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Autore: Ankwvard    13/02/2015    1 recensioni
Ed è passare la tua vita a tormentarti su quella persona a renderti vulnerabile, ma determinato.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damon Salvatore, Klaus
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mystic Falls, 1864.



«Siamo vicini, mancano pochi istanti.»  
Un maestoso cavallo bianco scortava la carrozza da ormai lungo tempo. Il suo manto d'avorio rischiarava, insieme alla mezza luna in alto, l'interminabile foresta avvolta dal buio di quella notte poco stellata.
«Non temete, signor Mikaelson, è questione di secondi e la destinazione da voi richiesta sarà raggiunta» il povero cocchiere aveva solo il compito di scortare la carrozza dalla bellissima New Orleans fino alla piccola cittadella del Sud sana e salva, dopo di che si sarebbe gettato dal Wickery Bridge o sarebbe scomparso nei boschi, tutto secondo l'effetto della compulsione dell'ibrido originale, preceduto dalla sua fama con il nome di Klaus Mikaelson. 
«Siamo arrivati, signore» annunciò l'uomo fermando i cavalli davanti ad una meravigliosa villa, per quanto poteva esserlo nelle tenebre di quella sera. Il pover uomo scese dalla sua postazione e scortò Klaus fuori dalla carrozza, che con il suo cilindro e il soprabito eleganti si guardò intorno per poi dirigersi verso il portone d'entrata. Bussò e subito qualcuno andò ad aprire.
«Ehm, buona sera, s-signore. Posso fare qualcosa per voi?» la domestica incrociò lo sguardo dell'uomo, per poi abbassarlo subito dopo aver capito che si trattava di qualcuno di importante. 
«Certo, cara, sto cercando il signor Salvatore, Giuseppe. Mi è stato riferito che posso trovarlo qui, è così?» l'ibrido aveva un accenno di sorriso sulle labbra vedendo l'innocente ragazza a disagio.
«Vi prego, entrate. Accomodatevi pure in sala, il signor Salvatore sarà subito da voi, signor?»
«Mikaelson, Klaus Mikaelson.» l'originale entrò in casa mantenendo il suo sorrisino stampato in viso, mentre lentamente si toglieva il cappello. Diede quest'ultimo alla ragazza, che salì al piano superiore per avvisare il padrone di casa, mentre Klaus osservava la sala, girandosi intorno e toccando qualche libro o oggetto qua e là. 
Era un tipo curioso, ma al contrario d'altri, la curiosità non gli aveva mai giocato brutti scherzi.
Con il suo udito sovrannaturale finalmente riuscì a sentire qualche passo avanzare verso di lui, girato di spalle a guardare l'immensa libreria di quella bizzarra famiglia Salvatore. Ma all'udire quel qualcuno parlare, notò una voce a dir poco adolescenziale per un nobile signore come Giuseppe Salvatore.
«Chiedo venia, ma mio padre non è in casa al momento. Posso fare qualcosa per voi, signore?» il povero ragazzo avanzò di qualche passo e si fermò dietro al tavolino in vetro, portandosi le mani dietro la schiena e mantenendo una postura degna.
Ecco che le teorie di Klaus erano verificate ed esatte, così sorrise appena, continuando a dare le spalle al giovane figlio dell'uomo che stava cercando. Prese un libro da uno dei tanti scaffali ed iniziò a sfogliarlo, Orgoglio e Pregiudizio.
«Avrei voluto vedere suo padre per una questione alquanto importante, che mi ha portato fin qui dalla lontana New Orleans, la mia città. Non credo di poterne parlare con voi, l'unica cosa che potreste fare al momento è rivelarmi il vostro nome, se posso permettermi di saperlo» l'ibrido continuava a parlare, gli piaceva dilungarsi nei discorsi e farsi conoscere, ma, come volevasi dimostrare, la sua curiosità era difficile da tenere a bada, e intanto pensava al nome del giovane mentre sfogliava le pagine di quel meraviglioso libro con le sue dita affusolate.
«Damon, Damon Salvatore, signore. Voi, la domestica mi ha riferito che vi chiamate Klaus Mikaelson, non è così? E' un piacere conoscervi, signor Mikaelson. Permettetemi se chiedo, ma avete detto di venire da New Orleans, che trovo una fantastica città. Ecco, posso sapere perché raccontate di voi con quell'elegante cadenza inglese?» sicuramente il giovane Damon mostrava una curiosità alla pari con quella dell'Originale, accompagnata da un certo intuito che fece voltare Klaus.
Ed ecco che i due sguardi si incrociarono. Quello scuro, del primo ibrido ormai secolare, e quello chiaro, celeste, dell'adolescente dal sud degli Stati Uniti. 
«Vede, signor Salvatore, credo che voi siate un giovane molto intelligente, mi sbaglio?» Klaus si avvicinò a lui, posando con delicatezza il libro sul tavolino di fronte ad egli, ancora più incuriosito da quel ragazzo con gli occhi azzurri e puri «A dire la verità, avete perfettamente ragione. Abito a New Orleans da molto tempo ormai, ma il mio spirito è della lontana Inghilterra, a volte ne sento la mancanza, ma io e i miei fratelli ci siamo ben ambientati al clima americano. Avete qualcosa contro i Britannici, signor Salvatore?» 
«Veramente no, signore, mi permetto di vedere i Britannici come ogni Americano oserebbe vederli, pignoli, eleganti, con l'indole del comando e pieni di savoir fair. Vi ritenete così?» Damon lanciò quella domanda come fosse una sfida, affrontata prima da Klaus stesso, infatti l'ibrido non esitò a rispondergli.
«Devo dire che in tutto questo riesco a rispecchiarmi, signor Salvatore. Il fatto è che noi Britannici veniamo visti come nemici ancora al giorno d'oggi, credo che le questioni del passato vadano lasciate nel passato» l'Originale si portò  una mano sotto il mento per poi sistemarsi il soprabito in maniera elegante.
«Concordo con lei, signor Mikaelson. Siete davvero una persona affascinante.» Damon gli sorrise, allungando poi una mano verso di lui. Klaus inclinò la testa lievemente, per poi afferrarla e stringerla da bravo gentiluomo.
«Lo siete altrettanto voi, signor Salvatore. Dite a vostro padre che verrò a fargli visita un altro di questi giorni, presto. Per quanto riguarda voi, è stato un grande piacere conoscervi.» egli sorrise al ragazzo dagli occhi angelici e lasciò la sua mano, dirigendosi verso la porta. Damon fece uno scatto e lo seguì, "lasciate che vi accompagni" gli disse, era veramente rimasto affascinato da quel misterioso uomo inglese. Dopo essersi ripreso il cappello, Klaus salutò con un cenno il giovane e si diresse verso la sua carrozza, girandosi un'ultima volta verso il ragazzo, avrebbe voluto rincontrarlo presto. E allo stesso tempo, Damon aspettò che l'uomo entrò in carrozza per chiudere la porta definitivamente. Sorrise ancora per poco, sentiva che presto l'avrebbe rivisto, aveva ancora tante cose da chiedergli.
  
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