La sveglia si accese,mentre fuori il buio e le stelle erano ancora ben visibili.La notte era ancora presente,sebbene avrebbe lasciato il posto al sole mattutino in poco tempo.Il cielo era limpido,libero,profondo più del mare. La stalla dove stavano la sella e il mangime per le bestie era poco più in là del prato dove pascolava la giumenta. I grilli e le cicale suonavano la venuta del sole come una piccola orchestra,mentre il gallo cantava a scuarcia gola alla vista della tenue luce che sbucava da oltre le montagne. I cani abbaiavano, appena svegliati dal suono delle campane al collo della piccola capretta che girava euforica,nel prato fresco e umido.Correva felice,sfregando le piccole corna sui tronchi degli alberi.Un grande leccio vegliava sui campi d'erba.Era una vera e propria stranezza che un leccio fosse cresciuto in Piemonte, mentre i lecci sono soliti a crescere in Toscana. Cinzia, la cavalla ,intanto brucava qualche margherita bagnata dalla brina mattutina. Bulma intanto si era appena svegliata e dopo essersi stropicciata gli occhi lucidi dal sonno,si mise a fare del caffé caldo.Giá pregustando la giornata che sarebbe passata con lei a passeggiare fino a sera a cavallo,si diresse in bagno per lavarsi e pettinarsi. Appena aperto il rubinetto, l'acqua era gelata.Bulma fa per girare il pomello in senso orario,per regolarla e farla diventare acqua calda.Uscì una marea di vapore,seguito da un forte getto d'acqua bollente. Dopo essersi lavata,si pettinò i meravigliosi capelli fluenti,color turchese,per raccoglierli in una coda, lasciando una ciocca ricadere sulla sua fronte bianca e pallida. Nella sua camera aveva tutti i tipi inimmaginabili di abiti: dalle tute aderenti come una doppia pelle,a quelle attillate e scollate,dagli abiti da sera,a quelli estivi e corti,ai mega-giubbotti che usava d'inverno. Dall'armadio fece uscire un paio di leggins beige,imbottiti leggermente ai lati delle cosce,appositi per l'equitazione,e una maglia a maniche corte bianca. Lasciò il solito biglietto sul tavolo della cucina,cosí da rassicurare i genitori dalla sua assenza,con scritto:"Sono andata a fare una passeggiata con Cinzia.Non aspettatemi per il pranzo." Cosí bulma si precipitó fuori casa,con una borsetta con dentro il cellulare e il portafogli,verso la stalla,per preparare il fioccato e la crusca bagnata per il cavallo. Dopo averle dato da mangiare,prese la sella dove attaccó la borsetta su un lato. Gliela sistemò addosso,assicurandosi che fosse abbastanza stretta da non farla scivolare sopra la coperta Le montò in groppa,e con un piccolo colpo di gambe sulla sua pancia e uno schiocco di lingua,entró nel bosco di acacie.I fiori su quegli alberi erano ormai appassiti, perché era giá passato Maggio.Uscite dal bosco,percorse la sponda con le braccia attaccate al collo del cavallo e il vento tra i capelli,assaggiando l'aria calda e pulita di Giugno.Chiuse gli occhi:iniziò a volare,cullata da quel dolce movimento. Le nuvole si tinsero di rosa,mentre il cielo si faceva sempre più scuro al tramontare del sole. Cosí perse la cognizione del tempo,di se stessa.Il cuore prese a battere più forte,ossigenato,abbandonato alle sue sensazioni.La mente non aveva più importanza.Sarebbe stata solo un ostacolo,sarebbe stato "controllo".Perché avere controllo?Perché tagliarsi le ali così?Ecco cosa vuol dire volare.Ecco cosa vuol dire vivere su una nuvola bianca.