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Autore: merty_chan11    17/02/2015    1 recensioni
Sting pensava di essere abituato ad ogni sorta di scherzo o di sorpresa. Ma non avrebbe mai immaginato che per colpa di una stupida scommessa tra Rogue e Rufus, la ragazza dei suoi sogni fosse proprio in casa sua...
Dal testo:
[...]
Compose velocemente il numero su quel dispositivo, tanto ormai lo conosceva a memoria. Sperò con tutto il cuore che dalla parte opposta il telefono non fosse staccato. Passarono dei secondi interminabili, prima che dall’altro capo provenisse una voce, chiaramente assonnata e infastidita.
-Ngh, pronto?-
-Rogue questa è un’emergenza PDRSSNML.-
Il Drago d’Ombra produsse un verso che Sting stentò a riconoscere.
-Che?- rispose dopo un po’.
-Concentrati dannazione! Vuol dire “Presenza di ragazza super sexy nel mio letto.”-
-E mi hai chiamato solo per questo?-
-Chi le ha dato le chiavi?!- stava cercando di non urlare, sopratutto per non farsi sentire da Minerva.
-Sting, in caso tu non te ne fossi accorto è mezzanotte.-
-Senti, non questo è il momento per insegnarmi a leggere l’ora!-
-Posso riattaccare?-
[...]
Pairing principale: Stinerva-Accenni Stingue
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva, Rogue Cheney, Sting Eucliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie '~A complicated love'
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Tutta colpa di quella scommessa
"Oh, io non direi che l'amore fa sempre felici. 
A volte rende solo incredibilmente tristi"


 
Sting sbadigliò mentre camminava per raggiungere casa sua. Aveva finito molto tardi quel giorno, aveva tanto lavoro da sbrigare. Andare in missione con Rogue per una settimana non era stata forse l’idea più brillante del secolo, ma aveva un disperato bisogno di staccarsi da quell’odiosa scrivania e uscire con il suo migliore amico. La vita da Master era uno schifo solo per quel motivo: doveva diminuire il tempo da passare con i suoi amici. E doveva anche rispondere a centinaia di lettere ogni giorno…per non parlare delle varie sedute del consiglio…
Va bene, forse doveva ammetterlo. La vita da Master era uno schifo totale.
Fortunatamente era riuscito a convincere Lector a tornare a casa con Rogue. Si sarebbe sentito meglio e avrebbe passato del tempo con Frosch. Meglio che stare ventitré ore dietro una scrivania a lavorare come un pazzo.
Sting arrivò davanti al cancello della sua villa. Non apparteneva solo ed esclusivamente a lui, era una casa che aveva comprato insieme a Rogue qualche anno prima, vista l’enorme ricompensa che avevano ricevuto. Fortunatamente riuscivano a tenerla in buone condizioni. In genere la usavano per i week-end, ma il Drago d’Ombra aveva annunciato che per quel fine settimana non sarebbe tornato nella loro residenza. Un po’ strano, dato che lui amava quella casa, ma a Sting non gli sarebbe dispiaciuto stare un po’ da solo. Il giorno dopo sarebbe tornato comunque a lavorare.
Una volta attraversato il giardino prese le chiavi dalla tasca e aprì il grande portone. Quando entrò nell’atrio, quasi gli venne un colpo. Per quale motivo c’erano le luci accese? Ricordava di averle spente la settimana scorsa. Anche Rogue non aveva detto niente in proposito. Quindi la soluzione poteva essere una: qualche ladro idiota stava cercando di rubare dentro la casa dei Draghi Gemelli. Insomma, un principiante. Oppure un mago esperto. 
Sting salì le scale lentamente, cercando di fare il minor rumore possibile. Tutti i suoi sensi erano all’erta, ma nessuno sembrava preannunciargli una catastrofe. Non sentiva nessun rumore sospetto e né tantomeno percepiva odori sconosciuti. Per un primo momento si chiese se i suoi sensi da dragon slayer non fossero andati in cortocircuito per il troppo lavoro. Ma poi scacciò subito quel pensiero.
Arrivò davanti alla cucina, anch’essa con la luce accesa. Sting notò che la porta era aperta, ma dentro non vi era nessuno. L’unica cosa presente all’interno della stanza era un tavolo apparecchiato per la cena. Per due persone. Okay, a quanto pare Rogue voleva fargli uno scherzo. Come minimo sarebbe sbucato fuori da chissà dove per poi farlo strillare come una femminuccia. Magari non come una femminuccia ma…insomma, l’intenzione è quella. Sting sorrise, pensando ormai di essere più avanti rispetto al suo amico. Per evitare di essere preso a pesci in faccia continuò comunque l’esplorazione della casa, accertandosi che non ci fosse nessuno. E infatti, non vi era anima viva.
Finalmente si diresse verso la camera da letto. La porta era socchiusa e dall’interno non proveniva alcuna luce. Sting sorrise, pensando a quante coccole avrebbe ricevuto dall’altro dragon slayer. Per la cronaca, lui amava le ragazze. Ma con Rogue era tutt’altra storia. Si conoscevano da tempo ed era come se si appartenessero da sempre. Ogni tanto qualche cosa la facevano eccome: partivano dai baci per arrivare a cose ben più serie…ma era più che altro un modo per dichiararsi affetto. E poi, come già detto, preferiva il gentil sesso. La sua ossessione per di più era tornata da qualche mese a Sabertooth, accendendo di nuovo quella piccola scintilla che sembrava essersi spenta da un po’ di tempo.
Il Drago Bianco aprì lentamente la porta, sperando non scricchiolasse. La luce del corridoio filtrò attraverso l’apertura creatasi e Sting entrò dentro la camera. Sopra il letto però non c’era la persona che si era aspettato di incontrare. Sopra il matrimoniale c’era niente di meno che Minerva Orland.
Eh?
Rimase a fissare la ragazza, arrossendo sempre di più man mano che il suo sguardo percorreva il contorno del corpo snello di lei. Quello si che era uno scherzo.
“E ora devo dormo?”
Doveva ammettere che non gli sarebbe dispiaciuto condividere il letto con lei visto quello che provava per la maga, ma diamine, non era certo uno che si abbandonava agli istinti primitivi in quel modo! A meno che non si fosse trattato di Rogue ma, come già detto, lui è tutt’altra storia.
Sting chiuse lentamente la porta, pregando chiunque conoscesse che Minerva non si accorgesse della sua presenza in quel momento. Scese le scale a tutta velocità, afferrando il telefono posto nell’atrio e uscendo fuori di casa.
Compose velocemente il numero su quel dispositivo, tanto ormai lo conosceva a memoria. Sperò con tutto il cuore che dalla parte opposta il telefono non fosse staccato. Passarono dei secondi interminabili, prima che dall’altro capo provenisse una voce, chiaramente assonnata e infastidita.
-Ngh pronto?-
-Rogue questa è un’emergenza PDRSSNML.-
Il Drago d’Ombra produsse un verso che Sting stentò a riconoscere.
-Che?- rispose dopo un po’.
-Concentrati dannazione! Vuol dire “Presenza di ragazza super sexy nel mio letto.”-
-E mi hai chiamato solo per questo?-
-Chi le ha dato le chiavi?!- stava cercando di non urlare, sopratutto per non farsi sentire da Minerva.
-Sting, in caso tu non te ne fossi accorto è mezzanotte.-
-Senti, non questo è il momento per insegnarmi a leggere l’ora!-
-Posso riattaccare?-
Il Drago Bianco si conficcò le unghie nel palmo per evitare di gridare. Forse qualcuno non se ne sarebbe mai accorto, ma a Sting non sfuggì il divertimento nella voce di Rogue. Quel bastardo evidentemente sapeva qualcosa che a lui era sconosciuta.
-Dimmi tutto quello che sai. Ora.-
Dall’altro capo del telefono il Drago d’Ombra rise.
-Va bene raggio di sole, ma non arrabbiarti.- 
Inutile dire che arrossì per la seconda volta nel giro di tre minuti. Quell’idiota aveva sempre l’abitudine di dargli nomignoli strani che lo facevano diventare come un peperone nel giro di due secondi.
-Smettila di chiamarmi così. Non ho molto tempo, quindi spiega.-
-D’accordo stellina.- 
L’avrebbe volentieri ammazzato, ma si trattenne.
-Ho lasciato le chiavi alla Lady così che potesse passare una serata con te. Lei naturalmente ha acconsentito. Non avrebbe detto di no se tu non le interessassi minimamente!-
Sting aveva iniziato a vedere le stelle. Non gli sembrava vero che Minerva volesse passare una serata con lui. Per sua fortuna, una parte del suo cervello rimase attiva. Sapeva che Rogue ci teneva ad una loro possibile relazione, ma sapeva anche che era incredibilmente geloso.
-Immagino ci sia dell’altro…- disse infatti, cercando di avere un tono il più distaccato possibile.
Il Drago d’Ombra rise ancora
-Oh andiamo raggio di sole, pensi che io non voglia che tu sia felice?-
-Rogue smettila con quei fottuti soprannomi.-
-Fottermi? Beh, a meno che tu non decida di abbandonare Minerva puoi sempre venire a casa mia. Lo sai che non ti rifiuterei mai stellina.-
Il tono malizioso con cui disse quella frase fece perdere quasi totalmente la testa al Drago Bianco. Avrebbe potuto mollare tutto e andare dal suo amico, ma una parte di lui voleva veramente provarci con Minerva.
-N-non distrarmi! Dimmi cosa c’è sotto e basta!-
-Va bene te lo dico, così posso finalmente andarmene a letto…allora, io e Rufus abbiamo fatto una scommessa. Una scommessa bella grossa. Rufus spera che tu lo faccia con Minerva, ma io ho detto che il massimo che potresti fare è dormire con lei. Non l’ho detto con cattiveria, so quanto ti importi la sua reazione!-
Effettivamente non aveva tutti i torti. Non sarebbe mai andato oltre senza il suo consenso. Non voleva rischiare di perderla per qualche suo stupido bisogno.
-E q-quindi?-
-Quindi farai meglio a fare come ho detto io…anche perché sai, non vorrei essere zio prima del tempo.-
-Ti odio.-
-Buonanotte Sting!- e chiuse il telefono.
Il Drago Bianco entrò rassegnato in casa, maledicendo mentalmente Rogue e Rufus. Quei due idioti ci tenevano proprio a sfruttarlo per ogni minima cosa! Poggiò il telefono sul tavolino dell’atrio, e quando si voltò, Minerva lo scrutava con i suoi occhi verdi. Avrebbe voluto buttarsi dal balcone per evitare qualche figuraccia con lei, ma ben presto la maga interruppe il silenzio
-Finalmente sei tornato. Mi sembrava di averti già detto in precedenza che lavorare troppo ti fa star male.-
In effetti non aveva tutti i torti. Sting si ricordava ancora dell’episodio del capodanno appena passato, e quel ricordo lo fece immediatamente arrossire. Una piccola parte di lui aveva sperato che le cose tra loro cambiassero, ma Minerva era rimasta sempre la stessa. In fondo non poteva pretendere un cambiamento così improvviso da lei.
-Non potevo lasciare tutto quel lavoro inconcluso-
Minerva stava per controbattere, ma Sting la precedette con una domanda
-Piuttosto, lei che ci fa qui?-
Stavolta maledisse se stesso. Era logico che Minerva conosceva le ragioni per la quale fosse lì, ma al momento non aveva trovato nient’altro di intelligente da dire.
Con sua grande sorpresa, lei gli sorrise
-Rogue e Rufus non ti hanno detto niente?-
Sting non rispose e guardò da un’altra parte
-Comunque- continuò la ragazza -Sarei venuta qui a prescindere. Non mi interessano le loro stupide scommesse.-
Il Drago Bianco si illuminò e finalmente la guardò negli occhi
-S-sarebbe venuta a prescindere?-
-Sting ti prego! Ti avevo detto di evitare certe formalità. Chiamami con il mio nome e basta. E dammi del tu, mi fai sentire vecchia.- 
La ragazza ridacchiò alla vista dell’espressione del biondo, poi iniziò a salire le scale per dirigersi in camera da letto.
Sting la seguì, tentando inutilmente di incantarsi a guardarla. Prima non l’aveva notato, ma Minerva indossava una vestaglia bianca piuttosto corta, forse anche troppo. Aveva i capelli neri sciolti che le ricadevano lungo le spalle, come una cascata. Quando questa si voltò verso di lui per chiedergli se voleva cenare, notò che era perfino senza trucco. Le rispose distrattamente, dicendo che non aveva fame e che aveva già mangiato prima, troppo occupato a pensare che senza tutto quell’ombretto scuro era perfino più bella.
Entrarono in camera, e Sting si svestì lentamente, pronto ad indossare il pigiama. Ad un certo punto sentì che la ragazza stava ridacchiando nuovamente, e come si voltò, notò che la stava fissando con uno sguardo divertito.
Il Drago Bianco arrossì fino alla punta delle orecchie, notando solo in quel momento che era rimasto senza maglietta.
-C-che c’è?-
Minerva fece un fischio di ammirazione
-Ho visto tanti ragazzi in vita mia, ma devo ammettere che tu sei proprio uno schianto.-
Stavolta però, il biondino rispose con la sua solita arroganza
-Mi stai paragonando a dei sempliciotti provenienti da chissà quale città? Perché dovresti saperlo che io sono piuttosto sexy.-
La maga lo fissò nuovamente, un po’ sorpresa per quella reazione. Effettivamente, anche Sting era rimasto 
-Non ti sto paragonando a dei sempliciotti. Sto dicendo che tu sei molto meglio.-
-Beh, modestamente- rispose quello infilandosi la maglietta -Casa Eucliffe sforna delle bellezze da urlo dall’anno X404.-
Minerva gli tirò un cuscino, per poi sdraiarsi nel letto. Sting stava quasi per seguirla, ma poi si bloccò. Dov’era finita la sicurezza che aveva dimostrato poco fa? A quanto pareva, era riuscito a essere se stesso solo durante quella breve conversazione. La ragazza notò la sua insicurezza e lo fissò accigliata. Poi gli fece cenno con la mano di mettersi accanto a lei.
-È il tuo letto- disse con noncuranza -Io sono solo un’ospite.-
Anche se ancora leggermente perplesso, Sting si mise vicino a lei. Fortunatamente il buio nascondeva il rossore che stava pian piano colorando le sue guance. Cavolo, sembrava una ragazza alle prese con la sua prima cotta! Continuava a fissare il soffitto, senza pensare più a niente. Era come se il suo cervello fosse andato in cortocircuito. 
Ad un certo punto, sentì che la ragazza si era avvinghiata intorno al suo braccio.
-Oltre a essere bello sei anche comodo.-
-Pensi che io sia un cuscino?-
Minerva alzò lo sguardo verso di lui, poi sorrise
-Un cuscino comodo e sexy.-
Il Drago Bianco borbottò qualcosa di incomprensibile, che scatenò l’ilarità della ragazza.
Come se l’insicurezza fosse sparita nuovamente, Sting continuò a parlare.
-Sono così divertente?-
-I biondi mi fanno questo effetto.-
-Se i biondi ti fanno ridere, i mori cosa fanno?-
La maga ci pensò su
-I mori mi fanno piangere.-
Stavolta fu Sting a ridere
-Quindi mi stai dicendo che Rogue ti farebbe piangere?-
-Di un po’, ci tieni a fargliela pagare eh?-
Il Drago Bianco riprese a osservare il soffitto, come se fosse la cosa più interessante del mondo. Nemmeno un quadro di un pittore famoso riceveva tutte quelle attenzioni. La domanda di Minerva continuava ad aleggiare nella sua mente. Non l’aveva detto con cattiveria, era semplicemente curiosa. L’avrebbe fatta pagare a Rogue? Non poteva. Sapeva che era geloso, ma in fondo lo stava aiutando. Ci sarebbe sempre stato per lui, anche se magari la cosa non gli andava a genio.
-No.- rispose sorridendo.
Minerva lo guardò con un’espressione confusa.
-Non gliela farò pagare. Non posso. Oppure posso mettermi a cucinare per lui, penso che come punizione vada bene lo stesso.-
La ragazza ridacchiò
-Sei così pessimo in cucina?-
-Non posso essere bello, intelligente, divertente e avere allo stesso tempo grandi capacità culinarie.-
Quella gli diede un piccolo schiaffo sulla guancia, ma continuava a ridere.
-Ricordami che se un giorno dovessi tornare qui, cucino io.-
-Con piacere madame!-
E scoppiarono entrambi in una fragorosa risata. Sembrava che, finalmente, la tensione si fosse sciolta. Dopo qualche minuto di silenzio, Minerva parlò
-Era da un po’ di tempo che non parlavamo così…-
Sting non rispose
-Da quando eravamo piccoli. Era divertente giocare e batterti.- e sorrise compiaciuta.
Il Drago Bianco la squadrò
-Ti facevo vincere solo perché eri una ragazza, altrimenti non avrei avuto pietà nemmeno per te.-
-Quindi facevi vincere anche Rogue?-
-Quelli erano dettagli.-
-Oppure Rufus e Orga…-
-Sono più grandi di me, cosa pretendi?- sbottò infine.
-Niente. Non pretendevo niente.-
Il silenzio calò nuovamente nella stanza.
-Comunque- proseguì il biondo -Sono contento che tu sia tornata.-
-Non penso si possa dire lo stesso per gli altri.- rispose quella in tono sarcastico.
-Sai che non è ver-
-Oh andiamo Sting!- Minerva si mise a sedere e lo fissò con quei suoi occhi verdi, che ora sembravano pronti a versare tante lacrime.
-Quando sono tornata mi odiavano tutti! Solo ultimamente le cose sono cambiate, ma ciò non toglie che io sia stata un…-
Si fermò prima di scoppiare del tutto. Forse era una cosa orribile da pensare, ma Sting avrebbe tanto voluto che per una volta lei si mettesse a piangere e si sfogasse. Ma Minerva era sempre stata troppo orgogliosa per ammettere una sua qualche debolezza, per mostrare i suoi veri sentimenti. Era stata plagiata dal padre, che era quasi riuscito a trasformarla in un’arma priva di emozioni, fuorché la rabbia e il senso di vendetta. Sapeva quale era la parola che stava per pronunciare, ma lei non gli era mai apparsa come un mostro, nemmeno quando durante la battaglia contro Tartaros era un diventata un mezzo demone. Forse era sempre stato troppo preso da lei per cercare di vederla come tutti la descrivevano, eppure quella ragazza così fredda e calcolatrice le era sempre sembrata troppo fragile.
-Tu non sei un mostro- le rispose mettendosi a sedere -Tutti fanno degli errori. Penso che, alla fine, l’unico tuo problema sia stato non avere qualcuno che ti abbia insegnato la differenza tra cosa è giusto e cosa non lo è.-
La ragazza alzò gli occhi, e incontrò il suo sguardo. Ora appariva solo triste, e stanca.
-Ti odio.- fu tutto quello che disse.
Sting ora si sentiva ferito. Forse alla fine la ragazza era venuta solamente per partecipare a quella stupida scommessa. Con suo grande stupore però, quella poggiò le labbra sulle sue, in un bacio che divenne sempre più passionale. 
Le labbra di Minerva erano morbide, e tutto in lei sapeva di buono. Avrebbe tanto voluto che il suo olfatto non fosse così sviluppato dato che il profumo di lei lo stava facendo impazzire! Le mise le mani tra i capelli, lisci e morbidi come la seta, e subito dopo anche lei fece lo stesso. Quel bacio era diverso da quello che si erano scambiati la prima volta, durante il capodanno. Sembrava che con quel gesto si stessero dicendo delle cose che a parole non sarebbero mai venute fuori. Dopo un po’ sto staccarono, respirando a fatica.
-Però- cominciò lui passandosi una mano tra i capelli -Nessuno mi ha mai baciato dopo avermi detto “ti odio”-
Minerva abbassò lo sguardo e scosse la testa
-Forse è tutto sbagliato.- e si sdraiò.
Quando anche lui fece la stessa cosa, si accorse di quanto fosse esausto. Stava quasi per addormentarsi, quando la ragazza si strinse intorno a lui e gli sussurrò che lo amava. Colto dalla stanchezza però, non comprese quello che lei gli disse dopo.
Infine si addormentò.


La mattina dopo, Sting si sentì subito meglio. Era fresco e riposato, ma non voleva rimettersi subito a lavoro. A malincuore si alzò dal letto, e notò solo in quel momento che l’altra parte era vuota. Il Drago Bianco si accigliò. Possibile che fosse talmente stanco da non essersi nemmeno accorto che la ragazza se n’era andata? Notò in un secondo momento che sopra il letto c’era un bigliettino. Sting lo prese e cominciò a leggerlo, per poi sorridere alla fine. Minerva aveva scritto che era uscita per andare a comprare la colazione e che sarebbe tornata a momenti. 
Scese le scale, continuando a sorridere come un idiota, e quando arrivò nell’atrio vide che non era solo.
-Guarda guarda chi si è svegliato.- 
Rogue sorrideva come se avesse appena catturato la sua preda.
-Pensavo che per salutare qualcuno si dicesse buongiorno.-
L’altro gli fece un cenno con la mano
-Forza Sting, non ho molto tempo visto che Rufus mi deve dei soldi. Allora? Ho vinto io o lui?-
Il biondo rimase per un attimo in silenzio
-Non ti dirò quello che è successo ieri sera.- rispose incrociando le braccia al petto.
Rogue lo fissò come se avesse appena bestemmiato
-Senti, non mi sono fatto svegliare da te nel bel mezzo della notte solo per sentirmi dare questa risposta. Dai Sting, non farti pregare.-
-Potevi evitare di scommettere con quell’idiota di Rufus.-
-E io avrei potuto evitare di dare le chiavi alla Lady e passare la serata con te, ma ahimè, nessuno ottiene quello che vuole.-
Sting sbuffò. Quando Rogue aveva in mente qualcosa era capace di diventare perfino peggio di lui. Siccome non aveva intenzione di continuare a discutere, alzò le mani in segno di resa.
-E va bene. Hai vinto tu.-
Rogue sorrise trionfante.
-Ma pretendo almeno metà dei soldi che ti deve il damerino.- concluse il biondo.
-Non erano questi i patti.-
-Ora invece sono cambiati, fiorellino.-
Rogue avvampò, e Sting fu contento di essersi preso una piccola vendetta.
Almeno finché non si rese conto che Minerva era rientrata e li stava osservando accigliata.
-State amoreggiando?- chiese poggiando un vassoio sul tavolino dell’atrio.
Prima che il Drago Bianco potesse aprir bocca per rispondere, Rogue prese in mano la situazione
-Si, e ci stavamo divertendo. Ora però mangiamo e concludiamo quello che abbiamo iniziato. Naturalmente, finiamo a letto.- e fece l’occhiolino al biondo.
Sting avrebbe voluto ucciderlo.
Minerva ridacchiò. 
-Beh, se avete intenzione di mangiare, quella è la colazione.- disse indicando il vassoio -Io devo andare.-
-C-come sarebbe a dire che devo andare?-
Minerva cercò di non incontrare il suo sguardo
-Ho preso una missione. Tornerò tra una settimana.- quella si voltò e fece per andarsene, ma all’ultimo minuto, spinta da chissà quale forza, si girò e diede un piccolo bacio sulla guancia del biondo. Poi uscì di corsa.
Sting sarebbe rimasto a fissare la porta per ore, come se quello appena accaduto fosse un sogno e non la realtà, ma Rogue distrusse l’atmosfera creatasi.
-Giuro che se la prossima volta vi mettete a limonare di fronte a me io…-
-Non accadrà.- rispose Sting con amarezza. Gli erano tornate in mente le parole che Minerva gli aveva detto quella notte, prima di addormentarsi. Lei lo amava ma non voleva stare insieme a lui per paura di ferirlo. Non ricordava di essersi sentito così triste in vita sua.
Rogue lo guardò con una certa preoccupazione, ma poi l’altro scosse la testa.
-Ormai è andata. E ora- disse prendendo in mano il vassoio della colazione, con il sorriso stampato in faccia -Si mangia!-
-Oh meno male- esordì il Drago d’Ombra -Pensavo fossi arrabbiato con me per la storia che mi sono inventato.-
-Non ho mica detto che non sono arrabbiato. Infatti poi ti uccido.-
Rogue scoppiò a ridere, per poi dirigersi in cucina. Sting lo seguì poco dopo, continuando a pensare a Minerva.
Forse le cose tra loro si sarebbero sistemate. Forse un giorno sarebbero stati felici insieme, oppure con altre persone. Ma per il momento non poteva ignorare quello che provava per lei, tutte quelle emozioni che sentiva soltanto nel vederla. Amava tutto di lei, dal suo modo di fare un po’ freddo e distaccato, ai momenti in cui si lasciava andare e sembrava tornasse a essere la ragazza che era un tempo. Amava la sua risata, la sua voce, i suoi bellissimi occhi, che ogni volta che lo fissavano lo mettevano in soggezione. Non si era mai sentito così confuso in vita sua, come se stesse su una nuvola.
Era davvero quello, l’amore?









N.d.A.
Salve a tutti^^ 
Finalmente sono riuscita a pubblicare questa fic, che spero vi piaccia! Non so nemmeno perchè ho iniziato a scrivere questa cosa, ma nel fandom c'è poca roba su di loro, quindi beh...bisogna rimediare (?) Ho intenzione di iniziare una serie sulla Stinerva, visto che come coppia è una delle mie preferite e mi piace scrivere di loro u.u Spero di non essere caduta nell'OOC con Minerva, ho cercato di mantenerla come la si vede nel manga ma allo stesso tempo ho voluta renderla più...spontanea.
Naturalmente non poteva mancare un Rogue geloso del suo partner u.u Penso che apparirà spesso nelle mie fic. In fondo deve reclamare la sua proprietà (?)
Alla prossima
Merty
  
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