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Autore: Ale__    12/02/2015    3 recensioni
"Non si può uccidere la paura, è la paura che uccide te"
Genere: Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non si può uccidere la paura, è la paura che uccide te” disse, svanendo nell'ombra.

 

Mi guardai intorno, un velo di acqua limpida copriva il pavimento e una leggera nebbia fredda mi accarezzava il corpo seminudo.

Feci cenno di muovermi ma il corpo non rispose, come bloccato, aprii gli occhi socchiusi, alzai lo sguardo. C'erano delle catene che premevano sui polsi e sulle caviglie; allora capii...

Ero imprigionato, dove? Non so...

 

Una cinta di pareti metalliche si innalzava intorno a me per finire poi congiunto al soffitto anch'esso di metallo.

Mille domande mi rimbombavano nella mente; diedi sfogo alla paura, gridando, chiamando aiuto e imprecando dio, seguiti poi da potenti strattoni alle catene per cercare di liberarmi.

 

All'improvviso mi resi conto del freddo e, pur di salvarmi, mi sforzai di ragionare, trascorsi dieci minuti in silenzio, un silenzio che non avevo mai sentito.

Scrutai bene ogni particolare di quel posto, ma mi concentrai soprattutto sugli spiragli dai quali fuoriusciva una luce soffusa e opaca, uno in particolare, quello più basso da me raggiungibile, forse dovuto ad una porta semichiusa.

 

C'era una sola possibilità per raggiungerlo, liberarsi.

 

Cercai il punto di giuntura degli anelli della catena, lo trovai e lo misi sotto il tallone e gli sferrai numerosi colpi.

D'un tratto sentii un rumore di rottura, pensavo fossero le mie ossa, ma per fortuna mi sbagliavo, finalmente l'anello era spezzato.

In maniera analoga ruppi le altre giunture e così mi liberai, raggiunsi subito quello spiraglio e, forzandolo, lo allargai tanto abbastanza per entrarci.

 

La luce entrò in un baleno, sentii il bisogno di socchiudere gli occhi, e così feci.

Dopo qualche secondo li riaprii: prese forma un corridoio che forse mi avrebbe portato alla salvezza, alla fine di quell'incubo, lo percorsi correndo usando tutte le forze rimaste, raggiunsi un bivio e, seguendo l'istinto, girai a destra, così feci molte volte con quelli che incontrai più avanti.

 

Mi stavo muovendo in un labirinto intricato forse senza meta, svoltai ancora una volta, l'ultima.

 

Uno spazio immane avvolse i miei occhi, al centro un uomo adagiato su una sedia di legno mi osservava.

Riconobbi quell'uomo, era lui che mi aveva sussurrato quelle parole, poco tempo prima.

Con un gesto fulmineo estrasse una pistola da sotto la sua lunga giacca nera e me la puntò contro. Premette il grilletto e la pallottola partì verso di me

 

 

Paralizzato dalla paura, non riuscii a evitare la traiettoria e mi colpì fatalmente.

 

 

Solo in quell'attimo capii tutto, lui aveva ragione: “ Non si può uccidere la paura, è la paura che uccide te”; il mio corpo cadde a terra e la mia vista divenne buia.

 

 

 

Fine

 

   
 
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