Anime & Manga > Ao no exorcist
Segui la storia  |       
Autore: Kimmi    14/02/2015    3 recensioni
Che piega avrebbe potuto prendere Ao no Exorcist se Rin fin dal primissimo istante avesse varcato la soglia per Gehenna, volente o nolente?
(Rin's POV)
[Come le fiamme si scansano noto qualcosa che dev'essere stato lì già da un pezzo ma che era impercettibile, se non per la sua aura. Un portale, sembrerebbe.]
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin Okumura, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Sa-ta-na.” scandisco ogni sillaba.
Devo aver perso conoscenza e la prima cosa che mi balza in mente è quello… Sono davvero così irrecuperabile?
Grazie a tutte le sacrosante dormite del mondo sento il laccio del fodero della Kurikara abbracciarmi la caviglia, quindi dev’essere ancora qui con me.
Porto le ginocchia al petto per avvicinarmi e strattonarla via, se solo potessi, non vedo un accidenti!
In un primo momento ho l’impressione che il mio corpo stia lentamente fluttuando verso l’alto immerso in un’oscurità impenetrabile, ma solo in un secondo tempo percepisco una forte pressione scaraventarmi violentemente giù e sempre più giù, e tra la foga la spada libera la presa alla caviglia, e in questo modo la perdo.
Cosa ci sarà alla fine?
Sono quasi giunto a quella che sembrerebbe essere una spanna dal fondo che, d’improvviso, mi sveglio.
Di nuovo.
“Aaahh!
Ahhh…
Ah…” Ho un fiatone mica da ridere. Stavolta non mi trovo più a mezz’aria, sono invece adagiato su di un letto a mio avviso di esperto sonnecchiatore comodissimo come pochi al mondo, o ad Assiah, come piace dire ai fanatici e al vecchio. A proposito, lui dove sarà?
“Che sia il paradiso?” borbotto, mordendomi la lingua per via della mia semi-incoscienza e nonostante ciò, per mia grande sorpresa mi viene data risposta: “O molto probabilmente l’inferno…”
Tra tutto il sudore che mi ritrovo addosso mi giro goffamente in direzione di quella voce appena percepibile.
Chi c’è oltre a me? 
Una ammassata chioma di foglie arancioni…
Metto a fuoco quanto ho davanti e scopro che ci avevo visto giusto, o quasi: due codini di capelli ramati entrambi parecchio lunghi ricadevano all’altezza dei fianchi, apparentemente morbidi, in un qualche strano modo era una chioma anche quella; occhi marroni con riflessi adorabili, o forse era tutto merito della lampadina, ma quelle labbra erano un qualcosa di assolutamente naturale e, sì, desiderabile.
Una ragazza, o meglio, un demone mi siede accanto.
Eccomi di nuovo cosciente, cosciente dell’aura che emana questa tipa.
Schiarendomi la voce: “Ehm... Davvero l’Inferno?” cerco di vagare con lo sguardo, prima un’occhiata fulminea nella sua direzione, poi passo in rassegna soffitto, pavimento…
“Quello che è necessario tu sappia è che sei in considerevoli guai.
Quanto all’Inferno… in realtà ti trovi a Gehenna.”
Guhunna, me lo sentivo!
Alla fine... che la Kurikara fosse qui con me era giusto un bel sogno e ancora una volta me la sono lasciata sfuggire. A fatica mi alzo in piedi e…: “Ehi, come ti chiami?”
“Prima dillo tu!”
Bene…: “Io sono Rin.” Aspetto una sua risposta: “Umi.” che prontamente arriva bella secca… Umi mi invita a rimanere a letto e forse ha ragione, ma per quanto mi dispiaccia rompere il mio record di 11 ore di fila di sonno voglio alzarmi e non starmene semplicemente con le mani in mano sotto le coperte: sono a Guhunna dopotutto, cosa faccio?!
Faccio appena in tempo a far ricrollare la testa sul cuscino che mi ricordo della spada che mi era stata affidata per proteggermi.
Dubito quest'ultima cosa in quanto non appena la avevo sfiorata per la prima volta avevo capito che mi avrebbe portato solo guai essere responsabile di una cosa simile, anche se a pensarci bene non l'ho mai sguainata.
“Umi, perché non parliamo un’altra volta, sulla Terra magari!” mi rimetto in moto e finalmente riconosco la mia scaltrezza che solitamente si fa viva nei momenti cruciali.
Uscendo da quelle quattro mura che parevano essere di un ospedale la vedo sospirare e la coda adagiarsi a terra, come rassegnata.
Devo ricredermi sulla mia idea di ospedale: sarà stata un’eccezione di quella stanza, nel caso fosse un ospedale sarebbe sicuramente di qualche personalità ricca e potente.
No, dai, ma che ospedale ed ospedale...!
Non so come orientarmi per la dispersività e varietà del luogo e guardandomi intorno, nonostante il lusso il tutto ha un tocco incline al macabro. Decisamente un ricco dai gusti discutibili.
Dunque mi trovo a Guhunna e sto cercando un modo per scappare, ma se sono in un’altra dimensione l’unico modo è ritrovare quel portale. Facile a dirsi quando sono stato trascinato qua giù senza spiegazioni e molto probabilmente ho il mondo contro.
Incredibilmente non mi pare di notare immense differenze dalla realtà a cui ero abituato.
Certo, il fatto di essere confinato in questa residenza non mi permette di farmi un grande idea di che aria tiri qui, ma in fondo sento di essere spaesato fino ad un certo punto.
La cosa maggiore è che la mia fiamma più importante, la mia fiamma di speranza non si è ancora esaurita. Questo mi porterà lontano, penso.
A Guhunna… uhmm… ci saranno altri demoni?
Poi la tipa… Umi… Beh, niente male!
A questi pensieri le guancie mi arrossiscono violentemente, forse perché nel fissare una statuina nuda sanguinante appoggiata su di un bordo sporgente nel corridoio nella mia testa faccio uno strano collegamento alla demone Umi e penso a lei.
Quasi sentendomi trasgressivo opto per la rottura della finestra per farmi strada al di fuori dalla residenza e risalendo la cima di un albero tra i più alti mi guadagno della panoramica dell’ignoto posto, come passando da trasgressivo ad avventuriero che si è perso e cerca anche il più insignificante degli indizi per rimettersi sui suoi passi.
Il perimetro della costruzione è incorniciato da una qualche distesa verde, ma tirando fuori un minimo di senso dell’orientamento dovrei riuscire a superarla e tagliare direttamente fuori per farmi un po di cavoli miei e due calcoli.
Tra l’incertezza su come possa passarsela in questo momento il vecchio, come e dove, la voglia che mi preme nel fare il culo a strisce a Satana che se ne esce con cose come ‘il tuo papà’ e sempre peggio via dicendo… mi sento quasi solo e in balia di me stesso quando, come dal nulla, appare quella Umi appena conosciuta: “Non provare a scappare, non adesso! Prima seguimi che ti porto dal signore di noi demoni, Satana, che dopotutto è tuo parente, voglio dire... tuo padre…”
Penso di averle trasmesso un efficace messaggio tramite le mie sopracciglia crucciate in quanto smette di parlare di Satana.
“Non è mia intenzione rimanere qui, ci guadagnassi qualcosa!” non è che io sia intenzionato a darle retta, alla fine anche lei è un demone; e io?
“Invece vedrai di seguirmi, e se proprio non posso convincerti a parole non mi lasci scelta!” si fa seria come mi sembra sia il suo solito carattere da quel poco che l’ho conosciuta, però non penso comunque che sia un buon segnale se pure mi dichiara sfida con quell’aria: io non sto giocando a casa mia, nel mio territorio.
Che certezza ho che contro un demone puro uno un po umano e un po demone come me la scampi? Sono forse così, io?
Un momento…
Non ho nemmeno la certezza di essere in parte umano… punto uno.
Punto due: la Kurikara.
“Hai piuttosto visto una katana? La avevo appresso con me.”
La mia unica certezza sono, purtroppo, le fiamme.
“Si tratta proprio di questo, testone! Se mi seguirai potrai vederla. 
Discorso diverso averla indietro… Intesi?”
“Allora cosa aspettiamo, andiamo subito dove dobbiamo andare!”
La sua ultima frase mi sfugge e lei, alla mia, mi rivolge una occhiata che esprime tutta la sua perplessità nei miei confronti.
Come un cane portato a passeggio decido di andarle dietro e starmene buono, mi prenderò le mie occasioni di fare il cavallo selvaggio più avanti.
E così eccomi di nuovo all’interno, ma in fondo… è per la Kurikara!
“hehe…” All’idea mi sfuggono dai denti dei risolini, ma per fortuna Umi non ci da importanza.
Speriamo mi condoni tutte le mie stranezze tenendo presente che è la mia prima, e spero ultima volta a Guhunna. Non mi perdona? Pazienza!
Non so nemmeno se sia il caso di legare con un demone, oh, aspetta... NO!
Quando attraversiamo il corridoio che sembrerebbe essere il più importante lei rallenta il passo ed entrambi oltre il portone a noi dinnanzi possiamo udire delle voci imponenti discutere tra di loro.
“Un nuovo signore per Gehenna?! Perché mai! Vuole forse prendersi delle ferie, Satana, nostro signore?”
“HIEIEHHAAH” A quella frase segue un numeroso ed inquietante coro di quelle indesiderabili risate.
“Ho tutto tranne lo sbatti… ‘Signor Satana di quiii’, ‘Signor Satana di lààà’; dovrei sdoppiarmi, ma per mia fortuna ho un erede, non esattamente valido ma, beh…”
“Sta forse dicendo che non vuole più il suo potere? Che stronzata, oggi non è Pesce d’Aprile, Signore! Però ci sa fare con gli scherzi, e nel caso fosse serio potrei io…” Io ed Umi non udiamo oltre da quella voce se non il rumore di qualcuno che collassa.
“Che linguaccia biforcuta, cara gente! Ecco cosa succede se però la usate contro le mie idee.
Semplicemente non ho più l’ispirazione nelle cose e poi, seriamente, io vostro Signore devo darvi spiegazioni? Tsk tsk, impara la tua lezione, demone defunto, e voialtri demoni vivi fate lo stesso!”
Entriamo.
 
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ao no exorcist / Vai alla pagina dell'autore: Kimmi