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Autore: balakov    05/12/2008    2 recensioni
Ero ancora un "bambino" quando ho scritto queste poesie così ingenue. Però penso che ci sia qualcosa di importante anche tra questi versi spesso banali, e quindi ho deciso di pubblicarli lo stesso. Del resto per me un autore dev'essere il più possibile spudorato (anche con se stesso) per poter essere davvero autentico. E quindi (anche se oggi mai e poi mai riscriverei cose simili), per dare un'idea del sottoscritto, e di come sia arrivato fino a questo punto della vita, questi semplici versi saranno in qualche modo utili. Almeno lo spero. Recensite pure...e non abbiate alcuna pietà!!!
Genere: Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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SOLDATO AMICO



Il giorno che partisti io leggevo nel tuo avvenire

il tuo nome amico che non valeva altro che mille lire

le tue braccia forti che reggevano forte un fucile

e nelle tasche niente, niente di vero e niente di più

di una foto ricordo che ritraeva Marilù

 

E quando cadde il primo sole a terra e non si rialzò

ti pensai ferito e perduto senza faccia nè paltò

e nelle gambe che reggevano quel corpo senza vanità

leggevano tutti una grande voglia di libertà

ma Marilù nell'aspettarti ti aspettava qua

 

E poi le notti fredde nelle pianure come cowboys

nessuna voce amica fra le armi di piombo ed i rasoi

che scavavano le ossa di tutti voi falliti marinai

che non cavalcavate le onde ma il sangue dei morti che farai

e che non sentono rancori dentro nè fuori mai

 

Piangeva che era notte la tenera e piccola Marilù

piangeva il ricordo di un amore a cui dava del tu

ed io che invece accettavo solamente del lei

non ci misi molto a consolarla come sai

e persi molte foze per accontentare lei

 

Sotto la coperta avanzata stendevi le tue ferite nere

la rabbia della gente che vi circondava i sogni come chimere

e se tutto fosse stato più facile se tutto fosse stato così

come l'aria libero di tutti e di qualcuno in più

nessuno avrebbe urlato "c'è un soldato a Cefalù"

 

Ma quando gli occhi videro un uomo senza regalità

non ci volle poi molto a capire che questa che chiamano lealtà

è l'attesa eterna di un riscatto che non verrà

ma nell'aspettalo troppo io mi sono detto no

Marilù da sola a piangere non lascerò

 

E allora tu tornasti più come morto che come uccisore

ma il sangue dentro ti ribolliva assieme al tuo sudore

e quando tutto sembrava ritornare come vuoi

ti rendi conto che fra tutti i morti tuoi

mancava il più importante quello che non puoi

 

E morire non fu difficile te lo giuro sulla mia serietà

e uccidermi neanche te lo leggo nella tua santità

ma quando anche Marilù cadde sotto il tuo fucile

il freddo delle canne non ti fece capire

che avevi ucciso te e tutto il tuo avvenire


  
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