Titolo: How many times can two people fall in love?
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Castiel, 
Rating: PG/SAFE (rating giallo perché il linguaggio di Dean Winchester è quello che è)
Avvertimenti: Flashfic, AU - teachers
Conteggio Parole: 538
Note: Scritta per un drabble meme di San Valentino, con il prompt "Teachers!AU" lasciatomi da Ginny. Sono delle cosine così tanto sceme e disimpegnate da non fare testo. Ogni drabble sarà una Au a sè, quindi ogni capitolo è autoconclusivo. Il titolo della raccolta viene dal sottotitolo del drabble meme.
Disclaimer: Niente è mio e niente mi appartiene. Castiel e Dean sono di Kripke prima, di Carver, Edlund, CW e Thompson dopo. 
Capitoli: 1/5 

Viene accoppiato alla classe di un certo Castiel.
Sono trenta bambini più un insegnante che sembra perennemente incacchiato, e Dean può sopravvivere. Tutto ciò che deve fare è piombare all'asilo due volte a settimana, e insegnare ai marmocchi come riconoscere le foglie e come usare una bussola, niente che non si possa imparare con gli scout o facendo campeggio con Bobby ogni estate.
“Al mio via.” dice, e Castiel fa quella faccia, quella di chi vorrebbe trascinare Dean fin nelle profondità dell'inferno. Non crede di piacergli. Non crede che a Castiel piaccia chiunque, eccetto che i marmocchi. È bravo, con loro, forse perché lui stesso è un bambino con un trench coat. Ma bravo è una parola quasi riduttiva – Castiel fa più che insegnare i numeri e gli animali, Castiel insegna loro a fare domande, ed è tutto dire.
Quindi i bambini scappano strillando, il giardino è piccolo e il perimetro controllabile. Vince chi trova la pigna più grande.
Castiel è contrario, ovviamente. Castiel deve far tornare i bambini dentro per un orario prestabilito, e Dean se ne è semplicemente fottuto. È sabato, c'è bel tempo. Le pigne hanno più importanza.
“Dovresti mostrarmi rispetto” dice Cas, con una voce particolarmente bassa – bassa anche per lui, il signore parlo su tonalità udibili solo da cani – e probabilmente Dean non l'avrebbe neanche sentito, se non fosse stato tanto vicino. Ha gli occhi puntati sul giardino, segue ogni movimento con la massima attenzione. Dean non commette l'errore di voltarsi a guardarlo, di rispondergli che non gli deve nessun tipo di niente, che non gli importa se è lui che fa le regole, là dentro, perché se un bambino vuole andare in bagno, Dean gli darà comunque il permesso senza chiedere alla baia se può o non può. 'Fanculo.
“O cosa?” sogghigna, provocandolo “I bambini smetteranno di prestarti attenzione?”
Espira, quasi uno sbuffo. È uno di quelli che fa le cose come devono essere fatte, ed è irritante il modo repentino in cui alza appena gli occhi su di lui, come se volesse rimetterlo al suo posto semplicemente guardandolo. Deve essere la pratica, l'essere a capo di una guarnigione di piccoli umani, che lo fa deglutire. “Non è una questione di regole, Dean” risponde, con lentezza, parla sempre in quel modo quando è incazzato “Non so qui per prendermi le tue responsabilità. Ti ho scelto per questo lavoro, posso sempre rispedirti indietro.”
Dean lo guarda, per un attimo. Si chiede se le merdate che sono appena uscite dalla sua bocca siano serie, se possa esistere un insegnante dell'asilo che si prende così sul serio. Castiel non gli sta neanche prestando attenzione, è troppo occupato a vigilare, a far sì che nessun moccioso si faccia male, o inizi a lanciare sassi, o faccia qualcosa i pericoloso.
Vorrebbe dire provaci, se sei tanto sicuro di te. Fallo. Invece “Pensavo che gli insegnanti dell'asilo dovessero essere tutti ottimismo e stronzate pedagogiche” dice “Non coglioni.”
Castiel non si scompone. Sembra essere sul punto di rispondere quando sente un ouch da uno dei bambini, e Dean si volta, e qualche secondo dopo Castiel non è più a fianco a lui, è già sparito in mezzo alla classe.
Dean inspira. Sarà un lungo inverno.