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Autore: Ale78    12/02/2015    2 recensioni
Ci sono vari personaggi di twd riportati nell'Inghilterra di fine 1700,primi 1800, la storia è alquanto strana e infine, dopo, varie peripezie, ci riporta alla realtà del telefilm che conosciamo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Carol Peletier, Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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         Salve a tutti, so che avrei dovuto aggiornare il mio racconto – e non mancherò di farlo- ma non potevo tralasciare di far passare sotto silenzio il compleanno della mia grandissima amica e collega su efp, che a giorni compirà gli anni. Auguroni Anmani, amica mia, sperando che questo racconto ti piaccia almeno quanto è piaciuto, a me, scriverlo.        

                         

                                            L’incidente.

 

-Non nascondo che la cosa mi abbia divertito all’inizio, ma quel servo, non può davvero aver fatto quello di cui lo si accusa! E’ inammissibile!  E’ inaccettabile che lo pseudo valletto di Lord Grimes, si sia comportato in maniera così fuori luogo e irresponsabile. 

 

-Suvvia Lady Carol de Peletier non siate così severa. Il ragazzo è giovane e senza dubbio si sarà trattato di un increscioso, quanto accidentale, incidente. 

 

La donna guardò Lord Dale Horvath, pari d’Inghilterra e Galles, con astio mal celato.

 

-Non potrete che convenire con me, Milord, quando andrò a raccontarvi quello che è accaduto nei particolari più scabrosi essendo io stessa, una dei testimoni che assistettero al fatto. 

 

Lord Dale conosceva, e non solo di fama, la grande dialettica di Madame Peletier, e in fondo, era molto più che curioso di sapere, per giunta da un racconto d prima mano, cosa fosse accaduto alla ormai famigerata battuta di caccia nella tenuta di Woodbury House, di proprietà del suo vecchio amico il duca de Greenè, Herschel. 

Il pettegolezzo stava girando ormai da giorni, nei salotti più altolocati, nonostante la cosa fosse accaduta solo la domenica precedente.

 

-Suvvia Milady. Sono a vostra disposizione, narratemi, dunque, ciò che avete avuto la fortuna di osservare così da vicino. Permettetemi soltanto di suonare per far arrivare dell’altro the.

 

Il racconto di Lady Peletier iniziò puntualmente da dove Lord Horvath si aspettava che iniziasse, e cioè, dall’arrivo dei numerosi ospiti a Woodbury House.

 Per sua fortuna il vecchio Lord conosceva molto bene la proprietà essendovi stato ospite parecchie volte e trovandovi sempre, conforto e ospitalità, ogni qual volta si era trovato in zona di passaggio, o per una battuta di caccia particolarmente impegnativa. 

In fondo Lord Horvath e il duca de Greenè erano stati ragazzi assieme, quindi era più che plausibile una certa intimità e cameratismo fra loro. 

 

-Era una meravigliosa mattina di primavera e niente faceva presagire ciò che poi accadde. Erano presenti, oltre a me e mia figlia Sophia…

 

-Oh – la interruppe il buon Lord Horvath che ormai anziano e scapolo incallito, non aveva mai trovato il tempo, o la voglia, di costruire qualcosa di similare a una famiglia e ora, aveva sviluppato una sorta di attaccamento molto forte per la figlia decenne di Lady Peletier. 

La cosa non era passata inosservata nemmeno a Corte, tanto che i più maligni, vociferavano senza mezzi termini, che l’ingente fortuna dell’attempato Lord, sarebbe passata quasi sicuramente, alla bambina, non appena lui fosse dipartito. 

 

– E come sta Lady Sophia? E’ ancora alle prese con lo studio del francese? 

 

-Siete molto gentile, Milord! Si. In effetti, Sophia, studia ancora con molta abnegazione la lingua, come voi le avete suggerito, e ora si sta cimentando anche nello studio del pianoforte…

 

-Eccellente, - esordi il vecchio Lord.- Confido che con un’educazione di tutto rispetto come Voi state dando alla nostra pupilla, non avrà alcun problema a trovare un buon partito, non appena raggiungerà l’età giusta! Ma vi prego continuate, vi ho malamente interrotta.

 

Lady Peletier assentì con grazia e riprese il racconto. Nonostante fosse vedova ormai da molti anni, era ancora una bella donna, molto apprezzata soprattutto per la sua intelligenza.

 

-Come dicevo ero presente con mia figlia, Lady Sophia, il colonnello Shane Walsh, ritornato da poco dalle sue colonie in India, e Lord Grimes, con il figlio Carl e quella donna, quella straniera, non ricordo esattamente di dove.

 

Marcò con veemenza la cosa, in quanto, non aveva ancora digerito che il marito della sua cara amica d’infanzia, Lori, divenuta in seguito la moglie del Conte di Winter House, cioè Lord Grimes, fosse stata rimpiazzata, dopo poco più di un anno dalla sua morte, da una donna all’apparenza creola, con un nome esotico, tornata con lui, dal nuovo mondo, e che ora sfoggiava in società, tutti i gioielli e i vestiti che suo marito poteva acquistare con il suo ingente patrimonio e la sua autorità sempre più in ascesa.

 

-Ho saputo che Lord Grimes è stato rieletto alla camera dei lord ed è stato elogiato dal principe in persona per il suo operato, non è così?

 

Lord Horvath sapeva bene come funzionavano le cose in politica, lui stesso era addentro a certi meccanismi, ma voleva spezzare una lancia in favore di Lord Grimes che, in fondo, gli era molto simpatico. 

 

-Lord Grimes, sapete meglio di me, che sta facendo carriera, non cercate di fare lo gnorri signore, entrambi lo sappiamo bene, come vanno certe cose.

 

Lord  Horvath apprezzò per l’ennesima volta l’acume della sua ospite e la pregò di continuare. 

 

-E naturalmente era presente il nostro anfitrione, il Duca Herschel de Greenè e le sue due incantevoli figlie, La maggiore, in procinto di fidanzarsi con l’attendente del colonello Walsh, un giovane di belle speranze ma con un passato alquanto oscuro, da quello che ho capito pare sia mezzo orientale, o qualcosa di simile. Il padre del giovane Glenn, era un onorato commilitone del Colonello che, alla morte dell’amico, molto più anziano, promise all’uomo, sul letto di morte, di prendere sotto la sua protezione,  il ragazzo, ed ora, gli sta spianando la strada verso un matrimonio molto al di sopra delle sue possibilità reali, ma sono certa, che non è di questo che vorrebbe essere informato.

 

-In effetti, sono già a conoscenza di ciò che ha fatto il colonnello Walsh per Glenn Rhee. Conosco il giovane personalmente e sono convinto che quel matrimonio porterà felicità a entrambe le parti, ma di quale delle figlie Di Hershel stiamo parlando? 

 

-La più grande, Maggie, è la promessa sposa, come già detto, ma il fattaccio, chiamiamolo così, è avvenuto a spese della più piccola. 

 

-Vi ho già interrotto troppe volte mia cara Lady Peletier. Ora resterò muto come un pesce.

 

-Come vi ho già accennato, Milord, Lord Grimes è arrivato con la creola al ricevimento e si è portato dietro anche il suo valletto personale. Un ragazzo biondo, scialbo. Con due occhi di ghiaccio e una freddezza d’animo innaturale. Si dice che sia il figlio del guardiacaccia della tenuta di Winter House. Ragazzo, al limite del selvaggio, oserei dire. Cresciuto in mezzo ai boschi e senza la minima educazione. Un vero troglodita, insomma.

 

-Ma suvvia, lady Peletier, come è possibile che Lord Grimes, abbia accolto un uomo di siffatte condizioni, in casa sua e lo abbia addirittura promosso a suo valletto personale? 

 

Ladi Peletier si avvicinò all’anziano Lord. 

 

–Si racconta- sussurrò la donna - che il guardiacaccia della tenuta avesse due figli, e il più grande abbia slavato la vita a Lord Grimes da un pericolo immane, rimanendo ferito in modo assai grave, non volendo altro in cambio, che un futuro migliore e più agevole, per il fratello minore.

 

-Siete notevolmente e visibilmente informata, mia cara, per una persona che ha solo assistito alla fine di un dramma.- aggiunse Lord Horvalth malizioso.

 

-Voi mi conoscete signore. A che serve sapere una cosa se poi non si conoscono tutti i particolari? 

 

I due smisero di parlare all’arrivo del the.

Una volta che il domestico fu di nuovo furi dalla stanza, la donna riprese.

 

-La battuta di caccia si svolse senza incidenti di sorta, anche se tutti notarono il nervosismo di Lord Grimes, che dovette più di una volta riprendere il domestico, per non avergli ricaricato i fucili con prontezza, ma alla fine quel manigoldo, a parte qualche occhiata insolente, che di certo non sarebbe ammessa da nessun altro, ubbidì senza far storie.

Arrivò la sera ed io scesi molto presto, perché volevo procurarmi qualcosa da leggere in biblioteca, per rilassami e bere una tazza di the. Per mia sfortuna mi ritrovai nella biblioteca con la creola, quella Michonne, che si azzardò a rivolgermi la parola, quasi fossimo amiche.

 

Lord Horvat non fece commenti per sottolineare lo strano equilibrio che fra le donne, a volte, si rompeva senza particolari motivi, come avrebbe fatto in presenza di un ‘altro uomo, ma invece, si limitò a farle un cenno come a dirle di proseguire il racconto.

 

-Dopo alcune frasi di circostanza mi informai sullo stato si salute della mia figlioccia, Judith, e di come si trovasse Carl all’accademia militare, dove studiava. Poi il nostro discorso fu interrotto da alcune voci alterate che venivano dal piano di sotto. Entrambe ci sbrigammo a scendere le scale e la scena che ci trovammo i fronte aveva dell’incredibile. La figlia più piccola del Duca, era in stato pietoso, con il vestito strappato, una guancia graffiata e dei singhiozzi incontrollabili le facevano tremare il petto. E sul luogo dell’incidente chi è stato trovato? 

La donna terminò la frase con uno studiato silenzio, per amplificare il pathos della situazione.

 

- Il valletto.  Il servo, di Lord Grimes, con i vestiti laceri, sporco, e con un graffio profondo sotto l’occhio destro, come se avesse dovuto lottare. Avremmo quasi potuto indovinare perfettamente ciò che era appena accaduto, la giovinetta aggredita dal manigoldo, che cerca di difendersi da lui per proteggere la sua virtù, ma sarebbe solo potuta soccombere al bruto, se non fossero intervenuti i mozzi di stalla.

Al nostro arrivo il servo di Lord Grimes,  era trattenuto saldamente da due giovanotti ben piantati, col viso rivolto al selciato, quasi se non avesse più nessuna forza di reagire. L’ipotesi più plausibile era in quel momento, che quell’animale avesse sorpreso la giovane e l’avesse aggredita brutalmente. 

 

-Cosa ha detto il ragazzo in sua discolpa? – chiese l’anziano Lord.

 

- Il valletto? Nulla. Si è lasciato bloccare dagli stallieri e immobilizzare, e una volta che eravamo tutti accorsi sul piazzale, e chiesto spiegazioni, il giovanotto si era chiuso in un mutismo ostinato, proprio segno caratteristico dei delinquenti colti sul fatto.  Il duca de Greenè era fuori di sé e continuava a minacciarlo dicendo che avrebbe fatto allestire una forca, entro l’alba, per fagli pagare il suo tentato crimine, mentre Lord Grimes, tentava di scuoterlo per farsi dire cosa era successo, rifiutando di credere che avrebbe mai fatto una cosa del genere. 

I minuti passarono e finalmente, dopo che i primi momenti di panico cessarono, e il servo fu scortato in una stanza senza finestre sotto le cantine, fu la giovane Beth a parlare. 

 

-Davvero? E cosa avrà mai potuto dire quel giovane virgulto aggredito così platealmente?

 

-Era quello che mi sono domandata anch’io, Lord Horvalth, ma in quel momento, la sola cosa che cavammo dalla giovane, fu che desiderava parlare con suo padre e Lord Grimes in privato.

 

-Interessante. – assentì il vecchio Lord – E le voci riguardo allo scandalo messo a tacere e a un matrimonio riparatore? Sono autentiche anche quelle??

 

Lady Peletier restò in silenzio, per qualche attimo, per aumentare la suspence del momento, poi guardandosi intorno circospetta, per assicurarsi non ci fossero orecchie indiscrete nei paraggi, sussurrò molto vicino al lord, poche ma profetiche parole.

 

-Sembra proprio che la ragazza si stata compromessa, ma altro non posso dire. Occorrerebbe che qualcuno conferisse con Lord Grimes, che quasi sicuramente è più informato circa i particolari.

 

Così dicendo Lady Peletier prese congedo dalla dimora del Pari d’Inghilterra, Lord Horvalth e fece ritorno alla sua carrozza.

 

Lord Horvalth troppo avvezzo agli intrighi di corte e troppo poco cauto nelle vicende mondane, non attese nemmeno di sentire gli zoccoli dei cavalli della carrozza che portava lontano la lady, che si appropinquò allo scrittoio, pregando Lord Grimes di passare da casa sua il mattino seguente, poi scrisse una lunga lettera al suo vecchio compagno di Heathrow, il Duca de Greenè per farsi raccontare per filo e per segno gli accadimenti di cui ancora non era a conoscenza, dando assicurazione al vecchio compagno, che le sue confidenze non sarebbero mai uscite dalla sua stanza da letto, e giurando su tutti i santi del loro credo, che il suo era soltanto un mero interesse filantropico, più cose avesse saputo, più velocemente avrebbe magari,  potuto aiutare la giovane.

Il valletto di Lord Horvalth attese paziente le missive e si recò subito a consegnarle, ligio ai suoi doveri.

 

Il mattino seguente il biglietto da visita di Lord Grimes era in cima al tavolino da caffè di lord Horvalth e il vecchio capì immediatamente che le sue preghiere non sarebbero state inascoltate.

 

Lord Grimes annunciava la sua visita per l’ora del the, senza dubbio credeva che parlando con una persona così vicina al duca, avrebbe perorato la causa del suo valletto indisciplinato, ed era proprio quello che il vecchio Lord sperava di ottenere, altresì, sperò che la missiva per il suo vecchio amico Herschel avrebbe colmato le lacune sulla storia più piccante dell’ultima stagione. 

 

In perfetto orario Lord Grimes si recò all’appuntamento a casa del vegliardo e, impeccabile come  suo solito, arrivò con un landò scoperto trainato da quattro sauri di splendide proporzioni. 

 

-Lord Grimes! – disse il Lord facendo accomodare il suo ospite nel salotto – Felice che lei abbia così prontamente accolto il mio invito. 

 

-Nessuno avrebbe mai rifiutato un invito così cortese, in tempi così foschi e in simili ambasce. 

 

-E dove si trova il vostro valletto? Confesso che speravo di vederlo con voi.- chiese il Lord incuriosito.

 

La faccia di Lord Grimes, si fece scura.- Immagino già sappiate cosa è accaduto la scorsa domenica a Woodbury House. 

 

-Solo fino a quando la giovane donna ha espresso il desiderio di parlare con Voi e il padre. 

 

Il discorso restò nell’aria qualche minuto, come per sottolineare la gravità della cosa, e Lord Horvalth vide il Conte molto indeciso se raccontare o meno, cosa era accaduto in seguito.

 

-Suvvia Lord Grimes, sappiamo entrambi che il Colonnello Walsh è un intimo amico del Principe di Galles e se questa storia non giungerà ai reali con troppi particolari inventati, sarà anche merito vostro. 

 

Lord Grimes si risolse a parlare. 

 

-Daryl non ha aggredito Lady de Greenè, sia chiaro, anzi, ciò che è accaduto anche per me ha dell’inverosimile, ma ormai, l’unica cosa che conta è salvaguardare il buon nome dei De Greenè e la testa sul collo di Daryl.

 

 

Dato che l’anziano Lord non proferì parola Lord Grrimes, con una precisione temporale che sorprese il vecchio signore, iniziò a raccontare esattamente da dove Lady Peletier si era interrotta.

 

- La ragazza avvolta da uno scialle pesante rientrò nel salotto e chiuse le finestre. Fu a quel punto, che suo padre la invitò a spiegarsi.

La giovane Beth, si sedette con le spalle alla finestra, e iniziò a raccontare una storia ben diversa da quella che avremmo potuto immaginare trovandoci davanti a quello scempio.

Il Lord anziano rimase in silenzio, quindi il giovane deputato della camera dei Lord, continuò a parlare.

 

- La ragazza disse che lei e Daryl si erano già incontrati nelle visite precedenti a quella sfortunata caccia, e che alla fine erano divenuti anche amici. 

 

-Inaudito! La figlia di un Duca che fa amicizia con un servo! – disse con falsa indignazione l’anziano signore. 

 

 

- La cosa era andata avanti per parecchi mesi, e nonostante l’evidente differenza di età fra i due, era nata una sorta di simpatia tanto che, il mio valletto, aveva raccontato alla giovane duchessa che il suo umile stato era dovuto alla caduta in disgrazia di suo padre, che era un gentiluomo del Derbyshire, diseredato a causa di un incauto matrimonio, con una giovane donna ritenuta indegna dai parenti di lui. Questo nobile gentiluomo non lo era stato poi per molto, però, aveva infatti lasciato la madre di Daryl e si era imbarcato per le Indie Orientali, per cercare fortuna, dopo soltanto un anno da quella triste vicenda. 

La donna, che invece ancora aveva un briciolo di amor proprio e adorava il bambino, si diede da fare e rimboccatasi le maniche, riuscì, dopo che le ebbero comunicato la morte del primo marito che li aveva abbandonati, a contrarre un secondo matrimonio, con il guardiacaccia della mia tenuta. 

Mio padre sapeva che la donna era già stata sposata e aveva un figlio piccolo, ma il guardiacaccia di Winterhouse, era vedovo e padre anche lui, quindi non vedeva il motivo per cui ciò fosse sbagliato.

 

- La trama si infittisce, Lord Grimes.

 

Rick Grimes assentì. 

 

-Io non conoscevo tutta questa storia fino a che, alla morte di mio padre, mi fu rivelata e fu lui stesso a farmi promettere che avrei fatto tutto quello che potevo per aiutare ad innalzare la condizione sociale del mio compagno di giochi, fin da quando eravamo bambini. Purtroppo questa promessa, alla prova pratica, si rivelò più dura del previsto. Daryl era cresciuto solitario e timdo, spesso sottomesso al volere del fratellastro più grande, e soprattutto, preferiva restare nei boschi piuttosto che interagire con gli altri. Alla fine mi decisi a prenderlo come mio valletto, non era esattamente quello che qualunque altro gentiluomo nella mia posizione avrebbe voluto, ma era soprattutto mio amico, la persona con cui ero cresciuto e che io consideravo e considero tutt’ora, il fratello, che non ho mai avuto.

 

Le parole di Lord Grimes avevano il loro peso in quel contesto, ma la storia era sempre più interessante, quindi l’anziano Lord lo spronò a continuare.

 

-Non ha mai considerato la possibilità di dare un vitalizio al giovane e magari fargli intraprendere la carriera ecclesiastica? 

-Ci ho provato Lord Horvalth. Ma fu lo stesso Daryl a opporsi vivamente a quella soluzione. Il massimo a cui aspirava, era diventare guardia boschi, se non a Winter House, in qualche tenuta limitrofa, fu allora che mi risolsi a dargli quell’incarico temporaneo, in modo che avesse tempo per riflettere sulla cosa. Speravo che col tempo, trovandosi a stretto contatto con aristocratici ed ecclesiasti, capisse che la sua educazione era sprecata e che si rendesse conto che avrebbe dovuto prendere il posto che gli competeva nella società odierna. Poi la giovane Beth raccontò che lui le aveva parlato, le aveva fatto delle confidenze, che mai, nemmeno con me aveva mai tentato di fare, e ciò mi fece, quanto meno, riflettere. 

 

-Cosa accadde a quel punto? 

 

-Difesi Daryl, col Duca, sostenendo che la sua educazione e il suo retaggio, non gli avrebbero mai fatto commettere nessuno atto così vile nei confronti di una fanciulla. La ragazza poi sostenne la mia tesi raccontando cosa davvero accadde su quel piazzale. I due- come era loro consuetudine- si erano incontrati all’imbocco del labirinto, vicino all’entrata del giardino all’italiana che costeggiava il parco. Lì però la fanciulla si era accorta che aveva dimenticato qualcosa, e quindi, era rientrata in casa ma la porta era sbarrata, quindi aveva tentato di passare dalla serra. Lì c’era ilroseto e gli abiti di lei si erano stracciati, e lei stessa, aveva riportato dei tagli. Daryl aveva provato a fare da scudo fra lei e le piante, ma si era ferito sotto l’occhio destro.

Alla fine non erano riusciti a rientrare in casa ma i mozzi di stalla avevano sentito il grido della ragazza che si era ritrovata con un ragno di terra fra i capelli e avevano frainteso la situazione. 

 

- Ma perché mai il ragazzo non si è difeso, quando sono stati sorpresi? 

 

-Per non compromettere la duchessa. Se avesse raccontato che fra loro c’era del tenero e avendo fatto da chaperon alla giovane parecchie volte, avrebbe danneggiato la preputazione della giovane in maniera terribile. Ma ora capivo il suo desiderio di fare il domestico, con quella scusa aveva la possibilità di avvicinarla, senza tanti problemi. Un gentiluomo di scarsi mezzi o un curato di campagna, al contrario, non avrebbero mai potuto passare molto tempo con lady Beth de Greenè,  quindi ciò, seppure non era molto, era sempre meglio di niente. 

 

-Avrebbe potuto essere impiccato, se ne rende conto, vero? 

 

-Per Daryl la sua vita non ha mai avuto grossa importanza, fino a poco tempo fa…- aggiunse Lord Grimes divertito,- Solo che il Duca, ora pretende un matrimonio riparatore per la giovane, in quanto i due, hanno passato molto tempo insieme, senza nessun tipo di controllo. 

 

-Farebbe sposare alla giovane figlia, un domestico, pur di evitare lo scandalo? 

 

- Un domestico per scelta, che è figlio di un gentiluomo e gentiluomo lui stesso. Tagliategli i capelli, Milord e nessuno lo assocerà mai al valletto scontroso che era al mio servizio fino a pochi giorni fa, c’è solo un piccolo particolare che sarebbe a sistemare.

 

-E cioè? – chiese curioso Lord Horvalth.

 

- Se qualcuno che conosce il principe di Galles e avesse contatti con la famiglia reale, potesse fare in modo che gli fosse attribuito un qualche titolo, anche minore, bhè, con la dote della moglie avrebbero di che vivere con una buona rendita, e darebbe la possibilità a Daryl di stare lontano  da tutto quello che reputa vacuo e odioso, cioè la società inglese.

 

 

Lord Horvalth sorrise compiaciuto. – La cosa si potrebbe fare. Si decisamente, sarebbe fattibile, ma voglio parlare con i ragazzi quanto prima, se non altro per accertarmi della loro buona fede.

 

Lord Grimes sapeva del buon cuore dell’anziano lord e sospettava, a ragione, che le sue motivazioni fossero molto più legate alla sua indomita curiosità, rispetto alle ragioni futili con cui le giustificava. 

 

-E sia Milord, organizzerò l’incontro, ma meglio che si svolga a Woodbury House

 

-Ho già scritto al Duca per chiedergli lumi e magari, un pizzico di ospitalità, suvvia ragazzo, lasciatemi scrivere al Principe seduta stante mentre il mio attendente prepara i miei bagagli. Non vorremmo che il colonello Walsh farcisca di menzogne le orecchie dei reali, prima che possiamo intervenire.

 

Le cose vennero sistemate in tutta fretta e Lord Horvalth partì alla volta di Woodbury la sera stessa, accompagnato da Lord Grimes. 

 

                                    --------------

L’arrivo alla tenuta avvenne a notte inoltrata. I cavalli vennero ospitati nelle stalle e Lord Horvalth,  fu accolto con calore dal vecchio amico e compagno Herschel

 

-Grazie per essere venuto, Dale, amico mio! Ora sono certo che le cose andranno per il meglio. La tua sola presenza mi fa presagire, che gli eventi non potranno che migliorare.

 

Lord Horvalth volle subito conoscere il giovane che aveva portato tanto scompiglio nella vita del suo amico e, sebbene l’ora fosse molto tarda, le sue preghiere furono ascoltate. 

 

Daryl fu accompagnato al cospetto di un uomo che mai, in vita sua, pensava si sarebbe trovato di fronte, ma non vacillò, pur mantenendo gli occhi bassi e un profilo dimesso. 

 

- Lord Horvalth, costui è Daryl Dixon.

 

-Signore…- disse Daryl a bassa voce.

 

-Ti rivolgerai a Lord Horvalth con il suo titolo o come Lord Horvalth, - lo redarguì il Duca aspro. 

 

Daryl parve per un attimo smarrito da tanta veemenza, ma non si perse d’animo.

 

-Come volete signore. Lord Horvalth, mi scuso.

 

-Lo vedi? – sbottò il duca – Non ha la minima idea di come ci si comporti in società. E mi meraviglio che pur avendo avuto, la stessa educazione di Lord Grimes, si comporti come un…un…

 

-Daryl sa perfettamente come comportarsi in pubblico, solo che preferirebbe trovarsi in qualsiasi altro luogo, invece che qui, - si erse in sua difesa Lord Grimes, scambiando uno sguardo complice con Daryl.

 

-Ho il dubbio che voi due siate molto più uniti di quanto vogliate fare intendere, Signori. Lord Grimes, sentiamo, da quanto eravate veramente a conoscenza di Lady de Greenè e del signor Dixon? 

 

Daryl abbassò ancora più lo sguardo, se ciò fosse stato possibile, e fece una smorfia tirata, quasi dispiacendosi di quanto il vecchio Lord aveva indovinato solo trovandoseli di fronte, ma con un coraggio ammirevole, non volendo lasciare il suo amico negli impicci, parlò per primo anticipandolo. 

 

-Rick…Voglio dire Lord Grimes, ha saputo solo da pochi giorni, cosa legava me e Beth…- aggiunse imbarazzato-  E sono più che convinto, che se si potesse mantenere in piedi la fandonia che io l’ho aggredita, sarei il solo a pagare lo scotto della mia sconsideratezza. 

 

-Finiresti impiccato! – disse Lord Grimes esasperato.

 

-Si, ma la sua reputazione ne uscirebbe intatta. Mentre in questo modo si ritroverebbe legata a un uomo di classe sociale molto più bassa, senza troppi mezzi e con la sua sola dote su cui contare. Non posso accettare che lei…

 

-Forse giovanotto avrebbe dovuto pensarci un po’ prima a questa eventualità…Prima di circuire una ragazzina, lusingarla con false promesse e…

 

Il duca fu interrotto da una voce cristallina che proveniva dallo scalone centrale. 

 

-Non è andata così padre. E ho già tentato di spiegarvelo. 

 

Lady Beth de Greenè, bella e pallida come la luna, con il suo incarnato chiaro, era in piedi sulle scale e stava dirigendosi verso di loro. 

 

Salutò con una riverenza studiata tutti gli astanti e si andò a sedere su un divanetto vicino a dove si era accomodato Lord Dale Horvalth.

 

-Non fu colpa di Daryl se i sentimenti che ci legano sono cresciuti, e alla fine, credo di essere stata io a circuire lui, padre.

 

-Beth non voglio sentire queste cose in casa mia..

 

-E invece dovrai! Daryl si è sempre comportato in maniera impeccabile, inappuntabile e sincera nei miei confronti, e se anche dovessi sposare un uomo che non ha i mezzi per mantenere il tenore di vita a cui sono abituata, lo preferirei di gran lunga, a certe teste coronate che trattano le loro mogli come oggetti di arredo o, peggio, merci di scambio. 

 

Daryl intanto la guardava, attento a ogni sua parola, come se pendesse dalle sue labbra, niente in quello sguardo avrebbe fatto dubitare di quali e quanto profondi, fossero i sentimenti che albergavano nel cuore dell’uomo, nei confronti della Duchessa.

 

-Sentite le vostre parole Signora, non ho più alcun dubbio riguardo ai vostri sentimenti e a questa unione. E sono certo che quest’anno non ci saranno matrimoni più felici e riusciti in tutta la regione. – aggiunse lord Horvalth –Ed in fondo Herschel, anche tu preferiresti una cosa del genere piuttosto di dover cedere la mano di tua figlia a gente senza scrupoli come il colonnello Walsh o simili. 

 

-Ora Signor Dixon, ritengo di poter affermare che domani nel pomeriggio, al più tardi, riceverò un messaggio dal Principe che vi assegna una baronia di qualche genere e una rendita legata ad essa, la sola cosa che vi chiediamo, ragazzo, è che non facciate parola con nessuno, riguardo il vostro passato. Lasciate passare qualche tempo lontano da Londra, e il vostro nome acquisterà, presto, nuovi appellativi e il vostro volto, sarà attribuito a qualche testa titolata e non più a un oscuro valletto.  Anzi, diciamo che il valletto di Lord Grimes, è fuggito durante la notte, per sfuggire alla forca e la duchessa, si sta finalmente per ricongiungere con il suo promesso sposo, tornato dall’India. Lasciate fare a me, so esattamente come gestire la cosa, per far circolare questa voce nel più breve tempo possibile. 

Senza dubbio Lord Horvalth già pensava a Madame Peletier, ma non ne fece parola alcuna. 

 

La notte portò un’alba alquanto radiosa, mentre i preparativi per il matrimonio procedevano spediti. La lettera del Principe giunse senza intoppi con un’oscura Baronia – probabilmente del tutto inventata- nel Derbyshire e la richiesta di avere un vero resoconto dei fatti non appena Lord Horvalth fosse andato a Londra. Non solo, nella lettera si annunciava anche la visita di sua altezza per il giorno del matrimonio. 

 

-…In modo che non si possa dire, che questo matrimonio sia stato suggellato, senza benestare della corona…

 

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Il matrimonio si svolse senza grossi intoppi sebbene lo sposo non fosse proprio un gran chiacchierone e la presenza di lady Peletier che era stata invitata per avvalorare la tesi del racconto dettagliato di Lord Horvalth, continuasse - ogni volta che incrociava il vecchio Lord- a sostenere quanto lo sposo le ricordasse qualcuno. Nessuno era tanto ingenuo da pensare che la donna non avesse collegato le due cose, ma d’altro canto, la felicità dei due giovani era così palese da non lasciare dubbi riguardo la riuscita di quella unione. 

Molto più tardi, quando i due sposi si ritrovarono nell’intimità della loro camera la felicità della ragazza era palese. 

 

-Nessuno può essere più felice di me in questo momento. Non credo sia possibile…solo dovrò abituarmi a darti del voi in pubblico, ora che sei diventato barone è necessario.

 

Daryl prendendola tra le braccia, la baciò. Un bacio dolce e passionale, molto dissimile da quelli che si erano scambiati nei pressi della siepe, quando non credevano che questo sentimento avrebbe mai potuto avere un futuro, e l’adagiò sulla chaise longue, abbracciandola. 

 

-Non ti azzardare. Non voglio per nessuna ragione al mondo che qualcosa cambi fra noi due, a maggior ragione ora, che posso se non altro considerarmi un tuo pari, anziché qualcuno di cui ti saresti dovuta vergognare. Ha dell’incredibile questa vicenda…- riflettè lui a voce alta. 

 

-Per me no invece, io non credo alle coincidenze. Le cose accadono perché è così che dovevano andare.  Conosci il mito delle due metà di Platone? Le nostre anime sono legate da un filo indissolubile.- disse lei sorridendo al marito – E dato che le nostre anime sono immortali, non mi sorprenderei se fossero in grado di ritrovarsi anche se separate dal tempo. 

 

-Che vuoi dire? 

 

-Che siamo destinati a restare insieme secondo me e che, anche quando il tempo come lo conosciamo finirà, le nostre anime troveranno sempre il modo per riconoscersi e ritrovarsi.

 

-Vorrei poterla pensare anch’ io allo stesso modo, Angelo mio,  ma…

 

 

La frase venne interrotta dal brusco risveglio. 

Daryl si guardò intorno smarrito. 

Dove si trovava? Dove erano gli altri? Poi le cose tornarono chiare nella sua mente: la morte di Beth, l’aver ritrovato un campo dove erano stati accolti, poche miglia dopo. Il suo essersi isolato da tutti e tutto, per poter rimuginare sul suo dolore in solitudine. Per fortuna che il whisky di contrabbando, lo aiutava ancora…

 Si alzò a fatica dal giaciglio dove ogni notte crollava, e si scoprì a ripensare a quello strano sogno che aveva fatto e di cui ricordava quasi ogni particolare. 

Anime gemelle… sorrise pensando a quel piccolo miracolo che era stata per lui Beth Greene, ma era uno di quei sorrisi che non contagiavano gli occhi. Non credeva nemmeno di essere più in grado di sorridere così, non dopo ciò che era accaduto. 

 

-Anime gemelle…- sussurrò fra le labbra mentre il suo occhio notava qualcosa scivolare dal mobile sulla sua destra. Si voltò appena in tempo per notare la sua balestra che, appoggiata al muro, scivolava a terra, quasi se qualcuno l’avesse urtata, portando con sé una bandana. Conosceva bene quel fazzoletto, era quello che aveva dato a Beth per raccogliere le more.  Da dove era arrivato? 

 

-Vuoi forse dirmi che sei ancora qui? 

 

La sua domanda non ebbe una risposta naturalmente, ma qualcosa dentro di lui era cambiato, non era la speranza di poterla rivedere, certo, sapeva che non era possibile, ma era qualcosa di più profondo e nascosto, che gli diceva- del tutto inconsapevolmente – che doveva continuare a vivere. Per quanto ancora Daryl Dixon non poteva saperlo, ma era certo che lei era ancora, in qualche modo che non avrebbe saputo spiegare, lì con lui.  

 

                                         Fine.

 

   
 
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