«Correre.»
Le parole uscirono dalla bocca di Minho come un proiettile; era a conoscenza dell'azione compiuta ma non delle conseguenze relative ad essa.
Tutti i volti dei ragazzi presenti nella stanza si girarono a guardarlo, incuriositi ma al tempo stesso spaventati, non sapendo ancora cosa gli fosse successo.
Ritrovarsi in una scatola buia senza sapere come ci si sia finiti dentro non è certo un buon modo per svegliarsi la mattina.
«Dobbiamo solo correre. Abbiamo visto cos'è successo a quel pive che ha avuto la fantastica idea di buttarsi nel Labirinto senza sapere cosa ci fosse all'interno. Non sappiamo cos'ha combinato durante la notte, ma ce lo siamo ritrovati senza vita e senza un braccio davanti alle Porte.»
Silenzio.
Qualcuno si scambiò diversi sguardi interrogativi, ma nessuno fiatò.
«Non sappiamo come uscire da questo caspio di posto, quindi l'unica cosa che possiamo fare è correre per i corridoi del Labirinto finché non troveremo una via d'uscita.»
«Quale razza di pive è così stupido da fiondarsi all'interno del Labrinto con quei... cosi appiccicosi che ci rotolano all'interno?»
Finalmente qualcuno parlò. Minho non lo aveva mai visto prima, quel ragazzo. Alto, anche se non molto più di lui, e scuro di carnagione.
«Tu chi sei?» chiese con un tono autoritario.
«Alby. Mi chiamo Alby.»
«Okay, Alby. Se tu non vuoi cercare una soluzione per questo dannato posto, non c'è problema. Ma io voglio assolutamente uscire da qui e sono più che convinto che qualcuno è d'accordo con me.»
Rimase in silenzio per qualche attimo, poi, capendo di avere l'attenzione di tutti, continuò a parlare.
«Domani organizzeremo una specie di concorso. Chiunque potrà partecipare, ma solo una decina verranno presi.»
Svariate domande arrivarono alle orecchie di Minho, una col tono più debole dell'altra.
"Per fare cosa?", "C'è un'età minima?", "Io ho fame, posso mangiare qualcosa?"
Minho ignorò tutti e continuò il discorso che aveva iniziato poco prima.
«Chi verrà preso, dovrà uscire con me da quelle Porte e correre nel Labirinto. Sappiamo solo che ogni sera le Porte si chiudono ed i muri del Labirinto si spostano. Magari, tenendo sotto occhio i movimenti, riusciremo a trovare una via di fuga o qualcosa del genere.»
Un ragazzo con i capelli arruffati color cenere e piuttosto minuto parlò.
«Io voglio provarci.»
L'entusiasmo di Minho salì alle stelle: qualche pive intelligente che sa riconoscere una buona idea.
«Tu invece sei?»
«Newt. O almeno credo. Non mi ricordo più un cacchio.»
Il ragazzo dai tratti coreani si lasciò scappare una risata. Era da tanto tempo che non sentiva qualcuno ridere.
«Bene così. Domani io e Newt apriremo le iscrizioni per chiunque voglia diventare un... come caspio li chiamamo?»
Le proposte per il nome dei ragazzi che si sarebbero presi la responsabilità di correre attraverso il Labirinto arrivarono numerose.
Uscirono così tanti nomi che Minho non ci capì più nulla. Se ne segnò qualcuno qualcuno mentalmente ed iniziò a parlare.
«La smettete di urlare?»
La sua voce sovrastò tutte le altre, che si affievolirono una dopo l'altra.
«Grazie.»
Un sorriso sarcasticò si allargò sul volto del ragazzo.
«Votiamo. Chi preferisce Corridori?»
Si alzarono una decina di mani, per poi abbassarsi subito dopo aver capito di essere davvero in pochi a favorire questo nome.
«Atleti?»
Si alzarono solo cinque mani, appartenenti ad un gruppo che a Minho non piaceva per nulla. A capo di esso c'era Gally, un pive piuttosto bruttino poco incline  alla collaborazione.
«Okay, fin'ora il nome prescelto è Corridori. Ne manca uno solo, tra quelli che hanno proposto: Velocisti. Chi è interessato?»
La stanza, arredata solamente solamente da un tavolo e da alcuni scatoloni conteneti diversi fogli e pennarelli dai più svariati colori, era colma di ragazzi con le mani alzate.
«Perfetto, mi sembra ovvio che i ragazzi che verranno con me nel Labirinto si chiameranno Velocisti. Qualcuno ha qualcosa da ridire? Parli ora o mai più.»
Minho non ricordava da chi avesse sentito quella frase, come tutte le altre parole del resto, ma gli sembrava il momento giusto per utilizzarla.
Un sonoro sbuffo uscì dalla bocca di Gally che, frustato per essere stato completamente ignorato riguardo la scelta del nome, uscì dalla stanza e si diresse verso la Radura, l'immenso prato verde a cui i Radurai avevano affibbiato questo nome.
«Newt. Tu vieni con me. Abbiamo molto da fare, oggi. Voialtri, invece, tornatevene a coltivare erbe e patate.»
Qualcuno annuì, qualcun altro sbuffò allo stesso modo in cui aveva fatto Gally, altri invece andarono direttamente verso i campi.
Newt, per la seconda volta da quando era giunto in quel Labirinto tre giorni prima, parlò.
«Mi piaci, pive. Immagino che diventeremo amici.»
Mise un braccio in torno al collo di Minho e gli diede una pacca sulla spalla in modo scherzoso, come due vecchi amici che si rivedono dopo tanto tempo.




Note dell'autrice: Hola! ^w^
Per prima cosa volevo dirvi che, se siete giunti sino alle note finali in cui cerco di trovare una scusa valida per questa cosa parlo della storia (più o meno), vuol dire che vi siete sorbiti tutta la os che le precede, quindi vi meritate un biscotto!
Andatevelo a comprare perché io non ve lo darò
Dunque, è la prima volta che scrivo in questo fandom e, come sempre, sono piuttosto nervosa. Non so se sono stata in grado di rendere IC i personaggi, se lo stile di scrittura utilizzato vi aggrada e bla bla bla, siete a conoscenza dei miei problemi da autrice, no?
Ho finito ieri sera di leggere La Rivelazione e... OMMIODIO HO PIANTO TROPPO, quindi non potevo non scrivere qualcosa sull'inizio di questa storia, aw.
Ovviamente per vostra sfortuna ho in mente di scrivere diverse os ambientate prima dell'arrivo di Thoms, eheheh.
Bene, se avete letto questa One shot cosa vi costa recensire ed aiutare questa povera pazza ragazza a migliorare? Nulla, quindi... beh, sapete come recensire, yep.
Detto questo vi saluto e corro a studiare .-.
Un abbraccio,
gnarly