17/02/2015
5 recensioniLifeblood
“Il sangue è simbolo di vita sai?” Le iridi smeraldine puntano alla luna piena, che pare quasi sul punto di evaporare e mischiarsi con la nebbia azzurrina della notte autunnale.
La vetrata rotta sembra pronta a cedere all’aria esterna, come tutto l’edificio decadente.
Raito torna a guardare la ragazza stesa sulle sue ginocchia; il respiro è debole e i grigi occhi vitrei lo guardano persi e doloranti.
È sul punto dello svenimento, e il vampiro sorride davanti a quel corpo inerme che stringe tra le braccia.
Lascia la pelle nuda della giovane in balia del freddo pungente della stanza, mentre chiazze vermiglie sporcano cocci di vetro ormai impolverati.
“Ti fa male?” Le chiede, accarezzando i profondi morsi che le inquinano il ventre e la gola.
Dalle labbra pallide di lei escono solo lievi lamenti sospirati, ormai privi di ogni forza.
Una risata leggera quanto perversa si diffonde, uscendo dalle labbra del ragazzo, ancora sporche di sangue fresco.
È stato facile giocare con lei, è sempre facile con quelle come lei, ma mai davvero piacevole.
Lui vuole la passione, la passione più profonda. Vuole la lussuria, quella stessa lussuria con il quale è stato cresciuto, mentre nelle sue orecchie risuonavano i gemiti eccitati della propria madre quando gli insegnava vorace.
“Tu non sei come lei… nessuna potrà mai essere come lei.” Sorride Raito, accarezzando i capelli umidi della sua vittima “Ma non importa, ti perdono.”
La mano scivola sul braccio freddo, sollevandolo con delicatezza. Le labbra lo percorrono accarezzandolo, lasciando scie rosse brillanti al loro passaggio.
Un piagnucolio più forte si alza, quando il polso tenero viene perforato da zanne feroci.
“Oh, soffri?” Chiede il vampiro, sfiorando il viso color latte della ragazza “Non preoccuparti, tra poco non sentirai più niente.”
Gli occhi luminosi e vivi si alzano di nuovo al cielo, mentre le labbra si curvano in un sorriso felino: “Il sangue è simbolo di vita…” Mormora ancora il vampiro, più a sé stesso che alla povera.
“Non è romantico?” Chiede con un riso delicato “Mi nutri con la tua vita.”
Le pupille lucenti si posano sulle palpebre ormai chiuse per lo sfinimento.
“La tua vita è dentro di me." Le labbra affamate si posano sulla fronte pallida, lasciandone impresso un bocciolo cremisi “Non è forse questo l’amore?”
Buongiorno a tutti,
Sì, ultimamente mi sono data allo studio quasi ossessivo di Raito Sakamaki...o Laito che dir si voglia.
Non so bene cosa possa sembrare ad occhi altrui, ma mi piace scrivere su di lui, per cui, spero possa essere apprezzato.
Grazie a tutti!