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Autore: AirDust    15/02/2015    0 recensioni
[The Proposal]
[The Proposal][Storia ispirata al film: Ricatto d'Amore]
Colin Dane è un cinico editore canadese, che lavora per una casa editrice di New York. Conosciuto da tutti nell'ambiente per essere un uomo privo di qualsiasi sentimento, stacanovista e poco incline a stringere rapporti "pacifici" con i suoi colleghi e superiori, si ritroverà ad affrontare una spiacevole situazione, che lo vedrà costretto a lasciare definitivamente il paese, a meno che non riesca a trovare una soluzione. E' qui che entra in gioco Selene Blain, sua assistente da ormai sette anni, che si ritroverà coinvolta in questa faccenda, attraverso un semplice ricatto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo II
Capitolo II

~Selene
«..Non berrei mai il suo caffè di proposito e solamente per paura cheilsuopossarovesciarsi...Pronto?! Ufficio del Signor Dane»
Non ringraziai mai abbastanza Jack, l'uomo dall'altra parte del telefono, per avermi salvata da quel momento assurdo con il mio capo. Era già stato un miracolo l'aver convinto Dana a prestarmi la sua camicia..

«Dana! O la tua camicia o il licenziamento!» squittì nervosamente verso la mia collega, che era intenta a spulciare la rivista Man's Health
«Certa gente dovrebbero renderla illegale. Eccesso di manzaggine, guarda qui che muscoli..» mormorò, mostrandomi l'immagine dell'uomo "perfetto" scelto dalla rivista. Non avevo tempo, adesso, per pensare a tutti quegli addominali scolpiti e Dio solo sa a cos'altro.
«Danahhhh...» la supplicai, sventolando le mani a mezz'aria, guardandomi attorno nervosamente «Ti prego!»
Dana sospirò, chiudendo a malincuore la rivista e squadrandomi dalla testa ai piedi. Scosse appena il capo, facendo schioccare la lingua sul palato ripetutamente.
«Ti faccio l'abbonamento annuale alla rivista Man's Health. Hai cinque secondi per decidere: cinque, quattro, tre, due...»
«Andiamo in bagno!» fu la risposta affermativa della donna, che si mosse immediatamente verso la toilette «..Facciamo due anni?» fece una contro proposta all'ultimo, osservando la mia reazione con la coda dell'occhio.
Inspirai profondamente dalle narici e dopo una breve pausa, annuì:
«Se oggi non verrò licenziata, sì.» confermai, scambiando con la donna una stretta di mano decisa, atta a voler sugellare quel "patto", prima di entrare in bagno.

E così ci scambiammo la camicia, che mi permise di accogliere giusto in tempo Colin con il suo caffè, sopportando tutta quella serie di domande, fino a quella paradossale situazione, che fece scoprire ad entrambi la nostra "dipendenza" dal caffelatte di soia amaro alla cannella. Fortuna vuole, che Jack chiamò proprio in quell'istante.
«Oh, ciao Jack!» dissi, così da far capire a Colin chi è che lo stava chiamando, notando come il canadese, seduto sulla sua scrivania, mi fece un cenno negativo con le dita.
Aggrottai la fronte, non tanto per il fatto che Colin non avesse alcuna intenzione di parlare con Jack, lo sapevano tutti che tra loro non scorreva buon sangue, quanto per quello che mi disse:
«Va bene..Veniamo subito, allora.» conclusi, agganciando il telefono.
«Perché Jack vuole che andiamo nel suo ufficio?» chiesi al Dane, perché ero sicurissima che lui sapesse qualcosa. Di fatto mi rispose con un sorriso fintamente innocente e che sapeva tanto di non te lo dirò mai. Strinsi perciò le labbra, annuendo pacatamente con il capo, senza aggiungere altro, uscendo quindi dall'ufficio. Intercettai lo sguardo di Daisy, muovendo le dita della mano vicino alla gola, mimando quindi il classico gesto di "testa mozzata", per indicarle che Colin stava per uscire e che quindi sarebbe stato meglio per tutti se avessero fatto finta di lavorare.

Pochi istanti dopo apparve Colin, intento a riabbottonarsi la giacca mentre entrambi procedevamo verso lo studio di Jack.
«Allora...» esordì, cercando di rompere il ghiaccio «..Ha letto il manoscritto che le ho dato?» erano passate 3 settimane da quando gli avevo consegnato il mio manoscritto. Quello di scrivere un libro è sempre rimasto un sogno nel cassetto che finalmente dopo anni di studi -e soprattutto di lavoro per una casa editrice- poteva avverarsi..Se non avessi scelto proprio Colin come prima persona a cui far leggere il mio racconto.
L'uomo fece schioccare la lingua sul palato
«Giusto qualche pagina. Non mi ha entusiasmato molto.» disse sollevando appena una spalla con noncuranza
«Posso dire qualcosa?»
«No.»
«Dunque..» me ne fregai altamente dei suoi divieti. Sono una persona, una cittadina americana e come tale ho il diritto di parlare su qualcosa che riguarda me.
«..Cos'ha che non va? Ho letto centinaia di manoscritti e credo che dopo sette anni di lavoro qui e soprattutto con Lei...» sì, non gli risparmiai nemmeno quell'occhiata in tralice. Se dovevo essere licenziata, volevo farlo con un po' di stile.
«..So perfettamente come si scrive una storia. Di cos'ha bisogno affinché possa risultare appetibile ed...» mi accorsi che non mi stava ascoltando, perché la sua attenzione si focalizzò su Dana e sulla mia camicia macchiata di caffè che indossava al mio posto «..interessante per il pubblico.» mi sforzai comunque di terminare la frase, cercando di usare un tono più convincente possibile.
Colin sbuffò dalle labbra con sufficienza
«Pff, sbagliato..» disse, aggiungendo «..E comunque lo so che quella del caffè non è una coincidenza. Tu bevi il caffè che bevo io, per paura che possa rovesciarsi. Il che è piuttosto pietoso.»
«O stupefacente.» lo corressi, decisa a non dargliela vinta
«Sarebbe stato stupefacente se non l'avessi rovesciato, costringendo..» breve pausa «..Va beh, hai capito di chi sto parlando. La proprietaria della tua nuova camicia.» aggiunse simpaticamente, rallentando il passo davanti alla porta dell'ufficio di Jack «..Ora stai in silenzio. Qui ci penso io.»
«Seh.» risposi scocciata, varcando la soglia dell'ufficio di Jack a cui sorrisi per salutarlo, mettendomi infine zitta zitta in disparte così da lasciare entrare Colin

~Colin
«Ahhh..Il coraggioso Cavaliere con il suo paggio! Prego, entrate pure..»
Quanto odiavo Jack e il suo sarcasmo. Il finto uomo tutto sorrisi e carinerie, che non aspettava altro di fregarti alla prima occasione
«Jack.» risposi freddamente, non appena varcai la soglia del suo ufficio, che osservai con attenzione «Vedo che ti sei sistemato bene.» questo è sarcasmo, Jack. Prendi e porta a casa.
«Sì, molto bene» mi rispose compiaciuto e con un sorriso raggiante a trentadue denti.
Oh, Jack...
Strinsi le labbra tra loro, schiarendomi lentamente la voce, prima di aggiungere 
«Libera il tuo ufficio, Jack.»

Il gelo piombò improvvisamente in quella stanza. Con la coda dell'occhio vidi Selene ruotare il capo in mia direzione, sgranando gli occhi per la sorpresa. A Jack stava quasi per cadere una mascella. Io, invece, restavo del tutto impassibile.
«...Eh?!»  fu l'unico commento da parte di Jack, che mi portò a sospirare
«Ti ho chiesto mille volte di organizzare una conferenza stampa per Tom e non l'hai fatto» feci spallucce «Sei licenziato.» glielo dissi in un tono di voce più diretto. Forse così riusciva a capirlo.
Selene nel frattempo si mosse lentamente verso la porta, che andò a chiudere con calma così da rendere quel momento più.."privato", per poi tornare silenziosamente al suo posto. Perché non posso avere gente capace e competente come lei?!
Jack, nel frattempo, sbuffò appena dalle labbra, visibilmente confuso da quella situazione che non si aspettava di dover affrontare. Deglutì un paio di volte e sfarfallò le palpebre mentre cercava di trovare una scusa plausibile davanti alla mia decisione
«Ma te l'ho detto..Tom non era sicuro di voler pubblicare il manoscritto, figuriamoci fare una conferenza stampa!»
«Uhm.» fu la mia prima risposta, che mi portò ad umettare le labbra «E' strano perché gli ho appena parlato al telefono e mi ha detto di sì.» che poi non era del tutto vero, era un'altra storia ma sapevo perfettamente che quella della conferenza era la soluzione giusta per sbloccare un indeciso come Tom.
«..Cosa?!»
«Sapevo che avresti risposto così e questo mi fa pensare al fatto che tu non l'abbia mai chiamato..» sospirai sconsolato «..So che Tom non è un tipo facile, ma pensavo che lavorare per me ti avesse aiutato ad affrontare situazioni difficili.» mi concessi l'ennesimo respiro dalle narici, guardando per qualche breve istante Selene. A volte penso che lei sia l'unica persona in tutto lo stabilimento a meritare di essere qui. Dovrei darle un aumento.
Tornai con l'attenzione su Jack 
«Facciamo così: ti do due mesi di tempo per trovarti un altro lavoro e poi dirai che sei stato tu ad andartene, va bene?» domandai retorico, ruotando la testa verso Selene a cui rivolsi un sorriso che sapeva tanto di qui abbiamo finito, muovendomi infine verso la porta.

Uscii dal suo studio, seguito da Selene
«Cosa fa?» le domandai a denti stretti, in un tono di voce complice mentre continuavo a tirare dritto
«Fa avanti e indietro...Appoggia le mani sulla scrivania..Si afferra i capelli..» alzai gli occhi al cielo ed inspirai profondamente
«Dimmi che non sta uscendo..» mormorai verso di lei ma dentro di me, sapevo che l'uomo stava facendo esattamente quello
«TU!» esclamò Jack furioso, uscendo a sua volta dallo studio
«Eccolo..» borbottai, fermandomi definitivamente, chinando il capo per qualche secondo, prima di voltarmi lentamente «..Sì, Jack?»
«Sei solamente un cinico bastardo!» si sentì un ohhhhhhh! di stupore da parte dei presenti, che volente o nolente assistevano alla scena. Non dissi niente, optando per il silenzio così da lasciar sfogare del tutto il povero Jack
«Io lo so qual è il tuo gioco. Mi licenzi solamente per passarmi davanti, così da ottenere prima di me il posto all'interno del consiglio d'amministrazione!»
«Jack, ti prego..» mormorai, spostando lo sguardo verso tutti gli altri presenti che a turno abbassavano la testa, facendo finta di lavorare. Come se non lo sapessi che per loro, una scena simile, era quasi pari al ricevere un premio Pulitzer.

«Io lo so perché lo fai, perché tratti così le persone. Tu ti senti minacciato. Constantemente. Sei così insicuro di te stesso, che scarichi i tuoi problemi sugli altri, perché sei un fottuto bastardo, che non è in grado di farsi apprezzare da nessuno, perché tu Sei Mr. Nessuno! Nessuno che vuole esserti amico o che ti prenda in simpatia, o che ti reputi una bella persona! Sei triste e io provo pena per te.»
Serrai con decisione le mascelle, scaricando in quel gesto tutto il nervosismo che potevo mostrare, andando a prendere anche un profondo respiro dalle narici.
«Ascoltami bene, Jack...» esordì dopo qualche istante, concedendomi del tempo per non lanciarmi addosso a lui con il rischio di prenderlo a pugni «..Non ti ho licenziato perché voglio passarti davanti. Ti ho licenziato perché non svolgi il tuo lavoro come dovresti: sei inoperoso, incompetente, passi il tuo tempo su Youporn invece di lavorare ed inoltre non sai nemmeno chiamare Tom, per dirgli che vogliamo organizzargli una semplice conferenza stampa.»
«..» Jack schiuse le labbra, deciso a replicare ma lo fermai istantanteneamente
«E se dici un'altra parola, ti faccio sbattere fuori dagli agenti che Selene ha chiamato giusto in tempo..» e con un semplice cenno del mento, indicai i due uomini in divisa alle spalle dell'uomo, in attesa di un mio semplice gesto per poter agire.
«..Sei solamen..»
«Una sola parola, Jack. E io ti faccio sbattere fuori da una scorta armata. Selene e tutti gli altri ti riprenderanno con il cellulare, caricando infine il video su quel famoso sito internet..Qual era?» chiesi in un tono di voce fintamente vago, riferendomi però direttamente alla mia assistente.
«Youtube.» rispose Selene in un pigolio sommesso, ottenendo un sentito ringraziamento da parte mia con il capo
«Esatto. E' questo che vuoi?» domandai retoricamente, visto che sapevo che Jack non si sarebbe mai permesso di rispondere «Perfetto.» commentai infine, scuotendo leggermente la testa verso i due uomini in divisa, facendo bene intendere come non ci sarebbe stato bisogno del loro aiuto.
Mi concessi così un profondo respiro dalle narici e mi voltai semplicemente, dirigendomi nuovamente verso il mio ufficio. E anche questa era fatta.

   
 
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