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Autore: Unaragionepervivere    17/02/2015    0 recensioni
Stavo per mollare tutto. Un giorno però,arrivò Erik,e come un vento d'aria fredda mi risvegliò da quest'incubo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Se ne stava li. Immobile. Stesa sul quel lettino talmente stretto da non riuscire a contenere nemmeno il suo esile corpo. Fissava il soffitto,il vuoto,e notò che in realtà,quel bianco,un po' di sfumature lo aveva. Tratti più chiari,altri sbiaditi,altri addirittura tendenti al grigio cenere. La porta si aprì e in quella piccola stanza d'ospedale entrò un'infermiera grassottella coperta da un camice verde sbiadito,occhiali tondi che le valorizzavano i neri occhi e una strana acconciatura per trattenere la massa di ricci fuori controllo. "Buongiorno Emily,dormito bene?" Ogni giorno le stesse domande e ovviamente,le stesse risposte "Buongiorno Annika,come sempre non ho chiuso occhio" e le occhiaie erano la prova di ciò che avevo appena detto. "Non ti preoccupare stellina mia,vedrai che con queste medicine dormirai sonni tranquilli"
Ormai non capivo se lo dicesse più per convincere se stessa di riuscire a curarmi o per me,sempre più stanca di essere circondata da quattro semplici pareti,troppo semplici persino per me.
"A proposito cara,ho qui le analisi.."
Presi la cartellina e,prima che potessi dire qualcosa,mi appoggiò una mano sulla spalla,gesto che valeva più di mille parole in quei giorni. 
"Mi dispiace tesoro..vedrai che riusciremo a fare qualcosa,adesso devo andare,ci vediamo più tardi per il pranzo!" Si diresse verso l'uscita e sparì.
Era da giorni che aspettavo quelle analisi, e finalmente sono arrivate: il cancro si é diffuso ancora di più,ha ormai raggiunto i polmoni. Certo,non é il tipo di notizia che si vorrebbe ricevere a sedici anni,ma convivevo con questa malattia da talmente tanto tempo che mi ero quasi abituata al dolore continuo,alla perdita di capelli,al vomito dopo un pasto,a vedermi sempre più pallida e debole,ai respiri corti che neanche le montagne russe o un bacio appassionante riescono a causarti in così poco tempo e ai troppi incubi che volevano tenermi compagnia la notte. Ecco,la notte. Mi ero abituata anche a quella. Distinguerla dal giorno mi risultava impossibile. Per me il tempo non esisteva più,perse ogni significato. Ero costantemente da sola,tranne in quei cinque o dieci minuti in cui i medici mi dovevano svestire,bucare con mille aghi fastidiosi o consegnarmi le analisi,che la maggior parte delle volte consistevano in cattive notizie. Per quanto riguarda la studio avevo lasciato la scuola già da tre anni,ma seguivo ugualmente il programma grazie a un insegnante di servizio in ospedale. Si chiama Shöne,é molto simpatico. Dice sempre che il suo nome significa "bello" in tedesco e,in effetti,era perfetto per lui. É un tipo un po' nordico per certo aspetti: occhi chiari come il cielo in un giorno d'estate,capelli biondo grano e un sorriso che..aah il suo sorriso! Mi ci perdo ogni volta in quelle labbra sottili che danno vita a piccole fossette laterali quando inizia a ridere. E quella risata! Fantastica e contagiosa. Oltre all'aspetto fisico però,su determinate cose é molto rigido e severo,soprattutto se trattiamo di argomenti seri ma reali,come la vita e la morte,la gioia e la tristezza. Un giorno entrò un'ora prima del solito con un mazzo di tulipani,i miei fiori preferiti. Disse che,vedendoli in una bancarella per strada,pensò subito a me. Lo ringraziai con un immenso sorriso,talmente grande che da quel giorno iniziò a dirmi che avrei dovuto portarlo sempre sul mio volto,come un tatuaggio. E lo feci,ogni volta,solo per lui. É il mio angelo,ne sono sicura,e per me ci sarà sempre,al contrario dei miei genitori,troppo occupati dal lavoro per venire a trovarmi. Da molti anni ormai,a causa del tumore,si sono staccati da me,ritenendomi una delusione,la figlia uscita con lo stampo sbagliato. La pecora nera della famiglia. Non volevo più rimanere in un mondo in cui non sono amata da coloro che mi hanno permesso di crearmi una vita,un futuro. Stavo per mollare tutto. Un giorno però incontrai Erik e,come un vento d'aria fredda,mi risvegliò da questo incubo.
   
 
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