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Autore: cin75    13/02/2015    7 recensioni
Quale giorno migliore per scoprire l'amore, se non il giorno di San Valentino??
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“La prego..la prego Miss Shelly!! La mia macchina non parte, il mio cellulare è andato e tra un ora ho un incontro molto importante dall’altro lato della città. Per favore, mi lasci usare il telefono della segreteria per sistemare le cose con….” faceva con tono agitato Jared, ma cercando di mantenere la calma per non sembrare maleducato.
“Jared, lo sai. Il telefono della segreteria è off limits da quando quegli studenti hanno fatto quello stupido scherzo, perciò….” Rispose facendo innocentemente spallucce , la segretaria.
“La prego. Se le dicessi che mia madre sta male?” azzardò.
“Tesoro, tua madre sta davvero male?” chiese sospettosa.
Jared la guardò. La sua bocca voleva parlare ma si rifiutava di dire quello che sarebbe servito.“…No.” Confessò sconfitto. “Ma è importante lo stesso!”
“Sono contenta per tua madre ma mi dispiace per te. Il telefono non si usa. Passerei un guaio….”
“Dannazione!!” esclamò tra i denti e abbandonando il capo sul bancone della segreteria. “Dovrò imparare a mentire  uno di questi giorni!”
“Jared?” fece una voce alle sue spalle.
“Sì. Tu chi sei?” chiese Jared non riconoscendo subito il collega di università.
“Io…io sono Jensen. Jensen Ackles.” si presentò il ragazzo.
“Oh!!! Sì….sì. Scusa. Tu sei l’assistente del prof. Singer. Meccanica applicata, se non sbaglio?!” si ricompose immediatamente. Anche perché Jensen non era un tipo che passava assolutamente inosservato, sia dalla platea femminile che da quella maschile.
“Sì. Giusto.” Confermò Jensen.
“Che posso fare per te?....ma che sia una cosa veloce perché sono già con il cappio al collo con il tempo!!” si giustificò il giovane per quella sua fretta.
“Beh!! in effetti …non volevo…ma ho sentito che hai bisogno di un passaggio. Io vado da quelle parti e se vuoi, potrei darti un passaggio?!” si offrì Jensen.
“Sul …..sul serio?”
“Certo. Se mi assicuri di non essere uno psicopatico assassino che cercherà di farmi fuori a metà tragitto!” scherzò.
“Potrei pensare lo stesso di te!” lo parafrasò Jared sorridendogli.
“Già. Ok! Allora, che facciamo ci fidiamo entrambi?!”
“Mi serve quel lavoro, quindi, sì. Mi fido.” Acconsentì Jared.
“D’accordo. Andiamo allora!”
 
Mentre erano in macchina e si infilavano nel traffico per raggiungere l’ufficio del prof. Morrison, Jensen chiese a Jared il perché di tanta…..disperazione.
“Hai parlato di lavoro. Posso chiederti di che cosa si tratta?”
“Certo. Ormai sono alla tesi e mi manca davvero poco e nella sede distaccata dell’università…”
“La facoltà di lettere?!” chiese per sicurezza, Jensen.
“Sì.  Il professor Morrison cerca un assistente e un amico mi ha detto che ancora non si decide tra i candidati e che quindi potrei provarci dato il mio indirizzo di studio.” gli spiegò fiducioso.
“Che sarebbe?”
“Storia antica e mitologia.” rispose orgoglioso.
“Un provetto Indiana Jones!?” lo stuzzicò Jensen. La stazza c’era. Lo sguardo intrigante anche. E gli occhi…beh!! , gli occhi erano intelligenti  e dolci proprio come sembrava essere Jared. Come sapeva essere Jared!!
“No. Niente di così assurdo e cinematografico.” Si affrettò a correggerlo, Jared. “Mi piace solo sapere quali sono gli eventi che ci hanno portato alla nostra storia e dove ci porteranno gli eventi che saremo in grado di scatenare noi.”
“Affascinante!”
“Molto!”
“Ok! Siamo arrivati a destinazione.” Fece ad un certo punto del tragitto, Jensen. Accostò accanto al marciapiede e si preparò a salutare il passeggero.
“Magnifico! Io davvero non so come ringraziarti, Jensen.”
“Figurati. Senti…” fece prima di lasciarlo andare del tutto. “ Io starò da queste parti per almeno un paio di ore buone e tu sei comunque a piedi e senza cellulare. Che ne dici se il primo che finisce aspetta l’altro?” suggerì semplicemente.
“Mi piacerebbe, ma non vorrei approfittare di te più di quanto abbia già fatto!?”
“Lascia giudicare a me se ti stai approfittando o meno, ok?” gli rispose sorridendogli amichevolmente.
“Ok! Allora a dopo!”
“A dopo!”
 
Come previsto, qualche ora dopo, i due si rividero. Fu Jared ad attendere Jensen che gli lampeggiò con i fari non appena lo vide. Il giovane entrò in macchina. Jensen lo fissò e potè giurare che era raggiante. Ma chiese lo stesso per evitare di fare una qualche gaffe.
 “Allora, come è andata?!”
“Caro collega, stai parlando con il futuro assistente del dott. Morrison!!” fece entusiasta Jared.
“Grandioso. Congratulazioni. Allora stasera si festeggia?!” si accodò all’entusiasmo, Jensen, che istintivamente si ritrovò ad abbracciare il giovane che non si ritrasse , anzi,  sembrò gradire e ricambiare quel gesto così sincero.
“Decisamente. Non sbarcherò in lunario, ma di sicuro mi renderà le cose più semplici e poi adoro l’università e quell’aria di “sapere” che si respira quando giri tra i corridoi o nelle aule studio.” fece quasi con aria sognante.
“Non ti facevo così …nerd!” fu invece il commento di Jensen
“Oh andiamo!! Non sono un….nerd.” si difese Jared.
“Credimi lo sei.”
“No, non lo sono.”
“Sì. Lo sei!!!” sorridendogli di più.
“No. Ti sbagli!” concluse deciso Jared.
“Piccolo nerd test?!” esclamò Jensen.
“Cosa?!”
“Andiamo, rispondi e basta: Ti piace di più un libro o il film da cui è tratto?” fece Jensen.
“Il libro, logico!”
“Serie Tv o reality?”
“Serie tv! Che domanda!!”
“Supernatural o Glee?!”
“Supernatural. Glee è gradevole ma preferisco sempre le versioni originali delle canzoni!”
“Sei nerd!” fu il verdetto dato senza pensarci troppo.
“Ma cosa…”
“….e anche gay!” aggiunse con altrettanta decisione.
“Io non sono…” si premunì di giustificarsi Jared.
“nerd?..gay?” domandò retoricamente, l’altro.
“Io…” ma non fece in tempo a rispondere che Jensen gli mise una mano dietro la nuca e lo attirò vicino. Troppo vicino alla sua bocca. Gli bastò respirare per posare le sue labbra su quelle di Jared. Lo baciò. Si baciarono. Jensen rinsaldò la presa che aveva sul collo di Jared e piano fece scivolare la sua mano dalla nuca alla guancia del giovane.
Jared sentì la dolce pressione della bocca di Jensen sulla sua. Un brivido di inatteso piacere lo fece tremare e lo costrinse ad afferrarsi con una mano alla camicia di Jensen. Strinse il pugno sulla stoffa e facendosi guidare solo dalla meravigliosa sensazione che quel bacio gli stava dando, si tirò contro di lui,  Jensen.
Il bacio divenne più profondo, più intimo. L’essersi staccati solo per potersi baciare ancora aveva reso le loro labbra umide e rosse e ancora più invitanti e desiderose di baciare e di essere baciate.
Quando finalmente decisero di allontanarsi, si scostarono solo di poco uno dall’altro, ma non smisero mai di guardarsi. Jared sorrise al sorriso quasi impertinente di Jensen.
“E se non fossi stato gay?!” chiese a bassa voce per non spezzare quel momento così particolare.
“Credo che a questo punto starei cercando una bistecca da mettermi sull’occhio!” scherzò Jensen.
“Come lo hai capito?” chiese curioso.
“Il test.”
“Il test era per capire se sono un nerd!” lo corresse Jared, mentre non riusciva a smettere di tenersi alla camicia di Jensen.
“Con le prime due domande…ma l’ultima serve ad altro!”
“Guardare Supernatural rende ..gay?!” chiese sorpreso.
“No, assolutamente. Ma andiamo!!!...quei due sono davvero un bel vedere e poi…” e poi c’era di nuovo Jared che lo stava baciando e Jensen riusciva a sentire che il giovane stava sorridendo e ne fu felice e si lasciò andare in un bacio molto più appassionato e coinvolgente del primo che si erano scambiati solo pochi minuti prima.
“E poi..cosa?” disse a pochi centimetri dalle labbra ancora protese di Jensen.
“E poi devo confessare che sapevo di te. E quando oggi pomeriggio ti ho visto al bancone della Shelly ho deciso di farmi avanti.” confessò in imbarazzo e Jared trovò così adorabile vederlo arrossire.
“Ho ancora voglio di festeggiare!”
“Ok!, dove ti porto?!” chiese Jensen, mentre si ricomponeva.
“Casa tua?!” lo stupì Jared, che sorrise vedendogli serrare le mani intorno al volante.
“Sei…sei sicuro!?”
“Almeno che tu non voglia fermarti qui?!”
“No, no assolutamente. Ma è solo che non vorrei che …tutto..finisse dopo!” balbettò certo di non essere stato assolutamente chiaro.
Jared lo baciò ancora. “Andiamo e vediamo come vanno le cose, ti va? Non dobbiamo fare niente di scontato!”
“Sembra quasi un appuntamento!” disse Jensen mentre metteva in moto.
“Beh! E’ San Valentino. Quale giorno migliore per gli appuntamenti!?”
 
Parlarono e risero mentre andavano verso casa di Jensen. Ogni tanto si scoprivano in silenzio , solo perché entrambi si rendevano conto dell’alchimia così naturale che si era instaurata così velocemente tra loro. Sentivano entrambi che non si trattava solo di una cosa fisica, che c’era qualcosa che poteva andare ben oltre un unico e solo appuntamento.
Quando entrarono nell’appartamento di Jensen, il maggiore fece gli onori di casa. Casa che si maledisse non aver riordinato la mattina prima di uscire.
 “C’è una piccola veranda di là. Perché non prendi la bottiglia di vino che c’è in frigo, la porti fuori con due bicchieri e la stappi. Io nel frattempo rendo questo posto più civile, così se più tardi ci andasse di guardare un film o…”
“….o una puntata di Supernatural!” ironizzo sorridendogli, mentre apriva il frigo.
“…beh! comunque sia. Vorrei evitare di farti sedere su qualche camicia o jeans lasciati in giro stamattina.” si giustificò, mentre raccoglieva tutto quello che c’era da raccogliere.
“Tranquillo. Il mio appartamento è messo peggio. Comunque, se la cosa fa starti meglio, ti aspetto in veranda.” Lo rassicurò e poi: “Jensen?”
“Sì!?” fece l’altro guardandolo in attesa della domanda.
“Non farmi aspettare troppo!”
“Cinque minuti. Lo giuro.” rispose mentre velocizzava le opere di pulizia.
 
Seduti uno di fronte all’altro, i due ragazzi parlarono tanto. Parlarono a lungo , felici di scoprire quante cose avessero in comune. L’amore per la musica, per gli animali,  per i viaggi in posti lontani dal clamore delle città. La passione per il cioccolato e per le caramelle gommose. Poi Jared si versò altro vino e si accorse che la bottiglia era finita. Bevve e indicò a Jensen la bottiglia vuota.
“Ne prendo un'altra!” fece Jensen alzandosi.
“Io sono a posto ma se a te va ancora del vino, posso pensarci io?!” disse e Jensen lo guardò pensando che il giovane volesse andare a prenderne un'altra per non essere servito. Ma restò basito quando vide Jared avvicinarsi a lui e dopo averlo afferrato per i fianchi e averselo avvicinato , gli incorniciò il viso con le mani e piano gli posò le labbra sulle sue. Jared le assaggiò piano e piano lasciò che Jensen assaggiasse le sue, sentendo ancora il sapore del vino appena bevuto.
“Forse siamo ubriachi!” disse piano Jensen.
“Devo confessarti una cosa!”
“Cosa?!”
“Ho bevuto solo un bicchiere di vino durante tutta la serata!” confessò colpevole Jared senza allontanarsi troppo dalla bocca di Jensen.
“Ma…”
“Svuotavo il mio bicchiere e un po’ della bottiglia nella pianta che avevo vicino, quando tornavi in cucina. Non volevo che questa serata svanisse nei fumi dell’alcool!” fu la scusante a quello spreco di un buon vino italiano.
“Anche io devo confessarti una cosa!”, gli sorrise per niente seccato Jensen. “Svuotavo il mio bicchiere ogni volta che andavo dentro per prendere qualcosa da mangiare!”
“Allora credo che entrambi lo abbiamo fatto perchè vogliamo qualcosa da ricordare!” concluse Jared, mentre si stringeva di più contro il corpo di Jensen.
“Decisamente.” sussurrò il maggiore prima di baciarlo ancora. Fu un bacio lento, morbido. Che non aveva fretta di accendere il desiderio, ma che voleva gustarsi ogni attimo, ogni fremito e ogni sussulto dei due cuori vicini.
Poi, delicatamente , fu Jared ad allontanarsi, ma non troppo, da Jensen. Lo prese per mano e lo riportò in casa. Il giovane si guardò in giro come se stesse studiando la pianta dell’appartamento , per capire dove dovesse andare. E quando scoprì la porta della camera da letto di Jensen, vi si avviò con calma , senza mai lasciare la mano che teneva stretta e che si stringeva alla sua.
Quando entrarono nella stanza, Jared si voltò verso di Jensen, che lo aveva seguito in silenzio. “Mi piace!” disse al padrone di casa, dopo essersi guardato intorno. “E mi piaci tu!” continuò e sorrise quando vide Jensen deglutire quasi nervosamente.
Poi, qualcosa nel volto del maggiore mutò. Si fece deciso, tutto di un tratto, risoluto. Conscio di ciò che stava per accadere.
Jared, vide il desiderio brillargli negli occhi e ne restò affascinato perché gli occhi di Jensen erano di un bellissimo verde smeraldo e quella luce che ci aveva appena visto, li aveva fatti sfolgorare davanti a lui.
Jensen, a quel punto, riprese il controllo delle sue emozioni e delle sue timide insicurezze. Accarezzò il volto di Jared e dopo averlo baciato leggermente gli passò oltre e si avvicinò al mobile alto dove c’era la base del suo I-pod con l’apparecchio musicale inserito.
 “Resta qui!...voglio mettere un  po’ di musica!” disse con la voce calda e bassa mentre si lasciava alle spalle Jared, che ora sembrava quello in….difficoltà.
“Io…io non so ballare!” tentò di scusarsi.
“Non ci servirà per ballare!” gli spiegò ammiccante Jensen, mentre ritornava verso di lui.
“Oh!!” comprese Jared.
“Oh!!” convenne Jensen.
E mentre Jared cercava di tenere il suo respiro sottocontrollo, Jensen faceva partire una canzone e si assicurò di aver schiacciato il tasto Repeat per evitare che una qualche canzone assurda rovinasse il momento.
https://www.youtube.com/watch?v=y8AWFf7EAc4
 
Delicati arpeggi di chitarra cominciarono a riempire la stanza. Caldi, quasi avvolgenti quanto lo sguardo che Jensen aveva mentre guardava Jared.
“Jeff Buckley?” sussurrò Jared riconoscendo quell’intramontabile e dolcissimo motivo.
“E’ la mia canzone preferita!” fece Jensen baciandogli delicatamente la bellissima linea del collo.
“L’adoro anche io.” rispose in un sospiro smorzato quando sentì le labbra di Jensen premere più decisamente sulla sua spalle contratta.
“Allora credo che sia perfetto.”
“Perfetto per cosa?!” lo stuzzicò Jared mentre indietreggiava verso la spalliera bassa del letto fin quando non dovette fermarsi.
“Per questo!” rispose suadente Jensen e nel dirlo iniziò a sbottonargli lentamente la camicia e quando anche l’ultimo bottone scivolo via dall’asola, il ragazzo infilò le mani al di sotto della stoffa bianca e accarezzandogli sensualmente il torace che via via si faceva più affannato. Piano arrivò fino all’altezza delle spalle e lasciò che la camicia cadesse a terra in un soffice sussurro.
Jared si sentiva ipnotizzato da quello che stava accadendo. La luce soffusa della stanza, la musica ammaliante, la voce a tratti disperata del cantante, i tocchi, i baci e le carezze di Jensen su ogni centimetro della pelle del suo petto.
Tutto. Tutto lo stava mandando in un estasi di meravigliose sensazioni.
E’ vero!, era stato lui a prendere l’iniziativa con Jensen chiedendogli di  passare la sera insieme. Sempre lui lo aveva baciato ancora quando invece avrebbe potuto mettere fine a tutto. Lui lo aveva portato in camera.
Ma ora!! Ora, era Jensen quello che sembrava avere il controllo mentre lui lo stava decisamente perdendo. E si perse ancora di più quando si accorse che Jensen lentamente lo stava baciando lungo la linea dello sterno, accarezzandolo con dolce decisione sui fianchi e molto molto piano scendeva fino all’altezza del suo ombelico. Jared tremò quando il compagno si fermò e con la lingua segnò la linea del suo ventre. Dovette aggrapparsi con le mani al legno del letto per evitare di piegare le ginocchia.
Jensen si accorse di quel…segno di piacevole debolezza di Jared e alzando lo sguardo verso il giovane, sospirò sorridendo : “Halleluja!”
Jared ricambiò, anche se con un sorriso più teso. “Oh sì….halleluja!”
Il maggiore tornò su e senza mettere troppo spazio tra loro, si spogliò della camicia così che entrambi fossero a torso nudo e potessero godere del loro calore. Del calore della loro pelle.
Poi, quasi come se avessero avuto la stessa ispirazione, entrambi misero le mani sulle chiusure dei pantaloni e ignorando la sorpresa di quel movimento compiuto nello stesso momento, cominciarono ad agire sui bottoni prima e sulle cerniere dopo. Non fu qualcosa fatta con la fretta, anche perchè la musica che stava continuando ad andare, li portava naturalmente a fare tutto con molta calma, assaporando ogni movimento, ogni respiro, ogni brivido che correva sulla pelle, ogni tremore che li portava a spingersi verso il corpo dell’altro per trovare sollievo.
Qualche momento dopo si ritrovarono nudi. Si guardarono, si ammirarono e i loro occhi sembravano fotografare ogni muscolo, ogni curva dei loro corpi, ogni ombra che giocava su di loro, così da poter avere quelle immagini sempre impresse nella loro mente.
Poi, con movimenti leggeri , Jensen spinse Jared al lato del letto , così da potersi sdraiare. Lo accompagnò gentilmente verso il materasso e gli si sdraiò accanto, incrociando le loro gambe così da poter stare più vicini possibile.
Jared lo abbracciò, quasi non volesse farlo allontanare. Capì che gli piaceva sentire Jensen accanto a lui, sopra di lui. Capì che si sentiva bene con il calore del suo corpo. Scoprì che adorava accarezzarlo, accarezzargli la schiena forte e tesa contro di lui. Scoprì che la sua mano amava aprirsi il più possibile sulla pelle accaldata e toccarne quanto più ne poteva. E mentre continuava ad accarezzare Jensen e a baciarlo, fu proprio Jensen a fare quel passo in più. Gli scivolò addosso e con movimenti lenti, sensuali ma molto espliciti, si fece posto tra le gambe del giovane. Quando i loro bacini aderirono alla perfezione entrambi inspirarono vistosamente e si aggrapparono l’uno all’altro quasi d’istinto.
“Non pensavo che sarei arrivato a….” ma restò per un secondo in silenzio solo perché la sensazione di Jensen così vicino lo fece tremare, ma questo Jensen non lo sapeva e fraintese.
“Se vuoi che mi fermi….dimmelo!”  si preoccupò di chiedere.
Jared gli sorrise e si mosse contro di lui, si sistemò meglio contro il suo corpo. “Non pensavo che sarei arrivato a desiderarti tanto!”
“Oh mio Dio!!” e quelle parole non furono altro che un dolce e romantico incentivo ad andare avanti e a farlo in quel modo.
Jensen , con una mano, accarezzò il fianco di Jared fino ad arrivare alla gamba che il giovane teneva leggermente sollevata per darsi un appoggio più forte, per potersi spingere contro il corpo di Jensen. Gliela sollevò, e Jared la tenne stretta al corpo del compagno così da facilitargli i movimenti e quando Jensen con delicatezza entrò dentro di lui, affondando piano, lasciando che il corpo di Jared si abituasse alla sua presenza, si meravigliò di quanto dolce fosse stata quell’invasione, tanto da non procurargli dolore, ma solo piacere.
Cullati dalla melodia che udivano, i loro corpi cominciarono a muoversi all’unisono. Perfettamente sincroni. Bellissimi. Le carezze e i baci avevano preparato la via. Il calore delle loro pelle e il suono inebriante dei loro sospiri ne avevano intrapreso il percorso. L’unione profonda dei loro corpi vicini li stava portando alla meta.
Il piacere provato fu inaspettato. La dolcezza e la passione con cui lo stavano provando fu totalizzante. La voglia e il desiderio di scoprire quanto altro piacere potesse portare quel piacere già tanto grande fu come un segreto che presto si sarebbe svelato a loro. E così fu. L’orgasmo li raggiunse dal profondo dei loro corpi. Li attraversò come un fiume in piena. Fermò i loro respiri nel bacio che si scambiarono quando quella scarica di piacere li fece tremare. Costrinse le loro mani a stringersi convulsamente sui loro corpi per evitare di cadere prigionieri di un estasi troppo devastante.
Quando Jensen lasciò le labbra di Jared su cui aveva confuso il gemito del suo piacere con quello del compagno, si adagiò completamente sul corpo del giovane e nascose il volto tra la spalle e il collo del suo amante.
“Halleluja!” disse ancora.
“Halleluja!” gli fece eco un Jared ancora vistosamente affannato e perso negli ultimi tremori dell’amplesso.
Poi Jensen lo liberò dalla sua presenza e gli si sdraiò accanto. Continuava ad accarezzargli il petto ora più tranquillo, a guardargli il viso beatamente soddisfatto e sereno. Non riusciva a smettere di guardarlo. Lo aveva desiderato per così tanto tempo che ora, gli sembrava un sogno averlo al suo fianco.
“Tutto ok?!”
“Meravigliosamente!” fu la risposta semplice che venne accompagnata con un bacio leggero. “Potrei abituarmi a tutto questo!” disse malizioso, Jared.
Jensen lo guardò e il suo cuore sobbalzò dalla felicità quando gli sentì pronunciare quelle parole. Gli si fece più vicino e con due dita dolcemente gli prese il mento e lo fece voltare verso di lui, così che potessero guardarsi.
“Vuoi essere il mio Valentino?!” chiese con aria trasognata.
Jared sorrise, e quel sorriso gli illuminò il viso. I suoi brillarono di mille sfumature di verde e ambra. Jensen ne fu ammaliato, rapito e in quella stasi aspettava trepido la risposta di Jared.
“Come ti ho detto: potrei abituarmi a tutto questo.”
“E’ un si?” chiese quasi timoroso Jensen.
Jared con un movimento veloce lo costrinse spalle al materasso e subito dopo gli fu sopra. “Vediamo se così sono più chiaro!” e iniziò a baciarlo. E sembrava che la dolcezza di qualche momento prima avesse lasciato posto alla più estasiante passione. Jensen non ebbe bisogno di alcuna risposta. I baci languidi e le amorevoli attenzioni con cui Jared si prese cura di lui, lasciarono fuori ogni dubbio.
 
Quando la mattina illuminò la stanza, i due ragazzi erano ancora addormentati uno tra le braccia dell’altro. Fu Jared a svegliarsi per primo.
“Buongiorno!” disse cercando di muoversi da quella posizione.
“Mmmh!!...non muoverti. E’ così comodo dormirti addosso.” Biascicò Jensen ancora vistosamente assonnato.
“ Sono felice di questo e giuro che potrai farlo ancora. Ma adesso devo decisamente andare via.”
“Co-cosa?...perchè?” si stupì Jensen che cominciava a riprendersi.
“Ho lasciato la mia macchina nel parcheggio dell’università e se non vado a spostarla, prima di mezzogiorno, quel satiro del custode me la farà portare via dal carro attrezzi e non me lo posso permettere. Non ora che ho ottenuto quel posto da Morrison.” Spiegò mentre dolcemente e a malincuore si allontanava dal corpo di Jensen.
“Hai ragione.” ammise  suo malgrado , Jensen. “Fatti una doccia e vestiti. Io preparo qualcosa da mangiare e poi quando sarò pronto anche io, andremo insieme, ok?!”
“Ma tu non devi sostituire Singer, oggi?” si informò solo per evitargli problemi all’università.
“La sua lezione è solo alle tre. Abbiamo tutto il tempo.” lo rassicurò Jensen che nel frattempo si era infilato il pantalone della tuta e prima di uscire dalla camera, e dopo essersi avvicinato al compagno, gli stampava un bacio sulle labbra e una giocosa pacca sul sedere ancora nudo.
 
Un ora dopo i due ragazzi raggiungevano il parcheggio dell’università.
“Provo a metterla in moto!” fece Jared sedendosi al posto di guida e onestamente dentro di lui si stupiva del fatto che Jensen non si fosse offerto di dargli una mano dato che di motori ne capiva certo più di lui. Il motore cantò a vuoto e Jared non resistette.
“Senti, non ti va proprio di darci un occhiata?!”
“No…no…scusa…scusa che scemo che sono. Certo!!...tu….tu resta in macchina. Io prendo gli attrezzi nella mia e gli do’ subito un occhiata.” ma lo disse in un tono così preoccupato e nervoso che a Jared sembrò quasi colpevole.
Vide Jensen andare alla sua macchina e aprire il portabagagli e quando fu certo di non essere visto, sgattaiolò fuori dalla sua Mastang e si avvicinò a Jensen, curioso di sapere quanto tempo ci volesse per prendere una cassetta degli attrezzi. Ma quello che vide, aumentò i suoi sospetti. Jensen non appena lo vide, chiuse di scatto la piccola valigetta porta attrezzi.
“Che stai nascondendo, Fonzie!?” scherzò vedendo il palese imbarazzo sul volto del compagno.
“Niente!...Cercavo una chiave….chiave!” fu la risposta più stupida che potesse dare come meccanico, ma Jared , non si fece convincere. Lo scrutò. Strinse gli occhi su di lui e quando vide Jensen cercare in tutti i modi di evitare di riaprire la cassetta, capì che c’era qualcosa sotto.
“Apri la cassetta degli attrezzi, Jensen!” chiese con aria di sfida.
“Non serve…ho…ho qui…quello che serve per la tua macchina.” rispose l’altro.
“Apri quella cassetta, Ackles, o lo faccio io. Che cosa mi stai nascondendo?!”
“Nascondendo?? Niente, ma che dici!! Andiamo, vieni dammi una mano, invece!”, disse mentre lo afferrava per un braccio cercando di allontanarlo dal portabagagli della sua macchina. Ma Jared fu più veloce nel divincolarsi e con un rapido movimento aprì la cassetta e rimase a bocca aperta.
“Dannazione!!” imprecò in silenzio Jensen, ormai scoperto.
Jared letteralmente basito e sorpreso continuava a spostare lo sguardo dal volto colpevole e imbarazzato di Jensen, all’oggetto che Jensen aveva tentato di nascondergli.
“Quella….quella…quella  è…” balbettò non riuscendo a credere a quello che aveva visto.
“Lo so, lo so e mi dispiace. Ma ti prego fammi spiegare!, poi se vorrai potrai odiarmi!” tentò di giustificarsi Jensen.
“Quella è la calotta del mio spinterogeno?!” chiese interdetto.
E Jensen non poteva più negare ormai. Era stato scoperto alla grande.
No! Alla grandissima!!!
“Tu hai …sabotato…. la mia macchina?!” chiese ancora Jared sperando in una risposta plausibile.
Jensen si trovò in un attimo fermo ad un bivio. Se avesse detto subito di “sì” avrebbe scatenato le ire di Jared. Se avesse detto di “no” sarebbe stato solo stupido perché quella era la calotta dello spinterogeno della macchina di Jared. E quindi non sapendo cosa rispondere, decise di passare direttamente al motivo che lo aveva portato a fare quell’azione così azzardata.
“So che sei furioso adesso, ma…”
“Furioso?” lo rimproverò Jared.
“Sì..ma era l’unico modo per poterti avvicinare e io…io ..non trovavo mai un motivo..un motivo valido….” continuò impacciato, Jensen.
“Valido?” ironizzò Jared con un tono quasi offeso.
“Cioè..non nel senso che tu non ne valessi la pena.  Anzi!! Io intendevo…cioè…al diavolo!!” esclamò esasperato dal non riuscire a trovare le parole giuste. Riprese un attimo fiato e poi, Jensen, ci provò di nuovo. “I nostri studi sono completamente diversi e tu eri sempre così preso dai tuoi libri e io sempre così preso dai miei motori …ma poi…poi non ce l’ho fatta più…e ho…ho fatto questa stronzata. Ma tu…tu mi piacevi così tanto. Mi piaci così tanto che io…io…” concluse con aria sconfitta. “Mi dispiace! Davvero. Mi dispiace!” disse infine, mentre prendeva la calotta di plastica e si avviava mortificato a riparare il danno, dato che Jared non sembrava cedere in alcun modo.
Ma ad un tratto si sentì afferrare da un braccio. Guardò verso la presa e fece appena in tempo a notare che era la mano di Jared che lo teneva, che all’improvviso le labbra del giovane lo stavano baciando. In modo appassionato. In modo entusiasmato. Quasi irruento. E Jensen si lasciò baciare e  ricambiò con lo stesso entusiasmo e quando Jared gli permise di nuovo di respirare , lo guardò sorpreso.
“Non sei arrabbiato con me?!” chiese solo.
“Hai rischiato di farmi perdere il colloquio con Morrison, lo sai!?” sembrò rimproverarlo Jared.
“Non lo avrei mai permesso. Avevo calcolato tutto!” parve voler dar credito alla sua versione. “Allora quale è il verdetto?!”
“Quello che hai fatto è la cosa più assurda, più stupida, più irrazionale, più….bella e incredibilmente romantica che io abbia mai visto!” lo stupì Jared , abbracciandolo ancora.
“Wow!!! E io che volevo mandarti in tilt anche il sistema idraulico!” scherzò tra le braccia ancora strette di Jared.
“Non esagerare. Tocca ancora la mia macchina e ti uccido!” e risero per  quella ritrovata serenità. “Jensen?!”
“Che c’è?!” fece il maggiore mentre si beava del profumo del collo di Jared.
“Vuoi essere il mio Valentino?!” e questa volta fu Jared a chiederlo a Jensen.
“Ma S. Valentino è stato ieri?!”  rispose Jensen stupendosi di quella domanda.
“Lo so, ma ho il presentimento che tra noi sarà ogni giorno San Valentino!” e così dicendo rubò un altro bacio dalle labbra di Jensen che sorridendo si ritrovò solo a dire: “Halleluja!!”
 

N.d.A: Una piccola storia! Per chi è innamorato, per chi non lo è e per chi è semplicemente innamorato dell’amore!!
Buon San Valentino a tutti!!
Baci, Cin!!
   
 
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