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Autore: lapoetastra    14/02/2015    5 recensioni
Il mare.
La Luna.
Due ragazzi.
L'attesa di un bacio.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lui la guarda.
Vede la luce della luna riflessa sui suoi lunghi capelli castani, che brillano come fossero impreziositi da mille piccoli diamanti.
La penombra della sera li avvolge, eppure lui è in grado di ammirare gli occhi di lei, luccicanti come due stelle, che si fissano nei suoi catturandoli in un gioco di sguardi che lo fa tremare impercettibilmente.
Intorno a loro cala il silenzio.
Le orecchie di lui riescono solo a percepire il lento e dolce scroscio del mare, che si offre in tutta la sua maestosa immensità a pochi metri di distanza.
Qualche voce lontana giunge indistinta alle sue orecchie, trasportata dal vento estivo e dispersa nell’aria.
E poi ode il respiro di lei.
Calmo, regolare, ma allo stesso tempo affannoso, come se stesse aspettando qualcosa con ansia e trepidazione.
Lui sa che è il momento.
Gli basterebbe avvicinarsi solo un pochino ed avrebbe il suo viso delicato a diretto contatto con il proprio.
Allora dovrebbe unicamente dischiudere le labbra e…
Non lo fa.
Rimane fermo.
Una domanda gli impazza nella mente.
 E se lei non lo volesse?
Se lo respingesse, perché lo vede come un amico e niente più?
Se così fosse, lui avrebbe rovinato per sempre lo straordinario rapporto creatosi tra loro in quelle due stupende settimane, le più belle dell’intera sua vita.
Decide dunque che è meglio non rischiare, perché tanto se lei prova le stesse cose che prova lui nei suoi confronti agirà di conseguenza, e sarà lei a fare la prima mossa.
Così distoglie lo sguardo, e si limita a fissare la scura distesa d’acqua leggermente increspata dall’aria che si sta facendo sempre più fresca.
Aspetta.
Aspetta che il destino segua il suo corso.
Quando lui smette di guardarla, lei sente qualcosa spezzarsi, dentro.
Credeva, era convinta, che finalmente si fosse deciso e l’avrebbe baciata.
È ciò che aspetta dal primo momento in cui lo ha visto, quattordici giorni prima.
Ed era sicura, fino ad allora, che anche per lui fosse lo stesso.
Invece ha capito che non è così.
Lui la vede solo come un’amica.
Nulla di più.
Altrimenti avrebbe fatto qualcosa per dimostrarle il contrario.
Ma se ne rimane lì fermo, ed adesso non la guarda neanche più.
È inutile girarci intorno, è evidente che non la vuole come lei vuole lui.
Tanto vale smettere di soffrire.
< Io devo andare… è tardi >, mormora allora, piano.
Lui si riscuote, come se si fosse appena svegliato da un sogno.
O da uno stato di trance.
Si limita ad annuire, tenendo gli occhi bassi.
Poi le si affianca, ma le rimane comunque a qualche centimetro di distanza, quasi abbia paura di sfiorarla, anche solo accidentalmente.
Camminano in silenzio, nella notte sempre più scura.
Lui è grato al buio.
Perché nasconde la delusione che si è inevitabilmente fatta strada sul suo volto, deformandolo in una maschera priva di espressione.
Per un momento ci aveva quasi sperato, ed aveva immaginato il volto di lei che gli si avvicinava catturando le sue labbra in un bacio morbido e delicato, eppure allo stesso tempo carico di passione.
Invece lei non ha accennato a fare nulla di tutto ciò.
È rimasta ferma, al suo posto, e dopo un po’ non lo ha neanche più guardato.
È proprio come temeva, adesso ne è sicuro.
Lei non lo ama.
È sollevato, ora, di non aver provato a baciarla, facendo soltanto una pessima figura.
Quasi è contento di non aver fatto la prima mossa.
Quasi.
Anche lei è grata all’oscurità.
Perché avvolge le lacrime che contro la sua volontà sono scese lente e silenziose a rigarle le guance.
È triste, tremendamente.
Era convinta che quella sera avrebbe dato il suo primo bacio, e che a darglielo sarebbe stato lui, il ragazzo che più ama al mondo, nonostante lo conosca solo da pochi giorni.
Eppure niente.
Forse è vero.
Anzi, sicuramente è vero.
Lui non la ama.
Le vuole bene, al massimo, ma di certo non la ama.
Ed adesso lei desidera solo restare sola, con il suo dolore e la sua delusione assolutizzante.
Quando arrivano di fronte alla porta della sua casa, lei lo abbraccia.
Una stretta veloce, semplice.
Da buoni amici.
Lui risponde con un abbraccio della medesima distaccatezza, come se stesse salutando una sorella.
E non la ragazza della quale è innamorato.
Si separano.
Si guardano negli occhi.
< Addio >, sussurra lei.
Entra nel bungalow.
Chiude la porta.
Lui fissa l’uscio per un momento.
Spera, desidera, prega con tutto se stesso, di vederla uscire di corsa, per stringerlo a sé e rivelargli tutto il suo immenso amore, che per troppo tempo, per chissà quale motivo, gli ha tenuto nascosto.
Non succede niente.
E così lui se ne va, a testa china, con il cuore a pezzi.
L’oscurità lo avvolge, ammantando la sua figura con tenebrose spire.
È appena scomparso nella notte, quando lei apre la porta.
Se la ama deve essere rimasto lì.
Non c’è.
E lei capisce che è inutile trovare ancora scuse, non ha senso sprecarci ancora vane ed inutili speranze.
Lui non è innamorato.
Lo deve dimenticare.
Ci è costretta, in fondo.
Il giorno dopo la vacanza terminerà, e dovrà tornare a casa con i suoi.
Lontano centinaia di chilometri da dove abita lui.
Meglio così, del resto.
Perché un pochino lo odia.
Anzi no, lo detesta proprio.
Tantissimo.
Eppure non riesce ad impedire al suo cuore di spezzarsi ed alle lacrime di traboccare come fiumi in piena dai suoi occhi in cui è ancora impresso il volto di lui.
Piange, un pianto disperato ed angosciato a malapena soffocato dalle piccole mani che si preme con forza contro la bocca.
Quella bocca, su cui si sarebbero dovute posare le morbide e zuccherine labbra di lui.
Quella bocca, che per sempre rimpiangerà il calore di quel bacio mancato.
   
 
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