Fanfic su artisti musicali > All Time Low
Ricorda la storia  |      
Autore: imperfectjosie    15/02/2015    2 recensioni
« Pensavo a quanto fossero belli i tuoi occhi, sai? »
-
« Sei ubriaco, William »
| Jalex | - Scritta per San Valentino.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fandom: All Time Low
Pairing: It's Jalex, bitch!
Rating: Verde
Special thoughts: Happy Valentine's Day, fellas!
Josie's corner:
  
Eccomi. Ri-eccomi. Non mi sopportate più, lo so.
Ho pensato di fare qualcosa di costruttivo in questo giorno pieno di tristezza per tutti i poveri single là fuori come me! Perciò ho preso Alex, Jack e li ho messi in mezzo ad una pista da ballo vuota, dopo l'after-show party di Milano.
Divertitevi, è corta e poco impegnativa.
Love ya, Josie.
 


Le tasche piene di sassi


 

La sala da ballo del locale si era svuotata dopo l'ultimo pezzo delle Spice Girls. Avevano fatto i coglioni anche troppo, sfoggiando le mosse più oscene del repertorio e stringendosi lascivamente a qualche groupie che era riuscita ad infilarsi alla festa dopo lo show.
Era tardi, però. L'orologio al muro segnava le quattro del mattino. Jack si rese conto che c'erano solo due occhi, oltre ai suoi, in quel posto. Li conosceva bene, ci aveva fatto l'amore silenziosamente per anni. Un piccolo sorriso ubriaco su quelle labbra perfette e invitanti. Anche lui sorrise di rimando dall'altra parte del salone e si alzò, quando Alex gli fece un cenno con il capo.
Lo raggiunse piano, chiedendosi cosa stesse cantando quell'autore italiano negli altoparlanti e ricordandosi solo in quel momento di essere ancora a Milano, parecchio lontano da casa.
Doveva essere comunque qualcosa di estremamente melenso, visto il tono della voce, però la melodia gli piaceva. Si ritrovò a sorridere, completamente pieno di Jager e di sentimenti repressi.
« Dovresti smetterla di guardarmi in quel modo » disse a bassa voce, osservando come Alex sostenesse il suo sguardo, sfidandolo con un battito di ciglia fintamente confuso.
« Non so di cosa tu stia parlando »
« Sembri la groupie che ho finito di scoparmi poco fa » continuò divertito, ridacchiando da solo.
Voleva chiedergli se anche lui si sentisse incompleto, se provava le sue stesse emozioni, le stesse paure e anche un vago senso d'eccitazione invaderlo, quando gli stava così vicino.
Capitava sul palco, capitava sdraiati sul divano a guardare un film, durante le interviste, praticamente in ogni occasione di leggero contatto visivo, soprattutto fisico.
« Bassam, stai cercando di sedurmi? » domandò furbesco, assottigliando lo sguardo.
Quei pantaloni erano troppo stretti.
« Non so di cosa tu stia parlando » replicò, facendogli il verso con un tono infantile e un mezzo ghigno allusivo, che causarono l'immediata risata del maggiore.
Quando rideva, il mondo di Jack si fermava. Ogni minima cosa acquistava un senso logico, persino la più stupida. Come i foglietti fucsia appiccicati dietro alla chitarra che recitavano un “18+” abbastanza eloquente.
« Pensavo a quanto fossero belli i tuoi occhi, sai? »
« Sei ubriaco, William »
« Sicuramente » commentò ridacchiando « Ma domani saranno belli come oggi, come sempre. Solo che non sarò abbastanza coraggioso da venirtelo a dire »
La voce di Jovanotti continuava ad uscire dalle casse, riempiendo il salone, lasciando Jack sospeso tra la voglia di baciarlo subito e quella di ignorarlo.
Sapeva molte cose su Alex.
Sapeva, per esempio, quanto fosse orgoglioso e cocciuto. Non avrebbe mai accettato quel bacio, una volta tornato in sé. E Jack continuava a sentirsi sempre più solo.
Gli avrebbe chiesto di correre a prenderlo, un giorno in cui fossero stati lontani, solo per il gusto di vedere quel viso dopo tanto tempo, proprio sull'uscio della sua porta di casa. Sorridente ed eterno.
Il pensiero gli faceva male, ma allo stesso tempo gli procurava anche una sottile scossa di piacere all'altezza del cuore.
« Sai il significato di questa canzone, Bassam? Mi sta facendo venire il diabete e non ho idea di cosa stia dicendo »
La voce strascicata del suo tormento lo riportò alla realtà. Il minore si passò una mano tra i ciuffi decolorati, fingendo disinteresse. In verità gli sarebbe piaciuto capire quella lingua così melodiosa e precisa. Diversa dallo slang che era abituato a parlare. Diversa da tutto.
Sarebbe stato bello. Una cosa che fosse solo sua. Sua e di Alex.
« Non capisco una parola d'italiano, William, dovresti saperlo »
« Però sei riuscito a scoparti una groupie italiana » insinuò divertito, avvicinandosi ancora al viso del moro.
« Solo perché per scopare, non serve parlare la stessa lingua! » si difese, guardandolo come se avesse sentito la cosa più stupida mai pronunciata.
« Falla finita, Bassam! Mi porti a casa? » soffiò, posando piano le sue labbra su quelle imbronciate del secondo chitarrista.
Aveva fantasticato molto sul gusto di quella bocca, pensando si trattasse di un aroma dolce-amaro. Invece sapeva di pesche mature. E lime.
Alex si prese la sua bocca, senza neppure chiederlo.
« Ti porto a casa, Lex, coraggio » riuscì a biascicare, incrinando la voce sull'ultima parola per lo sforzo e provando a tenerlo fermo. A non lasciarsi andare di nuovo.
Tanto, anche se lo avesse baciato mille volte, l'indomani Alex non avrebbe ricordato nulla. Ringraziando il gestore del locale, si trascinò il corpo semi-svenuto dell'amico fino al marciapiede, poi verso il parcheggio e lo adagiò in macchina, prendendo posto alla guida.
Osservandolo mentre dormiva, con le spalle poggiate alla portiera, la testa coperta dal cappuccio e le mani a cercare calore, intrecciate tra di loro in mezzo alle gambe aperte, Jack provò una sensazione di vuoto spaventosa.
Non riusciva a capire cosa frullasse nel cervello di Alex, non sapeva come prendere quelle attenzioni ubriache e prive d'imbarazzo. Sapeva, però, che il suo migliore amico aveva un'anima incredibilmente complicata e problematica. E per qualche strana ragione, aveva la sensazione che lui fosse il punto fermo di tutti i suoi disastri. Ciò che non gli permetteva di arrendersi, che lo faceva ridere e continuare a lottare. Con Lisa era andato tutto in merda il mese scorso, stava soffrendo per quello, ma Jack soffriva di più.
Forse, si disse, sarebbe arrivato il loro tempo perfetto.
Con questo pensiero, mise in moto l'auto e uscì dal parcheggio, mentre sorridendo ascoltava il mormorio assonnato di Alex pronunciare il suo secondo nome.



FIN

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > All Time Low / Vai alla pagina dell'autore: imperfectjosie