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Autore: BrokenArrows    12/02/2015    0 recensioni
Dopo The End of an Ordinary Life, le due sorelle Van der Wegen tornano. Con nuove storie, nuovi intrecci.
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Dal capitolo 7:
-Alexa!-
-Che c'è?- chiese voltandosi di scatto verso la sorella.
-Smettila. Sai bene che dal momento che sono arrivata qui ho deciso di cambiare registro- disse con severità.
-Ciò che accade in Olanda, resta in Olanda-
-Sì esatto, mi piace-
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Sudden Change si tratta del SEQUEL di The End of an Ordinary Life. Dunque se non l'avete letta, cosa aspettate?
Immergetevi nel mondo di Jacqueline ed Alexandra, non ve ne pentirete in alcuna maniera;)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note delle Autrici:
Siamo tornate e siamo felicissime di poter finalmente pubblicare il primo capitolo di questa fantastica storia che a noi piace tanto (evviva la modestia) e speriamo che possa piacere anche a voi. Ci scusiamo se è passato del tempo dalla fine di The End of an Ordinary Life, ma tra impegni scolastici, sportivi e tutto il resto è stato un periodo lungo anche per noi! Aggiorneremo ogni 5 giorni.
Come al solito commenti negativi o positivi sono ben accetti;)
Buona lettura,
BrokenArrows.
 
 
 
 
 
I lunghi viaggi in aereo non le avevano mai entusiasmate. Soprattutto se significavano allontanarsi dalla propria famiglia, dalle amicizie e dagli amori.
Erano partiti alle prime luci dell'alba, lasciandosi alle spalle la grande villa dei Mikaelson, ed erano arrivati in poco tempo al Washington Dulles International, il più grande aeroporto della Virginia. Ovviamente non si erano preoccupati di comprare i biglietti o di preparare una valigia; erano semplicemente saliti sul primo volo diretto disponibile per l'Olanda, soggiogando un paio di persone.
Fortunatamente non avevano trovato quattro posti vicini, e in questo modo le ragazze ebbero l'occasione di passare del tempo da sole.
Erano in volo da più di due ore, ma nessuna delle due sembrava in vena di parlare di come avevano preso l'idea di lasciare Mystic Falls.
Ad un certo punto Alexandra si voltò di scatto verso la sorella, facendo muovere l'intera fila di sedili e svegliando il signore che dormiva accanto a lei -Lo sai che non mi metterò l'anima in pace finchè non mi dirai cosa stava succedendo in quella stanza, vero?-
La bionda si riferiva al fatto che aveva sorpreso Jacqueline mentre si faceva consolare da Elijah in modo poco consono per una ragazza già impegnata.
La maggiore sbuffò, evidentemente infastidita -Non è successo niente, Alexa! Ci stavamo solo salutando-
-Già! In una camera da letto, abbracciati, mentre Damon era di sotto ad aspettarti. Molto ovvio, sorella...- disse scuotendo la testa e tornando a sfogliare la rivista che le aveva dato un'hostess.
Jacqueline si trovò costretta a continuare il discorso -Senti, non voglio litigare- ammise, sinceramente -Siamo già in una pessima situazione e non vedo il motivo di peggiorarla...- spiegò, mentre l'uomo seduto vicino a sua sorella ascoltava con interesse i loro discorsi -Quindi, se proprio vuoi saperlo te lo dirò-
Alexandra s'illuminò -Ovvio che voglio saperlo! Se non ci dicessimo queste cose, che razza di sorelle saremmo?-
-Ci siamo baciati- sganciò la bomba senza preavviso, lasciandola a bocca aperta -Ma non è stato niente di che- si affrettò ad aggiungere, trovando improvvisamente qualcosa di molto interessanto fuori dal finestrino.
Alexandra le diede un colpo sulla spalla, facendo la voce da intenditrice -Oooh, non credo proprio che non sia stato "niente di che"! Se fosse stato così, me l'avresti detto subito. Ti conosco, Jacque-
A quel punto non aveva più senso mentirle -E va bene, mi hai beccato! Comunque non vedo dove sia il problema, dato che probabilmente non torneremo più a Mystic Falls- poi guardò quel signore invadente, lanciandogli un'occhiata fulminante -E lei la smetta di ascoltare i nostri discorsi!-
Quell'uomo si girò subito, spaventato dalla reazione di Jacqueline, e Alexandra si aprì in una grassa risata, attirandosi gli sguardi infastiditi dei passeggeri.

Dopo ben otto ore di viaggio, atterrarono all'aeroporto di Rotterdam, il Zestienhoven.
Alexandra sospirò, guardando l'insegna che riportava il nome -Spero che capiscano bene l'inglese-
-Quindi- iniziò Jacqueline, guardando suo padre -Dove si va? Vi avviso che dopo otto ore di dieta inizio a sentire una leggera fame...- non accorgendosi che osservava le persone come se fossero dei dessert.
-Abbiamo una casa a qualche chilometro da qui- le avvisò Frederik, facendosi strada tra la folla.
Uscirono dall'aeroporto e si accorsero che lì doveva già essere sera. Il sole era basso all'orizzonte e i primi lampioni cominciavano ad accendersi.
 
Mezz’ora dopo arrivarono in città. Rotterdam si presentava a loro come una cittadina tranquilla, dove erano i turisti a regnare. La loro piccola, almeno rispetto alla casa che avevano in America, casa a schiera si trovava poco distante dal centro, proprio di fronte ad un piccolo canale, attraversato da un ponte a solo accesso pedonale.
-Fuori è un po'datata, ma dentro vi piacerà, l'ho fatta arredare recentemente- spiegò Stephan -Non abitiamo a Rotterdam da tanti anni ormai, questa città mi è mancata-
L’appartamento, costruito in mattoni rossi, era costruito su tre piani. Il piano terra era adibito alla cucina - salotto e un piccolo bagno. Nonostante da fuori apparisse antica, come in seguito spiegò il nonno, l’arredamento era estremamente moderno. Al primo piano vi erano le camere separate delle ragazze, che avevano a disposizione due letto matrimoniale. Fortunatamente avrebbero condiviso solamente il bagno. Il nonno e il padre avrebbero alloggiato all’ultimo piano, dove c’erano altre due camere da letto.
Le ragazze erano stanchissime, ma la fame prevaleva sulla loro voglia di dormire e, dato che il frigorifero era ancora vuoto, furono costrette ad andare a caccia. Loro padre e il nonno non dissero niente quando uscirono di casa, le lasciarono esplorare la cittadina in perfetta tranquillità.
-Quindi...- cominciò Jacqueline, guardandosi intorno -Ci servono anche vestiti e beni primari di ogni genere-
La bionda annuì -Ehm quali soldi useremo?- chiese, accorgendosi di avere solo 15dollari con sè.
 -Per ora li soggiogheremo, poi chiederemo a papà gli alimenti che non ci ha mai dato- scherzò, facendo ridere anche Alexa.
Cenarono con alcuni turisti di origine Americana -Ohh cibo di casa- sospirò Jacqueline, poco prima di affondare i canini sul collo della ragazza soggiogata. Alla bionda capitò il ragazzo. Si fermarono con estrema difficoltà. Tutta l'ansia, le preoccupazioni e lo stress le avevano messa voglia di sangue, molto sangue.
-Domani mattina cacceremo meglio, qui i turisti non mancano- promise Alexandra alla sorella.
-Sì, va bene-
Prima di tornare a casa fecero la spesa in un negozio aperto 24h su 24 dove comprarono tutto ciò che le poteva servire. Vestiti compresi. Non parlarono molto, tutte e due sentirono il bisogno di stare sulle proprie.
Tornate a casa e sistemate cose decisero di andare a letto, per recuperare la stanchezza e dimenticarsi almeno per un po' delle preoccupazioni.
 
Non appena si ripresero dal jet lag, la mattina dopo,  andarono a caccia saziando quella fame che era rimasta dalla sera precendente.
-Mi manca- sospirò Alexa, sulla via di casa.
Jacqueline l'abbracciò, facendola sussultare all'improvviso -Lo so, lo so-
-Quanto staremo via?- si chiese, sapendo che non avrebbe ottenuto alcuna risposta -Non ce la farò, Jacque-  Si mise a piangere sulla spalla della sorella, mentre alcuni passanti le osservavano incuriositi.
-Dai, andiamo a casa- le disse, con il groppo alla gola, sapendo che quell'estate sarebbe stata lunga e faticosa per entrambe. Ma soprattutto per lei che, con le idee sempre più confuse, non sapeva cosa fare.
 
  
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