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Autore: Jade Tisdale    13/02/2015    2 recensioni
Nel giro di pochi minuti, il chimero riuscì a bloccare tutte e cinque le ragazze.
In modo puramente casuale, il mostro scelse una preda: Mew Zakuro. Dalla bocca del serpente iniziò a formarsi una sfera gialla, la cui grandezza aumentava a dismisura ogni secondo che passava. Quando scagliò il suo attacco, la Mew Lupo si preparò per il colpo di grazia... ma non sentì alcun dolore.
[...]
La Mew Lupo si massaggiò le palpebre con due dita. «Io non volevo che morisse.»
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Mint Aizawa/Mina, Ryo Shirogane/Ryan, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Impossible

 

 

 

 

 


 

Zakuro era seduta su una poltrona, davanti al camino, con una tazza di cioccolata calda tra le mani.
Nell'ultimo mese, molte volte lei e Minto si erano rintanate a casa della modella, dove si erano gustate diverse tazze di quel liquido dolciastro davanti al fuoco. Avevano parlato tanto, così tanto che Zakuro aveva notato che, piano piano, si stava affezionando sempre di più alla giovane ballerina.
Ma poi... poi era successa una cosa terribile.

 


Erano passati due anni dalla sconfitta di Deep Blue quando, all'improvviso, i segni delle Mew Mew ricomparvero nei loro corpi. Ricominciò così la solita monotonia, tra la scuola, il lavoro al Caffè e le battaglie contro i chimeri.
Una sera, però, il chimero con la quale stavano combattendo si rivelò essere molto più forte degli altri. Era davvero grande e aveva le fattezze di un grande serpente viola scuro: con i suoi attacchi aveva la capacità di imprigionare le ragazze con dei fili azzurri, un po' come faceva Mew Zakuro con la sua frusta.
Nel giro di pochi minuti, il chimero riuscì a bloccare tutte e cinque le ragazze.
In modo puramente casuale, il mostro scelse una preda: Mew Zakuro. Dalla bocca del serpente iniziò a formarsi una sfera gialla, la cui grandezza aumentava a dismisura ogni secondo che passava. Quando scagliò il suo attacco, la Mew Lupo si preparò per il colpo di grazia... ma non sentì alcun dolore.
Mew Minto -non si sapeva bene come- era riuscita a liberarsi e aveva parato il colpo per salvare l'amica.
Mew Zakuro, in preda alla rabbia, aveva trovato la forza per rompere i fili che la imprigionavano ed era subito corsa dalla Mew Bird, mentre le altre si preoccuparono di sconfiggere quel maledetto mostro.

 


«Minto! Minto, rispondimi! Ti prego!»
La modella le diede una miriade di scossoni nel tentativo di svegliarla, ma Minto riuscì a malapena a socchiudere gli occhi: all'altezza dello stomaco, continuava ad uscire un'enorme quantità di sangue. Aveva numerosi tagli profondi nelle braccia e sul viso, alcuni lividi nelle ginocchia e i suoi vestiti da umana si erano quasi completamente carbonizzati.
«Me... no... ale... ti... ho... al... vata...» sussurrò la ballerina, con un piccolo sorriso di soddisfazione in volto. All'improvviso incominciò a tossire e sputò un rivolo di sangue a terra.
Zakuro le accarezzò i capelli rovinati e cercò di farsi forza, pregando che Ryou le stesse osservando tramite la sfera di Pai e che mandasse uno dei tre alieni ad aiutarla.
«Andrà tutto bene Minto, andrà tutto bene...» sussurrò la modella, stringendo a sé la ragazzina.
Questa cercò di ricambiare la stretta, ma non riuscì a spostare di un millimetro le sue braccia. «Za... ku... o...» bisbigliò, incominciando a piangere. «Ti... vo... io... be... ne...»
Poi, quando Minto si lasciò andare ad un sospiro profondo, Zakuro temette il peggio. Sciolse l'abbraccio e istintivamente posò il suo orecchio da umana sul petto della ragazzina.
In quel momento, Ghish si materializzò al suo fianco e nel giro di pochi secondi, si trovavano all'entrata dell'ospedale.
«E' ancora viva?» domandò l'alieno, con gli occhi sbarrati dallo spavento.
La viola si era limitata ad annuire. Minto era ancora fra le sue braccia e il pensiero di doverla lasciare in mano a quei medici la fece rabbrividire. Credeva davvero che ci fosse ancora una speranza per lei, ma non poteva dire di non provare un po' di paura.
Continuò a sperare per tutta la notte, seduta nella sala d'aspetto: quando le Mew Mew sconfissero finalmente il chimero, la raggiunsero e poco dopo arrivarono anche Ryou, Keiichiro e i due alieni.
Erano tutti molto agitati, ma lei, anche se non lo dava a vedere, era quella che stava peggio di tutti. Strinse più che poté la collana a forma di croce nella mano destra e cominciò a pregare.

 


«Aizawa Minto, sedici anni, deceduta alle quattro e sedici minuti del mattino. Una delle vittime più giovani di quel chimero, stava facendo una passeggiata assieme alle sue amiche, ma ad un tratto è scomparsa dalla loro visuale...»

 


I giornali non parlavano di altro. Malgrado ci fossero state numerose vittime, Minto era indubbiamente quella più discussa.
Zakuro era stata l'unica del gruppo a non aver versato nemmeno una lacrima: non aveva pianto quando il dottore le aveva avvisate della morte della ballerina, non aveva pianto quando i suoi genitori e suo fratello Seiji erano arrivati in ospedale, non aveva pianto al funerale. Non aveva mai pianto, ma stava morendo dentro e proprio non riusciva a sfogarsi.

 


Quando Ryou si era presentato a casa sua, aveva appena versato la cioccolata dentro alla tazza.
Non aveva salutato il biondo quando lo aveva visto, non gli aveva chiesto come stava e non gli aveva offerto un po' di cioccolata: si era limitata ad aprirgli la porta in assoluto silenzio.
E ora, se ne stava rannicchiata sulla poltrona, seduta davanti al fuoco del camino, con una tazza bollente tra le mani e la mente piena di pensieri.
«Come stai?» chiese ad un tratto l'americano, nel tentativo di far distrarre la viola. Ma non ci riuscì.
La ragazza rimase in silenzio e spostò il suo sguardo sulla tazza che aveva tra le mani. Poi, ad un tratto, parlò.
«Questa era la tazza preferita di Minto.» disse, alzandola per renderla ben visibile. Era di colore azzurro, con dei cuoricini blu sparsi qua e là. «La prima volta che l'ho invitata qui da me, ha accettato volentieri, ma si è rifiutata di bere la cioccolata, dicendo che doveva mantenere la linea. Io, però, l'ho bevuta comunque. La seconda volta ha ceduto subito e l'ha finita in pochi minuti. Abbiamo trascorso molte sere insieme in questo modo, bevendo una tazza di cioccolata calda davanti al camino. A volte parlavamo, mentre altre restavamo in silenzio a guardarci negli occhi.»
La modella posò la tazza su un piccolo tavolino di vetro, situato di fianco alla poltrona. «Ha sempre provato una forte ammirazione nei miei confronti, ma non credevo fino a questo punto.»
Ryou si schiarì la voce. «All'inizio eri semplicemente il suo idolo, ma poi sei diventata qualcosa di più. Minto si è affezionata tantissimo a te, forse a tal punto da vederti come una sorella maggiore. Ha iniziato a volerti veramente bene per la Zakuro che sei e non per quella che mostri ai media.»
La Mew Lupo si massaggiò le palpebre con due dita. «Io non volevo che morisse.»
Qualcosa nel suo tono di voce si incrinò. Forse era accaduto mentre pronunciava la parola morisse, ma le era sembrato di sentire un calo e la sua voce era diventata inspiegabilmente più acuta.
«Non volevo che morisse.» ripeté, abbassando lo sguardo. «Si è sacrificata per me. Ha preferito morire piuttosto che veder morire me. Ed io sono stata così egoista da non averle neanche detto quello che provavo veramente!»
Ryou, nel frattempo, si era alzato dalla seconda poltrona e si era avvicinato alla modella, accovacciandosi davanti a lei.
«Ryou... io le volevo bene e non gliel'ho detto... mentre queste... queste sono state le sue ultime parole prima che morisse!» sussurrò, mentre calde lacrime iniziarono a scendere lungo le sue guance.
Il biondo la abbracciò di slancio, ma la ragazza non si mosse minimamente. Continuò a piangere in silenzio, bagnando la camicia del ragazzo.
«I'm very sorry for your loss.» sussurrò l'americano, alzandosi in piedi.
Sapeva che, a quel punto, sarebbe stato meglio togliere il disturbo.
«Eravamo tutti molto preoccupati per te, io soprattutto. Per questo ho deciso di venire a controllare come stavi.» concluse il biondo, dirigendosi verso l'uscita.
«Ryou!» lo chiamò la ragazza, con le guance rosse e ancora umide. «Tell them what I hoped would be impossible.»

 

 

 

 

 


 

 

«Zakuro... ti volevo ringraziare.»
La modella bevve un altro sorso di cioccolata. «Prego.» scherzò, abbozzando un sorriso. «E per che cosa?»
La Mew Bird arrossì lievemente. «Per aver passato del tempo con me.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci ho messo più di un'ora per scrivere questa one-shot di 1300 parole. Mi è sempre piaciuta l'amicizia tra Minto e Zakuro e ho sempre sperato che venisse approfondita.
Non so da dove mi sia uscita, il mio proposito iniziale era quello di descrivere una scena in cui le due Mew Mew chiacchieravano allegramente davanti al camino, con una gustosa cioccolata calda tra le mani... ma non credevo che il risultato finale sarebbe stato questo.
Il titolo fa riferimento alla canzone Impossible di James Arthur, che ho ascoltato durante tutto il tempo in cui ho scritto questa fanfiction: anche la frase che dice Zakuro a Ryou alla fine è una frase presa dalla canzone.
Riguardo alla piccola scena conclusiva tra Minto e Zakuro, potete interpretarla a piacimento. Potrebbe essere un ricordo, oppure Minto che appare come spirito a Zakuro (sì, qui andiamo un po' sul difficile xD) o semplicemente un sogno della modella. Non ho scritto nessun indizio, perché preferisco che sia la vostra immaginazione a decidere :)
Infine, mi auguro che anche questa storia vi sia piaciuta.
Bye bye! ♥

 

p.s. Siccome domani è San Valentino, avrei voluto pubblicare una one-shot entro stasera, ma purtroppo non l'ho ancora finita. Perciò, per farmi perdonare, vi spoilero che è una Kishinto, ma ovviamente scriverò qualcosa anche su Ryou e Zakuro :3

   
 
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