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Autore: Ilune Willowleaf    10/02/2005    1 recensioni
Questa è la primissima fanfic che ho scritto, e in effetti risente un po' della forte influenza del fantasy che ha segnato la mia crescita. Perchè Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango e Shippo sono finiti in un mondo tutto diverso, dove vivono le personificazioni del tempo? E cosa devono fare per tornare indietro? Leggete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A SNOWY STORY

capitolo 3 - A casa dei San Valentino

 

Mentre Inuyasha inseguiva i soldati di argilla che avevano rapito Kagome, Miroku si occupava degli altri, risucchiandoli col suo foro del vento. Dopo aver constatato che erano tutti sani e salvi, decisero di aspettare un poco, che Inuyasha e Kagome tornassero, ma le ore passavano, lente, e dei due nessuna traccia.

-Temo si siano persi… i corridoi del castello formano un vero labirinto, per chi non lo conosce. - disse Loryn, sedendosi su una delle poche sedie della sala scampate al foro del vento del monaco.

-Non ci resta che confidare nel fiuto di Inuyasha. - disse Miroku.

-O in quello di Kirara. Forza, piccola, cerca la traccia di Inuyasha e Kagome!- disse Sango, carezzando la testa di Kirara. L’animale si mise subito a fiutare, e in poco tempo li condusse sulle tracce dei due dispersi. Camminarono, seguendo Kirara, fino a notte inoltrata, ma l’hanyou, rincorrendo i soldati di argilla, aveva fatto molta strada, e loro erano arrivati poco prima dello sbocco del corridoio dove, di lì a dieci ore, sarebbero sbucati Inuyasha e Kagome. Decisero di fermarsi lì, per la notte, in un salotto in cui si fecero dei giacigli tra comodi divani e spessi tappeti.

Il mattino dopo, al loro risveglio, Sango, Miroku e Shippo trovarono Loryn sveglia, ad attenderli. Pareva che la donna non avesse dormito per nulla, perché era ancora seduta nell’esatto punto dove l’avevano vista prima di cadere addormentati. Alla cortese domanda di Sango, la dama rispose: -Noi sovrani delle stagioni non dormiamo mai, quando è in corso la rispettiva stagione, cioè per sei mesi l’anno, tre nell’emisfero australe e tre nel boreale. Per tutto l’inverno, non sento la necessità di dormire, mentre in primavera e autunno posso dormire anche dodici ore filate. Quando mia sorella, la dama d’Estate, ha potere nell’emisfero australe, io ce l’ho in quello boreale, e viceversa. -

Stavano camminando lungo un corridoio decorato con decine e decine di quadri, raffiguranti scene invernali nelle varie parti del mondo, e in varie epoche storiche. D’un tratto, Kirara alzò il muso da terra, immobilizzandosi, mentre una sagoma rossa girava l’angolo, procedendo a lunghi balzi.

-Inuyasha!- esclamarono Sango, Miroku e Shippo, all’unisono

-Ragazzi!- rispose loro Kagome, dalla schiena di Inuyasha, che si fermò e la fece scendere a terra.

Sango corse ad abbracciare l’amica. -Come stai, Kagome? Tutto bene?-

-Si, certo. Inuyasha mi ha salvato da quei soldati di argilla, ma poi ci siamo persi, e abbiamo passato la notte in una delle cucine. C’era della legna, e abbiamo acceso un fuoco, si gelava dal freddo!-

-Noi ci siamo precipitati sulle vostre tracce, ma avete fatto davvero tantissima strada! Solo, vorrei sapere dove siamo ora… -

-Nella galleria dei paesaggi. - le rispose lady Loryn -Il che significa che l’uscita del castello è a pochi minuti da qui. Seguitemi. -

 

Finalmente uscirono dal labirintico castello, ma per arrivare alle città vere e proprie c’era da passare per i giardini. Nessuno di loro aveva mai visto nulla del genere, sulla Terra: alberi che parevano fatti di vetro, con foglie simili a specchi e frutti e fiori di cristallo. Alla minima brezza, oscillavano producendo una melodia incredibilmente dolce, a volte allegra, a volte malinconica. Camminarono senza sosta per tutto il giorno, arrivando a sera nella città di Febbraio.

-Questa città è sotto la responsabilità del principe Febbraio. Ogni tanto, quando non ho da fare, vengo a visitarla. Spero sia rimasto qualcuno…- disse Lady Loryn, mentre attraversavano le piazze e le strade deserte.

-Come sono, gli abitanti di questa città?- chiese Kagome, curiosa.

-Sono le festività dei vari paesi del mondo, in varie epoche storiche. Ad esempio, c’è il San Valentino Europeo del quindicesimo secolo, quello europeo del ventesimo, e quello giapponese, solo del ventesimo. C’è la grande famiglia del Carnevale, che comprende il gruppo familiare del Carnevale di Venezia, da quello del trecento a quello del ventesimo secolo; i Martedì grasso e i Giovedì grasso sono un’altra grande famiglia, anche se non hanno una data precisa, sono grandi feste europee. Ci sono molte festività cinesi, e la famiglia delle festività giapponesi, che è molto tradizionalista, sparpagliata un po’ in tutte le città dei mesi. Visto che siete giapponesi, pensavo di vedere se ci sono, per avere ospitalità per la notte. Se ci fossimo fermati nella città di Gennaio, avremmo potuto fermarci dai Capodanno, sono una famiglia vastissima e molto ospitale. La carica di festività si tramanda di padre in figlio, è un lavoro molto prestigioso, ma anche pieno di responsabilità. -

-Sono così stanca che mi fermerei a riposare dovunque!- esclamò Sango, che si appoggiava all’hiraikotsu per camminare, tanto era stanca. Miroku non parlava, ma si vedeva che anche lui era esausto. Kagome, la meno abituata di tutti a camminare, era stata portata per un pezzo in spalla da Inuyasha, mentre il piccolo Shippo aveva fatto quasi tutto il lungo cammino in braccio a Kagome, appollaiato sulla spalla di Miroku, o in groppa a Kirara.

Entrando nel cuore della città, un pietoso spettacolo si offrì ai loro occhi: banchi e tende rovesciati, tavolini e sedie da caffè fracassati, negozi saccheggiati. Era chiaro che c’erano state incursioni dei soldati di argilla.

-Come temevo…scommetto che sono state sequestrate tutte le festività… -

Un paio di occhi osservavano i nuovi arrivati da dietro l’angolo di una casa. Riconosciuta la dama al centro dello strano, eterogeneo gruppo, un leggero fischio di sorpresa, o forse di sgomento, uscì dalle sue labbra. Inuyasha lo udì, malgrado la distanza, e senza neanche avvertire gli altri, si precipitò a vedere chi diavolo fosse. Tornò reggendo per la collottola un ragazzino, apparentemente sui tredici anni, coi vestiti rotti e stracciati.

-Maledetti! Cosa volete fare alla sovrana?! Mettimi giù, bruto!- gridava come un ossesso, tentando di mordere e scalciare Inuyasha.

-Lascialo andare, è uno degli abitanti della città. - disse lady Loryn, rivolta all’hanyou.

-Sicuri che questo moccioso non cercherà di combinare casini? Mi ha già morso!- disse, dubbioso, il ragazzo. La dama sorrise, e poi, rivolta al ragazzino, gli disse -Loro vengono da un’altra dimensione, per aiutarci. Potresti dirci che cosa è successo qui?-

-Ecco, si, altezza… Due giorni fa, siamo stati attaccati dall’esercito. Hanno portato via tutte le Festività, e tengono in un pugno di ferro gli altri abitanti; hanno preso anche mio padre… -

-Chi è tuo padre?- gli chiese gentilmente Kagome, mentre il ragazzino cercava di trattenere le lacrime.

-San Valentino giapponese. Hanno preso tutti i San Valentino! A casa siamo rimasti solo io, la mamma e mio fratello piccolo…-

-Questo è un bel guaio… se Humer ha fatto rapire anche le festività… non oso immaginare cosa potrebbe stare macchinando… - disse, tra sé e sé la dama. Poi, nuovamente rivolta al ragazzino, gli chiese se poteva dar loro ospitalità per la notte, visto che la città non pareva sicura.

-Oh, maestà, sarà un onore e un privilegio!- il ragazzino arrossì, e poi li condusse a casa sua. Era una dimora piuttosto grande, decorata con fregi di cuori, angioletti e fiori, in rosa, rosso e toni pastello.

Anche la madre del ragazzino fu tra l’imbarazzato e l’onorato nel ricevere una così importante visita, e fornì loro tutte le informazioni che volevano su quello che era successo negli ultimi tre giorni. In parole povere, i soldati avevano fatto irruzione nelle case, avevano “prelevato” le festività, prima le maggiori, poi quelle meno note, e li avevano portati via. Fare resistenza era inutile: i primi, fatti di argilla cotta, si rompevano se bersagliati di sassi, o colpiti con forza con delle sedie, ma poi ne erano arrivati altri, metallici, fortissimi, e contro di essi, nulla era servito. A quelle parole, gli occhi della dama si spalancarono di terrore. Gli occhi di Miroku, di Sango, di Shippo e di Kagome, invece, si stavano chiudendo per la stanchezza, così, scusandosi per la carenza di sedie, usate come arma contundente, la signora li accompagnò nelle stanze per gli ospiti. Lady Loryn rifiutò cortesemente, affermando di preferire piuttosto continuare a parlare, perché in quel periodo dell’anno non solo non poteva, ma non sarebbe riuscita a dormire, neanche dopo giorni di cammino.

Purtroppo la servitù era quasi tutta scappata, terrorizzata dai soldati, e anche la moglie del San Valentino Giapponese stava meditando di sfollare in campagna, prima che arrivasse la Regina d’Inverno.

-Mi dispiace, non c’è la servitù, e non credo di essere brava a cucinare…-

-Non c’è problema, signora! Mi faccia vedere dov’è la cucina, e alla cena ci penso io!- esclamò Kagome, che cominciava a sentire i morsi della fame. La signora, stupita, fece quanto le era stato richiesto, e in breve Kagome e Sango erano riuscite a mettere insieme qualcosa da mettere sotto i denti. La frugale cena fu consumata in silenzio, interrotto solo ogni tanto da Shippo che, rinvigorito da un pisolino fatto mentre i grandi parlavano, era assai più vivace di tutti gli altri messi assieme.

Finalmente, non appena la cortesia poté permetterlo, i nostri eroi si ritirarono nelle camere che gli erano state offerte. Essendo la festività di San Valentino di origine europea, la casa era arredata in quello stile, prevalentemente, e nelle stanze da letto non c’erano futon e tatami, ma letti a baldacchino e tappeti. Lì per lì, Sango, Miroku e Inuyasha rimasero perplessi, ma Shippo trovò subito comodissimo il lettone a baldacchino, e ben presto anche gli altri scoprirono quanto fossero più comodi dei futon stesi per terra.

 

Nel grande letto a baldacchino che divideva con Sango, Shippo e Kirara, Kagome non riusciva ad addormentarsi, malgrado la stanchezza. Si girava e si rigirava, al caldo sotto le coperte, ma il sonno proprio non voleva saperne di venire. Alla fine, timorosa che, a forza di muoversi, avrebbe finito con lo svegliare l’amica e il piccolo kitsune, si alzò, infilandosi la tuta da sci e decidendo di fare un giretto nei corridoi, e magari fare due chiacchiere con lady Loryn, che non dormiva.

L’ultima persona che si sarebbe aspettata di trovare, invece, nei corridoi tenuemente illuminati dalla luna piena, era Inuyasha. Il ragazzo era seduto, nella consueta posizione a gambe incrociate, su un tappeto, davanti alla finestra. La luce della luna lo investiva in pieno, facendo scintillare i capelli argentei e brillare gli occhi color ambra. Pareva intento a guardare la luna. Udendo la ragazza avvicinarsi, le chiese -Come mai ancora sveglia?-

-Non riesco a dormire. -

-Freddo?-

-No, anzi, si stava ben al caldo; ma non riuscivo a dormire ugualmente. -

-Neanche io. Pensavo…-

-Che cosa?-

-Nulla di particolare. Lasciavo vagare i pensieri. Pensavo a questo cacchio di missione che ci siamo accollati; pensavo a quanto tempo passerà prima che si possa tornare a casa; e poi pensavo a…-

-A?-

“A te.” -Ai frammenti della sfera. -

Kagome parve delusa dalla risposta di Inuyasha. Non voleva però mettersi a litigare; ingoiò perciò la delusione, e disse -Sai, San Valentino non è una festa conosciuta nella tua epoca, ma nella mia, è una delle preferite delle ragazze. -

-Ah si? E come mai?-

-Per tanti motivi. Il principale, è che le ragazze possono dichiararsi ai ragazzi che piacciono loro. Di solito… regalando loro della cioccolata. Sai, non hai idea di quanta cioccolata ci fosse, nella dispensa! Quando Sango e io siamo andate a vedere di trovare qualcosa per mettere insieme una cena, abbiamo trovato quasi più cioccolata che riso!

Invece, in Europa, sono i ragazzi che si dichiarano, a San Valentino… almeno così abbiamo studiato l’altr’anno, a scuola, durante le lezioni di Inglese… -

 

Era piacevole, tutto sommato, restare lì, in quel silenzio amichevole. Inuyasha allungò una mano, stringendo nella sua quella di Kagome, seduta alla sua sinistra. Lei arrossì un poco, ma non si ritrasse.

-Ecco, io… Kagome, senti… Ti ho fatto soffrire, qualche volta, anzi, quasi sempre… però, volevo dirti che… per me tu sei… importante…-

-Come radar per i frammenti della sfera, non è vero?-

-No, non come radar per i frammenti. E neanche perché assomigli a… - non pronunciò il nome di Kikyo. Sapeva che non avrebbe fatto piacere a Kagome. -Sei sempre stata vicino a me… e non hai mai preteso che cambiassi la mia natura. Anche quando sono diventato un demone completo, mi hai sempre accettato per come ero… e io sono sempre stato così stupido da farti soffrire… -

-E perché non avrei dovuto accettarti per come sei? Gli amici servono a questo…-

-Gli amici? - Inuyasha si sentì come percosso da una mazzata gigantesca sulla testa. Amici? Ma non aveva ancora capito che lui stava cercando di dichiararsi? Oh, beh, decise, o la va, o la spacca. Il suo volto era voltato verso quello di Kagome, vicinissimi -Kagome, io…-

-Inuyasha…-

I loro volti, le loro labbra, erano vicinissime; potevano sentire l’uno il respiro dell’altra…

-Kagome-chaaan! Dove sei?!?- la voce li fece sobbalzare, e allontanare l’uno dall’altra con fare colpevole; era il piccolo Shippo che, svegliatosi e non trovando Kagome, era sceso dall’alto letto a cercarla.

-Shippo-chan! Ero… ero andata in bagno, poi mi sono fermata un po’ a parlare con Inuyasha… ma adesso devi tornare a dormire… o domani non riuscirai a camminare!-

-Mmmm… va bene, Kagome-chan…- il kitsune, assonnato, si arrampicò in braccio alla ragazza, ignaro dello sguardo omicida dell’hanyou.

Kagome sorrise ad Inuyasha, prima di tornare nella sua camera -Vai a dormire anche tu, ti farà bene riposarti un po’. -

L’hanyou annuì, ma non si alzò finché Kagome non ebbe chiuso la porta dietro di sé. Voleva addormentarsi con l’immagine del suo sorriso negli occhi; avrebbe voluto stringerla a sé, e dirle quanto l’amava, dirle che ora nel suo cuore c’era solo ed esclusivamente lei, chiederle di non lasciarlo mai, di restare sempre con lui… con lei a fianco, i suoi problemi parevano meno duri, il suo dilemma interiore della sua doppia natura, youkai ed umano, si attenuava, fin quasi sparire… “…con te, mi sento sereno…”

 

 

Si, lo so, è venuta un po’ cortina, ma la verità è che non ho una grande ispirazione, in questo momento! Tutte le mie risorse mentali sono concentrate altrove (altre storie, la scuola…) …beh, se lo volete un po’ più lunga, leggetela in caratteri più grandi! Eheh…^__^

Saludos amigos, alla prossima!                                                                                     Ilune

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