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Autore: _eco    14/02/2015    1 recensioni
[Fitzsimmons] Season2
Non ricordano nemmeno più l’ultima volta in cui i loro cognomi accostati, fusi in un unico nome, li hanno infastiditi.
Forse all’inizio, un po’, quando l’atmosfera di competizione li permeava come un bozzolo ancora difficile da scalfire.
A Fitz e Simmons piace pensare che il bozzolo non si sia distrutto, ma che abbia semplicemente assunto una forma diversa, che si sia trasformato in un velo di sottile complicità.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jemma Simmons, Leo Fitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Invado anche questo fandom qua. Che dire, se non che mi sono innamorata di questi due? Sono bellissimi.♥
Ho visto che hanno cancellato una scena in cui Jemma confessava a Skye che, all'inizio, lei e Fitz erano in competizione. Waaa! Quindi la prima parte ritrae dei Fitz-Simmons non proprio amorevoli e pacifici, ma alquanto competitivi fra loro. XD
È tutto incentrato sulla prima legge della termodinamica.Io sono una cippa in fisica e chimica, sooo non scriverò mai più di loro perché metà delle cose che si dicono è arabo per me ahahahah
Spero non sia malaccio come prima OS nel fandom.
S ♥
 
Tutto si trasforma.

- Questo è quanto. - conclude il professor Keeton, battendo le nocche contro la scrivania di legno e volgendo uno sguardo a metà tra lo stanco e l'annoiato al proiettore dietro di lui. 
Jemma annuisce,  l'accenno di un sorriso entusiasta sulle labbra, il cuore che le galoppa in petto. Hanno finalmente terminato la parte del programma che lei, giusto per il piacere di non fare niente, aveva già studiato nel corso dell'estate. 
Ciò vuol dire che finalmente inizieranno la sezione più interessante, solo per il fatto che lei non ha ancora imparato a memoria ogni virgola dei capitoli che ne trattano gli argomenti, ovviamente. 
- Semplice come rubare le caramelle a un moccioso. O, se vogliamo parlare in termini tecnici, come chiedere a un ragazzino quale sia la prima legge della termodinamica. - commenta Keeton, la ventiquattrore già nelle mani, pronto per uscire dalla classe e allontanarsi da sguardi che, in gran parte, gli comunicano una totale assenza di attenzione. 
- Nell'universo niente si crea...- risponde prontamente Jemma, la voce squillante come il suono netto di una campana. 
-... e nulla si distrugge.- completa un ragazzo seduto poco dietro di lei, intento a tracciare linee perfettamente dritte su un foglio sino a qualche secondo fa.
Ora ha alzato lo sguardo di scatto, come se avesse risposto di istinto a un richiamo da cui non si è potuto sottrarre. Ovviamente,  visto che si tratta di Jemma Simmons, altrimenti conosciuta come la sua più pericolosa rivale. Particolarmente dotata, molto intelligente, probabilmente più capace di lui (solo un po di più), ma giusto perché ama fare compiti extra più di quanto ami la vita in sé. 
Leo ha fatto i suoi calcoli. Se continuerà con questo ritmo, probabilmente Simmons riuscirà a guadagnarsi tre o quattro punti bonus in più di lui. Il che vuol dire che potrebbe ritrovarsela come pericolosa avversaria in un qualsiasi laboratorio che valga dove presenterà il suo curricilum. Inoltre, è anche parecchio carina. Potrebbe puntare anche su questo. Non che Leo sia il tipo da ragionamenti misogini, ma in ogni caso, Jemma Simmons sembra, per adesso, essere in vantaggio in ogni campo. A meno che il datore di lavoro non sia donna. A quel punto anche lui potrebbe contare sul fattore estetico. Sempre che una scimmietta - come lo ha sempre chiamato sua madre - umanizzata possa far colpo in qualche modo.
- Era una domanda retorica. - li fredda entrambi con lo sguardo il professore. - E se continuate a parlarvi addosso con questa foga, riuscirete a confutare questa legge. Arriverete a distruggervi, voi due. - ironizza il professore, scuotendo la testa e uscendo dalla classe.
Jemma sprofonda lentamente nella sedia, le guance arrossate. Ringrazia il cielo per aver lasciato i capelli sciolti. Fungono da ottima difesa in momenti di simile imbarazzo. 
Leo fissa nuovamente lo sguardo sul foglio davanti a lui. Sta lavorando a un congegno che gli permetterà di avere accesso ai dati del suo computer con il solo uso della voce. La sua voce e quella di nessun altro. Il congegno di riconoscimento gli sta facendo perdere molto tempo, ma ne varrà la pena. 
E, per la cronaca, anche lui ha già studiato la parte del programma terminata oggi dal professore.  Non sono poi tanto diversi, questi due. 
 
 
Nulla si crea. Nulla si distrugge. 
Tutto si trasforma. 
 
Fitz-Simmons. 
Sembra l'inizio di uno di quegli scioglilingua che impari da bambino.
Fitz-Simmons.
Tutto d’un fiato. La perfetta fusione di due quozienti intellettivi oltre la norma. Dove finiscono le conoscenze di Fitz, iniziano quelle di Simmons. Spesso s’incontrano, come affluenti che si uniscono in un unico fiume più grande, più rapido, più irruento. Talvolta s’integrano a vicenda, come i pezzi di un puzzle, come se stessero giocando a Tetris. Dove non arriva Leo, arriva Jemma; e viceversa.
Non ricordano nemmeno più l’ultima volta in cui i loro cognomi accostati, fusi in un unico nome, li hanno infastiditi.
Forse all’inizio, un po’, quando l’atmosfera di competizione li permeava come un bozzolo ancora difficile da scalfire.
A Fitz e Simmons piace pensare che il bozzolo non si sia distrutto, ma che abbia semplicemente assunto una forma diversa, che si sia trasformato in un velo di sottile complicità.
Ogni tanto Fitz divaga un po’ troppo nel suo repentino chiacchiericcio, specialmente quando si mette a parlare di scimmie. Allora Simmons scuote la testa e sorride.
Ogni tanto Jemma prova a mentire, ma Leo la smaschera dopo nemmeno un minuto. E’ lui a scuotere la testa, quelle volte.
Ma va bene così. Ogni reazione chimica ha le sue componenti essenziali, senza le quali non si raggiungerebbe l’equilibrio perfetto.
È questo che entrambi hanno imparato ad apprezzare nell’essere una squadra.
Ogni tassello, parola, conclusione logica a cui giungono dopo ore e ore di discussioni che nessuno potrebbe mai comprendere, ogni sbuffo, ogni sorriso, ogni “Fitz!” esasperato di Jemma, ogni “Simmons” sussurrato da Leo, concentrato in chissà quale nuovo congegno o mappatura o miscela, è assolutamente e indubbiamente essenziale.
 
 
- Nell’universo nulla si crea…- mormora Jemma, lo sguardo perso nel blu intenso oltre il vetro.
-…nulla si distrugge. – continua Leo insieme a lei.
Ècosì diverso.
Pacifico, quasi. Pacifico, sì. E’ così che Jemma lo definirebbe.
È come un deja-vu. Il ricordo sbiadito di un giorno che sembra distare un’eternità e dal quale, in realtà, non sono passati nemmeno tre anni.
Avevano praticamente urlato l’uno addosso all’altra. E Jemma ricorda perfettamente di aver alzato la voce di un’ottava, quando Fitz le aveva fatto eco completando la sua risposta.
Adesso è tutto così tranquillo.
Ogni volta che terminano l’uno le frasi dell’altra, hanno l’impressione di star suonando uno strumento perfettamente accordato. Jemma fornisce una nota con la consapevolezza che sarà Leo a decidere quale sarà la seguente. E così via. Potrebbero proseguire in eterno.
La loro musica non è certo quella che si può facilmente trovare in una stazione radio al mattino – né alla sera, se è per questo.
Talvolta prende la forma di un ologramma, talvolta di una montagna di appunti e formule sparse o di un sistema di leve e molle che metta in moto uno dei loro scherzi. Talvolta è semplicemente un cenno del capo, un frenetico chiacchiericcio o un sorriso scaturito da un’intuizione che li ha colti nello stesso istante.
 
 
Tutto si trasforma.
Questa frase ha sempre infuso speranza in Jemma Simmons. Anche soltanto il pensiero che ogni briciolo di energia dentro di noi, ogni singola particella possa modellarsi in una nuova forma di vita, che l’esistenza sia un continuo divenire, un continuo evolversi, l’ha sempre incoraggiata in qualche modo.
 
Tutto si trasforma.
Leopold Fitz non l’ha mai ammesso, ma questa frase lo terrorizza.
Significa qualcosa che lo spaventa a morte.
Tutto cambia.
E lui e i cambiamenti non hanno un buonissimo rapporto.
Fitz è di cristallo. E Jemma pensa di avere mani di piombo quando prova a sfiorargli la spalla e lui quasi si ritrae. Pensa di avere una voce pungente, affilata, quando tenta di intuire le parole a cui Leo non sa più dar voce.
 
Arriverete a distruggervi, voi due.
Il professor Keeton lo aveva detto con una punta d’ironia.
Era stato lui, poi, ad averli selezionati per lavorare in coppia a una relazione di chimica organica. All’inizio si erano entrambi preposti l’obiettivo di confutare le proposte dell’altro, prescindendo dal fatto che quest’ultime fossero più o meno valide; ma erano riusciti a terminare il lavoro nella metà del tempo richiesto.
 
Fitz è di cristallo e odia esserlo.
È diverso. E lo sa.
È cambiato. E i cambiamenti lo terrorizzano da sempre.
È percorso da crepe e incrinature. Le sue conoscenze non sono svanite, ma ha perso la capacità di esprimerle.
Simmons è la sua voce da sempre, ormai – lo è in parte, per meglio dire.
La loro melodia di perfette deduzioni e conclusioni e intuizioni si è trasformata in un canto da solista, in cui ogni tanto Fitz fa il suo ingresso balbettante, incerto, traballante. Simmons rallenta il ritmo e pazienta, pronta per captare la prossima nota o l’accenno di un suono.
Spesso non arriva nulla.
E allora lei deve tentare di indovinare. Non sempre ci riesce. Fitz inizia a fremere, si spazientisce, si allontana, cammina avanti e indietro, scuote le mani, si arruffa i capelli.
Dopo due o tre tentativi, Jemma incrocia le braccia al petto, si morde il labbro e chiude gli occhi.
Silenzio.
Fitz picchietta le dita contro la scrivania.
Altro silenzio.
Fitz esce dalla stanza.
 
Jemma ha paura di distruggerlo infliggendogli la consapevolezza di non essere più quello di prima. Ogni santa volta. Ne ha una paura disperata.
È spaventata dal fatto che Fitz sembri sempre sul punto di disintegrarsi e che questa volta non ci sia un vaccino o antisiero o un qualcosa che le consenta di aggiustarlo.
C’è solo lei che non sa come guardarlo, come parlargli, come sfiorarlo senza rischiare di distruggerlo e di distruggere se stessa.
 
  
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