscisse dalla tenda, fu richiamato dal giovane re che gli disse:
“Vegeta, ricordati ciò che mi hai promesso. Se domani sarà il mio ultimo giorno…
“Sì, non mi dimenticherò. Buonanotte, Goku. A domani” lo interruppe Vegeta che sapeva bene cosa avrebbe dovuto fare se, il giorno dopo, Gohan avesse avuto la meglio.
“Va bene. Buonanotte Vegeta. Spero tu possa avere un buon sonno”
Quando Vegeta se ne fu andato, Goku guardò la donna tremante che aveva in braccio.
“Hai freddo?”
Chichi fece solo cenno di sì con la testa.
“Ti ho preparato dell’acqua calda. Puoi fare un bagno in quella tinozza, se vuoi” le disse Goku evitando di dirle che, quella piccola vasca, era di Napa.
Chichi fece di nuovo cenno di sì con la testa. Sognava di immergersi nell’acqua bollente per poter finalmente trovare un po’ di pace, più di ogni altra cosa al mondo.
“Vieni, ti aiuto a spogliarti. Chi ti ha dato questa veste?” chiese lui incuriosito, per forzarla a rispondere e sentire di nuovo la sua bellissima voce.
“Ehm…Vegeta. Il re Vegeta” si affrettò a correggere Chichi avendo l’impressione di essere stata sfacciata a chiamare semplicemente per nome il re amico di Goku.
Sul volto di Goku apparve un leggero sorriso e aggrotto la fronte dicendo:
“Vegeta? Ha degli strani gusti nel vestire…direi”
Chichi sorrise. Stranamente molte delle cose terribili che aveva subito in quei giorni avevano perso molto del loro peso, ora che era lì, tra le braccia forti della persona che più amava al mondo.
Goku la fece sedere su una sedia massiccia di legno intagliato, proveniente dalla nave di Krillin e, con molta delicatezza, la spogliò.
La vide mettersi le mani davanti ai seni nudi per coprirli alla sua vista e si stupì oltremodo del suo gesto. Sul volto di Goku comparve un’espressione tristissima e le chiese:
“Cosa c’è? Ti vergogni di me? Conosco ogni centimetro del tuo bellissimo corpo, cosa mi nascondi?”
Chichi non poté più resistere e scoppiò in un pianto disperato. Lasciò che lui le togliesse lentamente le mani dal seno, mostrandogli cosa Napa era riuscito a distruggere in soli tre giorni. Lividi bluastri, graffi e terribili morsi ricoprivano la pelle candida del morbido seno della donna. Dopo un primo momento di totale sgomento, Goku la guardò negli occhi pieni di lacrime. Le diede una carezza per asciugargliele e le disse:
“Avrà la sua punizione, per questo. Io non posso cancellare queste ferite che passeranno da sole, in pochi giorni. Posso solo tentare di alleviare il dolore della tua anima, amandoti per tutto il tempo che mi è ancora concesso, se me lo permetterai”
La donna smise di piangere e fece cenno di sì con la testa. A quel punto, Goku la fece alzare e la prese di nuovo in braccio per poi immergerla nell’acqua bollente della vasca.
Chichi provò un sollievo infinito. Finalmente poteva ripulire il suo corpo dai liquidi immondi che Napa aveva lasciato su di lei. Poteva purificare parte del suo corpo e lasciare che Goku si occupasse della sua anima perduta. Appoggiò la testa al bordo della tinozza, lasciando cadere i lunghi capelli neri sulle spalle e sui seni martoriati dalle torture e chiuse gli occhi per assaporare meglio il momento di pace.
Goku si sedette su uno sgabello a fianco alla vasca. Prese un panno e lo immerse nell’acqua. Iniziò a passarlo sulle gambe, sul ventre e sulle braccia per toglierle dalla pelle ciò che sapeva la disgustava. Lo disgustava. Tralasciò di pulirle i seni temendo di non saper usare troppa delicatezza e di farle male. Quando finì di passare il panno su tutto il corpo, la fece mettere per qualche istante a sedere, per poterle pulire anche la schiena. Quando si sdraiò di nuovo, Goku le diede il panno e le disse:
“Non voglio farti male, pensa tu al resto”
Chichi prese la stoffa e se la passò con cura sul seno dolorante per poi appoggiarla al bordo della piccola vasca. Rimise la testa indietro cercando di godersi il più possibile le attenzioni del re.
Goku le stava accarezzando una gamba con molta dolcezza ed era immerso in strani pensieri. Di lì a poco, arrivò a domandarsi come quella donna riusciva a farlo stare così bene e a come il suo dolore fosse incredibilmente diminuito, pur lasciando intatta la sua sete di vendetta.
Ad un tratto, le sue carezze andarono involontariamente a sfiorare l’intimità della donna che riaprì gli occhi sgranandoli in un’espressione stupita. Chichi si ritrasse un pochino e Goku capì di averle provocato un fastidio. Ritrasse la mano e si affrettò a dire:
“Scusa, scusa, ti prego. Ero sopra pensiero e non mi sono accorto. Per favore, torna a rilassarti. Sei così incredibilmente bella”
“No, scusami…scusami tu…il fatto è che non ero più abituata ad essere trattata in un modo così dolce, continua, per favore”
Goku non se lo fece ripetere due volte e l’accontentò per un tempo infinitamente lungo provocandole un piacere infinito. Le sue carezze ebbero lo stesso strano effetto dei fiori di loto. I due caddero in un oblio che fece scordare loro tutto l’odio, la cattiveria e il dolore che avevano provato negli ultimi giorni.
Quando l’acqua diventò tiepida, Goku aiutò Chichi ad alzarsi e con un telo pulito l’asciugò. La prese in braccio e se la portò a letto facendola sdraiare a pancia in giù. Le scostò i lunghi capelli neri di lato e  prese una piccola ampolla contenente dell’olio profumato e se lo mise sulle mani. Iniziò a massaggiarle la schiena partendo dal collo fino a scendere lentissimamente fino all’osso sacro.
Chichi provò un piacere assoluto. Le mani così forti di quel guerriero si muovevano sul suo corpo senza alcuna malizia, solo per darle sollievo e farla stare bene.
Il profumo dell’unguento si propagò per tutta la tenda e inebriò il loro olfatto offuscando ancora di più, le loro menti.
Quando Chichi aveva ormai perso la cognizione del tempo, Goku decise di sdraiarsi a fianco a lei, terminando con una carezza il lungo massaggio che le aveva fatto. Lei girò il capo per poterlo guardare negli occhi e, senza dire nulla, gli appoggiò la testa al petto iniziando a baciargli i pettorali scolpiti. Goku la lasciò fare fino a quando la vide mettersi a carponi per iniziare a baciarlo sempre più giù. Arrivata agli addominali però, lui la fermò:
“Chichi, no. Non voglio. Ti prego, non lo fare. Ho solo voglia di stare abbracciato a te per tutta la notte, nient’altro”
“Va bene, mio re” rispose lei e, senza chiedergli spiegazioni, si sdraiò di nuovo a fianco a lui. Appoggiò di nuovo la testa sul suo possente torace e con la mano non fece altro che accarezzargli dolcemente i capelli e il viso.
“Sono stanco, terribilmente stanco. Sono stanco di questa guerra, di questo posto, di tutto quanto. Vorrei solo tornarmene a casa e vivere in pace” le disse Goku a cui le lacrime avevano riempito due occhi tristissimi.
Chichi non gli disse nulla, si limitò a guardarlo e a baciarlo stringendogli il volto tra le mani per impedire alle lacrime di averla vinta.
Quando lei si staccò, vide che il guerriero si era addormentato.
Chichi si limitò a sdraiarsi al suo fianco, chiudere gli occhi e addormentarsi a sua volta.
 
   
 
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