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Autore: yu_gin    15/02/2015    1 recensioni
Sousuke va ad assistere ad una gara di Rin. Nel posto affianco al suo, Makoto aspetta di veder gareggiare Haru.
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sourin + makoharu
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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His place, my place



Fandom: Free!

Characters: Yamazaki Sousuke, Matsuoka Rin, Tachibana Makoto, Nanase Haruka, Sourin, Makoharu

Summary: Sousuke va ad assistere ad una gara di Rin. Nel posto accanto a lui, Makoto aspetta di veder gareggiare Haru.




Sousuke aveva ancora sulle labbra il sapore del bacio che Rin gli aveva dato prima di andare negli spogliatoi.

Ricordava il modo in cui Rin si era voltato per controllare che nessuno stesse arrivando. Poi aveva sorriso come solo lui sapeva fare e l'aveva afferrato dietro la nuca, attirandolo in un bacio.

«Il mio portafortuna.»

«Come se ne avessi bisogno» disse, congiungendo le mani dietro la sua testa e passando le dita tra i suoi capelli.

«Ci vediamo tra qualche ora. Mi riconoscerai facilmente: io sarò quello che arriverà per primo.»

«Vedi di fare il culo a Nanase anche da parte mia.»

«A quello ci pensa Makoto questa sera» disse ammiccando. «Io vedrò di strappargli quel maledetto primo posto.»

Sousuke scosse la testa e lo guardò sparire negli spogliatoi.

Sentì uno strano sapore in bocca. Forse pensava che – in un'altra vita, in una in cui lui non si rovinava il fisico come un idiota – avrebbe potuto seguirlo negli spogliatoi, avrebbe potuto essere al suo fianco nel momento in cui sarebbe uscito verso la propria postazione prima di una gara o avrebbe potuto occupare la corsia affianco alla sua.

Si era diretto verso gli spalti, leccandosi le labbra e pensando che di lì a poco l'avrebbe rivisto. Aveva fatto le scale, fissando il proprio biglietto con il numero di posto assegnato. Con la testa bassa aveva contato i numeri e seguito le lettere e quando l'aveva alzato per controllare che il suo posto fosse libero, aveva riconosciuto una nuca fin troppo familiare.

«Era un po' che non ci vedevamo» disse, facendo voltare il ragazzo.

«Yamazaki?»

«Non far finta di essere sorpreso, Tachibana. Scommetto che c'è lo zampino di Rin.»

Makoto sorrise, abbassando lo sguardo. «Potrebbe, e dico potrebbe, avermi telefonato per chiedermi di prenotare due posti vicini.»

Sousuke alzò gli occhi al cielo e prese posto.

«Come sta Rin?»

«In forma e più competitivo che mai.»

«Bene. Sarà una bella gara.»

«E il tuo fidanzato cosa ne pensa che ti preoccupi così tanto per il suo acerrimo nemico?» Sousuke non poté fare a meno di notare una luce nuova negli occhi di Makoto nel momento in cui si era riferito a Nanase come "il suo fidanzato". Era evidente che con poche persone poteva permettersi di chiamarlo così.

«Rin non è un acerrimo nemico, ma solo un rivale. E Haru non ha motivo di essere geloso.»

No, non ne aveva. Il modo in cui Makoto pronunciava quel nome – Haru – era un segnale più che evidente che quell'idiota di Nanase non aveva alcun motivo per essere geloso di nessuno.

«E tu come stai? Insomma- voi, tu e Nanase-»

Makoto sorrise: «Molto bene. Ora che abbiamo finito il trasloco ci sembra finalmente di essere... a casa. Certo, a volte è dura con gli orari impossibili di Haru e con i miei ultimi esami e il tirocinio che è appena cominciato, però stiamo bene. Abbiamo trovato il nostro posto.»

Makoto continuava ad allungare l'occhio verso l'uscita degli atleti. Mancava ancora più di un'ora alla loro gara e sicuramente Tachibana lo sapeva.

«E voi come state?» chiese Makoto.

Sousuke capiva a cosa si riferisse. Lui e Rin avevano avuto diversi problemi in quegli anni. Piccoli litigi – alcuni non così piccoli – e tante questioni in sospeso.

«Abbiamo trovato il nostro equilibrio ma-»

«Non sempre le cose sono semplici» concluse Makoto. «Lo so.»

«Pensavo che tu e Nanase viveste in una specie di paese incantato popolato da sirene e unicorni.»

«Ci piace crederlo, almeno quando chiudiamo la porta di casa alle spalle e lasciamo il resto fuori.»

«E io che pensavo che il liceo fosse duro» commentò, passandosi una mano sul volto. Abbassò lo sguardo sul proprio posto e si chiese dove fosse Rin in quel momento. Se si fosse già cambiato, se stesse chiacchierando con Haru o parlando col proprio allenatore o se stesse ascoltando la solita pessima musica dall'iPod.

Alzò lo sguardo e fissò la corsia numero cinque. Rin sarebbe stato lì, quasi sicuramente. Poteva già vederlo sul blocco di partenza, i muscoli tesi, lo sguardo concentrato e qualche ciuffo di capelli che spuntava dalla cuffia, a riprova che era sempre il suo Rin.

«Pensi mai al fatto che avremmo potuto essere lì con loro invece che qui?»

Makoto alzò le spalle: «Tu forse. Io non ho mai avuto alcuna chance di essere lì.»

«Eri bravo.»

«Yamazaki, so riconoscere quando uno parla sinceramente o vuole solo essere gentile con me. Haru insiste a dire che i miei onigiri sono buoni ma ciò non significa che lo siano.»

«Scusa.»

«Ho avuto anni per accettarlo. Sono cresciuto affianco ad Haru e anno dopo anno l'ho visto diventare sempre più bravo e il divario fra noi aumentava in modo irrecuperabile. Ma non l'ho mai odiato per questo, né l'ho invidiato. Una volta capito che il mio posto non era affianco a lui su una corsia ho capito che era qui, sugli spalti a guardarlo e a tifare per lui. E nel sedile affianco al suo sul treno di ritorno a casa, e dalla parte opposta del tavolo a casa nostra e nel nostro letto ogni notte.»

«E quindi ti sta bene stare in disparte senza neppure poter dire a tutti che lui è il tuo fidanzato? Ti sta bene vivere nella sua ombra?»

«Io non la vedo così. Ho i miei studi e il lavoro che sogno di fare. Ho la mia famiglia, ho i miei amici. Haru è la persona più importante della mia vita, ma non vivo nella sua ombra. Vivo al suo fianco, solo che il mondo non è ancora pronto ad accettarlo.»

«Lo sarà mai?»

«Me lo auguro.»

Sousuke sospirò, passandosi una mano tra i capelli. Pensò a quando era Rin a farlo, a quando lo sentiva aggrapparsi a lui mentre facevano sesso, al suo fiato contro il collo e alle parole che gli ansimava nell'orecchio, sempre più sconnesse man mano che si avvicinava all'orgasmo. L'ultima volta che l'avevano fatto era stato due giorni prima – Rin era categorico: niente sesso il giorno prima di una gara.

Rin si era fermato a dormire da Sousuke. Non lo faceva spesso perché solitamente doveva svegliarsi presto per andare ad allenamento e Sousuke aveva lezione all'università. Ma quella volta Rin si era fermato, si era addormentato tra le sue braccia e non si era svegliato fino al mattino successivo. Aveva un aspetto così dolce mentre dormiva con le labbra dischiuse e un lieve rossore sul viso.

«E dopo che farete? Quando Nanase sarà troppo vecchio per nuotare resterete a Tokyo o cercherete una vita migliore altrove?»

«Non lo sappiamo ancora. Ci piacerebbe tornare ad Iwatobi, ma anche Tokyo comincia a piacerci.»

«Insomma, sembra che tutti abbiano trovato il proprio posto tranne me.»

Makoto si voltò a fissarlo senza commentare. Attese pazientemente che Sousuke riprendesse a parlare.

«Insomma, frequento l'università per diventare allenatore ma passerò tutta la vita ad invidiare i ragazzi che invece dovrei allenare per farli diventare dei campioni. Voi tutti avete scelto il posto che volevate, io ho dovuto accontentarmi di quello di ripiego, appena un gradino sopra al lavorare alle dipendenze di mio padre.»

«La trovi davvero un'idea così ripugnante? Pensare di poter aiutare altre persone a realizzare i propri sogni allenandole giorno dopo giorno?»

«E se mi capitasse un Nanase da gestire?»

Makoto rise: «Te la caverai.»

«E se dovessi affogarlo in piscina?»

«Farai meglio a non farlo o potrei avere qualcosa da ridire.»

L'espressione di Makoto aveva un ché di minaccioso. Sousuke sentì un brivido lungo la schiena. Perché diavolo Rin non poteva avere amici normali?

«E se non fosse la mia vocazione?»

«Nessuno di noi sa cosa la vita ha in servo per lui. Certo, per persone come Rin o Haru è più semplice capirlo, ma col tempo ci arriviamo tutti. Non è come un posto allo stadio, nessuno di noi ha un biglietto col numero prestampato. Però alla fine riusciamo sempre a sederci.»

Sousuke sorrise e voltò lo sguardo verso l'uscita degli atleti e pensò al momento in cui l'avrebbe rivisto.


Rin spense l'iPod e si tolse le cuffie; prese un bel respiro, facendo schioccare il collo e mise gli occhialini sulla fronte. Haru era silenzioso al suo fianco.

«Spero tu ti sia allentato» disse, tentando di intimorirlo.

«Non preoccuparti per me. Pensa a nuotare.»

«Non prendertela se perderai oggi. Dicono che il sesso consolatorio sia ancora meglio del sesso celebrativo.»

«Allora Yamazaki dovrà darsi da fare questa sera.»

Rin fissò Haru a bocca aperta. Da quando Haru rispondeva alle sue battute? Doveva immaginare che frequentare Nagisa avrebbe comportato delle conseguenze.

La porta che dava sulla piscina venne aperta e cominciarono ad annunciare la gara e i loro nomi, ad uno ad uno.

«Pronto?» chiese Rin.

«Pronto.»

Uscirono e il boato del pubblico li stordì per qualche istante. Rin notò che lo sguardo di Haru vagava tra il pubblico e sapeva bene chi stava cercando.

Poi lo vide sorridere in una direzione ben precisa e capì che lo aveva trovato. C'era una sola persona al mondo in grado di far sorridere Haru in quel modo e in quel momento lo stava guardando dagli spalti, agitando la mano per salutarlo.

Seguendo lo sguardo di Haru vide Makoto e Sousuke, seduti uno affianco all'altro.

I suoi occhi trovarono quelli di Sousuke.

Ogni cosa era al proprio posto.





A/N


Devo ancora capire come gestire i miei sentimenti per il finale aperto sourin.

Makoto, guidami tu!


yu_gin


PS: ho finito la long makoharu e appena troverò il fegato di farlo comincerò a pubblicarla su efp. Drizzate le orecchie!

   
 
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