Per la mia Greg,
spero che ti piaccia, buon compleanno.
ENCHANTED TO MEET YOU
La pendola del
salotto batté le tre del mattino, ma lui ancora non riusciva a prendere a sonno.
Fissava il soffitto sopra il letto in cui era steso, perfettamente immobile, le
mani posate sull’addome.
Pensava.
Pensava a quanto la
sua vita fosse cambiata negli ultimi anni, a quanto lui stesso avesse mutato
atteggiamento, e tutto per via di un’unica persona.
Glielo avevano
raccontato spesso, da bambino e poi da ragazzo – anche da più grande in realtà,
durante le lunghe chiacchierate con sua madre, preoccupata per il suo futuro –
di quanto un singolo individuo potesse operare su un altro senza che questi
potesse impedirlo. Si era sempre mostrato scettico al riguardo, non lo aveva
ritenuto possibile. Eppure, analizzandosi con un occhio esterno, non poteva
negare l’evidenza: sarebbe stato da sciocchi rinnegare l’idea di ciò che era
avvenuto in lui.
La sua mente si
spostò da quelle riflessioni momentanee ai ricordi, al momento in cui tutto era
cominciato. Non al primo “rapimento”, no, quello era stato simile a tutti gli
altri, ma piuttosto a quella sera, così insolita e così significativa al
contempo.
There
I was again tonight
Forcing
laughter, faking smiles
Same
all tired lonely place
Walls
of insincerity
Shifting
eyes and vacancy
Vanished
when I saw your face
All
I can say is It was enchanting to meet you
Era una sera delle
tante, una di quelle in cui, oltre al lavoro di routine, era costretto ad
allungare le sue giornate per concludere alcune trattative. Londra aveva appena
visto la chiusura di un importante Convegno, che era servito anche come scusa ai
governi di tre Nazioni per stipulare in sordina degli accordi di una discreta
rilevanza. Dal momento che uno di questi doveva essere ancora stabilito nei
dettagli, era stato deciso che la discussione sarebbe proseguita durante la cena
di gala con cui si sarebbe concluso il Convegno.
Dunque si trovava
lì, con la trattativa infine portata a termine, ma nell’impossibilità di
andarsene. Molti dei ministri, infatti, lo avevano riconosciuto e si erano
affrettati a coinvolgerlo in conversazioni molto mondane e decisamente poco
interessanti dal suo punto di vista. Come rappresentante del Governo Britannico,
però, era stato costretto a rimanere ad ascoltarli. Per carità, simili discorsi
potevano accrescere il suo bagaglio di informazioni riguardo i punti di
pressione circa questo o quell’individuo, ma dopo un po’ la cosa si faceva
stressante e tremendamente irritante, soprattutto per il fatto che trovava a
dover sorridere senza provare divertimento, a far finta di prendere attivamente
parte di quella giostra ipocrita – anche se, in fondo, non c’era poi così tanta
finzione. Era il suo lavoro e su quello non si discuteva, era bravo a svolgerlo
e questo era altrettanto indiscutibile, ma capitavano quei giorni in cui non
riusciva a sopportare la stupidità della gente che si illudeva di poterlo
impressionare in qualche modo. Lo trovava estremamente noioso.
Quella sera aveva
dunque lasciato che lo sguardo vagasse per la sala, osservando la gente intorno
a sé senza vederla davvero, finché i suoi occhi non si erano posati su una
figura familiare, in piedi accanto al tavolo del rinfresco, l’aria lievemente
persa di chi non sa perché si trova in un determinato posto. Effettivamente era
difficile capire cosa ci facesse l’Ispettore Gregory Lestrade ad un evento del
genere, ma poco importava dal momento che, finalmente, si prospettava una
qualche sorta di distrazione. Non che fossero amici, assolutamente. Erano solo
una strana sorta di colleghi di lavoro, legati da quell’uragano di suo fratello,
ma doveva ammettere che, tra tutti i suoi collaboratori, l’uomo era quello che
lo irritava di meno. Era intelligente – chiaramente non quanto lui – aveva senso
dell’umorismo, ma sapeva quando essere serio ed impiegava tutte le sue forze per
portare a termine un compito. Una persona gradevole anzi, se proprio doveva
essere sincero, era quasi felice di vederlo lì.
Your
eyes whisper ‘have we met?’
Across
the room your silhouette
Starts
to make its way to me.
The
playful conversation starts
Counter
all your quick remarks
Like
passing notes in secrecy
And
it was enchanting to meet you
All
I can say is I was enchanted to meet you
I loro occhi si
erano incontrati attraverso la sala, in quelli dell’Ispettore c’era stato un
lampo di riconoscimento ed un sorriso gli aveva arricciato le labbra.
Addirittura un sorriso? Eppure era convinto di non stare per niente simpatico
all’uomo, dato l’atteggiamento che aveva sempre avuto nei suoi confronti durante
i loro incontri. Non ebbe però il tempo di soffermarsi a riflettere su questo
punto, perché lo vide avvicinarsi a lui, un bicchiere di vino in mano e quel
sorriso che, se possibile, si era allargato un po’.
Si erano salutati,
scambiandosi un paio di convenevoli, poi lui lo aveva presentato ai suoi
colleghi, i quali avevano cominciato a bombardare l’Ispettore di domande, molte
falsamente interessate, a cui l’uomo aveva risposto con ostentata
nonchalance.
Più tardi, quando
si erano allontanati dal gruppo, gli aveva confessato di essere stato molto
nervoso. Non era il suo ambiente, era stato costretto a partecipare dal suo capo
senza avere possibilità di replica. Lui lo aveva tranquillizzato, dicendogli che
se l’era cavata discretamente – perché avesse sentito il bisogno di fare una
cosa del genere, sul momento, non aveva saputo dirlo – poi avevano cominciato a
conversare del più e del meno. Così, dal nulla.
Chiaramente era
tutto partito da Sherlock – era divertente e soddisfacente sentire apostrofare
suo fratello in una maniera molto simile a quella che avrebbe utilizzato lui –
poi erano passati a tutt’altro. Argomenti futili, di poco spessore in realtà, ma
questo non lo aveva infastidito. In alcuni casi si era addirittura trovato a
ridere appena di fronte ad una battuta dell’Ispettore, il quale, visibilmente
più sciolto, aveva cominciato a dimostrare anche una discreta audacia nel
rispondere ad alcuni suoi commenti con piccata intelligenza, facendo cenni ad
eventi di cui probabilmente solo loro erano a conoscenza in quella sala –
ovviamente legati ancora una volta a suo fratello.
Si era accorto che
la presenza dell’Ispettore aveva cambiato la serata, che non la trovava più così
insopportabile, e si era scoperto a chiedersi come mai non avesse notato prima
quel lato dell’uomo durante le loro conversazioni. O forse l’aveva fatto, senza
però darci troppo peso, relegando il loro rapporto ad una collaborazione
lavorativa e niente di più.
Alla fine, di
comune accordo, aveva deciso di fuggire dalla cena e, all’uscita dall’edificio,
quando si erano salutati, prima che se ne potesse rendere conto, gli aveva
chiesto di trovarsi per un caffè “extra-Sherlock” uno di quei giorni. L’uomo
aveva accettato con un sorriso, gli aveva stretto la mano e si era recato alla
sua auto, salendo a bordo e recandosi poi verso casa.
Lui era rimasto lì
per qualche istante, a fissare la strada, prima di decidersi a salire sulla
macchina che lo aspettava e farsi riportare a Pall Mall, ancora lievemente
sorpreso dagli eventi della serata.
This
night is sparkling don’t you let it go
I’m
wonderstruck blushing all the way home
I’ll
spend forever wondering if you knew
I
was enchanted to meet you.
Guardando le strade
scorrere davanti al finestrino, si era accorto di non riuscire a smettere di
pensare alle ultime ore ed a cosa era successo. Per anni aveva mantenuto le
distanze da tutti, persino dai suoi genitori e da suo fratello, costruendosi
un’immagine da “Uomo di Ghiaccio”, come l’aveva definito Moriarty, e trovandosi
abbastanza a suo agio. Invece l’Ispettore era stato in grado di farlo divertire,
di fargli abbandonare le riserve. Negli anni, aveva capito di potersi fidare di
lui, sapeva che non sarebbe stato criticato – non su tutto e comunque non
eccessivamente – e questo lo aveva messo nella condizione di abbandonare la
corazza senza che se ne accorgesse.
Aveva percepito uno
strano calore alle guance: lui, sempre attento a cosa mostrare alla gente, aveva
lasciato che un semplice Ispettore gli facesse quello? C’era decisamente
qualcosa di strano. Decise di fare un’analisi e di partire dall’unico punto
certo: la presenza dell’uomo ed i momenti spesi con lui erano stati decisamente
piacevoli. Si trovò a chiedersi se l’uomo l’avesse notato e se, in qualche modo,
anche lui fosse stato contento della loro
conversazione.
The
lingering question kept me up
Two
a.m. who do you love?
I’d
wonder till I’m wide awake
And
now I’m pacing back and forth
Wishing
you were at my door
I’d
open up and you would say
“Hey
it was enchanting to meet you.”
All
I know is I was enchanted to meet you.
Una volta arrivato
a casa, si era tolto il cappotto e le scarpe e si era recato nel salotto,
recuperando la bottiglia di Scotch ed un bicchiere dalla vetrinetta e
versandosene un goccio, prima di andare a sedersi sulla poltrona accanto al
fuoco. Negli ultimi minuti del tragitto in auto, aveva concluso che la compagnia
dell’Ispettore aveva reso decisamente migliore la serata ed era abbastanza
convinto che anche per l’uomo fosse stato lo stesso. Dopo qualche sorso di
Scotch, riuscì anche ad ammettere un’altra cosa: sotto certi aspetti, era
attratto dalla persona di Gregory Lestrade. Forse lo era stato già per un po’ di
tempo, senza rendersene davvero conto o senza soffermarcisi troppo. Perché,
insomma, che senso avrebbe avuto puntare all’impossibile? L’Ispettore era stato
sposato con una donna e, anche se questo non fosse stato sufficiente, di certo
non sarebbe stato interessato ad uno come lui.
Eppure….
Eppure per una
volta non aveva visto il male nel tentare. Insomma, poteva partire con cautela,
sondare il terreno, capire se ci fosse una possibilità. Tra mille riflessioni –
e qualche bicchiere di Scotch in più, perché in quel caso aveva capito di dover
tacitare la razionalità sempre in agguato – si erano fatte le due del mattino.
Il sonno tardava a venire anche perché, per la prima volta, si trovava di fronte
a domande ed incognite difficilmente risolvibili mediante una rapida ricerca
negli archivi mondiali. Doveva anche essere abbastanza su di giri, dato che si
era trovato a sperare vivamente che la sua deduzione circa l’Ispettore fosse
corretta, che anche lui avesse gradito la sua compagnia, che anche lui, in quel
momento, stesse ripensando alla serata…
Non era da lui
lasciarsi andare a simili riflessioni, ma d’altronde nessuno lo stava vedendo,
nessuno avrebbe potuto intuirlo fintantoché restava tutto nella sua testa, forse
nemmeno Sherlock.
This
is me praying that
This
was the very first page
Not
were the story line ends
My
thoughts will echo your name
Until
I see you again
Verso le tre del
mattino, aveva deciso di andare a letto, ma anche lì, steso sotto le coperte,
non era stato in grado di addormentarsi, tanta era la voglia, quasi spaventata,
di vedere come sarebbe andata. L’impazienza era da sciocchi, ma d’altro canto
tutto in quella nottata era stato da sciocchi, secondo il suo punto di vista
solito. Provare sentimenti non era un vantaggio, riduceva le persone ad esseri
completamente privi di capacità di ragionamento e rendeva tutto immensamente più
complicato. Avrebbe fatto ancora in tempo a tirarsene indietro, ad evitare di
perdere la ragione… ma la curiosità, altro brutto elemento, lo aveva sospinto
verso il baratro, facendocelo cadere. Si era addormentato con la speranza di
riuscire a cominciare qualcosa di concreto e con il volto dell’Ispettore nella
sua mente. Avrebbe dovuto pazientare solo fino al giorno in cui si sarebbero
visti per il caffè.
These
are the words I held back
As
I was leaving too soon
I
was enchanted to meet you
Please
don’t be in love with someone else
Please
don’t have somebody waiting on you.
Qualche giorno
dopo, infine, si erano trovati in un piccolo bar vicino a Scotland Yard. Dopo
qualche attimo di imbarazzato silenzio iniziale, avevano cominciato a parlare e
tutto era tornato come la sera della cena. Ovviamente si era ben guardato dal
lasciar trasparire le sue riflessioni e le sue intenzioni, facendo invece alcune
domande ed alcuni appunti mirati per cercare di ottenere le informazioni che gli
servivano. Il loro incontro si era concluso circa mezz’ora dopo, lasciandolo
ancora più incerto di prima: non era riuscito a sapere quasi niente di nuovo, ma
in compenso aveva guadagnato la promessa di trovarsi per un altro caffè. Non era
praticamente riuscito a sondare niente, o quantomeno a scoprire qualcosa di
certo dietro i sorrisi e l’atteggiamento dell’Ispettore, non era riuscito a
capire se anche lui avesse avuto i suoi stessi pensieri o se avesse considerato
quella pausa come un normale incontro tra amici. Non aveva scorto tracce che
fornissero una prova del fatto che l’uomo avesse una relazione o meno con
qualcuno e, sempre molto scioccamente, si era trovato a sperare per la seconda
opzione.
Aveva avuto alcune
relazioni – mai niente di serio, in realtà – ma questa volta la cosa era
completamente diversa, la sentiva come completamente
diversa.
Questo era stato
due anni prima…
Un movimento
accanto a lui lo distolse dai suoi pensieri, mentre un braccio passava intorno
alla sua vita ed un corpo si avvicinava al suo, stringendolo in un abbraccio. Un
sospiro di soddisfazione e poi di nuovo silenzio. Abbassò gli occhi su quel
braccio, lasciandoli scorrere fino alla mano al cui anulare brillava un anello
con uno spettro sonoro inciso sulla banda. Un anello molto simile a quello che
portava anche lui adesso. Spostò poi lo sguardo sul viso dell’Ispettore Gregory
Lestrade, placidamente addormentato accanto a lui. Guardò i suoi lineamenti,
facendo delicatamente scorrere un dito sulla sua guancia per qualche istante,
prima di voltarsi ed abbracciare l’uomo a sua volta, posandogli un bacio sulla
fronte e chiudendo gli occhi.
Qualcosa in quella
sera di due anni prima doveva aver operato una qualche sorta di magia, perché
lui, Mycroft Holmes, per molti l’Uomo di Ghiaccio, era rimasto incantato
dall’incontro con Gregory Lestrade e lo aveva addirittura portato a modificare
lievemente la sua filosofia: provare sentimenti non è un vantaggio, ma un
azzardo e quella volta aveva fatto bene a fare la sua puntata e a
lanciarsi.
Con questi pensieri
ed un sorriso sulle labbra, si addormentò a sua volta, stringendosi all’uomo
accanto a lui.
FINE