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Autore: ayame90    13/02/2015    0 recensioni
[Spoiler 6x06]
Un anno è passato da quella fatidica giornata che ha segnato la vita di Peter, Mozzie, Elizabeth, ma soprattutto di Neal. Neal è lontano ormai ma non può smettere di pensare al suo passato a New York, alla sua vita "precedente". Mille pensieri gli affollano la mente e lui li mette in ordine, con un sorriso..... e nel contempo pensa che è ora di un nuovo inizio.
"E tu li aspetterai Neal, con il tuo sorriso, che tanto irritava Peter, e il cappello calato in testa, immancabile, e chissà magari anche in compagnia di una bella signora dal sorriso enigmatico."
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elizabeth Burke, Mozzie-Dante Haversham, Neal Caffrey, Peter Burke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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VECCHI AMICI …. E NEMICI ….?



Anche quel giorno Mozzie bazzicava vicino al parco ad inscenare il vecchio (ma sempre buono) trucco delle tre carte. Da un anno ormai passava sempre più pomeriggi a riprendere le vecchie abitudini delle piccole truffe, quelle maestose non erano nel suo stile; o forse in realtà stava solo cercando nel passato il modo di andare avanti, di ritrovare quello che più gli mancava: un amico.
O chissà stava solamente aspettando un altro giovane dal sorriso irriverente che lo avrebbe gabbato come successe più di dieci anni fa.
E quindi come ogni giorno, chi passava vicino a quel parco poteva sentire il richiamo di un piccoletto dalla testa calva, che facendo leva sull'ingenuità di alcuni e sulla spavalderia di altri, a fine giornata tirava su un po' di soldi senza fatica.

“Venite, venite. Chi vuole vincere un po' di soldi? O tentare soltanto la fortuna? Avanti signori, soldi facili! ….. Carta vince, carta perde. Segui la regina, seguila attentamente. Seguila piano, seguila lenta e vinci! ….. Questa? …. Mi spiace, non è. La regina è qui” Mozzie s'infilò i soldi in tasca e riprese il suo richiamo “Chi vuole giocare ancora? Nessun altro?”

“Gioco io”

“A cosa devo l'onore agente?”

Peter Burke, distintivo in mano, si avvicinò al banchetto con facilità visto che la piccola che lo attorniava si stava velocemente diradando.
Quell'intrusione avrebbe dovuto spaventare o perlomeno infastidire il truffatore, ma in realtà la cosa lo divertiva, se non era strano prima, ora ci era diventato di sicuro per accompagnarsi ai federali.
D'altronde aveva imparato che anche loro nascondono un qualche lato criminale, Mozzie ricordava con piacere i tempi dei 7 di Burke o il caso del rubino sangue di piccione, quella volta si era divertito come un bambino.

“Sai agente, è già la seconda volta che mi rovini la piazza”

“E continuerò a farlo finché ci incroceremo Mozzie, questo è illegale”

“Arrestami allora, ma sappi che così Neal non saprà mai il finale della favola” disse Mozzie incrociando le braccia e distogliendo lo sguardo da Peter. “E lui non te lo perdonerà mai” rincarò la dose.

“D'accordo, d'accordo. Per questa volta lascerò correre Mozzie. Ci vediamo stasera allora, per il finale” e detto questo Peter Burke si allontanò, non prima di aver lasciato sul banchetto delle carte il giornale che quella mattina stava leggendo a colazione.

Mozzie abbassò gli occhi mentre il federale si allontanava, il giornale era piegato in modo tale da evidenziare un trafiletto in prima pagina.


“FURTO AL LOUVRE: rubata la statua di Venere”


L'uomo non riusciva quasi a credere a ciò che stava leggendo, avrebbe riconosciuto quello stile e quella tecnica ovunque, era una delle loro!

“Neal Caffrey sei un grande!”

Il giorno dopo, l'uomo calvo e basso che era solito presenziare nel parco con il suo banchetto non si presentò, e nemmeno quello successivo e neanche il successivo ancora.
Il giorno dopo la visita di Peter, Mozzie lasciò New York alla volta a Parigi. Una volto giunto in Francia però non gli fu facile rintracciare l'amico, non aveva lasciato tracce, nessuno lo riconosceva, sembrava scomparso. L'uomo non aveva però intenzione di arrendesi così prima di continuare le sue ricerche altrove, si recò al museo del Louvre, una volta giunto a Parigi non poteva non portare i suoi saluti.
Visitò dapprima la sezione di arte greca, il posto della statua di Venere era stata prontamente riempito, ed ora si trovava ad ammirare il sorriso più enigmatico della storia. Tuttavia l'attenzione di Mozzie fu ben presto catturata da qualcos'altro.


“RAFFAELLO IN MOSTRA
Roma 15 aprile – 15 maggio 2015
Presente anche l'opera recentemente ritrovata San Giorgio e il drago”



Roma, la città eterna con più duemila anni di storia, arte e personalità.
Neal Caffrey amava Roma, era forse una delle sue mete preferite, l'unica città dove puoi vivere l'arte, far parte di essa e non solo ammirarla; e le temperature miti della primavera italiana rendevano quella ultima passeggiata nel cuore della città davvero piacevole.
Mancava ancora una tappa per concludere degnamente il suo addio alla città ed ora eccolo lì ad ammirare una delle più grandi opere del Rinascimento.
Il meraviglioso soffitto della cappella Sistina si stagliava sopra di lui e Neal rimase ad ammirarne ogni dettaglio prima di congedarsi.

Mozzie si sentiva leggermente piccolo in mezzo al colonnato del Bernini, ma questa sensazione fu ben presto sostituita da quella dell'impazienza. Erano passati tre mesi dal furto da Parigi, sapeva che sarebbe stato inutile cercare Neal se lui non avesse voluto farsi trovare, così Mozzie era rientrato in America ed aveva aspettato la mostra italiana. Oggi era il 15 maggio, l'ultimo giorno della mostra, e se ben conosceva il suo amico, era lì che l'avrebbe ritrovato.

Neal uscì dalla cappella e si godette per un attimo la vista della piazza dall'alto delle scale della chiesa, quando qualcosa di notevolmente sgargiante attirò la sua attenzione, e un sorriso gli illuminò il viso.

“Moz … Non ti sembra che l'ombrello sia troppo vistoso, per passare inosservato?”

“Ma questo non è un semplice ombrello, al suo interno contiene una piccola ricetrasmittente in grado di interferire con le comunicazioni satellitari e rendermi invisibile ai satelliti”

Neal rise brevemente, il suo amico non sarebbe cambiato mai. “Sono felice di rivederti Moz”

“La più grande truffa di Neal Caffrey. È stata spettacolare, hai ingannato tutti, persino l'uomo degli inganni” Mozzie parlava con leggero fervore, come se un anno non fosse mai passato,anche se nei suoi occhi, seminascosti dagli occhiali, si poteva benissimo leggere commozione.

“Mi dispiace Moz, ma questo era l'unico che avevo per proteggervi e ottenere la libertà. E poi mi sembra di averti lasciato anche una bella buona uscita. L'FBI non ha ancora trovato i soldi mancanti”

“Ho ancora la tua parte sai Neal. Non l'ho toccata”

“Sono tuoi Moz.”

“No! Quella è la tua parte, io non la toccherò ma tu dovrai venire a riprendertela” e la conversazione sotto il colonnato si chiuse così, con la tacita promessa di rivedersi un giorno, di ritornare nel luogo che aveva imparato a definire casa, lui che non l'aveva mai veramente avuta.



Nel ritornare verso il suo albergo Neal si era fermato a bere un caffè in uno dei tanti bar che affollano le strade italiane. E mentre si gustava il suo espresso con tostatura italiana, come quelli che beveva da Jun, ripensava alla conversazione avuta con Mozzie prima di lasciarsi definitivamente.

“E così il bambino di Peter ed Elizabeth porta il mio nome”

“Già e fortunatamente ha ereditato anche il fascino della mamma e non quello del padre”

“Non ti sembra di esagerare Moz”

“Nient'affatto”

Neal finì di gustare il caffè e si preparò per andare via, quando dei toni concitati provenienti dai tavoli posti fuori il locale attirarono l'attenzione dei clienti e della sua.

“Notevole Signor Lorenzi, potersi permettere un orologio di tale valore avendo dichiarato bancarotta” una donna esile, ma con un cipiglio e un tono degno di un militare, e folti cappelli rossi, si trovava a bloccare il braccio di un uomo vestito elegante e a sfilargli l'orologio dal polso “Questo lo prendo io, suo fratello lo rivorrà indietro. E la prossima volta le consiglio di affiancarsi ad un falsario più esperto o non ci sarà gusto nel venirla a cercare”

L'uomo non osava muoversi, dopo essersi ribellato la prima volta al tocco della donna e che questi aveva risposto tirando fuori dalla borsa un lungo bastone e lo aveva colpito al ginocchio, ora sperava solo che sparisse il più in fretta possibile così da dileguarsi anche lui.
Sarah era perfettamente a suo agio e soddisfatta, aveva recuperato ciò che le era stato assegnato e poteva tornare a casa, anche se un po' le dispiaceva lasciare l'Italia, le piaceva quel paese e le faceva tornare in mente anche un po' Neal.
E i ricordi volsero per un'istante a colui per un breve periodo ero stato il suo fidanzato, un po' le mancava quella vita, con lui non aveva mai corso il rischio di annoiarsi ma lei sapeva fin dall'inizio che non sarebbe potuta durare a lungo, appartenevano a due mondi troppi differenti per conciliare le loro esigenze e i loro caratteri.
Dopo aver scoccato un'ultima occhiata all'uomo per non fargli venire in mente strane idee sul tentare di riprendersi l'orologio, si allontanò elegante e tranquilla sotto gli occhi attoniti di passanti e turisti.
Si fermò ad una vetrina poco distante catturata da una splendida borsa esposta, e ad un tratto lo vide, Sarah si girò di scatto ma dietro di lei non c'era nessuno. Forse era solo troppo stanca, quella notte non aveva dormito granché per via di quella telefonata da New York, eppure le sembrava di aver appena visto Neal nel riflesso della vetrina. Era impossibile, Neal era morto più di un anno fa ormai, glielo aveva comunicato Peter personalmente. Eppure le era sembrato così vero ….

Neal assistette con divertimento alla scena fra l'uomo e Sarah, non si sarebbe aspettato di vederla lì a Roma, la credeva chiusa nel suo ufficio di Londra. E invece eccola lì, sempre caparbia e decisa e sempre elegante nei modi e nel vestire. Decise di seguirla per un po' mentre si allontanava fino a quando lei non si fermò ad osservare una vetrina e notò il suo riflesso, ma quando lei si girò, lui era già sparito, quella donna aveva sempre mille occhi.


San Giorgio e il drago si stagliava in tutta la sua maestosità di soggetti e colori di fronte a Sarah. All'ultimo momento aveva deciso di venire a controllare il quadro, che una volta ritrovato era tornato sotto la tutela assicurativa della Sterling Bosch. Quello era il suo ultimo giorno nella capitale italiana e una strana sensazione l'aveva resa irrequieta tutta la notte.

“Che fosse davvero Neal?”  questo era il pensiero che l'aveva tormentata e fatta rigirare nel letto tutta la notte.

Sarah passò tutta la mattina a visitare la mostra, per poi pranzare in un ristorante lì vicino e prendere  un taxi per l'aeroporto e lì un aereo per Londra.
Il giorno dopo Sarah uscì di casa alla solita ora per recarsi in ufficio, fermandosi però prima a prendersi un caffè lungo la strada. Seduta al tavolo del locale, notò lì accanto un giornale e una foto che lei conosceva fin troppo bene.


“RUBATO SAN GIORGIO E IL DRAGO:
il quadro scomparso dalla mostra in cui era esposto”


Sarah non riusciva a crederci, leggeva l'articolo con attenzione e gli occhi sgranati, era incredula. Che davvero fosse opera sua?

“Neal ...” un solo pensiero le attraverso la mente, e alla fine una certezza si concretizzò “Neal!”




Note Autore:
Nel tempo di attesa fra un esperimento e l'altro riesco a pubblicare, il capitolo l'ho scritto ieri sera sul tardi quindi potrebbero esserci degli errori, nel caso fatemelo notare e provvederò a correggerli.

Il prossimo sarà l'ultimo capitolo e tratterà di Elizabeth; è già scritto, deve solo essere formattato al pc, ma non credo di riuscirci in tempi brevi, fra laboratorio ed esami è già un miracolo che riesca a scrivere. Questo periodo di impegni finirà però il 9 marzo, quindi conto di aggiornare per il 15 marzo.


Grazie a chiunque passerà di qui, leggerà e/o commenterà! ^__^



   
 
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