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Autore: aturiel    13/02/2015    2 recensioni
Non ci sono parole adatte per qualcuno che è stato sconfitto, soprattutto se chi le dice è il vincitore.
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Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non ci sono parole adatte per qualcuno che è stato sconfitto, soprattutto se chi le dice è il vincitore.
Non ci sono parole adatte, per questo aveva scelto di voltargli le spalle e dirigersi verso gli spogliatoi, quando invece avrebbe voluto allungare una mano e aiutarlo ad alzarsi da terra; probabilmente così l'avrebbe solo ferito, o al contrario legato ancora più a sé, rendendolo totalmente dipendente dal suo basket.
Non era mai stato molto sveglio, ma sapeva di esserlo abbastanza da capire che se avesse fatto ciò che il suo corpo desiderava, avrebbe perso il ragazzo che – segretamente – più ammirava dopo se stesso.
Ad ogni passo però sentiva un cuore cadere e frantumarsi, il rantolare di un respiro già rotto dalla fatica e la delusione, la disperazione di qualcuno che si era impegnato al massimo e aveva perso.
Come avrebbe fatto a sopportare quei rumori? Probabilmente l'avrebbero tormentato di notte, nei suoi incubi, e lui non avrebbe avuto la forza di respingerli.
Due occhi appuntiti, color del miele sarebbero stati la sua condanna, quelli e la sua arroganza. Ma non avrebbe rifiutato nessuna delle due cose, questo no, mai.
Si dirigeva verso gli spogliatoi e la sua mente stremata dallo scontro e lacerata dai sentimenti contrastanti pulsava dolorosamente, proiettando imperterrita le immagini di quei dannati occhi e di quel corpo felino che si sforzava di copiare i suoi movimenti. Si sentiva strano nel rivederlo mentre piegava le ginocchia e le adattava alle sue, mentre assottigliava le pupille e induriva l'espressione: era come vedere se stesso riflesso in uno specchio.
L'aveva rinnegato, aveva deciso che non lo ammirava più. Davvero? Davvero aveva perso un affetto così profondo per una partita?
Era convinto di aver vinto, ma in fondo sapeva di aver perso.
Non ci sono parole adatte per qualcuno che è stato sconfitto, soprattutto se chi le dice è il vincitore; per questo Aomine non disse nulla a Kise e gli voltò le spalle, anche se avrebbe voluto porgergli la mano e aiutarlo a sollevarsi da terra, anche se avrebbe voluto consolarlo con una pacca sulla spalla, anche se avrebbe voluto dirgli quelle due parole che da troppo tempo premevano sul fondo della sua gola.
Non ci sono parole adatte per qualcuno che è stato sconfitto, soprattutto se chi le dice è il vincitore; per questo Kise non disse nulla ad Aomine quando lo vide allontanarsi diretto verso gli spogliatoi, anche se avrebbe voluto dirgli che non tutto era perduto, anche se avrebbe voluto mettersi a ridere per non fargli pesare la vittoria, anche se avrebbe voluto dirgli che, se l'ammirazione era scomparsa, al suo posto era nato qualcosa di molto, molto più profondo.
Ma nessuno dei due perdenti riuscì a far qualcosa, perché sapevano entrambi che, qualcunque cosa avessero fatto, non sarebbe stata mai abbastanza. 
   
 
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