Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: Onaila    15/02/2015    1 recensioni
Il sortilegio era stato lanciato e lei ne era uscita trionfante più che mai.
Ordinò i fogli sparsi sul tavolo.
Eppure lo sentiva che le mancava qualcosa, lascia un vuoto, aveva detto lo psicologo.
Andò in cucina e prese un sorso d'acqua.
Davvero un figlio avrebbe cambiato tutto?
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Henry Mills, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le parole del Dottor Hopper, l'avevano sconvolta.
Quello che aveva detto in passato Tremotino era vero?
Aveva davvero un vuoto nel suo cuore?
Eppure aveva raggiunto il suo lieto fine, aveva riottenuto la sua vita.

Il sortilegio era stato lanciato e lei ne era uscita trionfante più che mai.
Ordinò i fogli sparsi sul tavolo.
Eppure lo sentiva che le mancava qualcosa, lascia un vuoto, aveva detto lo psicologo.
Andò in cucina e prese un sorso d'acqua.
Davvero un figlio avrebbe cambiato tutto? Ancora ricordava il calore che gli aveva lasciato Owen ma ricordava anche come l'aveva ferito, sottraendoli il padre.
Fece un lungo respiro. Non si era mai soffermata su cosa sarebbe successo dopo il sortilegio, cosa avrebbe fatto. I primi giorni si era divertita, gongolava nel vedere che la Principessina non si ricordava il volto del suo bel Principe azzurro, ma dopo poco iniziò ad annoiarsi, non aveva nessuno con cui condividere quella gioia o i giorni.
Sarebbe stata una brava madre?
A malapena ricordava cosa significasse averne una figurarsi esserlo.
Allontanò quei pensieri e decise di uscire, di prendere un po' d'aria.
Senza rendersene conto si ritrovò alla Scuola Elementare.
Rimase per molto tempo a guardare i bambini che giocavano a palla nel giardino scolastico “Va tutto bene, sindaco?” si voltò e notò Mary Margaret “Sì, va tutto bene” riprese a camminare senza permetterle di aggiungere altro.
Passarono svariati giorni e Regina era sempre più ossessionata dai quei pensieri. Aveva chiamato e controllato molte agenzie adottive ma le liste di attesa era lunghe anni, così decise di utilizzare una scorciatoia. Aveva chiesto al signor Gold di procurarle un bambino ed adesso era seduto dietro la sua Mercedes.
Il dottor Hopper aveva ragione, non appena l'aveva visto nelle mani dell'infermiera, qualcosa era esploso nel suo cuore. Si sentiva felice come non accadeva da anni.
Si permise di distogliere lo sguardo dalla strada per poterlo vedere, stava dormendo, era bellissimo in quel pigiamino blu. Un sorriso le sfuggì illuminandole gli occhi.
Dopo poco furono a Storybrook e lui stava dormendo nel suo letto, Regina si sdraiò accanto e posò una mano sul suo piccolo petto, addormentandosi anche lei.
Fu il pianto di lui a svegliarla il mattino seguente. I suoi occhi lo guardarono preoccupati.
Cosa c'era che non andava? Forse aveva fame o doveva essere cambiato?
Per prima cosa lo controllò, lo cambiò gli diede da mangiare ma non smise di piangere.
Provò anche a cambiare ambiente e andò da Granny's ma l'unica cosa che aveva ottenuto era una macchia di vomito sopra uno dei suoi gilè neri.
Cosa c'è che non andava?
Stava male?
Andò dal medico così scoprì che il problema non era il suo piccolo Henry ma la Regina Cattiva. Aveva chiesto a Mary Margaret di tenerlo un attimo e lui si acchetò subito nelle braccia di lei ma non appena tornò tra le sue ricominciò a piangere. Il suo piccolo principe percepiva quanto male c'era in lei.
Ma non si sarebbe mai arresa, lo amava anche se lui non provava lo stesso, forse.

 

Stava cercando di controllare le licenze dei vari locali di Storybrook ma il suo pianto non le permetteva di concentrarsi “Henry...” disse alzandosi e mettendosi di fronte a lui “Henry te lo giuro. Se mi dici di che cosa hai bisogno, farò qualunque cosa per te, qualunque cosa” i suoi occhi divennero umidi, lo prese in braccio “Ti prego, dammi solo una possibilità” tirò su col naso e gli depositò un bacio sulla guancia. Non sapeva se davvero l'aveva sentita ma stava ottenendo quella possibilità. Aveva smesso di piangere, si lasciava cullare e nel suo volto c'era tranquillità l'esatto opposto di quello di Regina che era un miscuglio di emozioni, tra cui stupore, soddisfazione, felicità ma sopratutto amore “Grazie” sussurrò in un sorriso.
Squillò il telefono, probabilmente era Sidney, gli aveva chiesto di indagare sulla madre biologica di Henry, nel timore che fosse affetto da qualche malattia. Non appena ricevette le scoperte, rimase sconvolta. Era il destino che per l'ennesima volta voleva toglierle la sua felicità?
Il Signor Gold sapeva! Lui gli aveva portato il bambino! Ora, ora che ci era riuscita, ora che Henry si fidava di lei. Ma non avrebbe rischiato tutto perché voleva essere madre. L'indomani sarebbe tornata all'agenzia a restituirlo.
Ma Regina non sapeva quanto si sarebbe sbagliata.

 

Il direttore dell'orfanotrofio gli aveva dato qualche minuto per poterlo salutare, ma più lo guardava e più veniva rapita da quel volto. 
Che cosa stava facendo?
Non poteva abbandonarlo, era lei sua madre. Lo prese in braccio e lo guardò più da vicino. Anche se non aveva i suoi geni, lo sentiva, suo. Henry si era insediato pian piano nella sua vita, oramai era diventato suo figlio “Vuole che lo tenga io così mettiamo queste ultime firme?” i suoi pensieri vennero interrotti dal ritorno del direttore  “No, non sarà necessario” disse voltandosi “Henry è mio figlio” lo rimise nella culla e prese le sue cose “La cosa migliore per lui. E' rimanere con una madre che non lo abbandonerà mai più” si diresse verso la porta “Non succederà mai più”.

 

Anche se non l'aveva abbandonato, aveva comunque paura di perderlo.
Non riusciva a dormire tranquilla nel terrore che la Salvatrice arrivasse e glielo portasse via.
Aveva parlato anche con il Dottor Hopper e aveva ragione lui, doveva godersi quei momenti perché sarebbero potuti scomparire per sempre. Ed erano proprio stati quei pensieri a farle prendere quella decisione. Era al mausoleo dei Mills, in una delle stanze segrete, con il piccolo Henry dentro la culla, appoggiato sopra un mobiletto, proprio dietro di lei “C'era una volta, una regina> disse nel guardarlo “E la regina lanciò un grande sortilegio, che le diede tutto quello che desiderava o almeno così credeva” si voltò verso le pozioni, prendendo una boccetta tonda contenente della polvere bianca  “Si disperò quando alla fine si rese conto che la vendetta non era abbastanza” la esaminò “Si sentiva sola. E così cercò in tutto il reame, un bel bambino che diventasse il suo principe. E poi lo trovò” rise riguardando Henry e solleticandoli la pancia “E anche se vissero felici” un ombra attraversò i suoi occhi nel voltarsi “Non fu per sempre. C'era ancora del male, là fuori, in agguato” svuotò un po' del contenuto della strana boccetta all'interno di un calice “E la regina era preoccupata per il principe” depositò l'ampolla, prendendone un altra dal colore giallo “Lei sapeva di poter sconfiggere chiunque avesse minacciato il piccolo. Ma sapeva anche di non poterlo crescere nell'ansia” guardava suo figlio adesso “No” aggiunse volgendo lo sguardo ancora verso il calice “Doveva mettere da parte qualsiasi apprensione e mettere suo figlio al primo posto” svuotò la fiala dorata all'interno della coppa “E così, la regina si procurò un antica pozione d'amnesia” sentì il suo piccolo principe piangere e si voltò da esso preoccupata “Non temere, nonostante la pozione non dimenticherà suo figlio. Dimenticherà solo le sue preoccupazioni” con l'ultima fiala dal colore nero aggiunse “I suoi problemi, le sue paure” svuotò il contenuto oscuro all'interno del bicchiere “E sparite quelle, lei...” prese il calice “E il suo giovane principe, potranno finalmente vivere, felici e contenti per sempre” bevve il contenuto, delle lacrime solcarono il suo viso, poco prima che la pozione facesse effetto. Le varie fiale scomparvero e con esse anche l'inquietudine negli occhi di lei “Ciao, piccolo Henry” disse ignorando quanto avesse detto o fatto prima.

 

Furono proprio quei ricordi a farle capire quanto in realtà fosse inutile quella pianta “Allora hai finito?” disse bloccando i discorsi di Peter Pan, che servivano ad accrescere i dubbi e i tormenti di Emma e Biancaneve, ed ad aumentare la stretta dell'albero dei rimorsi “Ecco le sue ultime parole. Una confessione in punto di morte, di chi ha più rimpianti di tutti” disse il giovane ragazzo, la conosceva davvero poco e forse quella sarebbe stata la sua rovina “Bhé ci sarebbe un solo problema. In passato ho lanciato un sortilegio che ha distrutto un intera popolazione, ho torturato e ucciso. Ho fatto delle cose orribili. Dovrei essere piena di rimpianti ma” Regina lo guardò intensamente negli occhi, gli occhi che riservava solo ai suoi nemici più odiati “Non lo sono” strappò la pianta come se fosse carta e si avventò sul ladro di cuori “Perché è così che ho avuto mio figlio” sentì la sua mano penetrare nel suo petto e da esso estrarre il cuore di suo figlio. Il ragazzo senza età si afflosciò a terra ancora sorpreso dalla donna.

Tutti sapevano quanto Regina fosse stata cattiva, quanto male c'era in lei ma solo pochi potevano vantarsi di sapere quanto Amore possedesse. Uno di questi era Henry ma ben presto se ne sarebbero aggiunti altri o un altro.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Onaila